Le brevi pagine del tempo

Capitolo 9 - IL BALLO-

" Questo è magnifico, guardati!" Esclamò soddisfatta e incantata Jess dopo l'ennesimo abito che fece indossare a Matt.

" Sei elegantissimo... e bellissimo" timidamente sussurrò.

Matt intanto era intento a specchiarsi, ammirando in modo compiaciuto quanto effettivamente l'abito gli stesse alla perfezione. I pantaloni erano neri vellutati, le scarpe in pelle lucide e raffinate; la camicia bianca cotonata era coperta da una giacca soffice e perfettamente a misura, i cui ultimi bottoni erano allacciati, stringendogli il ventre e facendogli risaltare i possenti addominali e il fisico ben tornito.

Al collo uno sfarzoso papillon brillantinato chiudeva il bavero della camicia.

" Si torna finalmente a comandare in eleganza" pensava fra sé e sé, mentre orgoglioso si pettinava i capelli.

" Ora mi vesto, 5 minuti e se mi aspetti siamo pronti ad andare..."

In quel momento a Matt venne in mente un'idea geniale.

" Perfetto, arrivo subito; mi sono appena accorto di aver dimenticato una cosa nella mia camera, ci metto due minuti."

E con passo celere uscì dalla sontuosa stanza dei Setterfal, dirigendosi nella carena della nave verso le piccole e scomode cabine della terza classe. La gente, passando, si girava di scatto ad osservarlo, colpita e allibita dell'eleganza che sfoggiava.

Entrò frettolosamente in camera, cercando di fare il massimo silenzio possibile. Andrew e Mike dormivano ancora.

Cercò dietro al letto di Header, e dopo un attimo riuscì a trovare, ben nascosto, il sacchetto contenente tutti gli oggetti preziosi che lui e Mike avevano deciso debitamente di nascondere dentro al momento della partenza.

Tastò qualche secondo al suo interno, finché non lo trovò: era un anello argentato, che recava sulla sommità un meraviglioso e gigantesco zaffiro cristallino. Era costato a Matt la semplice cifra di 120 mila dollari; il tutto risultava ancora più assurdo pensando che il signor Bass non l'avesse comprato per una persona particolare, ma come regalo da poter fare occasionalmente a qualche ragazza delle sue solite, forse ad una di quelle a cui teneva di più o che lo avrebbe soddisfatto più delle altre.

" Quanto stupido ero" pensò veementemente; provava un'insolita sensazione di odio verso sé stesso, di ripugno verso la persona che era sempre stata, scialacquatrice e spudorata. Pensò anche a come quei giorni lo stessero profondamente cambiando, e come ormai aveva rigettato tutto il suo passato. Aveva implicitamente deciso di cambiare vita e modo di rapportarsi a quest'ultima.

Strinse forte l'anello nella mano destra, e lo infilò nella tasca interna della giacca; ora quell'anello sarebbe stato giustamente utilizzato, sapeva in cuor suo.  Avrebbe ricevuto il valore e l'importanza che si meritava, e avrebbe vendicato tutte le spese inautentiche e tutti gli sperperi che erano stati effettuati in passato. E anche se forse sarebbe potuto sembrare troppo presto concedere un tale regalo ad una ragazza conosciuta solo 24 ore prima, arrivò alla conclusione che il tempo non era un dato rilevante di fronte all'emozione che ormai si era impossessata di lui.

Gli occhi poi gli caddero sulle diverse banconote che aveva infilato nella sacchetto frettolosamente qualche secondo prima della partenza; li guardò in modo freddo e con un velo di amarezza; aveva capito che aldilà di una vita comprata e piegata al servizio del dio denaro c'era sempre stato qualcos'altro: " Non li spenderò più per niente di inutile, lo giuro" rispose, quasi come se la voce della coscienza gli parlasse sotto imperativo morale, obbligandolo a prefiggersi il definitivo obiettivo di non essere mai più uno squattrinato scialacquatore seriale come in passato.

Poi ritornò in fretta e furia da Jess, chiudendo delicatamente la camera e stando attento a non far alcun rumore per destare sospetti in giro per i corridoi.