12. Caso 374

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"Max, sai su quale caso dobbiamo indagare? Hai raccolto delle informazioni?" domandò Chiara.
"Stavo leggendo alcuni giornali no-mag per capire cosa fosse successo, ma 'qualcuno' è venuto a disturbarmi." rispose il ragazzo, raccogliendo da terra i fogli che poco prima Chiara gli aveva sottratto, e porgendoglieli. La ragazza lesse ad alta voce la notizia in prima pagina.

"6 settembre. Omicidio misterioso in un appartamento del quartiere di Brooklyn a New York.
Stamattina il signor Maurice Buju è stato trovato senza vita nel suo appartamento di New York, a Brooklyn.
Le cause del decesso sono incerte. Il cadavere non presenta ferite o lividi e non sembra essere stato avvelenato o morto d'infarto. Per tutti i medici legali e gli investigatori che stanno indagando è un mistero. La polizia accetta detective volontari e disposti a risolvere il caso prima che venga chiuso.".

"È questo il nostro caso, il 374?" domandò Chiara, indicando il giornale.
"Sì, dobbiamo andare in incognito fra i no-mag ad investigare. Ci presenteremo dalla polizia e proveremo a risolvere il caso." disse Max.
"Dobbiamo trovare una soluzione alla quale i no-mag potrebbero credere ma nel mentre dobbiamo indagare nella comunità magica di New York per scoprire chi è il mago che l'ha ucciso." disse brevemente Tina.

Chiara e Tina sfogliarono e lessero i fogli presenti sulle loro scrivanie. "Allora, andiamo ad investigare sulla scena del crimine?"
Tutti e tre si precipitarono verso l'ascensore, scesero a piano terra ed uscirono dal dipartimento degli Auror, camminando per le strade di New York.

Erano circa le dieci di mattina e il cielo era azzurro e coperto da nuvole candide. Camminarono a lungo e arrivarono davanti alla stazione di polizia del quartiere no-mag.
"Vogliono sicuramente dei detective professionali, come facciamo a farci assumere?" chiese Chiara, rivolgendosi a Max.
"Non ti preoccupare, ho io la soluzione."
Entrarono nell'atrio. Il ragazzo chiese informazioni sul caso ad un segretario, mostrando dei documenti e disse che volevano offrirsi volontari per indagare sull'omicidio.
Il segretario diede loro delle indicazioni per raggiungere la squadra di polizia che si stava occupando del caso.
Andarono a bussare alla porta dell'ufficio. Una donna alta e robusta in divisa da poliziotta li accolse.
"Siamo i detective Steiner, Bell e Goldstein; abbiamo letto un avviso su un giornale e vorremmo contribuire a investigare sull'indagine." spiegò Max, mostrando i distintivi. La poliziotta non li degnò nemmeno di uno sguardo.
"La scena del crimine è stata chiusa e il corpo è stato analizzato a sufficienza in questi giorni. Non siamo ancora arrivati a una conclusione, ma non vogliamo assumere troppi poliziotti o avvocati. Mi dispiace, ma per ora non ci serve aiuto." disse la donna.

Tina rispose prontamente, mentendo.
"Io sono un medico legale e... vorrei lavorare al caso con i miei assistenti, abbiamo ipotizzato varie cause del decesso e vorremmo analizzare i dati raccolti."
Queste parole fecero incuriosire la poliziotta. "Se è così, allora potete entrare..." disse facendoli accomodare nel grande ufficio dove altri poliziotti e detective lavoravano.
"Il cadavere è stato già analizzato una settimana fa da un altro medico legale che ha documentato tutto. Ecco a voi!" esclamò, porgendo a Chiara un mucchio di fogli.
"Questi sono alcuni dei documenti e le informazioni raccolte sul caso. Ne abbiamo delle copie e sono informazioni pubbliche, nulla di più, nulla di meno." Detto questo, la donna face uscire i ragazzi dall'ufficio, salutandoli con un cenno della mano.
"Sono proprio strani, i no-mag. Non li capisco." disse Chiara.
"Più che strani direi idioti. Non si sono nemmeno accorti dei distintivi falsi." rispose Max compiaciuto.

I tre ragazzi tornarono al Macusa ed elaborarono tutte le informazioni in ufficio, appuntandole su una lavagnetta. Finirono di studiare tutte le informazioni relative al caso 374 quando il cielo iniziò a scurirsi.

Max accompagnò Tina e Chiara a casa. Quando arrivarono davanti all'entrata dell'appartamento, il ragazzo le salutò e poi, prima di andare via, chiese "Chiara, possiamo parlare un po' da soli?"
Tina entrò in casa, chiudendo pian piano la porta. La ragazza americana andò a preparare la cena; poi tornando nel soggiorno vide l'amica seduta sul divano.
"Di che cosa avete parlato?" domandò.
"Ha detto che è felice di rivedermi dopo tanto tempo." rispose Chiara arrossendo lievemente.

Quando Tina lavorava con Max e Chiara si sentiva un po' il terzo incomodo, ma era felice per loro due.
Sembravano innamorati l'uno dell'altra e Tina desiderava con tutto il cuore che quel sentimento legasse anche lei e Newt.

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