Forse esiste, la felicità, dico.

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Dylan mi ha accompagnata a fare il piercing, e ci siamo ritrovati un uomo alto due metri pieno di tatuaggi, e non so perché, ma appena l'ho visto ho pensato: 'Ecco, voglio lui. Lui mi farà i miei tatuaggi.' Mi ispirava sicurezza, si vedeva che era un uomo senza dubbi e senza paura.

Ci ha messo poco, e in fondo non ha fatto neanche tanto male. Dylan ha detto che stavo bene, che ero bella, ma non mi riconosceva più. Non vedeva più quella ragazza timida e insicura che tanto gli era piaciuta sul pullman di inizio settimana. Ci sono rimasta male, pensavo di piacergli, almeno un po'.. invece no, mi sbagliavo.

Ho pagato e me ne sono andata via subito, arrabbiata. Non con Dylan, ma con me stessa. Io spero troppo su tutto. Ed ero una stupida. Come avevo potuto anche solo pensare di piacergli? Dopo così poco? È proprio impossibile. Dico, in una settimana.. che cazzata. E come faccio io, eh? Che non riesco a togliermi i suoi occhi dalla testa. Che penso sempre alle sue labbra, a quanto sarebbe bello poterle baciare. Al suo profumo.. ecco, il profumo. Quell'odore che mi fa sentire al sicuro. La sua sfacciataggine, al suo bisogno costante di dire tutto quello che pensa, sempre. Come faccio io a non apprezzare ogni gesto che fa nei miei confronti, come faccio eh? Ecco appunto, non ce la faccio.

Che poi non è l'unico a "non riconoscermi", anche io non capisco più chi sono. Cosa mi sta succedendo? A me non è mai piaciuto un ragazzo in così poco tempo. Voglio dire, io sono una ragazza complicata, almeno così mi dicono gli altri. Non ho mai avuto ragazzi intorno, forse ogni tanto qualcuno diceva che gli piacevo, e dopo due giorni che mi riempivano di belle parole mi chiedevano di stare insieme. Io non potevo non ridergli in faccia, voglio dire, dopo due giorni? E dire che alcune volte pensavo mi sarebbero piaciuti seriamente, dopo averli conosciuti davvero. Quindi dopo aver detto loro chiaramente di no, puff spariti nel nulla. Io non sono così. A me piacciono i corteggiamenti, le sorprese. A me piacciono i piccoli gesti fatti l'uno per l'altra. Ci vuole tempo per conoscersi, e due giorni, non bastano. Ci dev'essere mistero e complicità. Si dev'essere felici, insieme. Come quando eri bambino. Ecco, stare con una persona è come trovare un amico con cui giocare il pomeriggio. Passare le serate a guardare i film della Disney, a litigare per la fetta di torta e a condividere i giocattoli. Non è che se vi piace lo stesso cantante allora siete perfetti insieme e ci dev'essere "un qualcosa", no. A me, piacciono le storie serie. Quelle che durano mesi, e non qualche giorno.

E allora com'è che mi piace Dylan? Non capisco com'è possibile. Non importa, tanto io non gli piaccio, e va bene così.

Dylan mi ha rincorsa fuori il negozio e continuava a chiedermi che avessi. Io ho continuato a camminare velocemente, finché non mi ha fermata da un braccio e mi sono girata. Avevo le lacrime agli occhi, le guance arrossate dal nervoso e tremavo come una foglia mossa dal vento. Dylan mi guardava e per una volta non ho abbassato lo sguardo, lo guardavo dritto negli occhi, non preoccupandomi di cosa avrebbe pensato di me.

-'Ei che ti succede? Emma.. cosa c'è?'
Aveva la voce flebile, era preoccupato e intanto cercava di asciugarmi le lacrime. Io lo respingevo e mi allontanavo
-'Nulla. Non succede nulla.'
La mia voce era fredda, netta. Ma Dylan insisteva
-'N-no Emma, no. Dimmi che hai.' 
-'Che ho? Davvero ti frega che ho?'
Lui ha annuito, aveva lo sguardo forte, come un segno di sfida.
-'Bene, Dylan. Sono semplicemente stanca! Non ce la faccio più a credere con tutta me stessa in qualcosa e poi vederla svanire nel nulla. È chiedere troppo essere felice per una cazzo di volta?! Eh?! Evidentemente si. Volevo solo.. volevo solo piacerti, capisci? E invece guarda che merda. Sono qui che ti sto urlando tutto lo schifo che ho dentro e tu che fai? Mi fissi con quei tuoi fottutissimi occhi azzurri che mi hanno fatto perdere la testa da subito e non dici nulla.'
Ci siamo guardati negli occhi per qualche istante e lui non ha detto una parola.
-'Dio Santo Dylan! Smettila di guardarmi così! Dì qualcosa, cazzo!'
Non è serivito a nulla. Mi fissava e basta. A quel punto stavo per scoppiare, ma non ne avevo voglia. Mi ero già messa in ridicolo abbastanza così. Allora l'ho guardato per qualche secondo in più dritto negli occhi e mi sono girata per andare via da lì. Ho fatto qualche passo, e non riuscivo a pensare a nulla. Sentivo solo un vuoto dentro che mi lacerava e basta.

-'Emma..'
ho sentito come un sussurro. Ma non gli ho dato retta.

-'E-Emma aspetta..'
Cosa voleva ancora? Dirmi che sono "solo un'amica"? Che non voleva rovinare l'amicizia e come tocco finale dirmi che sono una bella persona? Cazzate. Ma ormai mi ero già smerdata da sola, tanto valeva stare a sentire le sue merdate. Mi sono voltata e sono tornata da lui, lo guardavo con strafottenza, lui invece sembrava avere paura, di cosa non lo so. Voglio dire, sono alta la metà di lui, cosa potrei mai fargli? In ogni caso ero lì, che lo guardavo aspettando le sue parole. E dopo una ventina di secondi ecco che apre bocca, ma non dice una parola comunque. Mi sono stufata, e quando stavo per andarmene di nuovo, ecco che mi ferma dal polso, intreccia la sua mano nella mia, e abbassa la testa. Io lo guardavo negli occhi, e poi ha alzato la testa. Con l'altra mano mi ha accarezzato la guancia e io mi giravo, come per respingerlo. Ho abbassato la testa e guardavo le nostre mani, e pensavo a quanto fosse bello vederle unite. Dylan mi ha tirato su il viso dal mento mi ha guardato ancora negli occhi e prima che potessi togliermi, le sue labbra si sfioravano con le mie, per poi unirsi in un bacio, dolce e morbido, pieno di emozioni contrastanti. Dopo quello ne sono arrivati altri, misti a sorrisi e lacrime.

E in quel momento ho capito. Mi sbagliavo. Perché forse esiste, la felicità, dico.

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