L'orizzonte albeggia, tingendosi di mille e più tonalità calde: dal rosso, bruno all'arancio carico, dal colore dell'ambra al giallo più tenue.
Uno spettacolo meraviglioso che non si vede tutti i giorni; senza alcun dubbio.
Eppure non riesco nemmeno a sollevare lo sguardo su quel panorama stupefacente.
I miei occhi, gonfi e doloranti, asciutti da far male ad ogni battito di ciglia, essendosi inariditi dopo aver pianto tutte le lacrime che mi era possibile; non riuscirebbero a reggere quei raggi lucenti e brillanti. Mi brucerei le retine.Però, posso godere del cinguettio dei pochi uccellini stanziali, che non migrano d'inverno e mi hanno cullato nell'ultima ora, riuscendo anche a calmarmi, parzialmente.
Di fatti, ho smesso di piangere proprio quando uno di loro si è posato sulla punta della mia scarpa; probabilmente, dopo essere rimasto seduto a terra, immobile, per ore ed ore, non lo posso biasimare se mi ha scambiato per qualcosa di statico ed inanimato.Erano più o meno le nove e mezza quando ho raggiunto la villa di Taehyung ma, trovandomi di fronte all'imponente recinzione che la protegge ed al suo immenso cancello, tutta la fretta di affrontare il mio ragazzo è sparita. Il coraggio è andato via via a scemarsi, cedendo il posto alla paura, la vergogna ed il timore.
A lui...Che mi è stato vicino fin dal primo istante e che è riuscito a farmi compiere azioni che non credevo possibili. Come ho potuto fare una cosa simile proprio a lui. E' vero che non sono stato io a baciare Ying e che, fosse stato per me, non sarebbe mai successo ma non posso nemmeno dare tutta la colpa a lei. Non posso e non voglio negare di non averla respinta nell'immediato, come non posso affermare che quel misero secondo mi sia piaciuto. Mi sento in dovere di informarlo dell'accaduto ma spero capisca che per me ha significato meno di zero. Insomma non ho avuto rimorsi nel lasciarla in ospedale, senza nemmeno accertarmi personalmente sulle sue condizioni. Non posso perdere tutto ciò che abbiamo creato per quel dannato secondo. Eppure in queste otto ore non sono mai riuscito ad alzarmi ed affrontare Taehyung. Perchè sono così codardo? Perchè, nella mia mente, insisto a voler confessare quando, nella realtà, ho troppa paura addirittura per suonare il campanello? Dopo ciò che ho detto alla signora Kim, mancando anche a quel poco di rispetto che le rimane, come posso essere terrorizzato dal figlio?
Ci sono tante, tantissime, cose che non capisco degli ultimi avvenimenti ma una è certa: non appena avrò parlato con Tae, vada come vada, tornerò da Ying esigendo delle spiegazioni. Prima di tutto sul bacio ma ammetto di essere un po' preoccupato per la sua salute e, mio malgrado, la preoccupazione supera il rancore. Non pretendo che mi parli della gravidanza, non sono affari miei e sicuramente ha qualche hanno in più di me, non c'è nulla di strano, ma qualcuno o qualcosa deve pur averla ridotta nello stato in cui si trovava ieri; a girovagare per le strade di Seoul a notte fonda, in lacrime ed incinta. Dovrei odiarla per ciò che ha fatto ma non ci riesco se prima non mi spiega ciò che l'ha spinta ad attaccare le sue labbra alle mie.
Molti, al mio posto, opterebbero per non dire nulla al proprio fidanzato, perchè non sono stati i primi ad attaccare le labbra altrui, ma dal mio canto troverei troppo scorretto non parlargliene. Vivrei la nostra relazione con un costante peso sullo stomaco che potrebbe scoprire da un momento all'altro; troppa ansia e sensi di colpa.
"jungkook?" Immerso nell'uragano dei miei pensieri, non mi sono reso conto che il cielo sta andando sempre più a schiarirsi e che il signor Kim è uscito dal cancelletto pedonale, placcato d'oro. "Che diavolo ci fai qui a quest'ora?"
"Dove va così presto?" Ci chiediamo in contemporanea, sormontandoci e zittendoci con una risatina. Non so nemmeno come mi sia venuto in mente di porgli una domanda simile; sono davanti a casa sue e, sicuramente, i suoi non sono affari miei ma la sua risata mi fa capire che non si è offeso.
"Ho un volo tra un paio d'ore. Sto aspettando un taxi per l'aeroporto." Risponde con un'alzata di spalle, prima di lasciare la presa dal suo piccolo trolley e sedersi al mio fianco, sul marciapiede leggermente bagnato dall'umidità della notte; incurante del bel completo, gessato, che indossa. "Ma tu, figliolo, da quanto sei qui? Perchè non hai suonato il campanello, anche se di notte, le domestiche fanno i loro turni; qualcuno ti avrebbe sicuramente fatto entrare." Insiste, fissandomi intensamente, aspettandosi una risposta immediata ma io non sono in grado di dargliela. Non posso mica dirgli che il ragazzo di suo figlio non ha abbastanza palle per premere un piccolo pulsantino. Così opto per non rispondere ed alzare le spalle anche se, tecnicamente, essendo molto più giovane di lui, dovrei comportarmi con il massimo rispetto. Ormai però, mi è chiaro che tra me e lui non ci sarà mai quella separazione tra ragazzo e uomo; l'ho capito la mattina di Natale, quando mi ha chiesto se gli sarebbe stato possibile recuperare il rapporto con Taehyung. Eppure non occorre che dica nulla, perchè l'uomo sembra avermi letto nel pensiero.
STAI LEGGENDO
Gameplay [Vkook]
FanfictionTaekook [In corso d'opera] "Sei un idiota, viziato, menefreghista!" "Ok. Hai finito?" "Ok?"..."Ho fin....mi chiedi se ho finito? Perché? Hai fretta di andare via?" "Ho fretta di fare questo." Urla sopra la mia voce, appena prima di unire le sue morb...