-Ah siete voi- dice Chloe con un pizzico di amarezza
-Ehm, io esco a fare la spesa. Nicole pranzi qui! Ci vediamo dopo ragazzi-
Non ho neanche il tempo di risponderle che è già andata via.
Chloe sbuffa e fa per tornare in stanza ma le prendo un braccio bloccandola
-Ti prego possiamo parlare- la supplico
-Non c'è nulla di cui parlare- dice indifferente
-Oh andiamo Chloe. Possiamo provare a chiarire come persone adulte e non comportandoci da immaturi?- chiede Aaron esausto dal comportamento della sorella
-Bene, vi ascolto- dice sedendosi su una poltrona
Faccio un grande respiro e mi avvicino ad Aaron prendendogli la mano
-La sera della partita ho chiesto a Nicole di essere la mia ragazza. Avevamo deciso di dirtelo una volta arrivati, ma ci hai preceduto con la notizia di te e Sean. Così per non rischiare di rovinarti la serata, per una tua eventuale brusca reazione, avevamo posticipato al giorno dopo. Tra i tanti impegni che abbiamo avuto, non c'è stato modo di parlarti, ma Chloe posso giurarti che ci abbiamo provato spesso- le rivela Aaron dispiaciuto
-È vero non siamo stati tanto insieme, ma avete avuto delle occasioni, perché non me lo avete detto-
-Più passava il tempo più aumentava il rischio di una tua brusca reazione, così avevamo concordato di dirtelo insieme e con calma per evitare possibili scenate, ma tu ci hai preceduto ancora una volta-stavolta a parlare sono io
-Chloe sei la mia migliore amica e mi dispiace averti ferita nascondendoti una cosa così importante, ma ti prego di crederci- concludo avvicinandomi a lei
Sembra riflettere sulle nostre parole ed infine si alza e ci abbraccia.
-Mi dispiace aver reagito così e mi dispiace anche per le cose che ho detto. Non le penso veramente, avevo litigato con Sean e voi siete stati la mia valvola di sfogo. Non avrei dovuto dirlo, so che non andrai a letto con mio fratello prima del matrimonio- dice ridendo e piangendo allo stesso tempo
-E no! Fino al matrimonio no- dice Aaron staccandosi.
Scoppio a ridere vedendo la sua buffa faccia e mi avvicino pericolosamente al suo viso
-Mi stai dicendo che non vale la pena aspettarmi?- chiedo provocandolo
-Nicole, non rendiamo le cose ancor più difficili ti prego- dice alludendo alla tanta vicinanza dei nostri visi e bacini.
Gli lascio un piccolo bacio sulle labbra e mi avvicino a sua sorella. Le metto un braccio sulle spalle e le sussurro all'orecchio
-Sbaglio o hai alcune cose da raccontarmi?-
Annuisce e mi prende il polso
-Scusa fratellone, ma devo rubarti la ragazza per qualche ora- detto questo mi trascina via mentre osservo la faccia sconvolta del mio ragazzo. Una volta in camera di Chloe, vado girovagando a curiosare tra le sue cose. È una stanza molto semplice: le pareti sono di un rosa chiaro tappezzate di poster, il letto a mezza piazza si trova al centro della stanza con ai suoi lati due comodini, scrivania e libreria in legno bianco ed infine un armadio a muro.
Mi avvicino ad alcune mensole su cui sono poggiate delle foto. Due in particolare catturano la mia attenzione. La prima è stata scattata parecchi anni fa e ritrae Aaron e Chloe da bambini, avranno avuto circa 6 e 4 anni. Il più grande tiene tra le sue braccia la sorellina, entrambi molto sorridenti e felici. La seconda foto, invece, ritrae tutta la famiglia Evans in spiaggia e penso sia stata scattata non meno di un'anno fa. Sono abbracciati l'uno con l'altro e tutti con un gran sorriso stampato in volto. Credo che come la mia anche loro siano una famiglia molto unita.
-Ho parecchie cose da dirti- mi annuncia Chloe riportandomi alla realtà.
-Sono tutta orecchi- dico sorridente.
-Pochi giorni fa io e Sean siamo andati a cena fuori. Sembrava un appuntamento perfetto se non fosse per il bastardo del cameriere. Avevamo appena finito di cenare e aspettavamo il conto, quando questo qui ci porta il libretto. Sean aprendolo per sbaglio fa cadere un foglietto dal suo interno e io mi affretto a raccoglierlo per vedere cosa ci fosse scritto. Quando però lo giro mi accorgo di aver ricevuto il suo numero. Sean ha iniziato a fare scenate di gelosia dicendo che mi fossi preoccupata di recuperare il foglietto così da contattarlo al più presto. Ho cercato più volte di spiegargli che non sapevo cosa contenesse quel pezzo di carta, ma non c'è stato verso di fargli cambiare idea. Nei giorni seguenti sembrava essergli passata, ma non appena abbiamo avuto un piccolo battibecco me lo ha rinfacciato e ha finto col dire che non dovessimo più vederci-
Durante il racconto, la voce di Chloe ha continui sbalzi a causa delle lacrime che hanno iniziato a scendere. Mi affretto ad abbracciarla e consolarla
-Hey, smettila di piangere. Sean non è così stupido da lasciarti andare, vedrai che capirà di aver sbagliato e ti chiederà di perdonarlo. Tiene molto a te e per questo che ha reagito così- dico cercando di farla calmare
Pian piano riesco nel mio intento e mi allontano leggermente. La mia maglia è quasi completante fradicia dalle sue lacrime e non so se ridere o piangere anch'io. Non appena Chloe si calma del tutto decidiamo di raggiungere suo fratello in soggiorno.
Appena arrivate troviamo Aaron dormire in una strana posizione con la televisione ancora accesa
-Stanotte non deve aver dormito, era molto stanco- dico avvicinandomi
Gli accarezzo dolcemente il viso facendo attenzione a non svegliarlo.
-Anche se non l'ho dimostrato, sono felice per voi. Sei una persona fantastica e sono contenta che tu sia al suo fianco- dice sorridente riferendosi a suo fratello
-Sono felice anch'io- dico perdendomi ancora una volta a guardare il mio ragazzo dormire.
Poco dopo sentiamo la porta aprirsi e vedo entrare la signora Evans piena di buste della spesa. Corro in suo soccorso e la seguo in cucina. Poggiamo le buste a terra e sospira distrutta
-Grazie Nicole- mi sorride riconoscente
Ricambio e l'aiuto a sistemare il cibo. Una volta finito concordiamo per un menu facile e veloce e si mette ai fornelli.
-È quasi pronto. Svegli Aaron?- chiede sospirando
Annuisco e vado in soggiorno. Ha un espressione rilassata e felice e mi dispiace doverlo svegliare. Gli accarezzo dolcemente i capelli e lo sento dire qualcosa di incomprensibile, ma che mi fa sorridere
-Aaron è pronto il pranzo- gli sussurro
Apre pian piano gli occhi e mi sorride.
-Devi svegliarmi più spesso così- dice con voce roca prima di darmi un piccolo bacio
Mi alzo e gli tendo la mano. L'afferra subito e riattacca le sue labbra alle mie. Mi accarezza dolcemente il viso per poi staccarsi e mettere la sua fronte contro la mia.
-A cosa lo devo?- dico ridendo
-Carenza di affetto- dice con un alzata di spalle
Raggiungiamo insieme la cucina e ci accomodiamo a tavola.
-Papà?- chiede Aaron a sua madre
-Lavora fino a tardi. Deve concludere un importante contratto-
Il ragazzo accanto a me annuisce e inizia a mangiare.
-Allora Nicole, mio figlio è venuto a trovarti in Italia. Te lo aspettavi?- chiede sorridendo la signora Evans
-Assolutamente no! La sera prima mi era sembrato un po' strano, ma non avrei mai pensato di vederlo l'indomani mattina. Ad essere sincera non so mai cosa aspettarmi da Aaron- dico guardando il mio ragazzo che sorride imbarazzato
-Come mai hai deciso di studiare qui?-
-Amo l'America ed è sempre stato un mio sogno vivere qui- dico ammettendo uno dei tanti motivi della mia scelta
-Sono stata un paio di volte in Italia. Ma a Napoli non ancora. Magari questa estate verremo a trovarti- ridacchia facendomi l'occhiolino.
Ad Aaron per poco non va di traverso l'acqua. Mi avvicino colpendogli leggermente la schiena per farlo smettere di tossire e una volta finito rispondo a sua madre.
-Napoli è una città stupenda. Sarei felice nel mostrarvela- dico sorridendo
-Siamo a metà febbraio, possiamo parlare di vacanza più avanti?- chiede leggermente infastidito Aaron
-Da quant'è che sei diventato così suscettibile tu?- gli chiede Chloe
Aaron non risponde e continua a mangiare. Premo la mano sul suo ginocchio per richiamare la sua attenzione. Una volta ottenuta gli rivolgo uno sguardo interrogativo e mi fa segno di parlarne dopo.
Appena finito il pranzo aiuto la signora Evans a sparecchiare e seguo Aaron nella sua camera. Lui si getta subito sul letto mentre io vago per osservarla.
Le pareti sono blu notte con appesi alcuni quadri. Il letto matrimoniale si trova al centro della stanza accompagnato ai lati da due comodini bianchi. Accanto vi è un grande guardaroba e difronte una libreria stracolma di libri. Infine ci sono una scrivania in legno bianco e delle mensole del medesimo colore con delle foto sopra. Mentre sto per avvicinarmi alle foto, Aaron richiama la mia attenzione.
-Hai finito di perquisire la mia stanza?- chiede stizzito
-Stavo solo dando un'occhiata in giro. Non sapevo leggessi- dico ridacchiando e indicando la libreria
Lui mi guarda male e in istante mi ritrovo sul letto con Aaron su di me a bloccarmi. Faccio per parlare ma si avventa sulle mie labbra. Metto le mani nei sui capelli e glieli tiro dolcemente.
-Ci sono molte cose che ancora non sai di me Nicole- dice velocemente per poi premere ancora le sue labbra sulle mie. Con un po' di difficoltà ribalto la posizione e controvoglia mi stacco dalle sue labbra. Riprendo fiato mentre sento il suo sguardo bruciare su di me
-Perché hai reagito così a tavola?- chiedo riferendomi al suo atteggiamento nei confronti della madre e della sorella
Sbuffa e in una sola mossa è fuori dalla mia "trappola".
-Non mi va di parlarne- Dice sedendosi in punta al letto
Mi avvicino e metto la testa sulle sue gambe guardandolo dal basso.
-Se pensi che mi abbiano dato fastidio le domande di tua madre, ti sbagli. Mi ha fatto piacere parlare con lei- ammetto sorridendo
-No è che...uff non lo so- si lascia cadere all'indietro e io ne approfitto per ritornare alla posizione iniziale. Traccio con le dita il contorno del suo viso soffermandomi maggiormente sulle mascelle ben pronunciate. Questo gli fa spuntare un mezzo sorriso e facendo apparire le mie amate fossette. Premo leggermente entrambe le dita in esse e questo lo fa sorride ancor di più.
-Ho paura- ammette chiudendo gli occhi
-Che?- chiedo non capendo
Sospira e incatena le sue iridi azzurre alle mie.
-Appena finirà l'università tornerai in Italia e non ci vedremo per tre mesi. È da un po' che ci pensavo e parlarne ad alta voce mi ha messo in agitazione. Non sono e non voglio essere un ragazzo appiccicoso, però passare dal vederci tutti i giorni a non vederci per tre mesi mi sembra "strano"-
Per tutto il discorso non ha fatto altro che torturasi le mani e ridurre al minimo il contatto visivo guardando in varie parti della stanza
-Non ci avevo mai pensato ad essere sincera. Sto vivendo questa relazione senza pensare al domani e forse dovresti farlo anche tu. Hai ragione, appena finisco gli esami torno a Napoli, ma questo non significa che non dobbiamo vederci. Possiamo sempre organizzare qualcosa insieme. E magari puoi venirmi a trovare con i tuoi così da fargli vedere la città-
Le mie parole sembrano averlo leggermente rilassato, ma non emette fiato
-A tavola hai detto bene, siamo a metà febbraio ed è ancora presto per parlare di viaggi o altro. Viviamo questi giorni come vengono e più avanti parleremo di come passare l'estate. Ci stai?- chiedo sorridente
Annuisce e mi stringe a se. Appoggio la testa sul suo petto e incrocia le sue gambe alle mie. Alzo leggermente lo sguardo verso di lui e sorrido
-Che hai da sorridere- domanda imbarazzato
-Sbaglio o hai ammesso che ti mancherò?- chiedo con un sorriso che va da un orecchino all'altro.
Le sue guance si tingono di rosso e alza lo sguardo al soffitto.
-Nicole tu mi manchi anche dopo averti lasciata al lavoro o dopo la buonanotte serale- ammette paonazzo
Balzo in piedi e trascino Aaron fuori dalla stanza.
-Nicole che ti prende?- mi blocca
-Dobbiamo andare, devo essere a lavoro tra poco-
-Cavolo hai ragione me ne ero dimenticato-
Scendiamo velocemente giù e troviamo il resto della famiglia sul divano a guardare la Tv.
-Noi dobbiamo andare, Nicole deve lavorare oggi-
La signora Evans mi viene incontro e mi abbraccia forte. Inizialmente mi irrigidisco, ma poi ricambio la stretta.
-Nicole è stato un piacere rivederti e parlare con te. Spero verrai spesso qui mi piacerebbe conoscerti meglio- dice sorridendo
-Ne sarei felice Roxanne-
-E grazie per quello che stai facendo- dice riferendosi al il mio ragazzo che sta parlando con la sorella.
-Dovrei ringraziare io lui-
-Aaron non è un ragazzo facile, ha un carattere difficile e sono felice che tu sia al suo fianco. Farà parecchie stupidaggini, ma ti prego di provare ad affrontare tutto insieme-
-State parlando di me?- chiede il protagonista della nostra chiacchierata
-Si, le stavo giusto raccontando com'eri da bambino- dice Roxanne facendomi l'occhiolino
-Oh Nicole, si è fatto tardi dobbiamo correre- dice guardando il suo polso vuoto. Mi trascina velocemente fuori e mi porta alla macchina.
Per tutto il tragitto non abbiamo smesso di ridere e cantare. Appena arrivati al bar lo saluto e scendo, ma prima di allontanarmi definitivamente, mi avvicino al suo finestrino.
-Anche tu mi manchi quando non ci sei- ammetto dandogli un veloce bacio per poi correre al bar.
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Suddenly
ChickLitGuardo per l'ultima volta la mia stanza:le pareti bianche ritinteggiate da qualche anno,i poster di cantanti e calciatori di cui andavo matta da ragazzina,un letto ormai troppo bambinesco per la mia età e le mensole su cui sono poggiati tutti i libr...