Verde.

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Appena arrivato a scuola vengo accolto da un sorriso familiare. "Ciao Liz." La saluto. Lei mi dà due baci sulle guance e mi sorride come suo solito fare. "Come stai?"
"Bene, Mathias, grazie." Mi sorride ampiamete. Ha un bel sorriso, Liz. "Tu?" Chiede interessata.
Alzo le spalle. "Marrone."
Arriccia il naso e pensa. "Così male?"
Liz è abituata ai miei modi di dire, ai miei modi di fare. Ha imparato a capirmi col passare del tempo e ora siamo strani e stravaganti insieme.
"Eh." Dico un po' abbattuto. Liz mi stringe fra le sue braccia e io le bacio il capo.
Dopo poco si stacca e mi sorride. "Perché non facciamo diventare questo marrone un... verde?" Mi sorride maliziosa e io rido.
"Come fai, Liz?" Dico alzando un sopracciglio.
Liz alza le spalle. "Intanto, mi duole dirlo," Si mette una mano all'altezza del cuore, con fare teatrale. "ma dovremmo saltare il compito di matematica e non andare a scuola." Sorride e io sorrido con lei.
Liz è una bellissima ragazza, ti travolge nella sua vita, è un uragano e i suoi capelli mori - perennemente scompigliati - ne sono la prova. Gli occhi li ha di un colore strano, perché cambia a seconda della stagione. Inverno: grigi. Primavera: verdi. Estate: azzurri. Autunno: beh, in autunno i tre colori si mischiano.
"Va bene, Liz. Dove vuoi andare?" Mi prende la mano e inizia a correre verso una meta sconosciuta.
Mentre corriamo incrociamo la professoressa di matematica che ci guarda sbigottita. "Sono le otto! Dovreste essere in classe!" Urla furiosa.
"Già, prof, dovremmo!" Le urla Liz e io rido, mentre lo sguardo della professoressa da confuso passa ad arrabbiato.
"Chiamerò le vostre rispettive mamme!" Ci minaccia.
Liz mi guarda e sorride maliziosa. "Tanto ce le ha nelle chiamate rapide!" E ridiamo mentre scappiamo.
Dopo poco ci fermiamo. "Liz. Mia madre mi ucciderà." Dico tenendomi la milza con la mano e respirando profondamente.
Liz mi guarda. "Ehi, Mathias, se le dici che dovevi diventare verde sono sicura che capirà."
Alzo gli occhi al cielo. "No, non lo capirà." Sospiro.
"Possiamo sempre tornare a scuola." Dice iniziando a dirigersi verso di essa.
"No!" Dico. "Per carità!"
Anche se è di spalle, posso scommettere che in questo momento sta sorridendo. Si gira verso di me e mi sorride, prendendomi la mano.
"Dai, andiamo." Dice, e non capisco dove.
Mi passo la mano libera fra i capelli e guardo le nostre mani intrecciate. "Liz, ma dove stiamo andando?" Alzo lo sguardo e fisso il suo profilo.
Sorride. "Vedrai."
Un uragano.

La teoria dei coloriDove le storie prendono vita. Scoprilo ora