Istinto e razionalità

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Quel giorno per fortuna non dovevamo fare riprese a Space Valley, la cosa mi sollevò molto. Non avrei visto Dario. Dovevamo montare degli spezzoni per il secondo canale, ma con una scusa non andai in studio e lavorai un po' da remoto. Per tutto il giorno non riusciì a togliermi dalla testa quel sogno e le sensazioni che mi aveva lasciato. Trascorsi una giornata che mi sembrò durare quanto un anno intero, ma verso le diciannove spensi ogni cosa e decisi che era giunto il momento di andarsi a divertire. Cenai, mi feci una doccia, la barba e infine mi vestii. Ero determinato a dimenticare la brutta nottata che avevo trascorso.

Arrivai al pub, da solo, e mi sedetti per una birra. Da quanto tempo non uscivo da solo. Stavo bevendo la mia birra quando la vidi. Alta, lunghi capelli neri e ricci, indossava un cappotto marrone scuro e degli stivaletti rossi. Non l'avevo mai vista, e cavoli... me ne sarei ricordato se l'avessi incontrata prima. Entrò a fianco di altre sue amiche, ma non mi importava, avrei vinto anche la mia timidezza pur di dimenticare tutto, con lei. 

Mi alzai e raggiunsi il bancone dove anche loro si erano sedute. Lei era sedeva sullo sgabello più esterno, così mi sedetti vicino e con una scusa le parlai e le offrii da bere. Si chiamava Cecilia, fortuna volle che conoscesse Space Valley e quasi subito mi riconobbe. Ottimo. Parlammo del canale, volle fare delle foto e delle storie per il suo profilo Instagram. Ebbi il dubbio che le interessasse più la mia notorietà, che la mia persona, ma in quel momento davvero non mi importava. Bevemmo altri shottini, uno di seguito all'altro e poco dopo ci spostammo verso la pista da ballo e iniziammo a ballare, sempre più vicini, sempre più avvinghiati. Non volevo pensare a nient'altro che a lei. L'alcool già in circolo nel corpo, il caldo del locale e la voglia di dimenticare giorni a dir poco stressanti mi portarono a baciarla.

Fu un bacio passionale, un bacio rude, uno di quelli volgari. Non volevo staccarmi da lei, sentivo il suo sapore di donna, il profumo dei suoi capelli e il suo corpo fra le mie braccia. 

Non avrei passato quella notte da solo, ne ero certo. Le dissi se voleva venire da me. E lei ridendo maliziosamente accettò.

Arrivammo a casa mia e salimmo le scale baciandoci, appena entrati in salotto iniziai a sbottonarmi la camicia e lei si tolse le scarpe. Ci baciavamo mentre le tolsi la minigonna, e ci baciavamo ancora di più mentre lei mi slacciava i pantaloni. Con una spinta ammiccante mi buttò sul letto.

In quel momento, mentre il suo profumo mi inebriava e i suoi ricci coprivano il mio viso, chiusi per un attimo gli occhi e nella mia mente...vidi lui, Dario. I suoi occhi castani, il suo viso dolce, la sua bocca e, forse prodotta dall'alcool o forse dal me stesso più profondo sentì la sua voce, quasi alterata, dirmi:"Tonno, ma che cazzo stai facendo?"

Ancora lui. Dario. Eppure avevo addosso una ragazza da urlo, pronta a divertirsi con me. Però quella voce aveva ragione, mi aveva come risvegliato, non ero io. Io, Francesco Toneatti, non ho mai usato le ragazze per puro divertimento e sesso, ho preso delle batoste colossali perché sono stato usato, ma mai il contrario. E nemmeno quella sera l'avrei fatto.

"Cecilia, fermati! Scusami, ma fermati!"

"Ma che dici, divertiamoci!!!"

"No, fermati dai"

"Mi hai invitata tu e adesso mi dici di fermarmi? No, no " E fece per togliermi la camicia.

"Ti ho detto fermati. Basta"

"Ok, ok non ti agitare. Fino a un minuto fa mi sembrava che ti piacesse"

"E' una situazione tutta sbagliata dall'inizio". Lo dissi a lei, ma soprattutto a me stesso, mentre mi alzavo dal letto.

"Non capisco cosa intendi."

"Niente affari miei, rivestiti, non è il caso che tu resti qua. Se non hai nessuno che ti passi a prendere ti chiamo un taxi."

"Me lo chiamo da sola il taxi, bello stronzo che sei."

Prese la sua borsa e le sue cose senza più dire una parola. Andò via sbattendo la porta. Me lo meritavo, ma era meglio così.

Misi una maglietta, mi aprii una Coca e mi buttai sul divano. Mi sentivo sollevato di non aver fatto sesso con Cecilia, di aver mantenuto fede alla promessa che non avrei mai trattato una donna, come mi era capitato di essere trattato. Un giocattolo, un passatempo, o peggio, uno scaccia pensieri.

Mi dissi che se l'istinto non aveva funzionato, era arrivato il momento di pensare a tutta questa faccenda razionalmente. "L'istinto è proprio degli animali, a noi umani è data la ragione per distinguerci da essi". Mi riecheggiò in mente questa frase, che avevo sentito spesso. Dario. Ancora. Lui e le sue frasi filosofiche, lui e i suoi appunti sulla moleskine blu, lui e quel modo di parlare ricercato, lui che sceglie sempre le parole più giuste anche per ordinare una pizza.

Semplicemente Dario. E mi ritrovai a sorridere pensando a lui.

NDA

Capitolo un po' lungo dove il povero Tonno oscilla tra istinto e razionalità. Che ne dite, ha fatto bene a fermarsi con Cecilia?  

Non vedo l'ora di portarvi nei momenti clou della storia. Kiss

Spazio all'amore ||Space Valley|| Tonno x Dario COMPLETADove le storie prendono vita. Scoprilo ora