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Dopo 2 ore di tragitto riuscì finalmente a tornare a casa. Ero fradicia, tremante, con i brividi ovunque, gli occhi rossi e il viso pallido.
Spero veramente di non avere la febbre troppo alta altrimenti non sarei potuta andare in gita domani.
La nostra scuola aveva avuto un'idea geniale: per farci conoscere e fare amicizia ha organizzato una gita di tre giorni, sia con le classi della sede che quelle della succursale.
Entrata in casa ovviamente i miei genitori non c'erano, così come non ci sono mai stati. Per loro esiste solo il lavoro, sono persone in carriera molto potenti che possiedono sedi di aziende molto note.
Loro sono intelligenti e curati, mentre io sono una ragazzina insicura e timida.
Loro sono perfetti e io sono il loro unico errore.
Fin da quando sono piccola mi pesava il rapporto con loro, mi sentivo inutile e non amata.
Hanno un sacco di soldi e non mi hanno mai fatto mancare niente, ma veramente questo mi bastava? A una bambina con il cuore spezzato bastava una villa o tanti giocattoli per stare meglio? Ovviamente no, ho sempre provato a camminare sulle mie gambe e a crescere felice, ma è stato difficile senza delle figure di riferimento.
Mi guardo intorno e guardo quel lusso a cui sono abituata da tutta la vita e che mi ha sempre oppressa. Mi pesava sapere di essere quella diversa.
È inutile pensarci, ti tormenti da anni con queste idee e non è mai cambiato niente.

Vado a farmi una doccia calda e mi stendo sul letto ancora tremante ,maledetto Aveta e i suoi giochi! Pensando a lui irrimediabilmente inizio a preoccuparmi per San Sicario. Avrei dormito con le mie nuove compagne, avremmo conosciuto gli studenti della succursale e soprattutto sarei stata costretta a stare con lui.
Tra i dolori per la febbre e i pensieri paranoici nella mia testa si faceva strada un unica domanda

Che succederà?

~~~~~~


Mi sveglio tremante, sia per il dolore sia per l'ansia. Mi dirigo barcollando in cucina barcollando e mi misuro la febbre: 41. Questa non ci voleva.
Mi preparo in fretta e prendo immediatamente la valigia ed esco di casa prima che mia madre possa farmi domande. Mi guardo  allo specchio: sono un disastro. Sono pallida e ho più occhiaie del solito a causa della febbre, le borse, gli occhi iniettati di sangue e come se non bastasse mi è uscito un brufolo.
Una volta arrivata vedo Daria in lontananza, mi deve una spiegazione per quello che è successo l'altro giorno.
"Ehi"
"Ehi, agitata per la partenza?"
"Molto sinceramente...senti come mai te ne sei andata ieri?"
"Ehm...non stavo bene" mi sta mentendo.
"Sicura? Ti sei offesa per la storia delle maniche corte?"
"Senti lasciamo stare, concentriamoci su questa gita"
"Già" appena ho finito di dirlo la abbraccio, ci conosciamo da solo due giorni ma sento che c'è qualcosa in lei di speciale.
Proprio in quel momento arriva Sabidussi
"Ehi ciao Daria, ti andrebbe di stare vicini sul pullman?"
Conosco poco Daria ma so che gli piace questo ragazzo, voglio fare qualcosa per lei, voglio renderla felice.
"Certo! Guarda te lo stava per chiedere lei, se non fossi venuto tu sarebbe venuta lei!" dico tutto d'un fiato e senza nemmeno rendermene conto spingo Daria su Sabidussi che la prende per mano e salgono insieme sul pullman. Bene, molto bene.
Poso la valigia e arrivano due ragazze davanti a me. Sono entrambe molto alte e magre vestite talmente poco che potrebbero partecipare a una pubblicità contro le malattie veneree, nonostante i quattro kili di trucco hanno comunque un viso da angioletti e sono molto carine.
La ragazza dai capelli neri mi squadra con aria schifata
"Bene bene bene Vitto, guarda chi abbiamo qui"
"Già deve essere la ragazza di cui parlava Jacopo"

E queste due chi sono?

Prima che potessi rispondere arriva Aveta che bacia la mora e la saluta
"Ciao piccola" dice e le dà un altro bacio. Ma che succede?
"Amore che vuole questa ragazza qui?" dice guardandomi senza ritegno come se fossi una merda.
"Veramente chi siete voi?" trovo il coraggio di ribattere
"Ehi calma, stai tranquilla non tutte possono essere come noi. Scommetto che sei talmente invidiosa che stasera non dovrai nemmeno infilarti le dita in gola" ribadisce la sua amica e iniziano a ridacchiare, la loro voce è stridula e fastidiosa.
Prima che possa ribattere Aveta le prende per i fianchi e tutti e tre salgono sul pullman.
Ho un pessimo presentimento

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