Non si può in eterno.

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Dylan mi ha presa alla sprovvista. Ero incantata dalle sue parole, dal tremolio della sua voce, dal luccichio dei suoi occhi. Non ho saputo dire nulla, ero come pietrificata. Sapevo che non c'erano parole in grado di esprimere quello che avevo da dirgli, così ho risposto con il metodo più efficace di sempre: baciandolo. Era l'unico modo che conoscevo per ringraziarlo, non sono per niente brava con le parole, anzi, tendo a mandare tutto in frantumi quando ci provo.

Erano le due di notte quando mi ha riportata a casa, l'ho salutato come si deve e sono corsa a togliermi quelle scomode scarpe. Dopo essermi preparata per mettermi a letto ho guardato fuori dalla finestra, e si vedeva solo qualche stella quà e là. Ho ripensato a tutte quelle che ho visto con Dylan e solo a pensare a lui, mi è spuntato il sorriso. Mi sono buttata sul letto, fissavo il soffitto e ripensavo a quella serata stupenda, alle parole di Dylan che mi hanno fatto saltare qualche battito, ai suoi occhi che mi incontrano e al suo sorriso. E mi sono resa conto di non esser mai stata così felice. Ma forse non era solo felicità, forse, mi sono innamorata.

Sono passate due settimane e mancano pochi giorni a Natale. Dylan mi ha invitato ad andare con lui, suo fratello, e un paio di amici di suo fratello nella loro casa in montagna. Ero contenta, gli ho detto subito di si, ma dopo ho realizzato: mia madre. Era passato poco più di un mese, e ancora mia madre e a dire il vero tutta la famiglia, ancora non sapeva nulla. Non posso sparire per quattro giorni e basta, deve saperlo. Questo pomeriggio vedo Dylan, e ho bisogno di parlargli, di farmi aiutare, ho bisogno di lui.

Dovrebbe arrivare fra poco, intanto continuo a leggere il mio libro. Sono lenta a leggere, eppure avrò letto un centinaio di pagine e finalmente mi suona Dylan, così mi precipito alla porta ed esco, senza salutarlo. Saliamo in macchina e mi bacia. Si rende conto che sono fredda, e mi chiede che succede. Lo guardo agitata, tremo un po': 'Gelato?' Mi sorride, accende la macchina e dice 'Vada per il gelato.' Andiamo nel supermercato più vicino e prendiamo una vaschetta al cioccolato, le posate in plastica, e ci fermiamo in un parco. Troviamo una panchina tranquilla, rilassante e apriamo il barattolo. Inizio a mangiare, ansiosamente. Mi si congela il cervello e a quel punto inizio ad urlare, mi alzo in piedi e saltello veloce. Dylan ride, ride forte, poi si alza mi prende in braccio e gira su se stesso, due volte. Mi mette giù e mi bacia. Sorridevo, e poi sono tornata seria. 'Dylan, mia madre, non lo sa.'
-'Cosa?'
Mi sono seduta e ho ripreso il gelato in mano.
-'Di noi, non lo sa. Non posso venire con te in montagna altrimenti. Poi è passato più di un mese.'
Si è seduto accanto a me, ha ripreso il cucchiaino e ha continuato a mangiare.
-'Come hai intenzine di dirglielo?'
A quel punto ho iniziato a pensare, non mi veniva in mente niente, vuoto totale.
-'E se non glielo dico? Posso dirle che vado da Silvia, mi crederà'
-'No Emma, devi dirglielo. Deve sapere di noi. Non puoi più nasconderlo, non si può in eterno.'
Ho abbassato lo sguardo
-'Hai ragione..'
e poi l'ho baciato.

Ho pensato di dirlo a mia madre mentre le facevo le unghie, che a dire il vero è l'unico momento in cui stiamo un po' insieme.

Arrivata a casa dopo il pomeriggio con Dylan ho chiamato mia madre, per farle la proposta.

-'M-mamma?'

-'Si, dimmi'

-'Senti, sta sera ti va se stiamo un po' insieme? È da tanto che non abbiamo un momento per noi. Ti posso fare le unghie. E.. avrei da dirti una cosa.'

-'Ok. A dopo'

Ma ora come cazzo glielo dico? Merda. Sto camminando avanti e indietro per la stanza, agito le mani, e parlo da sola. Mi aiuta spesso, ma non questa volta.

Mia madre è arrivata.

'Ciao mà. Com'è andata oggi'
-'Bene.'
Iniziamo male, cazzo.
'Mà, come lo vuoi il colore?'
-'Il solito.'
Ci siamo sedute e ho iniziato a limarle le unghie. Abbiamo iniziato bene, a dire il vero. Mi ha parlato della sua giornata tranquillamente, con serenità e nel frattempo cercavo come dirle io della mia di giornata. E di tutte le altre prima.
-'Ah giusto, non dovevi dirmi qualcosa?'
Oh caspita. Ma com'è che si dimentica tutto e questo no? 'Si.. Non te la prendere, volevo dirtelo prima, ma non abbiamo mai un momento per noi, sei sempre al lavoro e..'
ho preso fiato
-'Ho un ragazzo, mamma. Si chiama Dylan, ha due anni in più. L'ho conosciuto sul pullman, stiamo insieme da un mese e poco più. Per Natale mi ha chiesto di andare con lui, suo fratello e degli amici di suo fratello in montagna, a casa loro. Ho conosciuto i suoi genitori.'
Ho detto tutto di fretta, e quando ho finito mia madre aveva gli occhi spalancati e stava in silenzio.
-'Un mese?'
Ha detto con voce tremante. Ho annuito.'
-È la tua prima storia?'
Ho annuito di nuovo.
-'Oh..'
-'Mi piace, mamma. Mi piace davvero. Dovresti vedere i suoi occhi, come sono belli! Il suo sorriso, è la fine del mondo. Quando mi bacia perdo la testa! Io.. io sono felice mamma.' Aveva gli occhi lucidi, e ha sorriso.'
-La tua, non è solo felicità, tu sei innamorata.'
Ho abbassato lo sguardo e credo di essere diventata rossa. -'Sembra proprio un ragazzo stupendo.'
Poi si è alzata e se ne stava andando. Mi sono alzata di colpo
-'Mamma!'
Si è voltata.
-'Ma.. quindi.. posso andare con lui? A Natale..?'
-'Prima voglio conoscerlo.'
Ho sorriso
-'Al più presto mamma.'
-'Magari lunedì a cena. Mangiamo la pizza, la prima volta non lo stermino con la mia cucina.'
Ha ridacchiato. L'ho abbracciata, forte forte. E le sussurrato un
-'Grazie mamma. Ti voglio bene.'
-'Anche io tesoro.'
Non me lo diceva da anni, che io ricordi.

La mia vita stava andando bene, molto bene.

Mi sono addormentata con il sorriso, uno di quelli veri.

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