Pensieri

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Per tutta la settimana non ho fatto altro che studiare, allenarmi e lavorare. Ho avuto tre verifiche molto importanti e sono stata con la testa piegata sui libri per non so quante ore. Per non parlare del bar. Sono state tremende queste serate, c'era sempre il pienone, persino Michelle ha detto che non capitava da molti anni. E non dimentichiamoci degli allenamenti. Mi hanno letteralmente uccisa a causa della coreografia tanto complicata. Inoltre, non vedo Aaron da domenica. Ha provato più volte a convincermi a staccare un po', ma ero troppo ansiosa e concentrata sulle verifiche per farlo. Oggi è finalmente venerdì e domani dopo la partita potremo uscire. Domani Aaron farà il suo ritorno in squadra. Si è allenato tanto questo mese e sono sicura che alla partita sarà spettacolare. Anche noi cheerleader ci siamo allenate tanto, domani ci sfideremo con le avversarie sperando di potare la nostra scuola alla vittoria.
Questa mattina mi sono svegliata abbastanza di cattivo umore, ma credo sia per lo stress di questa settimana. Dopo aver pranzato torno in camera dove trovo Cloe intenta a svaligiare il suo armadio.
-Che stai facendo?- chiedo divertita dalla sua buffa faccia
-Non trovo un vestito adatto!- si lamenta mettendo le mani nei capelli e facendo finta di stracciarseli
-Per cosa?-
Mi guarda male, ma poi continua a saccheggiare l'armadio
-Spiritosa! Tu cosa indosserai piuttosto?-
-Ripeto, per cosa?- dico sbuffando
-Per la festa in onore di Aaron. Non fare la finta tonta, tutte le cheerleader devono andarci è praticamente impossibile che tu non sappia nulla- dice allibita
-Beh a quanto pare io sono l'unica a non saperlo. E poi non ci sarei andata comunque- dico alzando le spalle.
-Non puoi non venire. Ti porterò con me. Cavolo...è una festa per il ritorno del tuo fidanzato.- sbotta lei
La fulmino con lo sguardo a causa dell'appellativo che ha dato ad Aaron.
-Non è il mio fidanzato!- dico scandendo bene tutte le parole.
Dopo minuti di silenzio, la curiosità mi sovrasta
-Chi l'ha organizzata?-
-La squadra-
-E Aaron sa di questa festa o è una sorpresa?-
-Sono piuttosto sicura che lo sappia, anche perché mi ha messaggiato prima chiedendomi se mi servisse un passaggio-
-Credo che Aaron lo abbia fatto apposta-
-Ma che dici...è impossibile. Non vedo motivo per cui non vorrebbe averti alla festa-
-Io ne vedo molti, ma aspetterò di saperlo da lui domani. Ora devo andare a lavoro, tu intanto scegli un vestito anche per me- detto questo esco dalla camera.
Durante il tragitto contatto Aaron
A Aaron:
Stasera non passare a prendermi, non vado a lavoro
Da Aaron:
Perché? È successo qualcosa? Passo da te tra poco?
A Aaron:
No! Devo fare alcune cose e tornerò tardi. Ci vediamo domani dopo la partita?
La risposta ci mette un po' ad arrivare, ma va come avevo previsto
Da Aaron:
In realtà, domani sera dovrei cenare con la mia famiglia, ma domenica saremo solo io e te.
A Aaron:
Perfetto!
Si, c'entra decisamente lui con il mio non invito.
Apro la porta con il piede e corro subito a mettere il grembiule.
-Brutta giornata?- mi chiede Michelle divertita
-È una settimana che ho brutte giornate- dico alzando gli occhi al cielo
-Che è successo?-
-beh quella di oggi è Aaron che mi sta mentendo e non capisco quale sia il motivo-
-Spiegati meglio- dice confusa
-Domani c'è una festa in suo onore e lo sapevano tutti tranne io e sono abbastanza sicura che c'entri lui-
-Perché pensi questo?-
-Mi ha mentito dicendo che domani sera ha una cena in famiglia- dico provando ad imitare la sua voce
-Si è merito suo!- costata lei
-Bene. È proprio per questo che domani ci andrò-
-Non credi di farlo arrabbiare così? Magari non vuole che ci vai per un motivo ben preciso-
-Non mi importa niente, avrei voluto comunque che me lo dicesse. Diamine...stiamo uscendo insieme e non potremo mai far nulla se iniziamo già con le bugie-
-Si, hai ragione. Ma quando verrai da me mortificata, io ti dirò "Te l'avevo detto"- dice ridacchiando
Le faccio la linguaccia e torno a lavorare.
Questa sera, come le quattro precedenti, è piena di gente e faccio quasi fatica a respirare. A metà turno, il capo passa ad avvisarci che domani resteremo chiusi grazie agli incassi di questa settimana. Io e Michelle non siamo mai state così felici, non credo mi sarei svegliata tanto volentieri domani.
Quando chiudiamo il locale, la mia collega mi da un passaggio al dormitorio. La ringrazio e corro in camera. Una volta arrivata, indosso il pigiama e mi getto nel letto. Proprio quando chiudo gli occhi, il ronzio del mio cellulare me li fa riaprire.
Da Aaron:
Sei tornata?
A Aaron:
Si
Da Aaron:
Mi spieghi cos'hai?
A Aaron:
Sono solo stanca, buonanotte
Da Aaron:
Domani passo a prenderti a lavoro. Pranziamo insieme
A Aaron:
Domani non lavoro, ma sarò impegnata tutta la mattina. Quindi ci vediamo alla partita
Da Aaron:
Sai che non avrò un secondo libero domani.
A Aaron:
Bene, allora ci vediamo domenica
Mi arriva un'altra notifica, ma spengo il cellulare così da non aver la tentazione di rispondergli.
Poggio la testa sul cuscino cercando di addormentarmi, cosa che non mi riesce affatto facile dati i tanti pensieri che mi ronzano in testa. Vorrei tanto avere un bottone per spegnerli, anche solo per la notte e invece adesso mi ritrovo a pensare a quanto stia male in questo periodo. Credevo che venire in America sarebbe stata la scelta migliore che avessi potuto fare, ma a quanto pare mi sbagliavo. Sono sovraccaricata di compiti, il lavoro che ho, seppur per poche ore, mi fa sudare in posti di cui non conoscevo l'esistenza e adesso ci si mette anche Aaron a complicare le cose. Inoltre, l'unica cosa che in Italia mi faceva sentire bene, qui è comandata da delle stupide vipere che cercano di rendermi la vita ancor più difficile di quando già sia. Per non parlare della mancanza della mia famiglia, questo è stato un effetto collaterale della mia scelta, ma mai avrei pensato che mi sarebbero mancati così tanto.
Rimuginando su queste cose, pian piano mi addormento e finalmente riesco a spegnere i pensieri, sapendo però che non sarebbero spariti al mio risveglio.

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