È come se la mia mente si facesse buia all'improvviso e tutto ciò che mi circonda scomparisse in un attimo.
Sento la voce di Lily chiamarmi, ma è lontana e ovattata, non voglio ascoltarla. Ma lei mi tira per un braccio e mi costringe a fermarmi.
- Emily, qualsiasi cosa sia con me puoi parlare. - dice, e lo vedo che è sincera e che vuole aiutarmi, ma la verità potrebbe separarci. Lei mi guarda: i miei occhi rossi la preoccupano. Mi stringe la mano e alla fine, un po' ingenuamente, penso che non potrebbe andare peggio di così.10 agosto
Ho in mano un bicchiere vuoto e non so se sia il primo drink o il secondo. Forse è il terzo. La musica è alta e stiamo tutti ballando in modo imbarazzante, come se nessuno ci guardasse. Forse sono un po' ubriaca, ma mi sento lucida e presente. Mi sto divertendo.
Dario mi si avvicina, alticcio e accaldato, indicando qualcosa sullo schermo del suo cellulare.
- È quasi mezzanotte! - urla tra i bassi rimbombanti del locale, poi mi prende la mano e mi trascina verso il bar. Poco dopo mi ritrovo un bicchierino tra le mani con un liquido trasparente dentro e allo scoccare della mezzanotte sbattiamo i bicchieri e brindiamo, ma sono maldestra e gran parte del liquido mi cola dalla bocca sul vestito. Dario ride di me e mi prende in giro, così gli rispondo con una linguaccia.
- Buon compleanno! - cerco di urlare sopra alla musica, ma lui non mi sente. Ci riprovo, ma la musica è troppo alta e la mia voce troppo rauca. Allora mi avvicino per parlargli all'orecchio e la sua mano si appoggia sulla mia nuca, mentre gli ripeto ancora "buon compleanno". Lui si sposta e fa lo stesso, solleticandomi il collo con il suo respiro, per poi darmi un bacio sulla guancia. Quel gesto mi lascia scossa e un po' imbarazzata: non me lo aspettavo. All'improvviso mi fa troppo caldo e decido che è il momento di uscire a prendere una boccata d'aria.
Il locale si trova vicino alla spiaggia, così mi isolo un po' dagli altri e respiro profondamente nella brezza notturna. L'aria sa di salsedine e di tequila, la cui puzza spero di riuscire a togliere dal mio vestito, prima o poi. Infilo le mani nelle piccole tasche della gonna, in cerca della piccola conchiglia bucata, ma non c'è più: devo averla persa e una punta di dispiacere mi pizzica gli occhi.
- Tutto bene? - la voce di Dario mi coglie di sorpresa, facendomi trasalire.
- Sei scappata via. - mi fa notare, con le mani affossate nelle tasche dei bermuda.
Incrocio le braccia sul petto e gioco con il fiocco del vestito, sovrappensiero.
- Mi mancava l'aria. -
Rimaniamo un po' in silenzio a contemplare il mare. Intorno a noi il mondo si muove - la musica del locale, il rumore delle onde, le voci della gente - ma rimaniamo immobili così. Poi Dario inizia a togliersi le scarpe come se niente fosse e mi prende una mano. Lo guardo interrogativa, mentre lui inizia a trascinarmi verso il mare. Mi impunto sulla sabbia, contrariata, ma lui inizia a tirarmi con forza, guardandomi divertito.
- Ma sei matto?! - cerco di dissuaderlo.
- È buio pesto, non vedo dove va... - ma prima che possa finire la frase, Dario mi prende di peso sulla spalla e mi trascina in acqua, in mezzo alle mie grida di protesta.
- Dario, no! - provo a scalciare e a tirarmi su, battendo i pugni sulla sua schiena.
- Dario mettimi giù subito! - devo sembrare molto alterata perché si ferma subito. Mi fa scivolare giù e in quel movimento mi si solleva leggermente la gonna del vestito, lasciando le mie cosce nude a contatto con le sue braccia. I nostri corpi aderiscono e siamo così vicini che riesco a sentire il suo respiro sulle guance. Il mio stomaco all'improvviso sembra diventare sottovuoto.
Metto un passo di distanza fra noi e sistemo la gonna del vestito per non farlo bagnare, ora che l'acqua mi arriva oltre le ginocchia, quasi alle cosce.
Per qualche secondo anche il mare sembra immobilizzarsi, mentre gli occhi di Dario mi studiano e scivolano dal mio vestito alle mie cosce scoperte. Mi sento avvampare.
Lui mi guarda malizioso e io mi fingo imbronciata, ma appena si distrae allungo le mani verso l'acqua e lo schizzo.
L'espressione sorpresa che gli si disegna in volto è così pura che mi fa scoppiare a ridere, ma vengo zittita da un'ondata d'acqua che mi infradicia completamente. Lo fulmino con lo sguardo.
- Stronzo! - grido mentre provo a bagnarlo il più possibile, ma lui si allontana in acqua, non curandosi dei vestiti, e io rimango ferma a fissarlo con le braccia incrociate sul petto, mentre lui si butta completamente vestito. Poco dopo riemerge e inizia ad avvicinarsi con fare minaccioso.
- Non ci provare neanche! - lo rimprovero, allontanandomi da lui. Ma Dario mi raggiunge velocemente, mi afferra per la vita e mi trascina sotto le onde. Fortunatamente l'acqua è tiepida e sopportabile.
Quando riemergo lui sta ridendo a crepapelle e io gli tiro un piccolo pugno sulla spalla.
- Ti odio. -
In una frazione di secondo mi si avvicina, annullando la distanza.
- Non è vero. - ribatte convinto, ma quando lo ignoro increspa le labbra in un'espressione da cucciolo e mi strappa un sorriso. Dario ha l'aria soddisfatta, al che ruoto gli occhi al cielo e torno verso la spiaggia.
Mi siedo a riva e strizzo il vestito, ormai tutto bagnato, ignorando l'aria fresca che mi scivola sulla pelle. Rimango lì a fissare Dario che esce dal mare e si toglie la maglia, rimanendo a petto nudo. Si passa una mano fra i capelli e li scrolla per togliere l'acqua. Distolgo lo sguardo perché all'improvviso mi sento come anni fa, quando qualsiasi suo gesto, qualsiasi suo dettaglio, diventava per me un'ossessione: così mi sforzo di non pensare ai suoi capelli bagnati, alle sue labbra carnose o alle gocce di sale sul suo petto.
Dario si siede accanto a me sulla sabbia, i gomiti appoggiati sulle ginocchia.
- È stato bello, ammettilo. - esordisce, guardandomi con un mezzo sorriso.
- Ed è bello rivederti. -
Mi stringo tra le braccia e ricambio il sorriso, poi immergo i piedi nella sabbia fresca.
- Ti ricordi l'ultima volta che ci siamo visti? - gli domando.
- Certo, il giorno prima della tua partenza. - afferma lui, con un po' di tristezza nella voce.
Deglutisco, affondando ancora di più i piedi nella sabbia.
- Avevo paura che sarebbe stata l'ultima volta che ti avrei visto. - riesco a dire, la voce leggera come l'aria.
- E tu mi dicesti che niente avrebbe mai potuto separarci, ricordi? - mi si spezza un po' la voce.
Dario non risponde, distoglie lo sguardo da me, lo sposta verso il mare: è serio, la mascella contratta.
Tra di noi cala il silenzio ed io mi sento tremendamente responsabile per l'atmosfera pesante che si è creata: mi stavo divertendo, non volevo che andasse così.
- Oddio, è l'alcol che parla, scusami. -
Mi schiarisco la voce e sto per alzarmi, ma Dario mi ferma e c'è qualcosa nei suoi occhi, qualcosa di diverso che li rende più vivi e pungenti.
- Sono contento che quella volta non sia stata l'ultima. - dice a bassa voce, e dentro di me riemerge qualcosa che pensavo di aver dimenticato per sempre.Sembro un disco rotto impazzito, mentre vago per la casa di Francesca alla ricerca del mio ragazzo. L'unica cosa che riesco a dire è: "Devo trovare Noah. Devo parlare con lui".
Ma la verità è che non saprei nemmeno cosa dire.
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LAST TIME - L'ultima volta che ti ho visto
ФанфикEmilia e Dario condividono una profonda amicizia che dura per anni, fino a che Emilia vince una borsa di studio per studiare a Londra. Così, un legame che sembrava indissolubile, eventualmente si dissolve.