Clarifications

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Avrei bisogno della vostra sincera opinione su una nuova storia... perciò vi pregherei di leggere l'angolo autrice.
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È passata un'altra settimana.
Fino ad oggi, le mie giornate non hanno fatto che dividersi tra università e lavoro.
Non ho nemmeno mai visto il biondo perché è sempre stato impegnato con un progetto scolastico.

Ora, finalmente, sono a casa di Jimin, pronto a rilassarmi un po' con gli amici.
Questo sabato siamo al completo; c'è persino Taehoo, ma non ho ancora trovato il coraggio di parlargli, infondo non l'ho più visto dal litigio al bar.

"Bhe, siamo stati bravissimi!" Esulta Minji, dopo l'ennesima partita vinta ma, appena posa nuovamente gli occhi sulle bottiglie che fungono da toilette, assume un'espressione disgustata e torna a rannicchiarsi in un angolo.

Sia io che Chense scoppiamo a ridere, portandoci le mani sullo stomaco.
"Troveremo una soluzione anche per te." Borbotto asciugandomi una lacrima.

"Mio Dio no. Che schifo. Io, a differenza di voi vecchietti, riesco a tenerla per tutta una partita." Mi fa la linguaccia, prima di arricciare il naso ed incrociare le braccia.
"Ho visto più peni oggi che in tutta la mia vita." Si sbatte una mano sulla fronte con esasperazione.
Io ricado nelle mie risate, seguito questa volta da Jimin ma, ci zittiamo incrociando lo sguardo tagliente del rosso.

"Perché scusa? Quanti nei hai visti?" Chense si volta verso la ragazza dei capelli rosa, con uno sguardo interrogativo. Ma ora è lei a scoppiare a ridere, così forte da piegarsi in due.

"Avanti vecchietto! Dovresti sapere che non sono una santa." Minji gli fa l'occhiolino ed io penso di potermi pisciare addosso se questo discorso continua.

"Kook?" Taehoo richiama la mia attenzione, mentre tutto gli altri sono distratti.
"Possiamo parlare?" Mi domanda, indicando la terrazza della camera di Jimin con la testa ed io, sorpreso dalla sua proposta, decido di seguirlo.

"Amico, mi dispiace per..." Inizio volendomi scusare per l'avvenimento del bar. Infondo, l'unica cosa che sono riuscito a fare è stato scappare come un codardo. Ma il ragazzo dai capelli argentati mi ferma, mentre chiude la porta della terrazza, in modo da avere un po' di privacy.

"No Kook. Lascia stare. È da quel giorno che i sensi di colpa mi stanno mangiando. Sono solo un idiota." Si siede sul parapetto del poggiolo, incastonando i suoi occhi nei miei.

"È solo che...
Non credo ci sia bisogno di raccontarti la storia, immagino l'abbia già fatto lui. Però, vedi, dopo la morte di mia sorella non l'avevo più incontrato e ritrovarmelo lì, all'improvviso, è stato scioccante." Ammette, portando lo sguardo verso il cielo che va pian piano ad imbrunirsi.

Io, invece, resto in silenzio non sapendo cosa rispondere.
Per quanto voglia bene a Taehoo ed anche se lo conosco da più tempo, non posso evitare di difendere Taehyung.
Conoscendo la storia completa, non capisco come si possa affibbiare a lui la colpa ma, probabilmente, per i famigliari della vittima il punto di vista è un altro.

"Niente, volevo solo scusarmi e dirti che, non mi importa che tu sia suo amico. Non ho il diritto di dirti chi puoi frequentare e chi no. Non voglio che cambi assolutamente niente tra di noi, solo..." Il suo tono è calmo, sembra davvero dispiaciuto, ma non riesce ad evitare di prendere una lunga pausa per sospirare.

"Non chiedermi mai di uscire tutti insieme o di farci ritrovare sotto lo stesso tetto, mi spiace ammetterlo ma, non so se sarei in grado di controllarmi." Conclude, riportando lo sguardo sul mio ed io mi limito ad annuire.

Sono davvero felice di poter mantenere l'ottimo rapporto di amicizia che avevamo però, sinceramente, sento anche molta rabbia.
Cazzo! Smettetela di dare la colpa a Tae! Finirete per distruggerlo...ed io non posso perdere il mio unico appiglio.

Anche Taehoo annuisce, prima di alzarsi e ridirigersi all'interno della casa.
Io, invece, resto ancora qualche secondo all'estero, con l'intento di prendere una boccata d'aria ma, quando mi volto per rientrare, Jimin fa la sua apparizione nella terrazza e si chiude la porta alle spalle.

"Hai due minuti?" Domanda, sedendosi esattamente dove un'attimo fa si trovava il l'argentato.

"Vorrei sapere un po' di più sul fine settimana in cui sei sparito e su quel ragazzo del bar...lo stesso della festa." Proseguo, non attendendo una risposta.

Jimin è l'amico più caro e vecchio che ho. Forse ho bisogno di parlarne con qualcuno e lui è la persona giusta.

"Cosa vuoi sapere nello specifico?" Domando a mia volta, sedendomi accanto a lui.
Anche se ammetto che, guardarmi in dietro e ritrovarmi con il culo seduto in bilico su un balcone del terzo piano, non è esattamente rassicurante.

"Chi è per te questo Taehyung? Da dov'è saltato fuori?" Va dritto al punto, con un tono che non ammette repliche ed uno sguardo torvo.

Prendo un bel respiro, per infondermi coraggio e mi decido a parlare.
"È un mio compagno di corso all'università. Lui...non so esattamente come ma, è riuscito a farsi spazio dentro di me, prendendone anche una gran parte. Mi sono trovato piacevolmente, sorpreso dal suo essere così genuino, che gli ho raccontato tutto quanto sai? È lui si è offerto di aiutarmi." Mi ritrovo a raccontare tutto con un sorriso stampato sulle labbra. Solamente pensare al biondo mi riempie di gioia.

Non noto, però, lo stesso entusiasmo in Jimin. Di fatto, l'arancione rivolge uno sguardo triste al pavimento.
"Mi stai sostituendo come migliorare amico?" Domanda titubante, temendo una mia possibile risposta affermativa.

Io, invece, mi trovo a ridere tra me.
"No sciocco! Tu sei imbattibile. Lui...bhe, lo vedo più come un possibile fidanzato." Ammetto, sentendo le guance scaldarsi.

Jimin porta immediatamente i suoi occhi nei miei, rivolgendomi un ghigno perverso.
"Non dirmi che..." Lascia di proposito la frase in sospeso ed io gli rispondo continuando a ridere.

"La pianti? Per il momento riusciamo appena a stringerci il mignolo." Sollevo il dito nominato davanti alla sua faccia.

"Però, c'è quasi stato un bacio." Aggiungo in totale imbarazzo, facendo aprire la bocca dell'arancio in una O perfetta.

"Come quasi?" Strilla peggio di una ragazzina ormonata ma, ormai dovrei saperlo, le sue reazioni sono sempre eccessive.

"Mia madre ha fatto irruzione nella mia stanza al momento sbagliato." Spiego con un'alzata di spalle, ripensando alla scena.

"N-Nella tua stanza? Sicuro che mi stai dicendo tutto?" Indaga, sempre più sconvolto ed io scoppio a ridere.

"Basta. Ti ho già detto abbastanza." Lo prendo un po' in giro, saltando giù dal parapetto per rientrare in casa.

"Hey...non mi puoi mica lasciare così!" Mi urla dietro con quel suo tipico tono da finto offeso.
"Jungkook!" Continua, inutilmente, a strillare.

Mentre osservo i miei amici seduti in cerchio a chiacchierare tranquillamente e Jimin mi raggiunge, fermandosi al mio fianco; mi rendo conto di quanto mi sia mancato tutto ciò e di tutta la felicità che mi donano questi quattro.
Taehyung è speciale, unico e mi è necessario ma, a volte ho bisogno anche della compagnia dei miei amici.

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Anyeong-haseyo
Inanzi tutto, vorrei scusarmi se questo capitolo, a confronto con i due precedenti da 3000 parole, è un po' orrido ma dovevo dare un po' di spazio anche agli altri personaggi e, sinceramente, ho avuto alcuni problemi di salute. Ancora non sto benissimo.
Comunque, pensavo di iniziare a pubblicare una nuova storia. Ne ho già iniziate a scrivere un paio e vorrei sapere quale preferireste tra una Yoonkook ed una Yoonmin.

Per convenzione sociale vi faccio gli auguri di Pasqua... anche se un giorno in ritardo.

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