Capitolo 4.

333 16 0
                                    

Non ho mentito quando ho detto che ci vediamo solo due ore a settimana. Ma quando capita ci vediamo negli orari più disparati. Anche a notte fonda.
Siccome penso sia difficile, anzi impossibile, che Ada mi lasci la macchina a quest'ora, in questi casi ci diamo appuntamento in un posto che dista un quarto d'ora a piedi da casa mia.
Lontano da occhi indiscreti.
Lontano da Ada.
Isso il cappuccio della felpa sulla testa ed esco in corridoio.
Passo davanti la stanza di Sofia. Decido di fermarmi.
Non le ho dato manco il tempo di mostrami il "regalo speciale".
Sei proprio una sorella stronza, Clara!
Raggiungo il suo letto e le do un bacio delicato sulla guancia. Apre lentamente gli occhietti. Non volevo svegliarla. Le faccio segno di non far rumore.
«Scusa se sono scomparsa.»
Mi accarezza il volto e appoggio la mano sulla sua.
Da sotto le coperte caccia un coniglietto di pezza e me lo muove davanti agli occhi.
«Regalo speciale.»
Il suo sorriso mi contagia. Le dico che è ora di ritornare a far la nanna e le rimbocco le coperte. Le consiglio di pensare per l'indomani un nome da dare al suo nuovo amico.
Vado via così come sono entrata e scendo per le scale.
«Dove vai?»
Ada si sta ritirando a dormire.
«Arianna ha chiesto di vedermi, ma giusto il tempo di una chiacchierata e un giretto in macchina. Sarei venuta a dirtelo in stanza se non ti avessi trovata. Torno subito.»
Fa una faccia contrariata ma non me lo nega.
«L'importante è che hai-»
«Cellulare acceso e chiavi di casa. Ricevuto.»
Mi lascia passare e mi immergo nella quiete della notte.

Lui è già lí ad aspettare in macchina: lo noto dalla luce dell'abitacolo, l'unica presente nella stradina illuminata a stento dai lampioni. Aumento il passo e apro la portiera sedendomi davanti.
"... scrivono versi di te. Lacrime profonde..."
Spengo immediatamente la radio.
È concentrato a stare sul cellulare e con una mano mi passa un sacchetto di carta.
All'interno c'è una piadina kebab, pomodori e patatine.
Gli do un pugno pesante sulla spalla e grida di dolore. Mi guarda sbigottito.
«Pensavo fosse la tua preferita!»
«Grazie per avermi fatta stare in pensiero tutta la serata!»
Inizio a mangiare.
«E sì ci hai azzeccato, è la mia preferita.»
Non dice niente ma lo sbircio a sorridere con fierezza, massaggiandosi la spalla.
Una volta finita accartoccio le carte e mi giro nella sua direzione pronta ad ascoltare. Posa il telefono e si gira di fianco anche lui.
«Quando l'ho raggiunta mi ha iniziato a rimproverare. In modo più duro rispetto a quando eri tu presente.
Mi ha spiegato che difficilmente questi atteggiamenti sono tollerati.»
«Ma mi hai detto che è tutto okay.»
«Sì, perché mi apprezza parecchio. Non sai quanti complimenti mi ha fatto. Lì per lì è rimasta scioccata, ma vuole fare uno sforzo che vada contro il suo modo di essere.»
«Wow. Devi averla messa proprio in crisi, eh?»
«Credo davvero tanto. Ha concluso dicendo che, da quel momento in poi, alla prima cosa sbagliata non troveró nessuno a prendere le mie difese.»
L'ansia mi pervade tutto il corpo, pensando che anche adesso lo stia mettendo a rischio.
Ma non posso rinunciare a queste piccole cose. Ada sa del nostro rapporto di amicizia, ma penso non gradirebbe gli incontri tra me e lui, a meno che non avvengano nelle due ore consentite.
«Era molto incazzata, non più di tanto per i bambini, ma perché é successo davanti a te. Ricordandomi che so del tuo problema con il fumo.», aggiunge.
«Beh, può star tranquilla perché sono pulita! Okay, ne fumo una a settimana ma questo perché non riesco a fare diversamente e lo sai anche tu. E sai anche i passi che ho fatto per superare questa cosa.»
La mia voce si alza leggermente di tono.
«Certo che lo so. Ma sappiamo anche lei come la pensa.»
Annuisco e mi perdo a fissare il buio.
Cerco di cambiare argomento perché  parlare di questo proprio non mi va.
«Sembrava tutt'altro quando sei andato via.»
«E cosa dovevo fare? La situazione era già quel che era, ci mancava che mi mostrassi sprintoso e sollevato. Fabio mi sta sempre col fiato sul collo, non sa cosa sia successo, ma sicuro dovró dare delle spiegazioni ad Alessandro del perché ho avuto questa chiacchieratina.»
Alessandro è il suo responsabile. Sospiro. Che disastro.
«Dai su, ti riaccompagno. Si è fatto abbastanza tardi per tutti e due.»
Gira la chiave nel quadro di accensione. La rigiro spegendola.
«Esci.»
«Che cosa?»
«Esci dalla macchina.»
«Scordatelo. Ho freddo.»
Sbuffo ed esco in strada. Mi allontano di qualche metro con le braccia incrociate. Sento alle mie spalle la portiera.
Come immaginavo.
«Mi spieghi che ti è preso all'improvviso?», chiede confuso.
Appena sento che è abbastanza vicino, mi giro di scatto, lo tiro per la felpa e lo abbraccio.
I miei capelli biondi svolazzano via dal cappuccio.
«Non farlo più. Veramente.»
Con gli occhi chiusi, strofino la guancia sul suo petto.
Ricambia, chiudendomi in una massa di calore. Finalmente si rilassa anche lui. Il peggio è passato.
Si lascia scappare una risata.
«Devo rischiare più spesso se ottengo abbracci del genere.»
«Zitto, deficiente.»
Lo stringo ancora per un po' e lo lascio andare con uno schiaffetto al braccio.

Mi lascia ad un incrocio prima della villetta, così che lui possa girare a sinistra e non passarci davanti.
«Buonanotte, mon chérie.»
«Buonanotte, coglione.»
«Ci mancava la mia razione giornaliera di offese gratuite. Ma stavolta me lo merito.»
Gli indico la guancia e mi ci stampa un bacio. Con un piede fuori, una cosa mi balena per la testa.
«Ah. Se fossi così gentile da rimettere l'accesso a Whatsapp, dimostreresti di essere meno bambino. A te la scelta.»
Quando siamo ognuno per le nostre strade, controllo il cellulare.
Perfetto.

Passo per la cucina a prendere un bicchiere d'acqua e sul tavolo c'è un piatto coperto da un altro, con un post it giallo lasciato su.
"Nel caso avessi fame. Riscaldalo un po' nel microonde."
Alzo gli occhi al cielo. È talmente orgogliosa che non ha voluto dirmelo di persona. Ma questo dimostra quanto infondo Ada non sia una cattiva persona. Lo porto su con me.

____________________________

La canzone nel capitolo è "Versi di te" di Clementino.

Il mio posto fuori dal mondo. [Completa] Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora