Partire e non tornare.

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Mancano poche ore alla partenza, le borse sono pronte, Silvia mi fa compagnia ma sono agitata e neanche il suo sostegno riesce a tranquillizzarmi.
-'Dovrebbe già essere qua! Ma dov'è?! Non capisce che sto in ansia?!'
-'Oh santo cielo! Emma! Calmati! Ha detto che sta arrivando, c'è solo traffico.'
Mi ha detto Silvia, sbuffando. Ha ragione, ma la storia con Dylan è la mia prima storia seria, l'unica storia a dire il vero. Dovrò stare con lui, Michael e i suoi amici una settimana, non so se mi spiego. Voglio che sia tutto perfetto, nei minimi dettagli. Forse non proprio, ma quasi.
Il campanello suona e io mi precipito ad aprire la porta colta dall'entusiasmo di questo piccolo viaggio.
'Ei, sei pronta?'
-'Oh Dylan, finalmente! Quanto ci hai messo? Ovvio che sono pronta, che credi? Bhe su, andiamo? Silvia, vuoi un passaggio?'
In quel momento ho rivolto un'occhiata alla mia amica che sembrava sollevata nel vedere Dylan.
-'Oh no per carità! Non ci sto neanche più un minuto con te. Mi faccio una tranquilla passeggiata grazie.'
Mi ha risposto retoricamente, o forse non del tutto. Dylan ha sorriso, sembrava contento. Mi ha preso le valigie e dopo aver salutato Silvia si è diretto all'auto. Ho abbracciato la mia amica, confessandole di essere piuttosto agitata, e senza il suo stupore mi ha detto "andrà tutto bene".
-'Partire e non tornare. Bello, no?'
Ho detto a Silvia, con un sorriso.
Quando sono arrivata alla macchina Michael è sceso ad abbracciarmi, mentre nella macchina c'erano già i suoi amici che se la ridevano, di cosa non lo so, ma in ogni caso sono passata davanti alla macchina e ho salutato Dylan con un bel bacio, e le loro risate sono improvvisamente cessate.
Il viaggio sembrava non terminare più, mi sembrava di essere in un viaggio che non ha un punto di arrivo. Mi sono divertita comunque, perché abbiamo scherzato, riso e detto tante di quelle cazzate che sembrava ci conoscessimo da sempre.
Il tragitto è durato quasi due ore, ma quando siamo arrivati ho pensato che n'era valsa la pena. 
Sono rimasta in macchina un paio di minuti, con la bocca aperta, a fissare quel posto stupendo. Sembrava un po' di essere di nuovo in un film dell'orrore, c'era una sola casa, quella della famiglia di Dylan evidentemente, tutta in legno, moderna ma grezza, tutta vintage. Era circondata da una fitta foresta, si sentivano gli uccellini cinguettare, c'era un forte odore di resina, era un luogo a me familiare, anche se non c'ero mai stata. Abbiamo tutti posato le valigie nella propria camera, ma le mie le aveva portate in casa Dylan e quando sono andata a cercare la mia camera, ho trovato nella stessa stanza anche le sue. -'Dylan..? Ma.. Dov'è la mia stanza?'
Ha sorriso, e ha abbassato lo sguardo. Poi si è guardato intorno e ha detto: 'È questa!' Io sono sbiancata, iniziavo a capire
-'E la tua?'
Mi ha guardata storta, stupito e stranito e balbettando ha detto: -'È.. È questa, Emma.. C'è qualche problema?'
In realtà no, o meglio, non ce ne sarebbero stati se ci fossero stati due letti, ma ce n'era uno solo, matrimoniale. Ho scosso la testa, ho sorriso
-'No, tutto bene.'
Poi mi sono avvicinata e l'ho abbracciato
-'grazie..'
gli ho sussurrato dolcemente. In realtà ero un po' spaventata. Cioè, un letto matrimoniale? Che siamo, sposati? Molti coetanei dormono insieme, ma noi non abbiamo mai dormito nella stessa casa, figuriamoci nello stesso letto! Vedremo 'sta sera.
-'Oh ragazzi! Inauguriamo l'arrivo?'
Ha urlato Johnatan, chiamato John, uno dei due amici di Michael.
-'Aspettami! Arrivo subito!'
Ha risposto l'altro, Ryan. Sono andata da Dylan, e gli ho chiesto spiegazioni.
-'Oh nulla, è un nostro rituale. Ogni anno veniamo qui, questo è il primo senza i nostri genitori. Appena arriviamo andiamo in un lago qui affianco e ci facciamo il bagno.'
Mi ha spiegato ridacchiando. -'Ma siete matti?! È dicembre! Fa un freddo cane! Voi vi siete bruciati il cervello.'
-'Sarà, ma è divertente. E.. siccome sei qui con noi, tocca pure a te!'
Dylan mi ha presa in braccio mentre io urlavo come una bambina. Mi ha portata in camera
-'Cambiati, mettiti il costume. Io mi cambio in bagno. Fai in fretta che se no non ci aspettano.'
Io mi sono guardata allo specchio, e stavo sorridendo, spontaneamente. Ero felice. Così veloce mi sono cambiata e ho messo una maglia di Dylan, che mi stava enorme. Ho iniziato a gridare
-'Dylan muoviti! Guarda che non ti aspettiamo! Andiamo?!'
E così abbiamo iniziato tutti a correre nella foresta. Io correvo con Dylan vicino, seguivo Michael e i suoi amici. Correvo, e non pensavo a nulla. Correvo e basta.
Quando siamo arrivati al lago mi sono fermata un attimo, era bellissimo. Dylan si è avvicinato, mi ha preso la mano. Mi ha baciata e ha sussurato guardandomi negli occhi: 'sei pronta?'. Io gli ho lasciato la mano, continuavamo a guardarci negli occhi, e nel frattempo mi sono tolta la sua maglia e l'ho lasciata lì per terra. Gli ho ripreso la mano, l'ho baciato e gli ho sussurato: 'e tu?'. Ridevamo e abbiamo iniziato a correre, Michael, Ryan e John erano già dentro, noi siamo entrati fino alle ginocchia, ma faceva troppo freddo e stavo tornando indietro. Ma Dylan mi ha presa in braccio un'altra volta, è andato più lontano e io non avevo più freddo. Lo guardavo negli occhi, non dicevamo nulla. Sentivamo gli altri ridere, ma noi eravamo seri. Gli accarezzavo le guance e gli sistemavo i capelli. Poi mi sono accorta che quello era il momento perfetto, dovevo dirglielo. Lui doveva saperlo. -'Dylan, io ti amo.'
E sorridevo, gliel'avevo detto, finalmente. Ho sentito il suo cuore accellerare e lui sorridere, più di sempre. I suoi occhi brillavano, e anche i miei. Mi ha stretta più forte e mi ha baciata, poi si è fermato, mi ha guardato di nuovo negli occhi e ha detto: 'Anche io Emma. Ti amo.. sono pazzo di te. Ti amo.' E mi ha ribaciata una, due, tre e dieci volte. Ancora e ancora. Poi Ryan ci è finito addosso, e ci ha spinti leggermente. Così Dylan scherzando gli ha detto: 'hai osato toccare la mia ragazza?! Ora preparati ad affogare!' E gli è saltato sulla schiena e cercava di buttarlo sott'acqua. E Michael e John ridevano e tifavano per il loro amico e sono intervenuta. Sono saltata sulle spalle di Dylan per farlo smettere e tutti ridevano, e tutti erano felici.
Io ero felice, ero libera, ed ero innamorata.

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