Si avvicina lentamente a me mentre si morde il labbro inferiore, sento il suo respiro sul mio collo e il mio battito accelera, oserei dire quasi in maniera pateticamente prevedibile.
-Non mordo, non indietreggiare-
La guardo confusa, non mi sembrava che stessi indietreggiando, eppure neanche mezzo passo indietro e mi ritrovo con le spalle al muro. Questa sera sto finendo troppe volte al muro, non va bene...
-Non ho più avuto l'occasione per ringraziarti di quel passaggio, posso rimediare?-
Guardo i suoi lineamenti cambiare, rilassarsi ed assumere un'espressione soddisfatta.
-Certo, quando vuoi-
Con la mia mano sinistra tocco il suo corpo tonico e sporco di sangue, abbasso gli occhi sul taglio inciso da quell'altra stronza, porto entrambe le mani sui suoi fianchi e la dirigo a sedersi sulla panchina, il contatto visivo repentino e costante mi porta a non pensare più ad alcuna cosa. Mi allontano andando a prendere nella cassetta del primo soccorso, del disinfettante e delle garze, torno da lei ma nessuna delle due parla. La faccio sdraiare, la sua pelle calda rabbrividisce a contatto con la fredda panchina, io mi metto a cavallo del suo bacino, le nostre intimità, nonostante coperte dai vestiti, di nuovo a contatto mi portano a ingoiare a vuoto, le scosto i capelli che le sono ricaduti sul viso quando si è sdraiata.
Con un gesto spontaneo tocco le sue labbra con l'indice e lei ne approfitta per schiudere le labbra e mordermi dolcemente. Il suo sguardo, così seducente e provocante, brucia sul mio corpo e non riesco a reggerlo, non per molto almeno, direziono rapidamente i miei occhi alla sua ferita.
Le sollevo cautamente più in alto il reggiseno sportivo, imbevo della garza con un pò di disinfettante e la poggio dove sanguina ancora, anche se in minor parte rispetto a prima. Inspira varie volte e ciò mi porta a pensare che le faccia al quanto male, provo a ripulirla il meglio possibile e senza crearle troppo dolore, la sua mano tocca il mio fianco e scorre sul mio costato fino al punto in cui ho ricevuto la botta, la delimita con un tocco leggiadro superandola, arriva al petto per poi spostarsi al mio collo. Mentre lei mi accarezza io prendo un'altra garza pulita per coprirle le piccole ma molteplici lesioni, alzo lo sguardo e mi ritrovo i suoi occhi a fissarmi famelici, mi avvicino a lei e tocco la sua bocca, con un dito tocco il bordo della sua bocca. Comincio a disegnarla come se uscisse dalla mia mano, come se per la prima volta la sua bocca si aprisse, e mi basta chiudere gli occhi per disfare tutto e ricominciare, faccio nascere ogni volta la bocca che desidero, la bocca che la mia mano ha scelto e le disegna sulla faccia, una bocca scelta tra tutte, con la sovrana libertà che scelgo per disegnarla con la mia mano sulla sua faccia, e che, per un azzardo che non cerco di comprendere, coincide esattamente con la sua bocca che sorride sotto quella che la mia mano le sta disegnando.
Mi guarda con uno sguardo intimo mentre mi tira a sè. Da vicino mi guarda, sempre più da vicino e iniziamo un gioco di sguardi silenzioso, ci guardiamo tanto da vicino che i nostri occhi si allargano, si attaccano tra di loro, si sovrappongono e con loro la nostra brama di riprendere dove abbiamo interrotto l'ultima volta. Respiriamo confuse, tocca il sangue oramai rappreso e fuoriuscito dallo spacco sul mio labbro, le nostre bocche s'incontrano e lottano nel tepore, si mordono con le labbra, appoggiando appena la lingua tra i denti, giocano nei loro recinti là dove un'aria pesante va e viene col suo profumo antico e il suo silenzio. Allora le mie mani cercano di immergersi nei suoi capelli, cercano di accarezzare lentamente la profondità dei suoi biondi capelli mentre noi ci baciamo come se avessimo la bocca piena di fiori, di movimenti vivi, di fragranze oscure. Mentre ci addentiamo gemo dal dolore cercando di camuffarlo il più possibile, le assaporo il labbro, un sapore dolce e ferroso, e affoghiamo in un breve e terribile assorbirsi dell'animo, quell'istantanea morte è passionalmente bella. E c'è una sola saliva e un solo sapore di frutta matura, e io la sento tremare sotto di me come una luna nell'acqua.
-Sheyla, tutto bene?-
Sento in lontananza la voce di Leon, sta venendo qua ma non ho la minima intenzione di staccarmi da lei.
-Shey, ti riac... oh beh scusate ragazze vado via. Ehm shey io allora ti aspetto di la-
Rido e immagino già Leon affacciato e imbarazzato dalla visione di me che sono sopra ad una ragazza mentre limoniamo.
Mi stacco da lei e assume un'espressione dispiaciuta, quasi supplichevole come se in realtà volesse dirmi 'non andare, rimani con me'. La guardo con lussuria un'ultima volta per poi spostarmi da lei e andare a rivestirmi, dal mio armadietto prelevo il borsone e inizio a cambiarmi trovando non poche difficoltà, soprattutto, mentre cerco di indossare i jeans noto che il ginocchio mi si è gonfiato, il costato fa ancora male e il labbro sanguina leggermente, ma questo mi servirà da lezione no? No... già lo so che ritornerò qua, e si voglio battermi di nuovo con quella stronza, solo per vendetta personale, non sopporto i bari.
Strappo un pezzo di carta dai fogli delle normative di sicurezza appesi alle pareti e ci scrivo sopra il mio numero per poi consegnarlo a lei facendole solo un sorriso ed uscendo dallo spogliatoio.
-Leon eccomi, andiamo?-
Alzo un po' di più la voce cercando di farmi sentire da lui pur non avendo la minima idea di dove sia.
-Certo vieni, sali in auto ci sono anche Skyler e Renee. L'ha chiamata lei per dirle cosa stavi facendo-
Cazzo. Sono fregata, adesso mi tocca sorbirmi una ramanzina da entrambe.
-Leon, ho bisogno di fumare un qualcosa di forte per poterle stare a sentire entrambe-
Lui mi guarda e ride mentre si fa carico del mio borsone. Una volta arrivati all'auto mi apre la porta e dolorante cerco di entrarci mentre silenziosa, nell'attesa della ramanzina delle mie due amiche, mi accendo una sigaretta lasciandomi sprofondare nel sedile.
-Sheyla Smith-
Alza la voce in modo autoritario mentre sobbalzo per lo spavento.
-Tu sei nei guai sappilo-
Ingoio a vuoto, il tono accusatorio di Renee mi mette in soggezione.
-Ma come ti è saltato in mente di fare di nuovo una cosa simile? Ma dico hai visto come ti ha conciata quell'energumeno?! Te ne sei accorta che probabilmente devi andare in ospedale a far vedere quelle costole?-
Rincalza la dose mentre la interrompe Skyler.
-Ti rendi conto di come stai ora? Tutto solo per degli stupidi soldi. Ed'ora che ne hai guadagnati la metà sei felice? Come puoi rimetterti a nuovo entro 30 ore per la scuola?-
Non aveva tutti i torti, rimaneva un solo giorno di vacanza e il mattino dopo alle 8:10 mi sarei ritrovata seduta ad un banco per l'ultimo anno.
Certo in queste condizioni non ero al mio massimo ma insomma, sono stata anche peggio e loro lo sanno bene perché ne sono mie complici ma forse non si ricordano, o preferiscono non ricordarsi per convenienza.
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Fight for yourself
Teen FictionSheyla imparerà a non arrendersi di fronte alle difficoltà. Scoprirà di essere più di ciò che ha sempre pensato. imparerà a credere in sé stessa e capirà che ad ogni azione corrisponde una reazione, nel bene o nel male...