Capitolo 11

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Lunedi' 30 dicembre 2013

Mamma era seduta in veranda e beveva una cioccolata calda e guardava me e papa' mentre cercavamo di fare il nostro pupazzo di neve. Quella notte aveva nevicato tantissimo e appena avevo aperto gli occhi la mattina, il giardino di casa nostra e tutto il resto del quartiere era completamente bianco. Non avevo mai visto una cosa più bella.

Mi stringevo nel mio cappottino azzurro nuovo di zecca che la nonna mi aveva fatto la sera di Natale, faceva freddo e per fortuna la mamma mi aveva messo il cappellino di lana bianco e la sciarpa.

Papa' infilò una lunga carota arancione sulla faccia del pupazzo e si voltò sorridendomi.

-Pig, guarda.- disse.

Era bellissimo. Un po' mi faceva ridere. Papà aveva messo al posto degli occhi due bottoni, ma siccome la mamma non ne aveva molti a disposizione in quel momento, ne aveva messo uno diverso, cosi' aveva un occhio più grande dell'altro E gli aveva fatto un sorriso storto che mi ricordava la faccia dello zio John, il fratello di mia nonna, che aveva un occhio molto più grande dell'altro, era strano e io non avevo mai il coraggio di guardarlo in faccia.

-Voglio chiamarlo John.- dissi facendo un sorriso furbo.

Mio padre alzo' un sopracciglio e si drizzo' in piedi. -Come il nostro zio John?-

Io annui. La mamma sapeva il motivo del perchè lo avevo chiamato cosi' e scoppio' a ridere strozzandosi con la cioccolata. Papa' la guardo' in modo strano senza capire.

-Tesoro, perchè ridi?- chiese avvicinandosi alla veranda di casa.

La mamma fece un gesto con la mano e gli sorrise mentre lui prendeva posto accanto a lei sul piccolo dondolo di legno. -Lascia stare, una cosa mia e di mia figlia.- disse e mi fece l'occhiolino. Io cercai di ricambiare la strizzata d'occhio ma credo che mi usci' fuori solo una smorfia.

-Pig?-.

No, non sul più bello. -Tesoro, svegliati.- di nuovo la voce di mia madre, poi mi senti' scuotere. Apri' gli occhi e mi trovai davanti il viso sorridente di mia madre. Mi guardai intorno. Ero in salotto distesa sul divano, credo di essermi addormentata mentre leggevo un libro che mi aveva assegnato la professoressa di italiano – immaginate quindi quanto poteva essere noioso –

-Sono tornata ora dal lavoro.- disse mentre mi tiravo su a sedere.

Io e mia madre negli ultimi giorni avevamo parlato e ci siamo chiarite. E da quello che mi ha promesso e' che non vedrà più Giuseppe. Ci credo poco.

-Gremor?- chiesi.

-Mi ha mandato un messaggio mezzora fa, e' andato da Grey.-

-Poteva dirmelo. Se mi svegliavo prima e non lo trovavo mi sarei preoccupata.- dissi posando il libro sul piccolo tavolinetto accanto a me.

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