November

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In questo capitolo saranno presenti un paio di salti temporali della durata di qualche giorno.
Leggete l'angolo autrice.
Buona lettura.
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L'arrivo di novembre, come sempre, si porta a presso un'aria gelida; ma quest'anno lo è particolarmente.
In Corea il clima è sempre molto umido perciò, in estate l'afa diventa talmente fastidiosa da farmi passare completamente la voglia di uscire, mentre in inverno l'umidità non fa che penetrare nelle ossa, rendendo doloroso anche il minimo spostamento all'aria aperta.
Questo inverno, però, non sembra esserci nemmeno una piccola gocciolina di vapore nell'aria ed essa è talmente fredda che mi basta uscire di casa pochi secondi per congelarmi la punta del naso; rimpiangendo il dolore alle ossa degli anni passati.

"Caspita, devo amarti davvero tanto per essere venuto fin qui con questo tempo." Taehyung fa il suo ingresso nel modesto salotto di casa mia, seguito da mia madre.

Quasi una settimana fa, gli avevo promesso che ci saremmo visti a scuola il giorno seguente.
Si...bhe, non è stato così.

Dopo aver abbracciato mia madre e pianto lacrime di commozione assieme a lei, le sono svenuto tra le braccia; scoprendo, poco dopo, di essermi ammalato nuovamente.

Posso capire la scorsa volta; avevo pur sempre fatto il bagno in un lago di notte e ad ottobre, ma ora non ho fatto nulla di neanche lontanamente simile.
Solo quando, quella mattina, il biondo mi ha mandato un messaggio per dirmi che anche il professore Namjoon era assente, ho tratto le mie conclusioni. Anche se non siamo stati insieme a lungo, deve avermela passata per forza lui o il rettore, con il quale non ha risparmiato effusioni.

"Grazie della compagnia Tae ma..." Non faccio in tempo a finire la frase che il ragazzo si siede nell'unico angolino di divano che ho lasciato libero.
"Ma non vorrei che ti ammalassi anche tu." Alzo gli occhi al cielo, sapendo benissimo che non mi ascolterà mai.
Di fatti, non perde tempo a farsi più spazio e sdraiarsi al mio fianco.

Forse sarà perchè sono avvolto in ben tre coperte o perché la febbre, su di me, ha strani effetti collaterali ma, la sua vicinanza non può che rendermi felice, mentre allunga un braccio per circondarmi la vita.

"Oh, siete così carini!" Mia madre rilascia un urletto stridulo e sovraeccitato. Ma credo non sia dovuto a me e Tae nell' specifico, più che altro al fatto che riesco ad avere un contatto con qualcuno, anche se limitato.

"Vado a prepararvi la cioccolata calda ed i biscotti che ho preparato questa mattina." Saltella sul posto, prima di scomparire tra le mura della cucina.

Il biondo, invece, si guarda attorno con circospezione, come volendosi assicurare che la donna sia davvero in cucina e non dietro un angolo a spiarci.
Non riesco nemmeno a contraddirlo, perché lei ne sarebbe benissimo in grado.
Da quando l'ho abbracciata è diventata molto più emotiva ed ha addirittura iniziato ad assumere i suoi farmaci.
Avessi saputo prima che bastava questo, mi sarei risparmiato anni di rabbia e stress.

Una volta constatato che è veramente andata in cucina; il biondo posa gli occhi sulla mia figura, bozzolata nelle coperte, con un sorriso malizioso.

"Febbre, eh?" Il suo ghigno si allarga.
"Mi piace l'effetto che ti fa." Si avvicina, pericolosamente, all'incavo del mio collo, soffiandoci sopra e facendomi venire più brividi di quelli che già causava la malattia.

"No Tae, per favore. Questa volta mi sento veramente uno straccio. Non è un semplice raffreddore; devo essermi preso l'influenza." Cerco di dissuaderlo, sinceramente.
Sapendo di poterlo fare, vorrei stringerlo a me e comportarmi come una persona normale ma, sono veramente a terra e, per di più, non voglio che si ammali a sua volta.

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