Capitolo 1: Disaster.

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Lascio scivolare la mia schiena lungo la porta del bagno. Mi siedo sul pavimento freddo e prendo la lametta incido sulla mia pelle un nuovo taglio che si aggiunge alla collezione, piango mentre lo faccio, guardo il sangue denso che mi riga il braccio e le altre cicatrici, goccioline di questo liquido rosso si schiantano per terra. Mi sento così male ma così bene allo stesso tempo, bene perchè mi sto facendo del male e me lo merito. Si sta avvicinando Natale, nuovo anno nuovi tagli. Resto un po' a fissare il vuoto, quando sento mio cugino che mi chiama. Lui lo sa. Lo ha scoperto purtroppo.

*Flashback*
"Prendi la palla dai!" Mi urla Michael.
"Non farlo" urlo e mi riparo dal colpo con le mani, che alzo. Si alzano anche le maniche del maglione rivelando i tagli.
"C-cosa?" Balbetta venendomi incontro. Me ne accorgo e copro subito i miei polsi. Nascondendo le mie braccia dietro la schiena.
"No non farlo ti prego, oh mio dio." Dice incredulo guardandomi negli occhi.
Non riesco a parlare. Le lacrime mi rigano il viso. Mi prende il mio polso, quello sinistro. Il più pieno e preme le sue labbra contro i segni indelebili.
Mi avvolge con le sue braccia. Io ricambio.
"Vuoi parlarne? Sono qui" Dice contro i miei capelli. Scuoto la testa in segno di disapprovazione.
"Va bene, tranquilla. Ora ci sono io, ci sarò sempre" sussurra. Lo stringo ancora più forte con quella poca forza che mi è rimasta.
Pochi giorno dopo gli raccontai tutto. E gli feci giurare di non dire nulla a nessuno neanche agli zii. Soprattutto a loro. È come un fratello per me. E ora per colpa mia soffre anche lui. Che persona di merda sono?
*fine Flashback*

Bussa alla porta chiusa a chiave. Devo assolutamente pulire per terra. Prendo un pezzo di carta igenica e rimuovo le traccie. Prendo una garza dal mobiletto accando al lavandino e fascio il polso destro. Ormai è quasi pieno centreranno si e no altri 5 tagli. Apro la porta. Nascondendomi bene il polso nella felpa.
"Non lo hai fatto ancora vero?" Mi dice.
"No" sussurro. Non ho neanche la forza di parlare. Sinceramente non voglio. Sto bene così. A scuola mi chiamano "la muta" perchè non parlo mai. Nessuno conosce la mia vera identità perchè sto sempre a testa bassa. Nessuno deve scoprirla. Nessuno.
Michael mi prende il polso che cerco di tirare via ma invano perchè la sua forza vince sulla mia. Di gran lunga.
"Lo hai fatto ancora. Ti ho spiegato che non devi ci sono persone che tengono a te" dice abbracciandomi.
"Tipo?" Dico con gli occhi lucidi. Consapevole che non ci fosse una risposta.
"Tipo io e gli zii e.." balbetta.
"Ecco visto? Non c'è più nessuno" Io non ho amici, non ho nessuno se non lui. Mi abbandono al pianto. Singhiozzo sulla sua spalla. Quella spalla che c'è sempre stata da 5 anni. Si ho iniziato ad autolesionarmi all'età di 12 anni. Non ero una ragazzina come le altre io non so come ma capivo, ero intelligente in confronto alle altre bambine, me lo dicevano sempre tutti anche i miei. Quando vidi i miei genitori con mio fratello morirmi davanti. I ricordi affiorano e sono terribili. Non voglio ricordare. Vorrei sempre svegliarmi con l'Amnesia per dimenticarmi tutte queste piccole stupide cose. Ma purtroppo non è così.
"Ci sono persone, non lo sai ma ci sono" dice stringendomi ancora di più.
"Non è vero" dico distaccandomi e andando in camera mia.
"Si ci sono. Ci sono sempre state" mi sento dire dietro con una voce malinconica. Si riferisce alla mia famiglia che è stata ammazzata da quel coglione, pazzo non so come chiamarlo. Quel ladro di merda o cosa era. Quando ho visto la pistola puntata contro di loro non ci ho capito più niente. Ricordo solo i suoi occhi neri. Talmente neri che si poteva vedere la rabbia e cosa? I miei erano innocenti.
Stavamo andando al teatro e per fare una scorciatoia ci siamo avventurati in un vicolo cieco. Grosso sbaglio a quanto pare.
Era così buio.
Poi è arrivato quell'uomo che ha chiesto il portafoglio a mio padre che si è messo davanti a me e mio fratello, più piccolo solo 6 anni mio padre disse queste esatte parole
"Prendi quello che vuoi ma non fare del male a loro ti prego. Ecco" disse porgendigli il portafiglio che il rapinatore prese. Dopo aver sparato vari proiettili ricordo che si è fermato a guardarmi e poi è scappato via sentendo le sirene della polizia. Io piangevo e piangevo non smettevo e poi buio totale. Devo essere svenuta.
La domanda che mi pongo da ormai 5 anni è:
Perchè mi ha risparmiata?
Non poteva sparare anche a me?
Mi sono risvegliata qui. A casa dei miei zii e di Michael. Se non era per loro, ora chissà dove sarei. Gli devo tutto. Ma non posso dargli niente. Putroppo. Sono loro la mia famiglia. Voglio un bene che non si può spiegare a Michael, mi è sempre stato vicino e qualcosa mi dice che continuerà ad esserci.
Sono seduta sul letto. Quando si apre piano la porta.
"Posso?" Chiede una voce docile.
"Si zia vieni" dico picchettando la mano sul letto.
"Giù in cucina è pronta la cena. Ti ho fatto la minestra, quella che piace a te. Quando vuoi scendi noi siamo tutti a tavola" dice accarezzandomi i capelli.
"Si scendo subito" dico.
Lei si alza se se ne va.
Io amo mia zia, seconda madre per me. Anche mio zio. È protettivo. Proprio come mio padre. Era il fratello. Era.
Chiudo il libro che sto leggendo e apro la porta, scendo le scale e vado in cucina sedendomi a tavola e mangiando la mia minestra.
"Questa sera io e tuo zio non ci saremo. Abbiamo da fare il turno di notte a lavoro. Tuo zio fuori città mentre io nelle vicinanze" dice zia Emily informandomi "rimarrai con Michael, va bene?" Dice lei preoccupata.
"Certo che va bene" dico sorridendo a Mikey. (Si lo chiamo anche così) che ricambia in un sorriso vero.
Il resto della cena passa in silenzio.
"Oh lascia fare faccio io" dico sparecchiando.
"Oh grazie tesoro, devo andare altrimenti farò tardi" dice la zia dandomi un bacio sulla fronte.
Abbasso lo sguardo e noto che i miei polsi sono in 'bella' vista faccio uno scatto veloce per coprirli e mi dimetico dei piatti che ho in mano. Facendoli cadere.
"Oddio scusa" dico piegandomi per terra per taccogliere i cocci.
"L'aiuto io voi andate" dice Michael.
"Ciao a domani pomeriggio" dicono all'unisono gli zii che escono di casa.
"Come hai fatto?" Dice ridacchiando Mikey raccogliendo un piatto stranamente intatto.
"I polsi. Erano scoperti" dico
Smette subito di ridere "Oh lo sai che ti voglio bene vero?" Dice guardandomi.
"Si me lo ripeti ogni ora" dico ridacchiando.
"Giusto per sicurezza" dice ridendo. Lo seguo. In una risata malinconica.
Dopo un quarto d'ora.
"Finito" affermo soddisfatta del pavimento brillante.
"Si fra poco verranno dei miei amici. A te danno fastidio?" Dice.
"Certo che no falli venire io starò in camera mia" dico avviandomi per le scale.
"Puoi stare con noi" dice.
"Preferisco di no, lo sai che non so satre in mezzo alla gente" sussurro.
"Se ti annoi vieni lo sai che non mi dai fastidio! Anzi!" Dice si avvicina e mi da un bacio sulla guancia.
Salgo su in camera e prendo l'ipod con le cuffiette. Ed Sheeran. Perfetto. Quanto lo amo.
Mi lascio andare dalla musica. Non so quanto tempo è passato saranno minimo due ore che sono sdraiata sul letto a fissare il muro bianco.
Sento la porta aprirsi e mi alzo di scatto.
Ma chi è?

Spazio autrice.
Hey ciao a tutte ragazzee!!
Spero tanto che la storia vi piaccia. Ehm non ho molto da dire ahahahhahahahah questo è il primo capitolo se vi piace (spero di si) votate e commentate in tantee!!
Come avrete scoperto AMO Ed e i 5sos naturalemente. (Sono i miei idoli)
I one direction sono i miei "primi idoli" li amo porca vacca! ma.....non ci saranno nella storia.
Scusate per gli errori. :)

Mucho love da Francesca❤️💕🙊

Smile ||Ashton Irwin||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora