13. La passeggiata

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[18.12.2020 ~ capitolo revisionato ✔]

Le esultanze delle Cacciatrice diventavano sempre più nitide e ben definite mano a mano che ci avvicinavamo al fiume

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Le esultanze delle Cacciatrice diventavano sempre più nitide e ben definite mano a mano che ci avvicinavamo al fiume. Facile intuire chi avesse vinto.

Chirone aveva caricato me e i fratelli Stoll sulla sua groppa; mi aveva fatta sistemare in mezzo ai due. La spalla mi faceva un male cane. Tirare fuori la freccia fu un'esperienza che non avrei mai e poi mai voluto ripetere. Ero talmente tanto infuriata che mi sentivo persino calma.

Non aveva senso, ma tant'è.

Sbucammo dal bosco qualche minuto dopo. Si girarono tutti a guardarci: Percy aveva in mano la bandiera delle Cacciatrici, e sembrava contrariato. Talia... be', se gli sguardi avessero potuto uccidere, Percy sarebbe già morto. «Le Cacciatrici hanno vinto!» annunciò Chirone con scarso entusiasmo. Poi borbottò: «Per la cinquantaseiesima volta di fila».

Saltai giù dalla sua groppa, sopprimendo una smorfia di dolore. Beck mi affiancò immediatamente. «Come va la spalla?» mi domandò «Chirone l'ha tirata fuori?»

Percy si girò a guardarci. «Che cosa ha tirato-»

«PERSEUS JACKSON!»

Trasalii. Talia andava furiosamente incontro a Percy. Beck mi costrinse ad arretrare; mia sorella era talmente arrabbiata che sulla sua armatura lampeggiavano delle scintille azzurre. Ne potevo chiaramente sentire l'energia. Mi sporsi da dietro l'enorme schiena di Beck. «Lia, non-»

«Con te faccio i conti dopo!» tuonò, inchiodandomi con lo sguardo. Beck arretrò ancora, costringendo anche me ad arretrare con lui. Poi Talia si rivolse a Percy. «In nome degli dei, a cosa accidenti stavi PENSANDO?» ululò.

Vidi Percy serrare i pugni. Anche lui stava perdendo la pazienza. Ahia. Non poteva uscirci niente di buono. «Ho preso la bandiera, Talia!». Gliela sventolò in faccia. «Ho visto un'occasione e l'ho colta!»

«IO SONO ARRIVATA ALLA LORO BASE!» urlò Talia «Ma la bandiera era sparita! Se tu non ti fossi immischiato, avremmo vinto!»

«Avevi troppe avversarie addosso!»

«Oh, così è colpa mia?»

«Non ho detto questo!»

«ARGH!»

Talia diede uno spintone a Percy. Venne avvolto da un reticolo di fulmini azzurrognoli mentre veniva scaraventato in acqua. Un volo di tre metri. 

Imprecai in greco antico, correndo verso il fiume. «TALIA!» gridai orripilata «MA CHE DIAVOLO TI DICE IL CERVELLO?!»

«Scusa!» fece lei, impallidendo «Non volevo, davvero...»

Mi mancavano pochi passi per arrivare sulla riva del fiume, quando Percy si rialzò. Era asciutto, come al solito, e sembrava stare bene... a parte l'espressione assassina. Non l'avevo mai visto così arrabbiato. «Percy-»

Un'onda proruppe dal ruscello e si schiantò sulla faccia di Talia, inzuppandola dalla testa ai piedi e chiudendomi la bocca. «Già» ringhiò «non volevo nemmeno io»

«Ma che cavolo... Percy!» esclamai indignata.

«Stanne fuori» replicò secco lui.

«Col cavolo!»

«Basta!» ordinò Chirone.

Ma Talia sollevò la lancia. «Vuoi una lezione, Testa d'Alghe?»

«Lia, piantala!» sibilai «Metti giù-»

«Accomodati, Faccia di Pigna!» mi interruppe Percy, sollevando Vortice.

«Lex, vieni via!» mi disse Beck raggiungendomi. Mi prese per un braccio e cercò di farmi allontanare.

Percy lo fulminò con lo sguardo. «Giù le mani, Becken-»

Talia urlò e un fulmine cadde d'improvviso giù dal cielo, si abbatté sulla sua lancia come su un parafulmini e rimbalzò sul petto di Percy, che crollò a terra. «NO! PERCY!» gridai terrorizzata, cercando di raggiungerlo. C'era un terribile odore di bruciato.

Beck, però, mi stava trattenendo. «Lex! Lascia stare, vieni via!»

Percy si alzò da terra quasi immediatamente, ormai arrabbiato oltre ogni misura. «Talia!» urlò Chirone «Adesso basta!»

Percy ordinò all'intero ruscello di sollevarsi. Centinaia di litri di acqua si levarono in una spirale, formando una gelida ed enorme cascata a forma di imbuto. La vista era a dir poco terrificante. «Oh dei...» borbottai debolmente «Percy! Fermati!» gridai. Riuscii a divincolarmi dalla presa ferrea di Beck con una piccola scossa elettrica. Ignorai il dolore alla spalla e mi piazzai esattamente tra lui e mia sorella. «Fermo!» lo supplicai «Per favore, basta!»

«Togliti di mezzo, Alex» mi avvertì lui. 

Notai che un po' della sua furia era scemata, ma teneva lo sguardo saldamente puntato su Talia. L'imbuto d'acqua continuava a vorticare pericolosamente.

«No» dissi con decisione «dovete-»

Mi interruppi bruscamente, chiudendo la bocca. Che cos'era quello strano odore di stantio? Spostai lo sguardo verso la foresta, annusando appena l'aria. Sembrava... no, non poteva essere...

«Lexy, che succede?» domandò Talia tesa un momento prima che vedessi la fonte dell'odore, alle sue spalle.

Se non fosse stata attaccata al mio corpo, la mascella mi sarebbe rotolata a terra.

Era avvolta in un fitto vapore verde, e si avvicinava lentamente. Quando fu più vicina, il resto dei semidei e le Cacciatrici rimasero con la bocca aperta come me. «È impossibile» esclamò Chirone. Non lo avevo mai sentito così nervoso. «Lui non... lei non ha mai lasciato la soffitta. Mai»

Eppure, la mummia incartapecorita che ospitava l'Oracolo continuò ad avanzare, finché non si fermò al centro del gruppo. Il vapore che roteava ai suoi piedi tingeva la neve di una malsana sfumatura verdognola. 

Nessuno osò muoversi. 

Poi la voce dell'Oracolo sibilò dentro la mia testa. A quanto pareva potevano udirla tutti, perché parecchi dei presenti si tapparono le orecchie con le mani.

Io sono lo spirito di Delfi. Portavoce delle profezie di Febo Apollo, uccisore del possente Pitone. Poi si voltò indiscutibilmente verso Zoe. Avvicinati, postulante, e chiedi.

Zoe deglutì. «Che cosa debbo fare per aiutare la mia dea?»

La bocca dell'Oracolo si aprì e il vapore verde si riversò fuori. Vidi la vaga immagine di una montagna e una ragazza in piedi sulla vetta spoglia. Era Artemide, ma era incatenata alla roccia. Era in ginocchio, le mani alzate come per difendersi da un aggressore, e sembrava soffrire. L'Oracolo parlò:


Sei andranno a ovest dalla dea in catene.
Due si perderanno nella terra dove mai pioggia viene.
Il flagello dell'Olimpo la strada saprà mostrare.
Il Campo e le Cacciatrici insieme potranno trionfare.
La maledizione del Titano uno dovrà patire,
e per mano di un genitore,
un altro dovrà perire.


Poi, davanti ai nostri occhi, il vapore si riavvolse in un turbine, ritraendosi come un grande serpente verde nella bocca della mummia. 

L'Oracolo si sedette su un masso e tornò immobile come era stato nella soffitta, come se potesse restare seduto sulla riva di quel ruscello per un centinaio di anni.

[3] 𝘽𝙧𝙤𝙠𝙚𝙣 » Percy JacksonDove le storie prendono vita. Scoprilo ora