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Mi sveglio frastornata con i raggi mattutini che entrano dall'enorme balcone.
Appena apro gli occhi vedo tutte le mie compagne di classe che si prepararono per il tanto atteso giorno: il giorno dell' autogestione.
Appena Daria mi vede alzata corre ad abbracciarmi
"MARTI! CHE FINE AVEVI FATTO IERI SERA?! TI HO CERCATA DAPPERTUTTO ERO PREOCCUPATA!"
la tranquillizzo raccontandogli tutto ciò che è successo, non mi ricordo ciò che è successo dopo, molto probabilmente avevo perso i sensi e Aveta mi ha riportato in camera.
Proprio mentre lo penso Lisa mi viene in contro
"Ehi se fossi in te starei attenta a Francesca, ieri sera era su tutte le furie"
Bene, ora si che inizio a preoccuparmi.

Ci prepariamo e scendiamo nella hall con tutti gli altri studenti, e ad accoglierci era il proprio il proprietario dell hotel. Siamo tutti sulle spine.

"Buongiorno ragazzi, vi confesso che quando la preside ha comunicato a me a allo staff dell hotel il progetto dell'autogestione eravamo entusiasti quanto voi! E proprio per questo abbiamo avuto un idea.
Come sapete questa località è di prestigio e tiene molto all'opinione pubblica, e abbiamo pensato che, per inaugurare l'arrivo di tutto il Cavour nella nostra zona, potevate lasciare la vostra impronta riverniciando le pareti dell'hotel a vostro completò piacimento! Il personale vi porterà tutto il necessario ma ora andate prima a fare colazione!"

Tutti quanti si mettono a strillare entusiasti all'idea, effettivamente poteva essere divertente.
Entriamo dentro il ristorante e vedo Aveta con Simone, Francesca e Vittoria.
Penso alla serata di ieri e mi monta la rabbia, non posso credere di essere stata così fragile da raccontargli dell' anello di Alessandro e di aver pianto davanti a lui.
Lo guardo ridere con Francesca e ripenso a tutto: al calcio che mi ha tirato il primo giorno, le umiliazioni, le mutande rubate dallo spogliatoio...
Tutto mi viene in mente e l'infatuazione è completamente sparita: ora restava solo la rabbia e la voglia di vendetta.
Senza nemmeno rendermene conto avanzo verso di lui con il mio piatto, mi piazzo davanti a tutti e gli spalmo la torta in faccia.
Francesca e Vittoria tirano un urlo e mi guardano in cagnesco, tutti quanti si girano verso di me a fissarmi  come se fossi un mostro a sei teste.
Daria, per distogliere l'attenzione da me, corre verso di me e a sua volta spacca due uova in testa ad Aveta, e senza nemmeno aspettare la reazione scappiamo lasciando Margherita da sola.

"CIOCCOLATINO! QUESTA ME LA PAGHERAI!" urla con la sua voce possente, non lo avevo mai sentito così arrabbiato.
Io e Daria continuiamo a correre a perdi fiato continuando a ridere, e ci nascondiamo in una stanza isolata con delle scope.
"Oh cazzo, lo hai fatto davvero merda!" mi urla Daria
"Siii" scoppiamo a ridere ancora più forte
È stato divertente, ma sto iniziando a temere le conseguenze. Aveta, Vittoria e Francesca si vendicheranno.
Dopo 10 minuti in quella stanzina usciamo e corriamo fino alla hall.

Tutti gli studenti sono riuniti riempendo l'enorme stanza lussuosa,
La vernice di ogni colore e pennelli di ogni forma e dimensione riempiono i tavoli. Tutti quanti prendono il necessario e si dividono per classe o gruppi.
Io e Daria raggiungiamo Margherita che ci corre incontro
"Ragazze dove cazzo eravate finite?! Mi avete lasciata lì da sola come una cogliona! No vabbè dovevate vedere la faccia di Aveta e di quelle due!"
Scoppiamo a ridere ricordando la scena
"Comunque sono andate ad accompagnare Aveta a cambiarsi"
tiro un respiro di sollievo per il momento, ma prima o poi torneranno e cominceranno i veri problemi.

Raggiungiamo la stanza relax da ristrutturare.
"Sai che palle! Ed io che volevo stare con Simone!" Daria tra di noi è la più scocciata
"Beh Daria, mi spiace deluderti ma Simone per ora è con Vittoria, non di certo con te" le dico preparando la vernice, lei mi guarda male e me la strappa dalle mani.
"Eddai scusa, vedila come un occasione per migliorare la tua vena artistica! Ci hanno dato la possibilità di dipingere sulle pareti quelli che vogliamo! Tu che ne dici Marg-...Margherita?"
Mi giro e la vedo già all'opera, nel frattempo aveva disegnato il viso di una ragazza di profilo con il viso rigato da lacrime nera. Sembrava reale, i capelli spostati dal vento sembravano muoversi veramente e le lacrime nere parevano petrolio denso.

"Marghe! Non ci avevi mai detto che sei così brava a disegnare!" grida Daria entusiasta
"Ma no, per me è solo un hobby non sono così brava" dice lei imbarazzata.
"Scherzi?! È pazzesco!" esclamo ammirata

"Wow" dice una voce maschile alle nostre spalle, ci giriamo e vediamo un ragazzo bellissimo. È più alto di Daria (che è molto alta) con il ciuffo biondo e gli occhi color cioccolata.
"Ma dove hai imparato? Sei bravissima"
"Ehm...tantissimi anni di pratica a casa" gli risponde paonazza balbettando
"Detesto interrompere, ma tu chi cazzo saresti?" dice Daria mettendosi in mezzo tra i due
"Ah si scusate, mi chiamo Andrea Bertani, vado in succursale. Ho sempre voluto disegnare ma sono davvero incapace."
"Ah, quindi vai in classe con Vittoria e Francesca?" dice Daria squadrandolo disgustata.
"Si, mi spiace che Fra ti abbia picchiata ieri sera" dice lui guardandomi
"Ah, c'eri anche tu?" gli chiedo imbarazzata
"Si, veramente ci conosciamo da anni e siamo migliori amici e mi spiace per come si è comportata. Hanno avuto un passato molto difficile e anche ora fanno molta fatica a comportarsi...
Ma comunque complimenti per la vendetta di stamattina! Sono andato da loro ed erano furiose!"
Io e Daria ci guardiamo complici e ci diamo il cinque.
"Ok ma il loro passato non giustifica il fatto che mi abbiano chiamato 'balena con il rossetto nero' che tra l'altro è viola scuro, cioè passi tutto il giorno a truccarti quella faccia di merda che ti ritrovi e non sai distinguere un rossetto nero da uno viola scuro?!" esclama Margherita e Andrea si mette a ridere.
Si guardano negli occhi imbarazzati
Che carini sarebbero veramente una bella coppia, e Daria mi sembra abbia lo stesso pensiero
"Martina, ho lasciato la mia borsa in camera? Mi accompagni?" dice facendomi l occhiolino.
"Ehm si certo!" gli rispondo reggendo gli il gioco.
Senza nemmeno aspettare una reazione corriamo in camerata e gli lasciamo da soli

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