Alcohol

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"Ancora non riesco a crederci!" Sbatto la porta di casa con forza.
L'essere che dovrebbe rappresentare mia madre non si regge nemmeno in piedi ed è costretta ad aggrapparsi a Taehyung per mantenere l'equilibrio; mi sarei potuto offrire io di sostenerla se solo non mi facesse schifo anche la sola vista di lei.
E la cosa che mi da più fastidioso è che il biondo sta assistendo a tutto questo. Avrei voluto che nessuno vedesse, fino a questo punto, quanto la mia famiglia sia marcia. Mi vergogno di mia madre.

"Non solo ti rifiuti di prendere i medicinali, pur sapendo quanto ne hai bisogno, ma in più bevi...sei una cazzo di alcolizzata e ti presenti ubriaca pure dal dottore...e no.." la fermo prima che possa dire qualcosa; so dove vuole andare a pagare.
"Non nasconderti dietro il fatto che non sapevi dove ti stavamo, realmente, portando; per quanto ne sapevi tu eravamo diretti alla banca e non mi sembra comunque una mossa geniale presentarsi ubriachi fradici in un edificio del genere."
E proprio questo che ha scoperto il dottore, mia madre beve e non me ne sono nemmeno reso conto. Quando sono stato convocato nella stanza con loro, perché evidentemente lei era poco lucida, ho capito subito tutto. Solo in quel momento sono riuscito a sentire l'odore acre che emanava mia madre, a vedere le sue pupille dilatate e ad accorgermi che sembrava più stupida del solito.
Morale della favola? Il medico non ha potuto fare nulla con lei ubriaca, perciò siamo punto a capo.

"Non capisci? L'alcol mi serve, mi aiuta a dimenticare tuo padre e quel fottutissimo treno." Urla cercando di arrampicarsi sulli specchi e per fortuna, Tae mi afferra per le spalle, trattenendomi; non so quanto possa essere responsabile delle mie azioni in questo momento.
Così mi limito a rivolgerle uno sguardo pieno d'odio e amarezza.
"Non avresti bisogno di bere se prendessi le tue medicine...servono a quello." Canticchio con tono allegro, segno che sono sull'orlo della crisi isterica.

Il biondo lascia la presa e si allontana di qualche passo, dopo essersi assicurato di potersi fidare a lasciarmi libero.
Fulmino con lo sguardo anche lui; è pur sempre mia madre, per quanto mi possano prudere le mani non le alzerei mai.

"Non che mi voglia intromettere ma, mi ci avete praticamente tirato dentro, perciò vorrei darvi la mia opinione. Lei, signora, dovrebbe dormire, mentre tu, Kookie, non dovresti parlarle così." Esplica il suo parere con tono calmo, frapponendosi, lentamente, tra me e lei.

"Non dovrei cosa? Spero tu stia scherzando. Ma ti rendi conto della figura che mi ha fatto fare. Già il dottore ci ha graziati non facendosi pagare e lei si permette di presentarsi ubriaca? Si permette di ubriacarsi in generale?" Sbotto, fissando il mio amico con occhi furenti.
Vorrei prendermi a schiaffi piuttosto che sfogarmi su di lui, come sto facendo, ma è più forte di me.

"Kook, riparlatene domani, quando sarai più calmo." Ritenta, ma in vano.
"Col cazzo Tae. Non merita più nulla. Ho finito di preoccuparmi per lei...ora se permettete, vado a prepararmi per andare a lavoro. Almeno io provo a fare qualcosa per questa famiglia." Mi avvio, rapido verso le scale, colpendo con una spalla la figura instabile della donna.

"Jung...Kook." prova a fermarmi, ma un singhiozzo, dovuto all'alcol, la fa balbettare, causando maggior irritazione dentro di me.

"Vado a parlagli?"
"Lascia sta..re ragazzo. Gli ser..ve solo un po' di tem..po. Sarebbe inutile parl..argli ora. Piuttosto siediti con me sul diva..no."
Sento le loro voci quando sono, ormai, già in cima alle scale ma, mi fermo, sedendomi sull'ultimo scalino, per ascoltarli.

"Sai...il mio Kookie è molto più feli..ce da quando ci sei tu." Inizia la donna, ancora biascicando.
"La ringrazio è sempre bello fare nuovi amici."
Una risata divertita lascia la gola di lei.
"Non intendevo questo. Vedo come ti guarda e poi, da te si lascia toccare. Come prima, quando l'hai preso per le spalle."

Un lungo silenzio spezza il discorso; dovuto probabilmente ad una riflessione interiore di Taehyung.
Io, dal canto mio, sentendo le parole di mia madre sarei già corso a fermarla, se solo non fosse ubriaca ed io non fossi così orgoglioso. Perché, oggi, tutti sembrano insinuare che ci sia qualcosa tra me ed il biondo.
Avendo già un'elevata dose di problemi con le persone, non mi sono mai posto il problema nel sapere da che sesso sono attratto e credo sia un'informazione che non mi servirà mai, ma il biondo è sicuramente etero e su questo non ci piove.
Non so nemmeno perché me ne interesso.

"Credo sia la rabbia. Non sarebbe la prima volta." La voce del ragazzo arriva ovattata, ma dal tono riesco comunque a percepire che stiamo ricordando lo stesso avvenimento; la festa dove l'ho fatto cadere malamente.

"Con te è diverso, sai che intendo! Forse lui è troppo inesperto ed ingenuo per capirlo, ma tu sei più grande, come puoi non essertene accorto?"
La donna attende una risposta che però non arriva, così decide di proseguire con il suo film mentale.
"Sai, quando era piccolo, io ero solo una ragazzina e nella mia idiozia usavo definire la sua afefobia come la malattia dell'amore. Pensaci un po' su! Il cuore che accelera con un battito irregolare, i polmoni che si restringono, lo stomaco che si contorce, sono gli stessi sintomi che prova una persona quando incontra la sua cotta. Forse per questo nessuno dei due riesce a rendersene conto; credete sia la malattia e, invece, è tutt'altro, ma una madre capisce certe cose, come se avessi un sesto senso."

O un litro di vodka in corpo, sono sicuro che con quello puoi fare dei film mentali meravigliosi. Penso tra me, alzando gli occhi al cielo. Ricomponendomi, però, appena mia madre pronuncia delle fatidiche ed estremamente imbarazzanti parole.

"Potresti mai stare con Jungkook?"

Una parte di me, la più sensata, vorrebbe correre in salotto, zittire mia madre e scusarmi con Tae per una domanda tanto inopportuna, ma un'altra, più folle, curiosa e sentimentale, vuole sentire la risposta.
Non so nemmeno spiegarmi perché tanta curiosità, non dovrebbe nemmeno interessarmi ma, più attendo una risposta, più sento le guance scaldarsi.

"Mi piace suo figlio. È diverso. Lui non mi guarda come il mostro che sono, anche se conosce il mio lato peggiore." Il suo tono è così caldo e tranquillizzante che quasi ignoro le sue parole ma, appena mi rendo conto di ciò che ho sentito, mi precipito in camera, afferro la sacca con la divisa da cameriere e corro giù per le scale, rischiando di cadere brutalmente sulli ultimi gradini.
Inutile dire che, dopo ciò che ho sentito, se prima ero rosso ora, probabilmente, ho lo stesso colorito di un tedesco dopo una settimana di mare.

"Eccomi." Esordisco, non riuscendo a sollevare lo sguardo su nessuna delle due figure sul divano.

"Ti accompagno al bar, non è vicinissimo." Si affretta a dire il biondo e per quanto sia tentato di rifiutare, a causa dell'imbarazzo, non me ne viene data la possibilità.
Taehyung mi prende per mano, incrociando le sua dita alle mie e mi trascina fuori casa.
L'imbarazzo è palpabile ma in realtà, nessuno dei tre capisce davvero cosa sta succedendo.

"A presto signora." Saluta mia madre, sbattendosi subito il portoncino alle spalle e solamente una volta sull'uscio, posa gli occhi sulle nostre mani, mentre ci rendiamo conto all'unisono che non ho ancora dato di matto.
Ma sapendo di poterlo fare da un momento all'altro, allontano la mano sorpreso di me stesso.
Tae mi sorride felice ed io sento lo stomaco chiudersi ma, mi autoconvinco che è dovuto alla vicinanza presente tra i nostri corpi ed alla stretta di pochi secondi fa.
Ed ora come farò per tutto il viaggio in macchina?
Perché con lui è tutto così diverso?

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Annieong-aseyo
NESSUNA DISCRIMINAZIONE NEI CONFRONTI DEI TEDESCHI ERA PER NON RIPETERE LE SOLITE FRASI COME: "ROSSO COME UN POMODORO".

Gameplay [Vkook]Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora