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Xue Yang non si era mai sentito in colpa nella sua intera esistenza per qualcosa che aveva fatto. Non si era pentito di alcun omicidio che aveva commesso, di nessuna azione vile che aveva compiuto o menzogna che aveva raccontato per ottenere ciò che voleva. Il rimorso e la vergogna non erano sentimenti che era solito provare. Tuttavia quando Xingchen gli disse che si sarebbe sempre fidato di lui, si sentì improvvisamente sporco. Se anche il Cultore in bianco avesse voluto aggiungere qualcosa, non avrebbe potuto farlo. Nell’esatto momento in cui aveva concluso la frase, Xue Yang gli aveva tappato la bocca con la propria. La mano destra si infilò nei suoi capelli e lo tirò più vicino, impedendogli di ritrarsi da quel bacio improvviso e irruento che non permise a Xingchen nemmeno di prendere un respiro. Di botto voleva zittirlo, lo aveva supplicato di fidarsi di lui, ma nel momento in cui gli si era concesso totalmente, qualcosa dentro di lui si era spezzato. Forse i resti rinsecchiti e aridi del suo cuore. Sapeva che Xiao Xingchen non aveva idea di ciò a cui stava andando incontro, così come non sapeva che tutta quella fiducia era fondata sugli inganni. Era esattamente ciò che aveva voluto, allora perché ora si sentiva così male ad accettarne la pura e incondizionata fiducia? E perché comunque non si fermava, nonostante quel rimorso? Se anche avesse scoperto di poter ancora provare vergogna, questa non sarebbe bastata a fermarlo. L’intero suo corpo aderiva ora a quello di Xingchen e la sua pelle era bollente come fuoco. Sentiva un formicolio sempre più forte tra le gambe ed ebbe la sensazione che l’intero sangue emigrasse dal suo cervello per scendere nel basso ventre e annullare così quel poco raziocinio che gli era rimasto. Le dita della mano gli accarezzavano delicatamente l’orecchio, insinuandosi sotto la benda per poi scendere lungo la mascella. Quando i loro volti si divisero, gli accarezzò le labbra con il pollice. Il volto di Xingchen era bellissimo, solo vederlo così vicino e sentirlo sotto le dita lo faceva diventare sempre più irrequieto.
«Se ti fidi davvero, lasciami fare. Fermami solo se ti faccio del male.»
Non era certo che si sarebbe fermato. Se da una parte quegli improvvisi sentimenti umani che avevano fatto capolino nell’aridità della sua anima lo spingevano a provare vergogna e premura, c’era la parte dominante della sua anima che voleva sentirlo urlare. Vedere il suo volto deformarsi meravigliosamente, prendere tutto di lui e lasciarlo svuotato. Gli diede un altro velocissimo bacio sulle labbra e poi cominciò a scendere, la mano tornata a cingergli la nuca per impedirgli di fuggire. Lasciava una scia umida al suo passaggio, passando dalle labbra alla mascella, dalla mascella al collo. Nel suo punto preferito, quello dove pulsava la carotide, Xue Yang si fermò ed ebbe premura di insistere maggiormente. I suoi denti dai canini appuntiti morsero delicatamente la carne e poté sentire il suo cuore battere all’intero della sua arteria. Il respiro di Xue Yang si fece via via sempre più pesante, man mano che il sangue defluiva dalla sua testa al suo inguine. Il suo corpo si strusciava lentamente contro quello di Xingchen, facendo sempre più pressione, fino a spingerlo a stendersi. Ebbe premura di tenere un braccio sotto la sua schiena, così che le ferite non urtassero il letto con il peso. Si trovò a cavalcioni sopra di lui. Il collo di Xingchen era così morbido e la sua pelle così profumata. La mano che lo aveva protetto dalla caduta scese tra la stoffa dei fianchi e si insinuò timidamente sotto di essa, in attesa di scoprire se lo avrebbe fermato o lo avrebbe lasciato fare. Non credeva che sarebbe riuscito a fermarsi. Non aveva mai provato una tale attrazione fisica, il suo corpo lo desiderava disperatamente. Ogni centimetro del corpo di Xingchen doveva essere suo, fuori e dentro, aveva totalmente smesso di ragionare. Nella sua mente si era già delineata l’immagine del corpo completamente esposto della luminosa luna, sudato e ubbidiente, pronto ad accoglierlo.
Tutti quei segni che gli stava lasciando, come fiori di inchiostro rosso che sbocciano su carta di riso, non facevano che accrescere quella immagine nella sua testa e renderlo sempre più impaziente e meno delicato. Torturargli il collo, l’orecchio e la spalla erano l’unica distrazione dal pensiero fisso di approfondire la mano nelle sue vesti e accedere il prima possibile al punto tanto agognato, ma non poteva farlo. Era sempre stato molto razionale e molto più freddo di così. Xiao Xingchen era cieco, non poteva vedere ciò che stava succedendo, ma poteva sentire. Sentire le sue mani e la sua bocca pizzicarlo e suonarlo come uno strumento musicale ed era ciò che aveva intenzione di fare.

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