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Rob aveva fatto una doccia e si era vestito velocissimo per andare al lavoro.

Era un art desinger editoriale. Tutto per dire che creava le copertine dei libri, un tempo si usavano fogli e matite colorate, per poi passare a foto ritoccate, e ora tutto da programmi su pc.

Stava lavorando per un libro fantasy, che aveva dovuto leggere, per comprendere la complessità di ciò che richiedeva l'autrice.

Era pignola e fastidiosa, perchè ogni settimana cambiava idea. Aveva fatto quasi 50 prove che aveva rigettato, poi quella mattina sotto la doccia, finalmente gli era balenata un idea nuova. E ora davanti al suo pc, stava creando.

La sua stanza era una delle più grandi e aveva 5 pc aperti, tutti sui programmi di disegno. La sua mente vagava su verie cose, e doveva metterle tutte sulla memoria dei pc, quando arrivavano nella sua mente.

Teneva la stanza in ombra, quindi era anche l'unico che non aveva finestre, non voleva distrazioni, fermandosi a guardare l'esterno, o sentendo i rumori del traffico.

Chiuse un momento gli occhi e l'immagine dei due sederi di quella mattina, gli si portò davanti agli occhi.

Ricordava appena i loro volti, aveva visto solo il colore dei loro capelli, entrambi biondi, ma uno era scuro, l'altro chiaro. I corpi erano simli, ma quello biondo scuro aveva anche un piccolo tattoo sulla schiena. In mezzo alle fossette, poco sopra a quel culo da urlo.

Si spostò su un'altro pc e iniziò a disegnare liberando la mente, creò un groviglio di lenzuola da dove spuntavano quei due culi, i capelli, e altri piccoli particolari che mano a mano li metteva sul disegno. Guardò la bozza, e la salvò in una cartella personale.

Prese il blocco da disegni. Qualche volta gli piaceva farlo come un tempo, e imprimere la sua mente su un foglio di carta con matite o carboncini.

Ricordava lievi lineamenti di volti, occhi furbi. Altri dolci.

Si fermò per la pausa pranzo, dopo che la sveglia sul suo telefono aveva iniziato a suonare. Molte volte si perdeva nei disegni, nei bozzetti, tanto da dimenticare gli orari dei pasti e rimanere nel suo cubicolo molte ore in più.

Aperte la porta del suo ufficio vide parecchio movimento.

-Ehi Rob...-Lo salutò Fred, un collega che correggeva le bozze degli autori.

-Che succede?- Gli chiese poco interessato.

-Abbiamo un cambio di gestione...La casa editrice è stata venduta...-

-Cosa? Ma...non hanno detto nulla...-

-Dicono rimarrà tutto uguale, nessun licenziamento e nessun cambiamento a parte i capi...-

-I capi?-

Fred annuì. -Sembra siano una coppia gay...-Sbuffò il collega infastidito.

Rob alzò un sopracciglio. -E che problema ci sarebbe anche se sono gay?- Gli disse in un sibilo incrociando le braccia sul petto e fissando il collega con astio.

Come se si fosse accorto solo in quel momento, con chi stesse parlando. Fred spalancò gli occhi. -No...ecco...nessun problema...-

-Da quando sei omofobo? Lo sai che dicono che gli omofobi...sono gay repressi?- Sibilò ancora avvicinandoglisi con il corpo. -Magari il tuo desiderio più profondo è quello di essere scopato brutalmente sul tuo tavolo da lavoro...da qualche "bear"...-

Fred era arrossito, lo sentì emettere un lieve "scusa", per poi sparire dalla sua presenza.

Rob sorrise fra sé, aveva una presenza che metteva paura alle volte. Era alto, muscoloso, i lineamenti duri e severi. Qualcuno gli aveva detto che erano gli occhi il tormento per gli altri, neri, scuri. C'era chi diceva che era come guardare gli occhi di un demone. E a lui divertiva tutti questi commenti.

Dad In LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora