Piccolo segreto e grande emozione.

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I giorni seguenti sono stati i più belli di sempre. Io e Dylan ci vedevamo tutti i giorni, mi veniva a prendere a scuola e qualche volta si univa anche Silvia. Non eravamo una coppia come quelle di oggi, a dire il vero non so cosa eravamo, ma a me piaceva. Posso definirci una 'coppia alternativa'. Non passavamo i pomeriggi a sbaciucchiarci come gli altri, a litigare per cavolate come gli altri, a fingere sentimenti inesistenti come gli altri. Ecco appunto, noi non eravamo come gli altri. Abbiamo sempre preferito andare al cinema e comprare il biglietto del primo film sull'elenco, o in libreria e prendere tutti i libri che ci sembravano interessanti, o semplicemente passeggiare nei parchi, fermarsi a prendere una cioccolata calda in un bar o giocare alle macchinette delle sale gioco e lui mi faceva vincere tutte le partite e fingeva pure di incazzarsi per aver perso. A dire il vero non ci importava avere qualcosa da fare di preciso, volevamo solo stare insieme.

Sapeva sorprendermi, sempre. Per la prima settimana mi ha regalato uno striscione con su scritto "Ti ho trovata come si trovano tutte le cose: smettendo di cercare."

Per la seconda settimana si è presentato con una rosa rossa e una fascia. Ero appena uscita da scuola, non ero molto lucida. Non ho potuto fare domande, mi ha semplicemente bendata e fatta salire su un pullman, sentivo gli altri ragazzi ridere e sparlare, ma quella volta non mi importava. Quando siamo scesi mi ha portata in un parco, dove ci aspettavano due pizze e una piccola vaschetta di gelato al cioccolato, il mio gusto preferito. Iniziavamo ad avere freddo, così mi ha portata a casa sua per vederci un film e gustarci il gelato, insieme. Ero un po' agitata, a parte Silvia, nessun'altro era a conoscenza di "noi", e l'idea di poter incontrare i suoi amici o i suoi genitori mi intimoriva parecchio. Fortunatamente, la casa era libera. Sarebbe arrivato il fratello più tardi, ma di Michael non mi preoccupavo. Anzi, mi piaceva l'idea di rivederlo.

Casa sua era bella, era accogliente, comoda e calda. Non abbiamo perso tempo e ci siamo buttati sul divano con un piumone addosso a guardarci un film, mangiando il gelato e di tanto in tanto farsi scappare qualche dolce bacio. Dylan mi abbracciava, e mi sentivo al sicuro. Mi sentivo a casa.

Nel momento in cui lo stavo ringraziando con il bacio più vero che potessi dargli, arriva suo fratello con un paio di amici. Tutti e tre hanno iniziato a ridere e a chiederci se dovevano tornare più tardi. Senza ascoltarli mi sono alzata veloce e ho abbracciato forte Michael: gli dovevo tanto.

Si era fatto tardi, e dovevo tornare a casa, così ho salutato tutti e prima che me ne andassi Michael mi ha detto:
-'Ei, potresti venire qui a cena venerdì sera. Così conosci i nostri genitori!' 
- 'Si, sarebbe stupendo, davvero.'
Ha aggiunto Dylan. E prima che potessi dire qualcosa mi ha avvisata che alle sei e mezza sarebbe venuto a prendermi. Io non volevo. Cazzo, no.

Lui era il mio piccolo segreto e la mia grande emozione.

Non volevo rendere pubblica il nostro "qualcosa". Non ero pronta, ecco.. Non ero pronta ad affrontare gli sguardi dei suoi genitori, le mille domande e quegli imbarazzanti momenti di silenzio che li seguono.

Non ero pronta e basta.

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