Parco.

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Capitolo quindici.
-Parco.-

L'aria pungente di novembre mi pizzica le guance e la punta del naso, arrossandoli. Abbasso le maniche della felpa fino a coprire le mani ormai congelate e guardo il biondo alla mia destra. Ha lo sguardo perso nel vuoto, le mani nelle tasche dei jeans e nonostante il vento, il ciuffo è perfettamente in ordine.

-Justin? Lo richiamo, rompendo quel silenzio creatosi da quando abbiamo messo piede fuori dal college.

-Mh? Si gira verso di me, scuotendo di poco la testa.

-A che pensi?

-Mh, no. Niente. E tu? Abbassa lo sguardo alle mie braccia, per poi rialzarlo. -Che fine hanno fatto le tue mani? Chiede curioso.

Alzo le mani all'altezza del suo viso, sempre nelle maniche della felpa, e le afferra ridendo. -Hai freddo, nanetta?

-Ehi! Non sono così bassa, ah. Metto il broncio, incrociando le braccia al petto. Lui, in tutta risposta, si avvicina e mi stringe in un caldo abbraccio. -E allora perché arrivi a stento con la testa al mio petto? Sussurra al mio orecchio, prima di scoppiare in una fragorosa risata.

-Gne gne. Giuro che la prossima volta che usciamo mi metterò i tacchi. Borbotto con la faccia contro la sua felpa.

-Mh, e chi dice che usciremo ancora? Sorride divertito, mentre le mie guance si tingono di un leggero rossore.

-Ma come sei simpatico oggi, Bieber. Mi lamento, iniziando a camminare, quindi staccandomi dal suo abbraccio. E non appena un filo di vento mi attraversa, rabbrividisco. Tiro ancora più giù le maniche della felpa e mi stringo le braccia al petto, tentando di riscaldare almeno un po' il mio corpo, ma inutilmente. Rimpiango quelle braccia calde mentre raggiungo il bar in cui sono stata con Kyle qualche giorno fa.

-Julie! La voce di Justin mi richiama da dietro, ma la ignoro. Devo fare la parte di quella offesa, non m'importa. La prossima volta impara a fare quelle battutine sarcastiche del cazzo.

Ma per quale motivo me la prendo tanto? Dopotutto era soltanto un modo per saltare le lezioni, no? Si, ovvio.

All'improvviso due braccia si poggiano sui miei fianchi, stringendomi e facendomi sobbalzare.

-Qualcuno ti ha dato il permesso di scappare, piccola tigre? Sussurra al mio orecchio.

-Sei uno stupido, lo sai? Mormoro a mia volta, girando di poco il viso verso di lui. Il profilo del ragazzo al mio fianco è davvero mozzafiato e mi scappa un piccolo sorriso, guardandolo.

Annuisce quasi in un modo impercettibile, mentre lascia che gli angolo della sua bocca si alzino leggermente. Il nostro incontro di sguardi mi manda lentamente a puttane il sistema nervoso e nel momento esatto in cui inclina leggermente il suo viso, avvicinandolo al mio, una voce a pochi passi da noi ci fa allontanare do colpo.

-Fuffy! Esclama il tipo. Com'è che si chiamava... Seb...Simon...Set...Sean! Si, Sean! Aaah, maledetto di uno Sean! E pensare che mi stavi pure simpatico. Punti in meno a tuo favore, caro mio.

-Ehi, Sean! Sorrido falsamente e un secondo dopo me lo ritrovo addosso avvolto come una cozza. Senti coso, ma tutta questa confidenza chi te la dà?

Non appena si stacca, un sorriso nasce sul suo viso. -Cosa ci fai qua?

-Di certo non è venuta per un coglione come te. Mi precede Justin.

-E tu saresti...? Chiede.

-Justin Bieber, piacere. Sorride, serrando la mascella e gli tende una mano.

-Sean Brook. Stringe la mano, ma evidentemente il biondo la stringe con una forza maggiore del dovuto, dato che il tipo cerca di tirarla indietro.

Innamorata di lui, sul serio? || Justin Bieber.||Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora