Quella sera ritornai a casa con la testa in fiamme. Ero amareggiato, distrutto dalle parole di Erik. Non capivo se volesse beffarsi di me o se aveva intuito la mia natura sessuale, completamente diversa dalla sua a quanto pareva. Non avevo mai avuto il coraggio di dire a qualcuno di essere romanticamente e sessualmente attratto dagli uomini. In realtà, neppure mi interessavano le relazioni.
Andai in bagno e mi passai più e più volte le dita sul viso. Aprii il getto dell'acqua e strofinai forte.
Il giorno successivo non avrei avuto corsi. Meglio così, avrei impiegato il mio tempo a studiare per l'esame di estetica contemporanea.
Lo studio, ora me ne stavo rendendo conto, attenuava il mio senso di estraneità rispetto al mondo. Potevo evitare di darmi delle risposte e, attraverso le righe di un testo, immergevo me stesso in altri mondi. Per stare meglio, avrei dovuto evitare di interrogarmi su Erik esattamente come mi suggeriva Hans.
Non conoscevo per nulla Berlino, così nel pomeriggio decisi di prendere un autobus per cercare qualche film da acquistare. Purtroppo Hans era impegnato, così decisi di andare da solo. Laskstein Movies era davvero ben fornito.I giorni passarano nel vuoto più totale. Non conoscevo ancora nessuno e se mi trovavo a parlare con altri mi sentivo un estraneo. La verità, lo avevo capito, era di non riuscire a togliermi dalla testa Erik. Invadeva così tanto le mie giornate da farmi sentire piccolo e insicuro. Io? Saccente per come ero, stava diventando un problema. L'indomani ci sarebbero stati i corsi e decisi di ignorarlo, completamente.
❏❏
La sveglia suonò alle 5:15 avevo voglia di cucinare qualcosa di decente, a dispetto dei croissant surgelati. Ripassai gli ultimi appunti di estetica e decisi di fare una doccia rigenerante. Giunto all'ora dei corsi, mi affrettai a raggiungere il mio corridoio e mentre stavo per raggiungere la mia aula il nostro supervisore dei corsi comunicò a me e a altri una grande tragedia. Per le prossime cinque settimane avremmo partecipato a dei laboratori di filosofia al fine di presentare un progetto universitario per un grande convegno sulla filosofia che si sarebbe tenuto a Palo Alto nei prossimi due mesi.-Hey amico- si avvicinò Hans - hai sentito di questa storia della filosofia? -
-sì - risposi flebilmente - davvero forte-
-la parte positiva di questa storia è la collaborazione con Annuska-
-mi perdonerai se non so a chi ti riferisci-
-è una ragazza molto carina con cui vorrei uscire e che mi è stata affiancata come partner per il corso- mi disse - e tu? Con chi stai? -
-Il professore non me l'ha saputo dire. Sarà perché sono straniero, dopo dovrò andare in ufficio per parlare con lui -
-Mi dispiace di non essere stato presente in questi giorni, ho avuto una serie di contrattempi. Sei riuscito a combinare qualcosa? - mi chiese lui
-Oh sí- mentii - mi sono intrattenuto davvero bene-
-pranzi con noi? - annuii semplicemente e decidemmo di troncare la conversazione.
Erik mi fissava spesso; avevo avuto modo di notare il suo sguardo anche a pranzo, dopo le lezioni, nell'ora di attività sportiva. Era ossessivo dover ignorare la mia curiosità di scoprire se lui mi fissava. Per fortuna le lezioni passarono in fretta.
Bussai alla porta del nostro supervisore per chiedere informazioni, egli mi chiese di aspettare qualche minuto perché era impegnato.-Signor Xavier, la prego, mi faccia la cortesia di accomodarsi - mi disse lui con formale gentilezza
-la ringrazio professore - mi schiarii la voce e iniziai a parlare - I miei compagni hanno ricevuto da lei indicazioni per il progetto Palo Alto, ma io in quell'elenco non sono presente-
Stava sorridendo - perché lei è lo studente più brillante - mi interruppe e iniziò a farmi un discorso ambiguo che avrebbe comportato migliaia di fatiche in più. Non era sempre gratificante essere il migliore.
-cosa intende dire professore? -
-per lei i membri di facoltà avrebbero pensato a qualcosa di diverso- tossii debolmente- la scorsa settimana mi è stato riferito di un brillante intervento sulla violenza che ha scosso molto il professore. Il suo merito è notevole, lei riesce a dire le sue opinioni in modo compiuto e approfondito. Per questa motivazione, ho pensato di affiancarle un altro valido studente che dovrebbe essere arrivato-
Il supervisore di alzò dalla poltrona e fece cenno alla sua segretaria di far passare lo studente. Sì, esattamente. Mi ritrovai davanti Erik, adesso mi stava fissando perché mi aveva a qualche centimetro di distanza. Non potetti dire nulla, ovviamente. In realtà, neppure Erik aggiunse qualcosa durante l'appuntamento con il supervisore fin quando non fummo soli.
-Allora lavoreremo insieme - esordì lui
- dobbiamo pianificare argomenti e capitoli -- potremmo vederci due volte a settimana dopo le lezioni -
-il tempo è poco, potremmo vederci altrove-
-casa tua - mi disse - mi sembra il posto più indicato --quella topaia? - dissi in tutta sincerità- non mi sembra un luogo troppo ampio per studiare -
-A me va bene, meglio della biblioteca -
sbuffai, andava bene così.❏❏
Il martedì seguente alle undici e trentaquattro Erik bussava alla mia porta. Aveva solo fatto mezz'ora di ritardo, niente di che. Lo guardai im cagnesco, ma a lui non importava nulla del rispetto o delle buone maniere. O, forse, ero io a voler pareggiare i conti per come mi aveva trattato quella sera. Iniziò anche a provocarmi mi disse che mi trovava poco loquace quella mattina.
-Se tu arrivassi in orario forse mi sentirei meno in ansia e sotto pressione - iniziai a distribuire le matite e dei fogli bianchi per gli appunti sul mio tavolo - spero ti vada bene la postazione, avevo espresso il mio disappunto nel- alzò il palmo della mano e bloccò il resto delle parole che stavo per pronunciare con un cenno inconfondibile
-sei troppo accelerato oggi - schiusi le labbra e lo guardai in malo modo
-cosa?-
-sono arrivato cinque minuti fa e mi stai già facendo saltare il cervello. Rilassati Charles--Sono cinque minuti solo perché sei arrivato mezz'ora dopo-
-Le mie più sentite scuse - rideva scuotendo il capo
-Io e te non concluderemo nulla- pronunciai con sincerità - siamo agli antipodi-
-Essere puntuali non significa anche essere competenti e impeccabili. Perché credi che il prof ci abbia accomunati? -
-Vorrei chiederlo a lui, pessima idea - sbuffai
-Ti renderai conto di quanto la tua saccenza e la tua aria da perfettino siano sbagliati, vedrai-
-insolente -
-noioso-
dopo quel battibecco ci buttammo sui libri e iniziammo a studiare il programma per il progetto. Non mi rivolse la parola, non mi guardava. Ero completamente invisibile. Fui costretto io a fare domande su Sartre, altrimenti non avremmo più parlato. Aveva un modo regale di leggere, schiudeva le labbra con stupore e i suoi occhi muovevano le righe delle cose che leggeva. Era tremendamente affascinante, appassionato nel suo mondo.
-mi dispiace - disse dopo un bel po' - non capisco il tuo astio però, forse non ti vado a genio-
-no- le sue parole mi stupirono molto - ho esagerato e non sei antipatico -
-Oh, grazie - finse un inchino
-posso offrirti un thé? -
-perché no- mi alzai e cacciai il bollitore dal mobile per poi iniziare a far salire l'acqua. Intrattenemmo entrambi con discorsi su filosofia e politica poi ritornammo a studiare in tranquillità. Credo che passammo davvero tante ore a scrivere.
-Beh, allora ci si vede- mi disse ad una certa ora
-Sì, ai corsi - mi salutò e scomparve dalla mia visuale.
Che giornata.
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Contrizione, sinonimo della mia sofferenza ¦¦ Cherik
Fanfiction¦¦ Cherik¦¦ Erik si è trasferito a Berlino dopo dodici anni dalla perdita della madre. I Lehnsherr erano molto ricchi e non badavano a spese, ma quando la tragedia ha coinvolto un'intera famiglia il ragazzo si è gettato nell'abisso più totale. Per e...