Capitolo 9

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Martedi' 24 dicembre 2013

La mattina della vigilia di Natale mi presi tutto il tempo per alzarmi e usare tutte le mie forze e trascinarmi in bagno. Mi guardai allo specchio e per poco mi venne un infarto. Avevo gli occhi neri per colpa del trucco sbavato, sotto gli occhi avevo due enormi occhiaie e i capelli sembravano un cespuglio di spine. Quella notte non avevo dormito. Ezra era sempre nei miei pensieri. Sbuffai e mi lavai la faccia con l'acqua cosi' fredda che senti' gli occhi congelarsi.

Nemmeno mi vesti' e scesi di sotto in pigiama. Erano le nove e mezzo e mio fratello ancora era in camera sua e sicuramente stava sbavando sul suo cuscino – lo so perche' una volta l'ho visto con i miei occhi – e' stato orribile.

Mi strizzo gli occhi e apro' il frigo per prendere un bottiglia di succo di mirtillo e me ne verso un bicchiere. Mi appoggio al bancone della cucina e sorseggiai un po' il liquido blu. Mi guardavo intorno. La casa era cosi' silenziosa che mi fischiavano le orecchie. Odio il silenzio. Mi fa venire i brividi.

Mia madre sara' uscita sicuramente per lavoro, senno' avrebbe lasciato un bigliettino da qualche parte. Finisco l'ultimo goccio di succo e infilo il bicchiere nella lavastoviglie e salgo di nuovo su in camera mia. Sospiro per la decisione appena presa. Mi tremavano le mani mentre prendevo il telefono e digitai un sms per Ezra.



Io:Dobbiamo parlare.



Non mi aspettavo una risposta, posai il telefono e mi andai a infilare nella doccia.

Appena tornai in stanza indossai un paio di leghins e una felpa larga della NY blu scura con la scritta bianca. Mi lasciai i capelli sciolti e uscendo di casa mi alzai il cappuccio in testa.

Quando arrivai davanti alla chiesa mi vibro il telefono. Infilai la mano nella tasca della felpa de afferrai il cellulare. Il messaggio proveniva da Ezra. Apri' sms col il cuore in gola.



Ezra:Non andare in chiesa. Ti aspetto a questo indirizzo: Briston Street tr°123. Ti aspetto.



Mi si secco' la gola. E ora?dove cavolo si trovava l'indirizzo? Lo sapeva anche che io non portavo la macchina, mica potevo arrivare a destinazione con un scrocchio delle dita.

Sbuffai e attraversai la strada per controllare le vie. Dopo un quarto d'ora mi arresi.

Dopo un po' pero' alzai gli occhi al cielo e mi diedi una pizza sulla fronte. “Il navigatore sul telefono” che stupida!

Accessi il Gps e mi accorsi che l'indirizzo mandato da Ezra si trovava solo a due vie dietro la chiesa. No, ma sul serio? Sbuffai e tornai indietro verso la parrocchia.

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