«Tredici»

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Mentre sistemavo le ultime camicie nell'armadio sentii bussare poderosamente alla porta, «avanti» dissi alzando un po' il tono della mia voce per farmi sentire. Era Erik. Egli mi venne incontro, cingendo i miei fianchi, mentre depositava un tenero bacio sulle mie labbra.
«la tua stanza è comoda?» annuì senza proferire alcuna parola, ma si avvicinò sinuosamente al mio orecchio per sussurrarmi
«Mi dispiace soltanto di non poter condividere la mia stanza con te» arrossii copiosamente. Nonostante non avessi avuto molte esperienze romantiche, avevo fantasticato a lungo sulla possibilità di passare dei momenti di intimità con Erik. Non aspettavo altro.
«Tranquillo» bonfonchiò lui, «tempo al tempo» mi sentii inadeguato perché avevo voglia di stare con lui ma ero troppo impacciato per dirlo a parole.
Così preferii annuire, senza aggiungere altro.
Lehnsherr continuò a tenermi stretto a sé e ancheggio per diversi minuti, simulando un ballo silenzioso. Questo gesto intenerì di molto il mio animo.
«Domani parleremo con Fury» dissi io, dopo qualche istante
«Sarà una situazione del tutto nuova per me. Ho riflettuto molto su di me, sono stanco di scappare e di cacciarmi nei guai o di pensare a mio padre. Forse quelle persone potrebbero aiutarmi»
«Ho condotto delle ricerche approfondite»lo rassicurai «Se non avessi avuto la certezza non avrei mai avanzato una simile ipotesi»
«Lo so, domani avremo le nostre risposte» concluse lui, fiducioso.
«Charles?» mi chiamò lui
«Sì? »
«Prima ti ho messo a disagio?»
«No» scossi la testa e lo baciai di nuovo, questa volta con più passione e desiderio, adagiando il palmo sul suo petto. Il suo cuore palpita a e seguiva battiti frenetici, come il mio. Quelle pulsazioni resero la mia anima calma e desiderosa di amore incondizionato.
«Non mi tentare » bobottò lui tra un bacio e l'altro «fai il bravo»
«È che quando sto con te, non ne ho mai abbastanza»a quel punto incollai le mie labbra ancor più a fondo e lui aprí il varco per un bacio meno casto, inserendo la lingua. Aveva un sapore meraviglioso, l'unico che io ricordi con chiarezza. Il mio preferito.
«Ho promesso di aspettare, ma non penserò ad altro sappilo»

...
In prima mattinata preparai le frittelle e un po' di caffè americano. Seguitò anche Erik, in cucina, augurandomi il 'buongiorno'. Depositai tutto il mio operato sul tavolo e invitati il ragazzo ad aggiungere qualche frittella nel suo piatto. La colazione procedette piuttosto bene. Prima di andare all'appuntamento con Fury, decidemmo di fare visita al mio campus di appartenenza: La University of Massachusetts di Boston.
Erik rimase affascinato dal campus, conoscemmo i nostri tutor e iniziamo a prendere in prestito qualche libro per incominciare a studiare.
«Allora, possiamo prendere Of mice and men? » domandò con fare sognante, immaginavo quanto lui amasse Steinbeck e lo accontentai
«Sì, avranno sicuramente diverse copie qui. Aspetta, chiedo» decisi di fare una ricerca approfondita dei titoli presenti nel catalogo universitario e riesci a trovare una bella copia rivisitata. Compilai il modulo telematico e porsi il libro a Erik. Dopo qualche minuto decidete di prendere un frappè alla banana nel bar antestante la facoltà universitaria.

In tarda mattinata, in una strada meno affollata, incontrammo finalmente Nick Fury. Un uomo di poche parole, ma dette bene. All'apparenza  freddo e calcolatore, ma giusto. Strinse la mano di entrambi e osservò bene Erik.
«Così il Signor Lehnsherr è un mutante»  esordì
«sì, esatto» con fare guardingo si avvicinò ulteriormente a noi e contempla
«cosa puoi fare?» domandò, in attesa di una risposta. Erik ride. Ma si tratta di una risata nervosa e inizia a spostare tutti gli oggetti magnetici circostanti. Anche Fury, che ha avuto conoscenza in materia, sembra molto colpito.
«il tuo dono è singolare» afferma, «se accettassi di venire sull'elivelivolo per un addestramento, potresti essere molto utile all'umanità»
Erik osservò me, ma la scelta non mi spettava. Non avrei potuto scegliere per lui. Tuttavia, confesso che la mia mania di eccellere a quel tempo rese il mio coinvolgimento nella faccenda troppo allettante da poter essere rifiutato.
«Chi mi dice che non ci sia puzza di bruciato sotto? »
«Lo S. H. I. E. L. D. si occupa da anni di reclutare persone come te per soccombere alle nuove minacce presenti sul pianeta terra» portò entrambe le mani dietro la schiena, mentre il lungo cappotto di pelle nera svolazzava da una parte all'altra «ho conosciuto tanti poteri e non ho mai arrecato danni a nessuno. Dammi la possibilità di mostrarti ciò che facciamo e sarai tu stesso a scegliere »
Mi guardò quasi con occhi lucidi, come se fosse stato messo a dura prova. In fondo, si trattava solo di un ragazzo universitario che scappava da una vita perché inadeguato per un pianeta banale come la terra.

Decise di accettare l'offerta e i giorni seguenti si barcamenarono tra un addestramento o una spiegazione. Ero entusiasta dell'idea di poter fare qualcosa di grandioso ma quell'ultimo periodo generò anche delle tensioni importanti tra noi; Erik era convinto che io volessi primeggiare nel progetto e aveva ragione. Nick mi raccontò la sua idea di creare una scuola per ragazzi come Erik.
Io stavo per laurearmi, conoscevo più o meno i poteri dei mutanti, e volevo farne parte.
«Quindi era questo il tuo obiettivo principale» disse lui con sdegno, «volevi fare il professorino a discapito degli altri »
«Se stai dicendo che ho fatto tutto questo per lavoro, sei un folle e mi offendi»sbottai offeso e amareggiato «io sono profondamente legato a te. Nessun altro uomo potrebbe sostituirti, lo sai. Questo progetto della scuola è una parte di noi, ma non pensare che sia qualcosa di negativo. »

«Bugie!»urlò lui
«Non è così! Erik io» provai ad accarezzare il suo viso, non riuscivo a dimostrare la mia sincerità. Amavo così tanto Erik, ma ero incapace di dirlo a parole sensate. «Per favore, devi credermi»
«Mi hai trattato come hanno fatto tutti, vattene» Si spezzò ogni cosa; i miei sentimenti, la mia voglia di vivere, mi sentivo dilaniato da quella parola. Vattene, come faccio ad andarmene se l'unica fonte del mio ossigeno sei tu? Muoio, per te.
Ma voltò le spalle e almeno per quel giorno non c'era possibilità di riappacificazione. Me ne andai con le lacrime che tagliavano, in tanti piccoli pezzetti, il mio cuore.

°°°
Credo che ormai ci siamo. Manca poco alla fine della storia, giusto qualche capitolo o forse uno.
Grazie a chi ha creduto in questi due e in me!
Ciao ❤️

Contrizione, sinonimo della mia sofferenza ¦¦ CherikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora