CAPITOLO 2

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Mi svegliai con un leggero sorriso dipinto sulle labbra dovuto ad un sogno che però non ricordavo. 

Rimasi bloccato sotto il leggero lenzuolo di lino, e dopo pochi attimi passati a cercare la forza di alzarmi decisi finalmente di prepararmi.

Non conoscevo ancora gli orari dei fratelli Cuthbert, ma dal piano inferiore potevo udire le loro voci. 

Scendendo le scale con passo leggero, già dai primi gradini riuscii a riconoscere le due figure slanciate dalla fessura dello scorri mano, ma quando arrivai, non si accorsero di me. Mi sentii per l'ennesima volta a disagio, e l'unica cosa che mi venne in mente per ottenere la loro attenzione fu tossire. Anche perché se in seguito mi avessero visto, avrebbero pensato che stessi ascoltando le loro conversazioni di nascosto e questo mi avrebbe messo ancora più in imbarazzo. "Buongiorno Gilbert." Mi salutarono in coro e io gli sorrisi. "Avete già mangiato?" lo chiesi mantenendo il sorriso sulle labbra, loro scossero la testa e Marilla fece per alzarsi, ma io le dissi di accomodarsi. "No, oggi vorrei cucinare io."

I due fratelli si lanciarono uno sguardo meravigliato e poi annuirono sorridendomi dolcemente. "Sei molto gentile Gilbert, allora mentre tu prepari qualcosa io apparecchio." Marilla mi accarezzò la spalla e si avviò verso la credenza.

Io invece mi diressi verso la stufa posizionata alle spalle del tavolo da pranzo. Presi una padella e la posizionai sul fuoco. 

I due fratelli stavano chiacchierando tranquillamente del più e del meno. Dopo che la padella fu calda, ci spalmai del burro, ma solo dopo mi resi conto che non avevo la più pallida idea di cosa avrei potuto cucinare. Spostando lo sguardo nei dintorni in preda al panico, fortunatamente trovai un cesto con delle bellissime uova bianche. Sorrisi compiaciuto e cominciai a romperle in  una padella imburrata. Un buonissimo odore invase la cucina e per un attimo dimenticai la mia incapacità nel cucinare. 

Certo, non ero mai stato un ottimo cuoco, ma mi sentivo quasi in dovere di fare qualcosa per loro e poi non ci voleva niente a fare una frittata. 

Dopo aver rotto quattro uova, presi un piatto dove servire il pasto, e mi avviai verso il tavolo. Subito dopo aver poggiato la pietanza davanti a Matthew, mi avviai in fretta a prendere il latte che avevo adocchiato prima vicino alla porta sul retro.

"Spero vi piaccia." Mi accomodai accanto a Matthew e aspettai che qualcuno cominciasse a servire il pasto. "Sembra buonissima, grazie ancora Gilbert." Marilla servì per tutti e cominciammo a mangiare.

Mentre bevevo il secondo bicchiere di latte Matthew ruppe il silenzio che si era andato a creare. "Sai Gilbert, io e Marilla prima stavamo parlando proprio di te." Rimasi in silenzio, aspettando che proseguisse con il discorso.

"Abbiamo deciso che dovrai andare a scuola. Già da domani potresti cominciare, se ti senti pronto." Per un attimo rimasi a fissare il piatto ormai vuoto, pensando a cosa questo avrebbe comportato. "Certo, penso sia un'ottima idea. Ne sarei davvero felicissimo." Annuii e sorrisi raggiante posando la forchetta sul piatto, provocando un leggero tintinnio.

Dopo pochi minuti Matthew mi disse di seguirlo e così feci. Quando però, prima di varcare la soglia, voltai lo sguardo verso il tavolo dal quale mi ero appena alzato, mi resi conto che solo il mio piatto era rimasto vuoto. Evidentemente la mia cucina, come al solito, non era stata gradita. Diventai rosso per la vergogna, e per non pensarci, uscii. 

L'aria autunnale mi colpì il volto accaldato, regalandomi una sensazione di sollievo. Vidi Matthew allontanarsi con passo veloce verso il fienile e mi affrettai per non perderlo di vista. "Gilbert, oggi avevo pensato che forse potresti darmi una mano a finire di sistemare questa staccionata."

Your lovely freckles||SHIRBERTDove le storie prendono vita. Scoprilo ora