20. Congratulazioni, dottoressa

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- Dottore, dottore, dottore del buco del cul... Vaffancul, vaffancul! -
- Dottoressa! - specifico, tra le urla del coro.
Guardo Lily che insieme a Camilla canta a squarciagola e alzo gli occhi al cielo.
- Lo sapevo che non dovevo insegnarti quella canzone! - rimprovero Lily e me stessa, mentre il gruppo continua a cantare, chi con foga, chi con una pronuncia dell'italiano molto discutibile, chi inventandosi completamente le parole.
Quando finalmente si sono esaurite le canzoni, possiamo iniziare a festeggiare tra bicchieri pieni di vino, spumante e superalcolici, in questo locale che i genitori di Lily hanno affittato per me.
- Io torno in albergo, tesoro. - mi dice mio padre, accarezzandomi i capelli.
- Di già? Rimani un po'! - mi lamento, con il bicchiere pieno che vacilla in una mano. Lui prima mi guarda contrariato, poi mi sorride.
- Ti lascio festeggiare come si deve, tanto domani ho l'aereo presto. - dice, con aria stanca.
- Va bene, fammi sapere quando arrivi all'hotel. -
- Certo, noi ci vediamo tra qualche giorno a casa, ok? - aggiunge lui, felice, e io annuisco sorridendo.
- Sono tanto orgoglioso di te, Emi. E lo è anche la mamma. - mi guarda con occhi lucidi e io lo abbraccio forte, ma questa volta è diverso perché so che presto lo rivedrò, e saremo ancora a casa, insieme. Anche se lei non c'è, in realtà non se n'è mai andata.
- Non farmi piangere stasera! - lo rimprovero, così lui mi dà un bacio sulla guancia e mi saluta allontanandosi.
- E non perderti per strada! - gli grido dietro. Lui mi risponde con un'alzata di spalle e una smorfia, in lontananza. Lo saluto con la mano, mentre con l'altra mi avvicino il bicchiere alle labbra.

Cami e Lily mi raggiungono e insieme passiamo gran parte della serata a bere e ballare come delle matte, festeggiando questo mio traguardo. Sono felice e senza pensieri, mi sento sollevata, come se mi fosse stato tolto un peso dal petto: Londra è stupenda, ma finalmente posso tornare a casa.
Sto ballando insieme alle ragazze quando Cami viene interrotta da Tommaso, un ragazzo del mio corso che si trova nella mia università in Erasmus. Lui le ha portato un bicchiere di vino e si è presentato con gentilezza, lasciandola spiazzata. Cami si gira verso di noi con aria spaesata, mentre io e Lily sghignazziamo come delle stupide e la spingiamo via: "vai alla conquista!" le sussurro prima che se ne vada, e lei mi fa il dito medio di nascosto, per poi allontanarsi con Tommaso.
Io e Lily li guardiamo in lontananza, ci guardiamo in modo eloquente e malizioso e scoppiamo a ridere.

Un paio di canzoni dopo, Lily smette di ballare, mi si avvicina e indica qualcuno in lontananza.
- Dovresti andare a parlargli. - mi dice all'orecchio, per superare la musica alta del locale. Le rivolgo un'occhiata piuttosto scocciata, ma lei mi guarda severa e alla fine decido di andare, anche solo per evitare di trasformarla in Lily-zilla.
- Ehi, ti stavo cercando... - dice Noah appena mi vede.
Lo saluto freddamente e mantenendo la distanza, e lui sembra ferito e in imbarazzo.
Mi chiede come sto e per gentilezza glielo chiedo anch'io, mentre dentro di me provo emozioni contrastanti: da una parte l'affetto che mi lega a lui, dall'altra il risentimento e la rabbia.
- Senti Emily, io ti devo delle scuse. Mi dispiace per ciò che ho detto e per come ti ho trattato, non te lo meritavi. - dice Noah tutto d'un fiato, guardandomi diritto negli occhi: solo così so che non sta mentendo. Si avvicina lentamente e io non mi allontano, ma lo guardo in silenzio con le braccia incrociate sul petto. Sto ancora cercando di capire come mi sento al riguardo.
- Accetti le mie scuse? Mi perdoni? - chiede allora lui, con un'espressione veramente dispiaciuta che mi fa ritornare in mente il Noah dei vecchi tempi.
Tiro un sospiro rumoroso prima di rispondere, e insieme all'aria butto fuori anche tutti i sentimenti negativi che mi tenevo dentro.
- Apprezzo molto le tue scuse. - dico.
- E sì, posso anche perdonarti. - aggiungo, accennando un mezzo sorriso, che lui ricambia contento.
- Adesso posso abbracciarti, dottoressa? - mi domanda, allargando le braccia per accogliermi, e io lascio che mi stringa con affetto e che si congratuli con me. È sempre una bella sensazione farsi stringere da Noah, e questo potrebbe essere il nostro ultimo vero abbraccio, così decido di godermelo.
- Amici? - gli chiedo una volta che ci siamo staccati. Noah mi guarda con un misto di dispiacere e sollievo negli occhi, poi annuisce.
- Sì, amici. - afferma.
- Dov'è Lily? - mi chiede lui, così gli indico la direzione e lui la raggiunge.
Mentre guardo Noah allontanarsi e le emozioni contrastanti iniziano a stabilizzarsi, una voce interrompe i miei pensieri.

- Congratulazioni, dottoressa. -
Mi volto e mi ritrovo davanti Dario, con indosso una camicia nera che lo rende estremamente elegante e in mano un mazzo di fiori.
Mi porto le mani alla bocca per la sorpresa e forse è l'alcol che mi disinibisce o forse è la gioia di vederlo quando pensavo che non sarebbe più arrivato, ma con uno slancio annullo la distanza tra noi e lo abbraccio, forse con troppa foga. Dario sposta i fiori giusto in tempo, così da evitare di schiacciarli e sciuparli, e poi mi stringe a sé.
- Scusa per il ritardo, ho avuto un po' di problemi con i mezzi. Il sistema della metropolitana è perfetto ma è anche un gran casino... - mi spiega, sussurrando tra i miei capelli.
- Tranquillo, l'importante è che tu sia qui adesso. - riesco a dire, con la faccia appoggiata al suo petto.
- Vuoi qualcosa da bere? - chiedo poi, staccandomi da lui e accettando i fiori, imbarazzata.
Dario annuisce così gli indico il tavolo del bar, dove ad aspettarlo c'è dell'ottimo vino rosso.
Stringo il mazzo di fiori a me come se non volessi più lasciarli, ma quando Dario mi porge un bicchiere sono costretta ad appoggiarli su un tavolo.
- Tranquilla, non vanno da nessuna parte. - scherza lui.
- E al massimo posso sempre regalartene degli altri. - aggiunge, rivolgendomi uno strano sguardo.
Sento una fitta di calore colpirmi le guance e vorrei dare la colpa all'alcol, ma...
Chi prendo in giro?

LAST TIME - L'ultima volta che ti ho vistoDove le storie prendono vita. Scoprilo ora