Partita

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Sono passate due settimane da quel giorno. Due settimane che non vedo Aaron. Se prima ero io ad evitarlo, adesso sono abbastanza sicura che lo stia facendo lui. Chloe ha provato più volte a chiedermi cosa fosse successo, aveva notato un cambiamento in suo fratello da quella sera, e io le ho semplicemente detto di aver messo in chiaro le cose. Credo di esser stata troppo dura con lui, ho pensato più volte di mandargli un messaggio di scuse,  ma infondo cosi non avremmo più perso tempo entrambi. Infatti, girano voci che sia tornato alla sua vita normale, ogni sera ragazza diversa per poi scordarsi il mattino dopo il suo nome. A quanto pare aveva preso un periodo di pausa per tentarne una in particolare, ed io so bene chi...
Oggi si gioca la prima partita di campionato, così noi cheerleader ci raduniamo un'ora prima per ripetere le cose da fare
-Allora ragazze, vi voglio cariche. Non solo dobbiamo incoraggiare la squadra, ma dobbiamo anche far vedere a quelle chiappe molli di Boston chi è che comanda. Quindi ora fatemi sentire il vostro entusiasmo e andiamo in campo.- dopo aver urlato un paio di volte corriamo in campo. Appena usciamo dallo spogliatoio una brezza fresca ci investe e ci carica ancora di più. Arriviamo davanti ai nostri spalti ed iniziamo a urlare e saltellare ovunque. L'adrenalina in questo momento è salita alle stelle.
I giocatori entrano e non posso far a meno di notare subito Aaron. Mi lancia una piccola occhiata ma subito si riconcentra. La partita inizia e per il primo quarto d'ora siamo noi a dominarla poi però succede un piccolo imprevisto. Tra Aaron e un avversario inizia ad esserci tensione. Così per capirne un po' di più, mi avvicino a Darla, una delle poche cheerleader con un minimo di buon senso.
-Che diamine stanno combinando?- chiedo indicandoli
-Beh...Aaron e Ethan sono sempre stati rivali fin dal liceo. Erano entrambi dei quarterback molto bravi e ovviamente dovevano giocarsi il posto da titolare in squadra- fa una pausa e poi riprende -Da quando sono a due college diversi, la competitività è aumentata a dismisura e ora trattengono a stento il pugno-
Dopo quest'ultima frase il mio stomaco si ribalta. Non so perché, ma sono un po' preoccupata per Aaron. Dopo un piccolo break inizia il secondo quarto, stavolta dominato dalla squadra avversaria. L'attenzione dei nostri è calata e credo che in gran parte sia dovuta alla tensione di Aaron. A fine secondo quarto, tocca a noi. Ci posizioniamo al centro del campo e facciamo la nostra coreografia. Prima urliamo varie frasi e motti, dopodiché passiamo alla parte pratica con salti, giri ecc...
A fine esibizione tocca alle cheerleader avversarie e mi concentro su di loro, ma ad interrompere la mia attenzione è qualcuno che mi tocca la spalla.
-Devo parlarti- mi avvisa Chloe visibilmente preoccupata. Ci allontaniamo leggermente dal campo per non essere disturbate dalla musica
-Prima cosa, sei stata grande- mi sorride, ma poi ritorna seria -Seconda, devi aiutarmi-
-In cosa precisamente- dico confusa
-Aaron è testo e non mi ascolta. Sono sicura che se non si rilassa almeno un po' finirà col fare a botte ancor prima che finisca il terzo quarto.-
-E cosa c'entro io in tutto questo?-
-Sai benissimo che sei la causa dei suoi malumori in questi giorni. Mi dispiace essere così dura, ma è pur sempre mio fratello. Quindi penso che se provassi a parlarci potresti calmarlo leggermente- scuoto velocemente la testa e lei gioca la sua ultima carta
-Vuoi che si faccia male?-
Questa frase mi fa riflettere. Farlo far male è l'ultima cosa che voglio e se l'unica soluzione è parlargli allora va bene
-Sei una bastarda-
Mi sorride soddisfatta e guarda l'orologio -Devi correre, hai meno di 10 minuti per calmarlo. La squadra è li- mi indica una panchina dove sono seduti tutti i giocatori attenti alle indicazioni che sta dando il coach. Mi incammino verso la squadra e una volta arrivata lì, mi schiarisco la voce attirando l'attenzione di tutti. Aaron quando mi vede sgrana gli occhi ma poi abbassa lo sguardo.
-Scusate l'interruzione. Ma devo assolutamente parlargli- non aspetto risposta che mi tiro Aaron per un braccio. Inizialmente pone resistenza sorpreso ma poi si lascia trascinare.
-Che diamine stai combinando- dico guardandolo dura
-Scusami?-
-Stai gettando la partita-
-Non è vero- va sulla difensiva
-oh si invece.- faccio una pausa ma poi riprendo -Che cosa c'è che non va?-
-Me lo domandi anche? Sono passate due fottute settimane da quando mi hai sputato in faccia quelle cose. Ti sembra piacevole sentirsi dire di essere una merda?- si agita
-Prima cosa, non ti ho chiamato così. Seconda cosa, non mi sembra che ci pensi tanto quando ti infili nel letto delle altre- alcune persone si girano a guardarci. Forse ho un pochino alzato la voce
-Adesso fai anche la gelosa?-
-Gelosa? Ma sei serio? Dio...io e che mi sono pure preoccupata per te- faccio per andarmene ma mi afferra per il polso
-Cosa hai fatto tu?- mi chiede calmo
-Hai sentito benissimo, non lo ripeterò- dico calmandomi anch'io
-Perché ti sei preoccupata per me?-
Sbuffo sonoramente
-Non volevo che facessi a botte con quello. Così, sotto consiglio di tua sorella, ho cercato di calmarti-
Sorride leggermente e restiamo a guardarci intensamente negli occhi. Mi perdo nel guardare le sue iridi azzurre che mi scrutano persino l'anima. Il momento viene interrotto dal Coach che richiama Aaron
-Evans! Immediatamente in campo-
-Arrivo- risponde senza staccare i suoi occhi dai miei
Scuote la testa come per tornare in se, si avvicina e mi stampa un bacio in fronte. Si volta correndo in campo, ma prima di sparire del tutto mi urla
-Fai il tifo per me-
Rido e raggiungo anch'io il campo. Una volta arrivata faccio l'occhiolino a Chloe e mi risiedo accanto a Darla.
-Dov'eri finita?-
-Dovevo fare pipì- dico ridendo.
Credo che dire di aver parlato con Aaron scatenerebbe un putiferio tra noi cheerleader e non solo. Tutte lo desiderano, quindi espormi mi creerebbe solo problemi.
Il fischio dell'arbitro mi fa concentrare sulla partita. La ripresa sembra piuttosto buona, tant'è che siamo due punti avanti. Aaron ha ripreso a giocare bene, ma il suo avversario sembra essersi caricato ancora di più. Il terzo quarto finisce in parità e dopo un altro break inizia l'ultimo tempo. I nostri sembrano essersi scoraggiati così noi cheerleader iniziamo ad incitarli. Purtroppo il nostro 33 si accascia a terra e mentre controllano le sue condizioni,  il capitano, ovvero Aaron,  si avvicina al coach che gli da le ultime indicazioni. Mi passa accanto così ne approfitto per sfiorargli il braccio e farlo girare. Una volta faccia e faccia gli faccio l'occhiolino, lui ride scuotendo la testa e ritorna in campo.
Mancano pochi secondi alla fine e siamo ancora in parità. Sugli spalti c'è chi urla, chi si lamenta, chi ha iniziato ad andarsene, così approfitto del tanto baccano per fare una cosa che mai avrei pensato di fare. Urlo il suo nome. Solo alcuni giocatori mi sentono e fortunatamente lui è uno di quelli. Dopo alcuni secondo, Aaron guadagna il pallone e fa un lungo passaggio verso un compagno. Una volta preso, corre veloce, evitando tutti quelli che cercano di braccarlo e facendo touchdown. Così vinciamo la partita. Tutta la squadra corre ad abbracciare Aaron. Una  volta liberato, mi guarda e mi indica. Sugli spalti non si capisce più niente, adesso c'è solo gente che urla e salta dalla gioia mentre noi cheerleader ci scateniamo a suon di musica.
Caro Boston, la prima vittoria è nostra!

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