«Cinque»

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La mattina seguente non sentii per niente la sveglia e fui costretto ad arrancare a destra e sinistra per arrivare considerevolmente in ritardo a lezione. Non avevo chiuso occhio, sia per Erik che per quel maledetto progetto di filosofia. Ero intenzionato a primeggiare anche lì. Erik mi stava guardando confusamente, lo salutai con un sorriso. Diedi una pacca sulla spalla anche a Hans che a sua volta mi rispose con un cenno. La lezione di storia dell'arte quel giorno fu veramente noiosa da ingoiare. Mentre sbuffavo tra una pagina e l'altra avvertii un leggero colpo sulla nucca e mi voltai. Si trattava di un piccolo pezzettino di carta che Erik aveva imbandito a forma di aereo per consegnarmi un messaggio.

Quando la lezione sarà finita non scappare, c'è una comunicazione per te.

Accartocciai il foglietto e risposi annuendo. La professoressa si accorse di qualche mia distrazione e mi fece una ramanzina, la verità è che volevano scaricare la loro incompetenza su di me e aspettavano solo il momento propizio per farmela pagare.

-Che cosa stiamo leggendo Signor Xavier? - intervenne la Cooman

-Abelardo e Eloisa, credo capitolo terzo. -

-Allora segue è tra noi-

-Ovviamente, professoressa- convenni - ma più che altro credo di aver letto questo libro non so quante volte-
Lei mi guardò con fare accigliato, Erik commentò la scena con un ghigno beffardo, - allora si alzi in piedi e commenti-

-Con immenso piacere, la ringrazio di questo onore-
***
Al termine della lezione mi fermai ad un centro conviviale di ritrovo per attendere la comunicazione di Erik. Quella mattina non avevo davvero voglia di far nulla e, per giunta, Berlino mi stava piacendo sempre meno.

-Il professore non trova abbastanza accattivante la nostra prima relazione - Erik si avvicinò a me con lentezza e poggiò l'avambraccio sul muretto antestante la struttura conviviale

-Non mi sembra così pessima - risposi con un minimo interesse.

-Dice che siamo i due studenti più brillanti del suo corso e si aspetta di più perciò - iniziai visibilmente a sbiancare, ma non per ciò che mi stava dicendo, piuttosto per la magra figura che avanzava a passo svelto verso di noi

-In queste settimane sei completamente sparito, Charles. Ho dovuto prenotare il primo aereo disponibile per venire qui- disse la biondina

-Raven- pronunciai io, - immagino sia stato faticosissimo per te. Non dovevi disturbarti a venire... -

-Sei proprio uno stronzo - Erik ci guardava confusamente , poi lei si accorse della sua presenza e deglutí - Non mi presenti il tuo amico? -

Lui le tese la mano e gli sorrise - Erik, piacere - e le posò un bacio sulla mano

-Lei è mia sorella Raven - intervenni io

-Guarda che ho una bocca, non ho bisogno di te - brontolò lei - A quale indirizzo potrò far recapitare le mie valigie? -

-Cooosa? Non ti tratterrai mica a Berlino a lungo? -

-Mamma crede che sia una buona idea, sai l'anno prossimo dovrò scegliere il college-

-No, assolutamente no-

-Scusatemi - disse Erik - Charles, volevo solo dirti che stasera abbiamo un appuntamento al teatro. Il professore desidera ricevere, entro martedì, una relazione su Ovidio -

-Teatro? - pronunciò Raven - Ma è magnifico! A che ora? -

-Direi per le 20:30-

-Ci saremo-

Contrizione, sinonimo della mia sofferenza ¦¦ CherikDove le storie prendono vita. Scoprilo ora