Audrey
Regola numero quattro: non farti abbindolare dalle parole, sono i fatti che contano.
Sono qui sotto
Il gioco si ripete. L'ansia sembra tornare in circolazione così come alcuni dubbi.
Forse mi sto mettendo nei guai uscendo con lui.«Nonna sto uscendo!»
Grido dal salotto sperando che mi senta.
«Che strano!»
Esclama ironicamente dall'altra sala facendomi sorridere.
Chiudo la porta e mi avvio a passo lento verso la ormai quotidiana decappottabile parcheggiata fuori casa.
Mi domando perché voleva venirmi a prendere proprio a quest'ora, anche se in effetti non uscivo la sera prima del tramonto da anni per via del lavoro, non mi dispiace più di tanto.«Questa volta non ho pensato mi dessi buca, non dopo la conversazione con la te ubriaca.»
Afferma ridendo mentre io cerco di non far notare il mio evidente imbarazzo. Che diavolo gli ho detto? Non che è figo o robe del genere mi auguro.
«Vaffanculo.»
«In vino veritas!»Dice a gran voce sorridendo, io alzo entrambi i miei diti medi e mi metto seduta, allaccio la cintura e subito il ragazzo parte verso una destinazione a me sconosciuta.
«Ho voluto avvertire Ashton ma mi ha detto che già sapeva che non sarei venuta, cosa hai fatto?»
Chiedo con un po' d'ansia ripensando a questa mattina.
«L'ho pagato abbastanza affinché non si lamentasse.»
Risponde sollevando leggermente le spalle, porto una mano alla fronte improvvisamente arrabbiata.
«Ho bisogno dei soldi che guadando, sai? Non sono come te che ci posso fare quello che cazzo voglio.»
«Esagerata.»Apro leggermente la bocca ancora più irritata.
«No, ora prendi la macchina che paparino ti ha comprato e mi porti al club.»
Sputo seria, lui fa un espressione quasi malinconica ma poi continua con le sue risposte fastidiose.
«Acida la ragazza, ti è venuto il ciclo?»
Lo fulmino con lo sguardo, talmente tanto male che anche lui sembra rendersene conto.
«Audrey l'ho fatto per te, e i soldi te li posso dare io, mi fa piacere.»
Mi confida con un tono di voce improvvisamente dolce, gentile.
«Non ho bisogno della tua carità.»
Dico incrociando le braccia al petto e girando la testa verso il finestrino.
«Ormai siamo arrivati, scendi.»
Di già? Ritorno alla realtà e mi guardo attorno confusa, siamo al punto dove ci siamo incontrati la scorsa volta, davanti al Golden Gate. Spegne il motore ed apre lo sportello.
«Vieni qui.»
Ordina in un sussurro uscendo dall'auto e camminando in avanti, si mette seduto sul cofano e posa una mano al suo fianco, si volta verso di me aspettando che io faccia lo stesso. Dopo aver riflettuto un po' e mossa dalla mia curiosità, lo imito.
«L'altra volta avevi detto che se ci fosse stato il tramonto forse sarebbe stata quella la cosa migliore di questo posto...»
Per un attimo mi sembra di capire male, lo osservo quasi commossa, sorpresa del fatto che si ricorda davvero le cose che gli dico.
Poi sposto gli occhi verso l'orizzonte, il tramonto ha dei colori meravigliosi che ho sempre apprezzato, il rosso, l'arancio, a tratti il rosa. Il sole sta sparendo dietro il mare lentamente trasmettendomi una sensazione generale di pace e armonia.
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Play Date
Fanfiction[...] «Facciamo un gioco: dovrai chiedere ad una ragazza che ti attira particolarmente il numero di telefono, dovrai flirtare con lei, conoscerla, uscirci insieme eccetera...sul più bello dovrai lasciarla per sempre. Se ci riesci sarai libero.» ♡♡♡ ...