Marrone.

1.2K 49 1
                                    

Come ogni mattina mi alzo e mi guardo allo specchio. "Come stai oggi, Mathias?" Chiedo ad alta voce. Mi guardo un po' allo specchio, spettino i miei capelli mossi e guardo i miei occhi. "Marrone." Sorrido mentre lo dico, ed esco dalla mia stanza disordinata.
Mia madre mi guarda per un po', poi mi regala un sorriso dei suoi: uno di quelli stanchi. "Buongiorno amore." Mi dice, e io le stampo un bacio sulla guancia. "Come stai oggi?" Chiede cercando di sembrare felice, ma io lo so.
Ci penso su, mentre prendo il latte dal frigorifero. "Marrone." Rispondo. Lei alza gli occhi al cielo.
"Mathias, quante volte te lo devo dire? Mi devi rispondere." Mi rimprovera.
Questa volta gli occhi al cielo li alzo io. "Ti ho risposto, mamma." Dico leggermente scocciato. Apro il latte e ne bevo un po' direttamente dalla bottiglia, pulendomi poi la bocca col dorso della mano.
"Mathias!" Mi apostrofa.
"Sono in ritardo."
"Non è vero, Mathias!" Urla.
Scappo dalla cucina, rifugiandomi in bagno. Mi lavo e poi esco dal bagno, con addosso solo i boxer.
Infilo un paio di jeans consumati, una maglietta e un paio di scarpe. Nulla di sofisticato.
"Come sto?" Chiedo a mia madre, facendo una giravolta su me stesso.
Mi guarda con un sopracciglio alzato. "Dovresti imparare a vestirti più decentemente." Dice.
Sorrido. "Ok, sono bellissimo. Grazie mamma." Dico.
Prendo il mio zaino abbandonato in un angolo remoto dalla camera e mi dirigo verso la porta. "Mamma." Mi fermo un attimo. Digrigno i denti. "Ha chiamato?" Mi mordo l'interno della guancia destra, dove la forma della mia dentatura è ormai evidente.
Mi giro verso di lei: addosso ha solo una maglietta che riconosco come mia, sotto gli occhi due enormi occhiaie, i capelli scompigliati.
Mi guarda a lungo, poi guarda l'ora. "È tardi, Matt, vai a scuola." Dice in un sussurro.
Mi passo una mano fra i capelli - vizio preso da lei - e continuo a fissarla. Mollo la presa sulla mia guancia appena inizio a sentire il sapore del sangue in bocca. "Ti ho fatto una domanda. Pretendo una risposta." Dico duro.
"Matt, per favore." Mi supplica con lo sguardo.
Stringo i pugni lungo i fianchi. "Non ha chiamato." Constato con un sorriso tirato.
"Mathias, mi dispiace.."
"Non deve dispiacere a te, mamma, e lo sai." Dico con voce profonda, voce da uomo. Uomo che non sono.
"Mathias.."
"Marrone." Apro la porta per poi chiudermela alle spalle, con un solo pensiero in testa: Non ha chiamato.

La teoria dei coloriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora