Noah
Febbraio 2030
Non sapevo esattamente quanto tempo fosse passato. Ogni volta che mi ritrovavo a raccontare quella storia, era come ripercorrere quei momenti dove la mia vita faceva una lenta camminata verso il devasto totale.
Odiavo sentirmi in quel modo, odiavo dovermi costringere ad affrontare di nuovo le mie paure.Seduto nella stanza degli interrogatori, osservavo apatico le pareti e mi chiedevo quanto quella tortura fosse finita.
Deborah arrivò circa cinque minuti dopo. Era una bella donna: alta, curata, indossava sempre dei tailleur dai toni sobri, quella mattina indossava il grigio chiaro. I capelli biondi li aveva legati in una crocchia ordinata e gli occhiali da vista rimpicciolivano i suoi grandi occhi chiari.
Trasmetteva pace. Avevo dimenticato quella sensazione.Poggiò sul tavolo quello che sembrava essere un croissant al cioccolato. Me lo porse facendolo scivolare verso di me. Cercava in ogni modo di mettermi al suo agio, ma il mio sguardo diffidente faceva ben intendere che i suoi tentativi non sarebbero serviti a niente. Avevo conosciuto la cattiveria, come potevo fidarmi ancora una volta di qualcuno? «Ho una cosa per te» mi disse, ignorando il fatto che avessi categoricamente lasciato la sua colazione ancora dentro al sacchetto.
Fece scivolare un documento sotto ai miei occhi, aspettando che lo leggessi con attenzione. Sorrideva in attesa. Scorsi lo sguardo su quelle righe e feci una smorfia, portandolo di nuovo verso di lei. «Cos'è?» domandai, poggiando la schiena sulla sedia.
Sospirò, schiarendosi la voce. «Sono le tue dimissioni, Noah. Manca solo la firma e potrai uscire dall'ospedale psichiatrico.» Rimasi in silenzio, senza nemmeno fiatare. «Non dici nulla?»
«Sei impazzita?» la mia risposta la sorprese, al punto che il suo sorriso si spense di colpo. «Sai perché sono qui, vero?»
«Hai ucciso tuo padre, sì.» annuì, grattandosi il mento, «ma se ho deciso di prendere in mano il tuo caso e di risentire io personalmente la tua storia, è perché credo che tu sia innocente, che tu abbia solo voluto difenderti come hai fatto con-»
«Ho due omicidi alle spalle» la bloccai, facendo un profondo respiro, «il primo mi ha completamente assolto, era legittima difesa. Il secondo...»
«Il secondo cos'era?»
«Disperazione».
Socchiuse le palpebre, mordicchiando le labbra. «Per questo voglio ascoltare la tua storia con le mie orecchie, voglio farlo per darti una degna giustizia e mettere quella firma che possa donarti la libertà. Tu non sei pazzo.»
Non risposi, rimasi a fissare il sacchetto contenente la mia colazione. Volevo mangiarlo ma ciò avrebbe implicato una resa, un abbassare la guardia. Non volevo. «Continuiamo il racconto, voglio togliermelo il prima possibile, non ne voglio parlare mai più. Dov'eravamo rimasti?»
Rizzò la schiena, come se dovesse mettersi in una posizione ottimale per catalizzare tutta la sua attenzione su di me. «Maddox era ricoverato già da una settimana e tu cercavi in ogni modo di passare quanto più tempo possibile in ospedale per evitare di tornare a casa tua. Stavi rientrando per prendere ancora dei cambi.»
Guardai alla mia sinistra, cercando di ricordare a quale punto della storia fossimo rimasti. «Ah, ci sono. Adesso arriva la parte divertente perché da questo in momento poi non viaggerò più da solo, ma in compagnia.»
«In compagnia di chi?» mi domandò interessata.
«Il mio gemello, Nash»
«Raccontami».
![](https://img.wattpad.com/cover/214543194-288-k320770.jpg)
STAI LEGGENDO
Girasoli nel buio
RomanceDopo la devastazione di un tragico incidente che le ha portato via la famiglia, Juliet si rifugia in ospedale per guarire da una malattia che la uccide ogni giorno: l'anoressia. In questo luogo di dolore e speranza, incontra Noah, un giovane che le...