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Che strana cosa l'attrazione. Che ne avesse memoria, Xue Yang l'aveva provava raramente e sempre in una forma talmente blanda da poter essere tranquillamente ignorata. Se concedeva il suo corpo, non era mai per attrazione verso l'altro amante, ma sempre per qualche vile secondo fine. Ingannava, illudeva, indeboliva, distraeva con quelle che aveva scoperto essere le sue armi migliori, il suo bel corpo e la sua mente svelta, semplicemente per ottenere quello che voleva. Non era quasi mai stato attratto dall'altro, riducendo tutto ad una massa di gesti appaganti, ma meccanici, ad un rapporto che durava unicamente il tempo di un atto carnale e si concludeva il più delle volte con la morte dell'altro. Qualche volta aveva scelto qualcuno con cui soddisfare un'improvvisa necessità e sì, ne era stato vagamente colpito e attratto, ma era stato il tempo di una parola detta o un gesto fatto che avevano attirato la sua attenzione, tutto qui. Non si era mai legato a niente e nessuno, considerando i legami qualcosa che portava solo infelicità e prigionia. Aveva imparato che se amava solo se stesso e contava solo su se stesso, poteva sopravvivere e avere anche tutto ciò che voleva. Non tenendo a nessuno e considerando ogni altra persona all'infuori di sé come un niente, non aveva rimorsi nell'ingannarli, derubarli, usarli o ucciderli.
Tuttavia ora la cosa era ben diversa.
Tuttavia con Xiao Xingchen la cosa era ben diversa.
Era parecchio che la convinzione di odiarlo era stata surclassata dalla certezza di esserne irrimediabilmente attratto. Quello però era un sentimento complesso, che lo confondeva, che lo rendeva preda di esso. Xue Yang non era abituato ad essere preda di niente, era sempre stato il predatore, ma non riusciva ad avere controllo su quel sentimento, un misto di sensazioni fisiche ed emotive che gli smuoveva corpo e anima come una tempesta. Sapeva di provare una potentissima attrazione fisica per Xiao Xingchen, la notte prima il solo vedere il suo corpo liberarsi dalla stoffa era stato capace di incendiargli il corpo e far restringere i pantaloni. Eppure se fosse stato solo quello, come aveva originariamente pensato mentre progettava quell'intricato inganno che lo aveva condotto tra le sue braccia, ora non si sarebbe fermato. Non si sarebbe nemmeno messo in discussione né sarebbe stato così delicato la notte prima. Ma c'era qualcosa di diverso, non si sentiva più l'uomo falso e crudele che era stato all'inizio dell'atto, soddisfatto di averlo ingannato per farlo cadere nelle sue mani ubbidiente e muto, ma provava nuovi desideri sconosciuti. Di Xiao Xingchen lui voleva tutto. Non solo il corpo , quell'involucro perfetto la cui sola vista lo eccitava, ma così anche la sua anima. Le sue attenzioni, le sue parole, i suoi gesti, i suoi tocchi, i suoi pensieri, i suoi desideri... Tutto. E avrebbe ingannato e ucciso chiunque, come aveva fatto quella notte, osasse pensare di poter avere anche solo un pezzettino di Xiao Xingchen. Al di là del morboso desiderio di profanare di nuovo il suo corpo, c'era una sete infinita di contatto, anche ora che erano così vicini voleva azzerare la distanza tra loro e averlo tutto per sé, corpo e anima, come la sua più bella bambola, ma con una propria volontà che lo accettava. Voleva anche quello di Xingchen. Il sentimento ricambiato, l'accettazione, le sue parole gentili rivolte a lui, tutto chiuso in un piccolo mondo che iniziava e finiva con loro e che a nessun altro era concesso di farne parte. Gli tremavano appena le mani dalla tentazione di muoverle e infilarle sotto le sue vesti, esplorare di nuovo le forme e sentirne il battuto contro il proprio finché avessero cominciato ad allinearsi, battendo all'unisono. Che sciocchezze, da quando gli interessavano quelle cose? Non gli bastava semplicemente l'atto? Cos'erano improvvisamente tutte quelle pretese su cose per cui non aveva mai provato alcun interesse? Mentre Xingchen parlava, Xue Yang arrivò alla conclusione di non essere più lo stesso uomo dopo la notte precedente. O forse già da prima.
Irrimediabilmente, aveva concesso a Xiao Xingchen di cambiarlo, anzi era rinato per lui dopo che il mondo lo aveva creduto morto, in quella seconda vita in cui poteva finalmente pretendere di essere amato da qualcuno. E concedersi la debolezza di ricambiarlo senza alcun rimorso. Sentirsi dire che amava stare con lui fu come ottenere una vittoria. Forse non amava stare con Xue Yang, ma amava stare con A-Yang. Era una cosa poi così malvagia? Assolutamente no. In quel momento era la risposta che voleva.
«L'ho tenuto... Il tuo fiore...» gli confessò incerto, vergognandosi di averglielo detto.
Lui e Xingchen erano due tipi di bugiardi diversi. Xue Yang mentiva con la stessa facilità con cui respirava ed essere sincero gli costava caro. Xingchen era una persona onesta, ma tendeva a omettere. Piuttosto che dire qualcosa, restava in silenzio. Era difficile da capire nella sua semplicità. Eppure ora gli stava confessando qualcosa con grande onestà. Il minimo era fare lo stesso, sebbene stringesse le mani a pugno, consapevole che si stava lasciando troppo andare. Scoprire i propri punti deboli era pericoloso, chiunque poteva azzannarti lì dove la carne dell'anima era più soffice, ma Xiao Xingchen? Di lui poteva concedersi di fidarsi, giusto? Ne ebbe la conferma quando la mano di Xingchen gli accarezzò la testa, l'ampia manica gli coprì la schiena e la guancia del Cultore si posò sulla sua nuca. Gli appoggiò le mani sulle braccia sentendo crescere in lui un delicato calore che lui attribuì in parte alla eccitazione di averlo di nuovo contro il proprio corpo e in parte a qualcosa a cui non sapeva dare nome.
«Cosa devo fare con te, Daozhang? Prima non mi dici niente e ora mi dici tutto...» Sentiva nelle narici il profumo particolare e unico che emanava la sua pelle, come l'aveva sentito la notte precedente mescolato al suo. Strinse i denti per resistere alla tentazione di muovere le mani lungo il suo corpo. «È stato nuovo anche per me. Diverso. E lo voglio riprovare. Con te e con nessun altro, capisci? Solo tu mi puoi dare questa cosa che voglio così tanto! La tua prima volta e tutte le successive, voglio che siano con me.»
Si dovette mordere il labbro per ricacciare indietro la frustrazione che il doversi confessare gli aveva portato. Si concesse quella coccola piacevole per qualche minuto ancora, quindi si sollevò. Passò la mano destra dalla spalla al collo e infine dietro la nuca dell'altro, scendendo per baciargli il collo e l'orecchio, ma resistendo alla tentazione di marchiarlo ancora. C'erano ancora i segni della notte precedente e non voleva rischiare di fargli del male, non in quel momento almeno, dopo che gli si era così dolcemente confessato. Persino un'anima marcia come quella di Xue Yang non poteva pensare di far del male in quel momento a quella creatura così pura. Quindi si staccò e gli appoggiò la mano sul viso, passando il pollice sulle sue labbra. Lentamente lo spinse verso il tronco dell'albero dove prima si era appoggiato.
«Ma se...»
Avrebbe voluto dirgli "ma se non vuoi, non importa", ma non ne fu capace. Perché lui lo voleva e anche parecchio e per quanto potesse essere cambiato e volesse davvero amare quell'uomo così innocente come si doveva, non era capace di mettere il suo benessere prima del proprio. Era già un notevole passo avanti quello che aveva fatto. Ah, se solo... Se solo lo avesse conosciuto prima. A quel pensiero tolse subito la mano dal suo viso. Che stava dicendo? Davvero avrebbe voluto essere sempre stato questo debole uomo che aspira in modo patetico, fino a supplicarlo, il corpo e il cuore di un altro? Assurdo! E la cosa più assurda era che Xingchen lo aveva ringraziato per ciò che avevano fatto, nonostante lo avesse fatto soffrire parecchio. Come poteva essere così innocente? E come poteva essere lui, Xue Yang, così patetico da sentirsene così attratto?

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