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Ogni domanda veniva palesemente evitata, facendo ribollire il sangue nelle vene di Song Lan, il quale continuava a credere nella sua teoria del plagio. Sicuramente Xue Yang aveva fatto qualcosa al suo... Scosse internamente la testa. Non sapeva neanche più dare un nome al suo rapporto con Xiao Xingchen. Il non vedersi per anni, essersi lasciati con una frase detta di getto, con rabbia, di cui immediatamente si era pentito, aveva cancellato tutto ciò che di bello c'era stato tra loro? Lui voleva che Xingchen sorridesse, che lo guardasse dolcemente come faceva prima, che rivolgesse delle belle parole con la sua voce calda solo per lui. Ogni frase del malvivente provocava sempre più rabbia nell'uomo, il quale si avventò sempre più freneticamente sul giovane. Sapeva che i loro livelli erano decisamente differenti, generalmente avrebbe avuto dei riguardi, magari ripensamenti, ma Xue Yang era imperdonabile.
Così le cupe vesti si strinsero appena intorno a quel petto che cominciava ad affannare, anche se non per lo sforzo, la gola si apriva, gridava parole che l'uomo non ragionava più.
Voleva distruggerlo.
Voleva che Xingchen fosse libero da quelle catene che si erano avviluppate intorno al suo corpo, quelle catene che aveva trovato fischiettanti.
Questo suo ardente desiderio lo portò a godere quando percepiva Fuxue affondare nella morbida carne, impregnandosi di quel fetido sangue che stava avvelenando anche il candido Cultore.
Impallidì quando sentì il racconto di Xue Yang. No, era impossibile. Sebbene avesse avuto dei sospetti, visto il differente colore delle iridi, si rifiutava di credere ad un tale incommensurabile sacrificio.
Song Lan si sentì svuotato: ogni singola parola pronunciata da quel maledetto lo faceva sentire sempre più miserabile. Con quale faccia si era presentato? Xingchen, oh, il buono, gentile, misericordioso, puro Xingchen... Non l'avrebbe mai perdonato.
Ma non importava. Ogni azione ha uno scotto e quello di Song Lan per liberare l'uomo che amava era quello di non vederlo mai più.
Avrebbe dovuto rassegnarsi ad una vita senza la sua luce, ma almeno sarebbe stato incolume, magari si sarebbero anche incrociati nuovamente, Song Lan avrebbe potuto guardarlo da lontano e vegliare su di lui.
Ad ogni parola sputata velenosa di Xue Yang, la determinazione accresceva, esattamente come diminuiva la lucidità. No, non poteva lasciarsi sopraffare, Xue Yang era un vile sobbillatore, avrebbe cercato il punto debole del suo avversario e avrebbe colpito non appena si sarebbe creata una crepa.
Non aveva parole per ciò che provava, così decise di ripetere ciò che gli disse Xingchen quando anni addietro si trovarono a cercare insieme le sanguinolente tracce di Xue Yang: «Sei un mostro... Uno spregevole mostro.»
Era riuscito ad avvicinarsi a Xingchen, a fargli fare quelle cose solo perché non poteva vedere ciò che stava facendo, ubbidendo incondizionatamente alle reazioni di Shuanghua. Aveva approfittato della sua cecità per fargli fare quelle cose orribili... Per macchiarlo, profanare il suo puro e nobile animo, condannandolo all'oblio degli assassini.
Le parole di quel demonio erano come il veleno che scivolava nel suo cuore. Sapeva che aveva ragione, era sempre stato un pensiero che l'attanagliava, ma una parte di lui aveva sempre cercato tra la folla quegli occhi e quel volto che tanto amava. Voleva andare da lui, invocare il suo perdono, prostrarsi se necessario, sperando che, ancora una volta, la misericordia del Cultore gli avrebbe fatto percepire nuovamente quella delicata mano sul suo viso, quello sfioramento al quale Song Lan si era abituato perché sapeva che per Xingchen l'amore era un argomento sconosciuto. L'aveva rispettato, aveva aspettato che fosse proprio l'altro a chiedergli qualcosa, magari sentendo degli istinti nel proprio corpo... Ma gli anni passavano e tutto ciò che Song Lan riceveva erano solo sorrisi e parole di una dolcezza tale, da fargli andar bene quella situazione. Aveva bramato quel corpo, ma lo considerava come un tempio, quindi aveva accettato quel sentimento a senso unico.
Ma poi aveva rovinato tutto.
«Per un po', sarà meglio che non ci rivedremo.» gli aveva detto. Ah, che stupido era stato. Accecato, percepiva solo il proprio dolore. Se avesse prestato un po' più d'attenzione, avrebbe potuto sentire il singulto strozzato che il candido Cultore aveva cercato di trattenere, le mani appena tremanti che si erano strette a pugno, unico sfogo di un dolore che nessuno avrebbe mai udito.
Si era pentito di tutto. Si era voltato, aveva chiamato quel nome che tanto amava, ma nessuno aveva risposto.
«A quel tempo, io...» esitò.
Cosa? Cosa voleva dire? Che era pentito? Ah, non doveva certo dare spiegazioni a quel dannato! Se non fosse mai esistito, Xingchen non avrebbe dovuto sopportare tutto ciò! Xue Yang non meritava una persona piena di luce come Xiao Xingchen.
«Menzogne!» gridò a quelle accuse sempre più incalzanti, che puntavano a fargli abbassare la guardia. «Tu lo hai corrotto! Gli hai fatto qualcosa, non è possibile che Xingchen si sia avvicinato a te!»
Era furibondo. Sapeva che Xue Yang aveva ragione, era quello che continuava a ripetersi da quando era accaduto quel fatto. Aveva paura che Xingchen non potesse più tornare indietro, aveva il terrore di non poterlo più rivedere, il panico lo assaliva al solo pensiero che Xingchen potesse scoprire ciò che Xue Yang gli aveva fatto fare.
No. Avrebbe ucciso quel mostro, avrebbe liberato Xingchen e sarebbe andato via.
Un uomo così puro non meritava tutta quella sofferenza.

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