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Rob con un braccio teneva stretta la piccola e l'altro aiutava Cail.

Lo aiutarono a sedersi sul divano, ma il suo sguardo era irrimediabilmente ipnotizzato su Rebecca.

Ora si dimenava nelle braccia del padre.

Posata a terra camminò traballando fino a lui.

Cail non riusciva a dire nulla.

Rob li aveva portati nella sua vita, li aveva fatti entrare entrambi, portandoli nella sua casa, a conoscere i suoi amici, e la figlia.

La piccola allungò le braccia verso di lui, aveva ancora quel sorriso identico a Rob. Quello che lo scioglieva. La prese in braccio cercando di fare attenzione.

La vide corrugare la fronte quando gli toccò una lacrima sulla guancia che stava scendendo. Nemmeno si era accorto di averne.

-Bua?- Gli chiese la piccola.

-Un poca di bua...ma mi passerà...-

La piccola gli diede un bacio sulla guancia. -Bcio...via...bua...-

Rob si stupiva così tanto della piccola, aveva poco meno di un anno, ma riusciva a farsi capire benissimo.

Era molto intelligente, anche troppo.

Ma tutto a suo tempo.

Era probabile che come tutti i bambini sentissero una certa fiducia o della diffidenza, negli altri, ad un grado istintivo, o a come reagivano gli altri.

Ma non importava.

Adorava Jim e aveva aperto il suo cuore anche a Cail.

Come era successo al suo papà prima di lei.

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Cail recuperò in fretta, molto più velocemente di come si aspettavano i medici.

Rob si era preso cura di entrambi, in un modo molto dolce, alle volte quasi ditattoriale, e maniacale. Si prendeva cura della piccola, della casa e di loro due.

In più lavorava da casa al pc, che gli avevano fatto arrivare.

Cail e jim gli si misero seduti davanti. La piccola era stata portata da Gill a fare una passeggiata.

-Vorremo parlarti...- Disse Jim.

Rob li guardò e sorrise. -Ma guarda...era ciò che volevo anche io...per questo ho chiesto ai miei amici di uscire e di portare fuori Rebecca...-

I due rimasero sorpresi.

-Allora, prima che diciate una sola sillaba, parlerò io. Poi direte anche voi la vostra...-

I due annuirono a quel tono autoritario.

Rob alzò un sopraciglio.

-Sì, padrone...- Dissero entrambi in coro.

-Nella mia vita, ho sempre badato a qualcuno, anche senza rendermene conto, mia sorella, poi anche quando è arrivato mio cognato, i nostri amici, la piccola...e ora ci siete voi...ho cercato di guardare la cosa razionalmente, e no...-Guardò i due sorridendogli. -Non ho la sindrome della crocerossina, ma più semplicemente quando qualcuno entra nel mio cuore non riesco a fare a meno di occuparmi di lui, o di loro...-

Lasciò che i due assimilassero a fondo le sue parole.

Jim chiuse gli occhi ed emise un lieve gemito come se qualcuno gli avesse dato un colpo.

Cail guardò il marito, ancora confuso.

Rob sorrise dolcemente portandosi davanti ai due e accosciandosi per essere alla loro altezza.

-Non vi avrei mai fatto entrare nella mia vita, in questa parte di vita, se non provassi qualcosa per voi...-

Cail spalancò la bocca sorpreso, mentre Jim emise un singhiozzo.

-Ora devo saperlo miei piccoli...devo sapere se anche per voi è lo stesso, accetterò tutto, anche un rifiuto...ma dovete dirmelo...-

Jim si guardò con Cail, per poi lanciarsi su Rob entrambi facendolo cadere all'indietro.

Lo baciavano e si baciavano fra di loro.

-È lo stesso per noi...avevamo...paura...che per te fosse solo dovere...-

Rob li baciava li stringeva a se.

-Abbiamo un paio di ore...sotto suggerimento dei miei "cari"amici...-Rise Rob. -Questa volta non sarà una sessione...questa volta faremo l'amore...-Disse loro alzandosi e prendendoli per mano trascinandoli nella sua camera chiudendosi a chiave dentro.

Dad In LoveDove le storie prendono vita. Scoprilo ora