Capitolo 12

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"Che questo è il miglior modo
per ammazzarci, ma siamo giovani
pieni di problemi che vuoi farci..."

Giorgio's pov

Arrivati ad una piazza, ci sedemmo su una fontana.
M "Tutto ok?"
P "Si, si...scusa. Io pensavo che mi avrebbero lasciata stare..."
M "Mi puoi spiegare che cazzo è successo?"
P "Non è nulla di che, vedi l'anno scorso, per fare un po' di soldi, avevo cominciato a spacciare. Poi ho smesso, e quindi c'è qualcuno che non l'ha presa benissimo."
M "Se avevi bisogno di soldi bastava chiedere..."
P "Gio, ehm...ecco...beh grazie lo stesso"
Aveva freddo, il suo giubbotto era rimasto in mano al tossico e faceva piuttosto freddo; mi tolsi il mio giubbotto e glielo misi sulle spalle. Mi guardò sorridente e non potei fare a meno di guardare le sue labbra: mi avvicinai e posai nuovamente le mie labbra sulle sue. Erano più fredde di prima e quando la baciai emise un piccolo, quasi impercettibile, tremito. Sperai di piacere. Quando mi staccai la guardai per vedere se le era piaciuto o se...non volevo nemmeno pensarci. Ci guardammo per un po', poi lei si buttò tra le mie braccia e io l'abbracciai stretta a me. Finalmente quello che avevo sempre voluto era lì, tra le mie braccia e non l'avrei mai lasciata.
M "Ti amo...sei davvero stupenda ma, vedi io, non voglio ferirti, non voglio fare disastri..."
P "So che non lo farai..."
M "Lo sai come mi chiamano? Mostro. Mi chiamavano così anche prima del rap..."
P "Non mi importa di quello che dicono, loro non ti conoscono"
M "Senti io non voglio portarti a fondo con me..."
Mi interruppe.
P "Se tu andrai giù io verrò giù con te."
Si avvicinò e mi baciò dolcemente accarezzandomi i capelli.
P "È tardi, andiamo a casa"
M "Ok"
Ci avviammo verso casa e appena arrivati lei entrò in bagno per cambiarsi. Io come sempre mi cambiai in camera, mi misi una maglia a maniche corte nera, mentre stavo per mettermi i pantaloni Holly entrò in camera per cercare un elastico;io ero ancora in boxer e mi misi i pantaloni della tuta più velocemente possibile.
P "Oh, scusa, forse avrei dovuto bussare..."
M "No, no tranquilla"
Aveva una vecchia maglia grigia a maniche corte e dei pantaloni della tuta sempre grigi;trovò l'elastico e si fece una specie di chignon. Era bellissima con quello chignon disordinato, la presi per la vita e la avvicinai a me. La abbracciai pensando che non avrei permesso a nessuno di portarmela via o di ferirla in nessun modo. Quando la lasciai lei si mise in punta di piedi e mi diede un bacio sulla guancia, poi si sdraiò sul letto e io la raggiunsi. Stavo pensando a quello che era successo e di sicuro lei se ne accorse.
P "Tutto ok?"
M "Uh? Si, si, sono solo un po' stanco..."
P "Ok , beh buonanotte"
M "Notte"
E spense la luce. Non riuscivo a dormire, continuavo a pensare che io per lei non ero abbastanza, meritava di meglio ma avrei fatto di tutto per non perderla, soprattutto ora che eravamo così vicini. Poi pensai a quello che era successo oggi e il solo pensiero che potesse riaccadere mi saliva una rabbia...io non avevo fatto nulla per proteggerla...nulla...quella parola rimbombò nella mia mente.

Flash back di Mostro
*In questa parte M starà per mamma e G per Giorgio *

Avevo circa 6 anni ed era pasqua, mia mamma stava ancora con mio papà e stavamo andando a mangiare dai nonni. Finito di mangiare andai in salotto a guardare la TV mentre nonna, mamma e papà discutevano.
Ad un tratto sentii mamma che gridava così mi appoggiai alla porta della sala da pranzo e origliai.
N "Come puoi dire ciò?"
M "Io non volevo figli, e guarda è da 6 anni che me lo tengo in casa patendo le pene dell'inferno. O lo uccido o lo do via. Fine della discussione."
P "Se lo uccidessimo non ci sarebbero neanche problemi burocratici. Hahaha"
N "Come fate a scherzare su una cosa del genere? Io non lo so. Quello che so è che non vi permetterò di fare nulla del genere al mio nipotino. Chiaro? Tu sei ancora mia figlia e devi ascoltarmi."
M "Ma dai! Scherziamo? Non se ne parla neanche! Ci tieni così tanto? Tienitelo. Per me non vale nulla."

Fine flash back

Nulla...nulla...nulla. Io non ero nulla. Quella parola mi rimbombava in mente e non riuscivo a pensare ad altro. Allora mi alzai dal letto, presi telefono e sigarette e uscii nel giardinetto.
Mi accesi una sigaretta e composi il numero di Giulio. Era l'una di notte e sperai che mi rispondesse.
L "Mmm, pronto?"
M "Nano! Come stai?"
L "Non chiamarmi così, lo sai che lo odio...comunque bene mi toglieranno i punti dopodomani."
M "Wow, benone!"
L "Voi come va? Siete arrivati?"
M "Si siamo arrivati, eh...ehm...ecco...cioe non so come dirlo..."
L "Uh-oh ti sei fatto avanti?"
M "Si..."
L "E lei?"
M "Pare ricambi"
L "Benone! E allora perché quel tono cupo?"
M "Ho paura di ferirla, di metterla nei casini come mio solito...di rovinare tutto. E poi c'è ancora Margherita..."
L "Tranquillo, finché sei lì lei non darà problemi. Io per il week-and sarò su. Sabato probabilmente. Li ci vediamo e parliamo con calma. Ok?"
M "Ok, riposati."
L "Sarebbe più semplice se non chiamassi alle 2 di notte sai?"
M "Ok, eviterò. Notte"
L "Notte"
Chiusi la chiamata e notai una figura scura seduta su una sedia del giardinetto.

Scusate per il sangueDove le storie prendono vita. Scoprilo ora