In genere il destino si apposta dietro l'angolo, come un borsaiolo, una prostituta o un venditore di cianfrusaglie, le sue incarnazioni più frequenti. Ma non fa mai visite a domicilio. Devi incapparci. Il destino non arriva per chi non lo sfida continuamente, mettendo in gioco la propria vita, ed ha un crudele senso dell'umorismo. Dalla prima volta che Xue Yang aveva incrociato lo sguardo con Xiao Xingchen, ne era stato irrimediabilmente attratto. C'era, nella sua figura retta e candida, qualcosa che lo disgustava terribilmente, eppure lo attirava. Provava da sempre nei suoi confronti un insano e macabro desiderio di sporcarne le vesti immacolate, tanto quanto la sua anima, di tutto il sangue e la corruzione di quel mondo marcio in cui era cresciuto. Xiao Xingchen era la persona più inconciliabile con lui che potesse esistere, eppure il destino, nella sua macabra ironia, li riuniva sempre. Ed ogni volta provava quel sincero istinto di macchiare quel suo orrendo candore di tutti i peccati del mondo di cui lui era impregnato fin dalla nascita. Da che lo aveva incontrato la prima volta, Xiao Xingchen lo aveva sempre guardato con la disapprovazione di chi crede in una giustizia assoluta e inesistente e Xue Yang aveva sentito crescere in lui il desiderio di distruggere quella sua assoluta giustizia e purissima convinzione in qualcosa che per lui non esisteva. Ed ecco che il destino aveva di nuovo giocato di ironia con lui e lo aveva, per l'ennesima volta, riportato da quell'uomo. Ma ora gli occhi colmi di disapprovazione di Xingchen non lo giudicavano più, erano ciechi. E cieco era il modo in cui si era fidato di uno sconosciuto dalla voce roca, coperto di ferite, trovato al lato della strada. Un perfetto estraneo di cui non sapeva nulla se non il nome (e non certo il cognome). Xue Yang credeva che una cosa simile sarebbe stata la manna dal cielo per realizzare finalmente i suoi indecenti propositi verso Xiao Xingchen, eppure i giorni passavano e lui era ancora lì, seduto accanto all'uomo che aveva disperatamente desiderato far cadere in pezzi e distruggere, a guardarlo come non potesse più immaginarne l'assenza. Si sentiva regredito ad uno stupido ragazzino bisognoso delle sue delicate attenzioni, un adolescente in preda ad una disperata attrazione a senso unico. Ogni notte si diceva che sarebbe stata quella in cui si sarebbe approfittato della sua fiducia per fare di lui ciò che voleva, eppure ogni notte, guardandolo, si trovava a rimandare. "Lo sto già usando, non ho bisogno di niente altro." si ripeteva, ma cominciava a non credere più alla sua stessa bugia. Semplicemente ogni giorno desiderava un giorno in più da passare con lui e i più oscuri desideri del suo animo indietreggiavano davanti alla paura di mettere la parola fine a quel misero teatro di inganni. Gli aveva persino detto il suo nome, Yang, e sorrideva non visto quando dalle labbra di Xingchen usciva quell'"A-Yang" intriso di sincera dolcezza. Questa sua debolezza a Xiao Xingchen gli provocava disgusto per sé stesso, eppure era irresistibile. Si diceva di odiarlo e approfittava della sua ingenuità perché sapeva che quei sorrisi che gli riservava non erano per Xue Yang, ma per quello che credeva essere un perfetto sconosciuto, eppure era dipendente dalla sua perenne presenza al suo fianco. Era diventato avido delle sue attenzioni, possessivo della sua esistanza, feroce con chiunque osasse anche solo avvicinarlo. Erano soli, in quella città di tombe, e sarebbe stato tutto perfetto se con loro non ci fosse stata quella mocciosa di A-Qing. Gli occhi di Xue Yang si assottigliavano ogni volta che la guardava, mentre fingeva di essere cieca, perché lui sospettava, la sua era una finzione. Stava solo aspettando il momento giusto per smascherarla. Lei era furba, molto furba, non fosse stata un intralcio e lui non fosse stato completamente disinteressato a qualsiasi altro essere umano, l'avrebbe sinceramente ammirata. Invece la trovava un pericoloso impiccio e aspettava, come un predatore a caccia, il momento giusto per ghermirla silenziosamente al collo ed eliminarla. A-Qing era l'unico ostacolo al fatto che Xingchen fosse completamente alla sua mercé e Xue Yang non era abituato a dover dividere le sue proprietà, vivendo per strada non esistevano cose come condivisione e compromessi. Era tutta la sera che cercava di allontanare Xiao Xingchen da lui per poter stare sola in sua compagnia, ma Xue Yang era molto più furbo di lei e non glielo aveva permesso. La loro era una silenziosa guerra per le attenzioni incondizionate del loro Daozhang.
«Dove hai preso quel fermaglio?»
La sua domanda così diretta la fece sobbalzare. Il fermaglio, un sobrio e grezzo oggetto in legno scarsamente lavorato, cadde a terra con un tonfo. Anche Xingchen, al suo fianco, reagí alla sua uscita improvvisa. Xue Yang non le staccò gli occhi di dosso mentre lo cercava a tentoni, sempre intento nel cacciare lentamente la sua preda in attesa che facesse un passo falso.
«Non sono affari tuoi!» gli rispose seccata mentre la sua manina cercava disperatamente il fermaglio. Xue Yang attese che fosse abbastanza vicina all'oggetto e poi con un calcio lo allontanò, studiando A-Qing. La ragazza continuò la sua ricerca alla cieca finché raggiunse il fermaglio e lo nascose avidamente nelle pieghe del vestito logoro.
«Non lo avrai forse rubato, piccola cieca...»
«Non l'ho rubato! E non chiamarmi piccola cieca, sono A-Qing, te l'ho già detto!» Si mosse a tentoni nella direzione di Xiao Xingchen, in cerca della sua silenziosa protezione. «È un... Un dono...»
Xue Yang, che spostava lo sguardo da lei a Xingchen, assunse un'espressione sarcastica.
«Il mondo è pieno di persone pronte a regalare qualcosa ad una mendicante cieca.»
«Ti ho detto che non l'ho rubato!»
«Certo, è quello che ho detto!»
«Smettila! Non l'ho rubato, me lo ha regalato un ragazzo... Un ragazzo gentile al villaggio...»
La ragazzina abbassò lo sguardo cieco sull'oggetto estratto dal vestito e ne accarezzò la superficie grezza con la punta delle dita.
«Ma io non avevo nulla da dargli in cambio... Non gli ho nemmeno detto grazie, non gli ho mostrato alcuna riconoscenza, mi aveva spaventata, pensavo... Pensavo che mi stesse prendendo in giro...»
"Probabilmente lo stava facendo." pensò Xue Yang con una certa soddisfazione. Nessuno regalava niente al mondo, a meno che non avesse un secondo fine, a questo era abituato e così lui era fatto, perciò credere che fosse stato un gesto gentile lo fece ridere. Pensò con un sorrisetto a quali potessero essere le vere intenzioni del giovane, vagliando la possibilità di assecondare per liberarsi della mocciosa. Tuttavia, i suoi pensieri furono interrotti dalla voce di Xiao Xingchen.
STAI LEGGENDO
Flower Words
FanfictionStoria scritta a quattro mani con Hinachan23. Tratto da una role. Xiao Xingchen conosceva un modo particolare di esprimere i propri sentimenti. Forse ciò aiutò Xue Xang a capire ciò che provava davvero. Inoltriamoci nella storia sommariamente narra...