Era una giornata come tante.
Il sole brillava sempre più debolmente per via delle nuvole autunnali che ormai coprivano il cielo, le ultime foglie cadevano dagli alberi ondeggiando nell'aria, e Yoichi Saotome stava osservando attentamente il suo compagno di classe Yuuichiro Amane.
L'espressione pensierosa e le sopracciglia aggrottate, assieme alla parvenza di non essere arrabbiato ma, più che altro, concentrato, fecero intuire a Yoichi che Yuu volesse dirgli qualcosa di importante.
Sbatté le palpebre sorpreso: non si aspettava minimamente che volesse parlargli, dopo tutto quello che era successo. Tutt'altro, si aspettava che fosse lui a dover andare a parlare con Yuu e a scusarsi per tutto ciò che non gli aveva mai detto nonostante sicuramente lo considerasse un amico.
E invece Yuu era lì davanti a lui, e lo osservava concentrato.
«Ehi, guarda chi si vede!» esclamò Gekkouin al suo fianco. Yoichi lo vide con la coda dell'occhio salutarlo con la mano, e si fece più attento nei suoi confronti.
Da una parte era grato che volesse parlare con lui; ed era abbastanza sicuro che non lo avrebbe fatto sentire in colpa per quello che era successo – anche se Yoichi era convinto di meritarselo. Dall'altra, però, non sapeva cosa aspettarsi dalla sua presenza lì: negli ultimi tempi Yuu e Mika stavano insieme ogni momento che potevano, e ciò comprendeva anche la pausa pranzo; era strano che Yuu non fosse con lui in quel momento, ed era ancora più strano che avesse deciso, invece, di venire a parlare con lui. Mika non era più importante di un amico che non si era fidato abbastanza di te?
«Oggi non sei dietro al biondino?» tornò alla carica Gekkouin senza tenere nemmeno la voce troppo bassa. Non che ci fosse problema, e lo sapeva: nessuno lì dentro avrebbe dato contro a Yuu per la sua bisessualità, nemmeno chi non lo sopportava. Gli volevano bene in troppi.
Tuttavia, Yuu fu colto decisamente alla sprovvista, perché arrossì parecchio e per un attimo distolse lo sguardo da loro.
«Uhm... no, oggi no.» disse con fare quasi evasivo. «Volevo... parlare con te, Yoichi.»
Era imbarazzato, o quantomeno non in grado di trovare le parole giuste; e ciò, visto che si trattava di Yuuichiro Amane, era quanto mai inusuale da vedere, a meno che non si fosse Mika. O Shinoa, anche lei sapeva mettere in imbarazzo, anche se per ben altri motivi.
«Me ne devo andare?» domandò Gekkouin con un tono tranquillo, come se nulla stesse succedendo e la cosa non lo offendesse.
Yuu sobbalzò. «No, no! Puoi rimanere, non c'è problema.» disse, stringendosi poi nelle spalle e adocchiando una sedia accanto a loro. «Posso sedermi?»
«Non è mica di proprietà di nessuno.» replicò Gekkouin con un sorriso. Yoichi annuì, e osservò Yuu che si sedeva di fronte a loro, un po' titubante.
Non era decisamente da lui. Possibile che fosse così teso perché doveva parlare con lui? Non era mica Mika.
Yuu sospirò e scrollò le spalle. «Yoichi, senti... so che ci siamo allontanati un po', e mi dispiace.» esordì, guardandolo però negli occhi. «Ho... Sono rimasto un po' sorpreso da tutto quello che è successo, e non mi aspettavo che... tu avessi avuto quel genere di vita prima di venire qui, o che il rapporto tra te e Kimizuki fosse di quel genere, e... ecco, non avevo capito niente, e mi dispiace non averlo fatto.»
Yoichi sbatté le palpebre, sorpreso. Non si aspettava che si dispiacesse per quello, tra le altre cose.
«Ma no... non hai capito perché non ti ho detto niente io, mi dispiace...» replicò. Yuu sembrò farsi più attento, e Yoichi sentì che era il caso di proseguire. «Ecco... non... non sapevo come dirti tutto quello che era successo... Kimizuki lo sapeva per forza di cose, ma... N-Non è che non ti ritenessi un buon amico!» esclamò, tenendo a precisare quel punto. «Ma... insomma, era strano, e... non volevo che vi preoccupaste troppo...» aggiunse, abbassando lo sguardo.
Yuu rimase per un attimo in silenzio, scrutandolo attentamente: Yoichi riusciva a sentire i suoi occhi sulla fronte.
Poi, fu quasi sicuro di averlo sentito sorridere.
«Siamo amici, no?» disse.
Yoichi sollevò lo sguardo, mentre sentiva come se un enorme peso fosse scivolato via dal suo stomaco spinto solo da quelle parole. Lo scrutò, grato che Yuu lo considerasse suo amico; lusingato che uno come lui si preoccupasse per lui.
Non voleva rischiare di perderlo di nuovo.
Ma stavolta non perché non voleva che il tempo di Yuu fosse sprecato, o almeno non solo. Sentiva, da qualche parte, un genuino e semplice sentimento di gratitudine nei suoi confronti; una felicità nell'averlo come amico che nulla aveva a che fare col rapporto che aveva sentito di avere con lui fino a poco tempo prima, basato sul "dover fare qualcosa perché lui aveva fatto qualcos'altro", o sul "sentirsi in colpa per non riuscire a ricambiare".
Semplicemente, era Yuu e gli voleva bene così com'era, non per quello che faceva per lui.
Ed era... un sentimento che non credeva sarebbe stato in grado di provare.
«Gli amici si preoccupano l'uno per l'altro, no?» fece ancora Yuu, inclinando la testa di lato per cercare il suo sguardo, che era andato a finire troppo in basso rispetto al suo. Yoichi arrossì, perché in effetti stava guardando le sue ginocchia e poteva sembrare stesse guardando altro, e lo alzò di scatto verso di lui.
Lo vide sorridere, come faceva sempre quando era contento e a proprio agio. «Quindi, se vuoi dirmi qualcosa, fallo!» lo invitò. «Se posso, farò in modo di darti una mano!»
Yoichi lo scrutò, stordito da tanto entusiasmo e da tutto quell'amore – che fosse romantico o amichevole – che Yuu riusciva sempre a irradiare verso le persone attorno a sé.
Era decisamente difficile volergli male, e il motivo era chiaro come il sole.
Ma c'era dell'altro, oltre all'affabilità naturale di Yuu che gli permetteva di essere apprezzato da molti.
C'era il fatto che Yuu avesse deciso di cercarlo di nuovo perché lo voleva come amico, e non perché fosse stato costretto dalle circostanze a considerarlo come tale. C'era il fatto che fossero entrambi lupi. C'era il fatto che Yuu avrebbe potuto andare a cercarsi un branco nuovo in cui stare, con tutti i lupi che c'erano in paese... invece, sembrava che essere in branco assieme a lui e Shiho gli piacesse al punto da voler appianare le incomprensioni, e voler lavorare insieme per essere una famiglia.
Si strinse nelle spalle, e sentì le labbra tendersi in un sorriso commosso.
Gekkouin aveva ragione. Erano una famiglia.
E in quanto tale, voleva essere utile... no, voleva bene a chi la componeva.
«Anche tu...» disse, trattenendo le lacrime che gli stavano per scendere per la commozione.
Era da tanto che non si sentiva così felice e a casa.
Era da tanto che pensava di non potersi più sentire così.
Sentì sulla testa la mano di Gekkouin, che gli scompigliò prontamente i capelli per sdrammatizzare un po' la situazione.
«Te l'ho detto, che ti vogliono bene!» esclamò. Yoichi arrossì e si strinse nelle spalle. «Vero, che te l'ho detto?»
«Sì, sì...!» replicò Yoichi.
«Perché? Avevi dei dubbi?» domandò Yuu, con tono che sembrava sorpreso.
Yoichi sollevò gli occhi verso di lui, e storse le labbra.
«Non... riguardo a prima.» spiegò, mentre Gekkouin smetteva di tormentargli i capelli. «Ma... dopo che hai scoperto che non vi ho raccontato parecchie cose... pensavo potessi essere arrabbiato...»
«Avrai avuto i tuoi motivi!» esclamò Yuu con convinzione, appoggiando le mani sul suo banco e sporgendosi un po' verso di lui. «Se vuoi possiamo parlarne... Ora, o quando vuoi!»
Gekkouin ritrasse la mano, e per un secondo rimasero in silenzio a guardarsi mentre lui annuiva all'offerta.
Yuu aveva l'innata capacità di far sentire a casa e accolte le persone cui voleva bene.
Era fortunato, ad avere un amico come lui.
«Ora direi che manca il teppista intellettuale, no?» fece Gekkouin.
«Non avete ancora parlato, mh?» domandò prontamente Yuu rivolgendosi a lui. «Vi siete almeno sentiti, da quando sei andato via da casa sua?»
Yoichi scosse la testa, stringendosi ulteriormente nelle spalle come a difendersi dal suo inevitabile giudizio. Era stato egoista con Kimizuki, del resto. «Non sapevo cosa dire...»
«Ma che è successo? È successo qualcosa di particolare tra di voi? ...Se vuoi parlarne, ovvio.» domandò Yuu, sporgendosi un po' in avanti come a volerlo ascoltare più attentamente. Yoichi si strinse nelle spalle, ma non fu difficile vedere nei suoi occhi che Yuu non lo avrebbe giudicato qualunque cosa fosse successa; quindi, dopo qualche tentennamento, decise di spiegarsi.
«Oh, ehi, Miyu!» esclamò Gekkouin all'improvviso facendo saltare entrambi. Yoichi e Yuu si voltarono verso di lui, e videro che stava agitando la mano verso una ragazza che stava passando nel corridoio.
Gekkouin si alzò di colpo, mentre Yoichi vedeva la ragazza tentennare e arrossire lievemente, e poi guardarsi intorno come per capire se Gekkouin avesse davvero chiamato lei o meno.
«Scusate, ragazzi.» si accomiatò lui, alzando una mano in segno di saluto e con un sorriso soddisfatto. «Voi andate pure avanti. Ci aggiorniamo dopo, okay Yoichi?»
Senza nemmeno aspettare una risposta, Gekkouin trotterellò contento verso la ragazza bassina che era rimasta sulla porta ad aspettarlo parecchio imbarazzata, e li lasciò per un momento allibiti a guardarlo mentre le metteva un braccio sulle spalle e se ne andava con lei.
Fu Yoichi, il primo a sospirare.
«È sempre il solito...» commentò.
«Mi sembra che si preoccupi per te.» considerò Yuu, che tardava a voltare lo sguardo dal corridoio per tornare a lui.
«Sì, non posso certo dire che non lo faccia.» commentò Yoichi. «Ma fa sempre così: appena i problemi sembrano un po' risolti torna a fare quello che vuole lui, come se niente fosse successo. Credo sia il suo modo di sdrammatizzare.»
Yuu si voltò verso di lui, attento. «Ma è davvero tuo fratello? Siete così diversi in tutto!»
Yoichi esitò per un momento, prima di rispondere – e proprio in quel momento, lo sguardo gli cadde sulla porta.
Trattenne il fiato, a vedere chi c'era sull'uscio della classe.
Rimase probabilmente talmente in silenzio che spinse Yuu a voltarsi a propria volta verso il corridoio – lo percepì tendersi un attimo, quando intravidero Mika passare, lanciare un'occhiata non proprio distratta alla classe, ed esitare quando incrociò lo sguardo di Yuu. Yoichi si soffermò giusto per un momento su di lui con la coda dell'occhio, e aspettò che l'altro entrasse in classe – ma lo vide andarsene dopo un breve momento, pur tenendo la testa bassa ed evitando il suo sguardo il più possibile, e procedendo molto più speditamente di poco prima.
Tuttavia, l'attenzione di Yoichi non era concentrata principalmente su Mika.
Sulla porta non c'era lui.
Sulla porta c'era Shiho.
Che stava esitando, pur con un cipiglio che voleva sembrare sicuro di sé, mentre pareva decidere se entrare o meno nella classe per parlare con lui.
Yoichi non se lo aspettava. Non in quel momento.
Aveva appena parlato di nuovo con Yuu, e non si aspettava che proprio quello stesso giorno si presentasse anche Shiho.
E che Gekkouin, quasi per combinazione, se ne fosse andato giusto qualche momento prima, tanto da non intimidirlo nemmeno sull'entrare o meno.
Shiho stava esitando per lui.
O forse per Yuu.
«Vuoi che vi lasci soli...?» suggerì Yuu, lasciando altruisticamente perdere Mika per un momento (o forse no?) e concentrandosi su quello di cui aveva bisogno lui, almeno a quanto pareva.
Yoichi tentennò.
Di cosa aveva bisogno?
Non ne era sicuro, in quel momento.
Yuu forse doveva andare dietro a Mika. Pareva che ci fosse qualche problema tra di loro, anche se Yoichi non ne comprendeva la natura... e avrebbe voluto. Non era sicuro di riuscire a dargli un consiglio, ma forse essere ascoltato gli avrebbe fatto ugualmente bene.
Ma in quel momento, Yuu sembrava aver bisogno di andare dietro a Mika per parlargli.
Solo che lui aveva bisogno che Yuu rimanesse lì.
Non era una cosa logica: era l'istinto che gli diceva che sarebbe stato meglio con Yuu al proprio fianco.
Non era sicuro di poter parlare con Shiho da solo... anche se significava che Yuu avrebbe dovuto rinunciare a Mika. Anche se significava che Shiho si sarebbe sentito in competizione con Yuu.
Era troppo egoista, di nuovo.
Forse avrebbe dovuto risolversi i propri problemi da solo...
«Se... se vuoi andare da Mika, non preoccuparti...» proferì alla fine, tornando a guardare lui mentre Shiho ancora esitava sull'uscio.
Yuu sembrò tentennare a propria volta, un po' in imbarazzo. «Non lo so... forse è meglio di no, per il momento. Non preoccuparti per me, Yoichi, pensa se vuoi rimanere a parlare da solo con Kimizuki o vuoi che lo mandi via perché non ce la fai ancora.»
Yoichi scosse la testa. «No... credo di farcela, ma non voglio parlare di tutto qui.» gli rispose a bassa voce. «Se ci sei tu, forse possiamo limitarci a parlare del branco...»
Yuu drizzò la schiena, apparentemente più attento. «Mi sembra una buona idea. In effetti vorrei capire anche io cosa dobbiamo fare...» considerò altrettanto a bassa voce, per poi voltarsi verso Kimizuki e agitare la mano. «Ehi, Kimizuki!» esclamò di colpo, facendo sobbalzare sia Shiho sia Yoichi per il cambio improvviso di tono e atteggiamento. «Che c'è, non sai più mettere un piede dietro l'altro tutto d'un colpo?»
Yoichi sospirò, mentre assisteva a quel cambio di comportamento che aveva palesemente qualcosa sotto. Shiho forse era riuscito anche a captare qualche pezzettino della loro conversazione, quindi probabilmente non sarebbe arrivato davanti a loro totalmente ignaro delle loro intenzioni... aveva sempre avuto un buon udito.
Yoichi sbatté le ciglia, mentre ripercorreva quella considerazione nella propria testa e Shiho si avvicinava a loro con uno sbuffo scocciato rivolto al suo Beta.
Shiho aveva sempre avuto un buon udito.
...Come Gekkouin aveva sempre avuto un ottimo olfatto.
Yoichi assottigliò gli occhi, perplesso, mentre rianalizzava quella sequenza di eventi.
Gekkouin se n'era andato giusto un paio di minuti prima che Shiho comparisse sulla porta.
Era impossibile che Gekkouin non lo avesse sentito arrivare. Shiho doveva essere abbastanza vicino perché Gekkouin lo fiutasse anche prima che lui arrivasse sulla porta; e per di più, quando era uscito in corridoio doveva averlo visto per forza.
Quindi...
Se n'era andato apposta?
Ma perché? Per lasciarlo parlare con lui senza interferire?
Gekkouin aveva sempre avuto un atteggiamento protettivo nei suoi confronti, specie se si trattava di Shiho, perciò era strano da parte sua... Normalmente lo avrebbe avvisato che stava arrivando e gli avrebbe chiesto se voleva parlarci.
Yoichi sollevò lo sguardo verso Shiho, confuso.
E la sua confusione doveva essere palese agli occhi degli altri due, che lo osservarono senza capire cosa gli stesse prendendo, perplessi quanto lui.
Fu in quel momento, quando gli occhi gli caddero di nuovo sul corridoio quasi per caso, che il cervello di Yoichi collegò improvvisamente qualcosa.
Un odore particolare che stava aleggiando nell'aria.
Un odore che sapeva di conoscere, ma non era mai riuscito a collegare alla fonte.
Non fino a quel momento, almeno.
Proveniva dal corridoio.
E improvvisamente, riconobbe tutto: l'odore, il suo proprietario, dove l'aveva sentito.
Spalancò gli occhi, stordito.
Qualcosa non quadrava.
Qualcosa non andava.
Mika storse le labbra in una smorfia scocciata e perplessa, mentre sentiva di nuovo sulle spalle la sensazione di uno sguardo addosso, come se qualcuno lo stesse seguendo.
Il problema era che non poteva essere Ferid.
Ferid non si sarebbe mai infiltrato nella sua scuola solo per pedinarlo e vedere cosa stesse combinando anche durante la sua vita scolastica.
In effetti, ora che ci pensava, non lo avrebbe nemmeno seguito di nascosto mentre era a casa sua.
Gli sarebbe bastato scassinare di nuovo la serratura ed entrare all'improvviso dentro la sua abitazione, violando per l'ennesima volta la sua privacy. L'aveva fatto un numero incalcolabile di volte, senza il benché minimo riguardo: non aveva senso che ora si mettesse a pedinarlo senza fronteggiarlo direttamente.
A meno che quello non fosse uno dei suoi giochini sadici per mettergli ansia addosso – non era del tutto da escludere.
Ma non sarebbe andato tanto in là da infiltrarsi nella sua scuola.
No. Quello che lo stava seguendo non era Ferid. Era qualcun altro.
Ma chi?
Mika tentò di guardarsi intorno, dopo aver passato la classe di Yuu e Yoichi senza azzardare a fare una mossa verso il primo.
Per un momento, gli vennero in mente gli occhi a metà tra lo speranzoso e il malinconico che gli aveva visto mentre incrociava il suo sguardo e passava oltre.
Non ce l'aveva fatta.
Erano passati quasi dieci giorni, dal messaggio che Yuu gli aveva inviato e cui lui non aveva avuto le forze di rispondere.
Non aveva trovato le parole da dire. Non era riuscito né a temporeggiare, né a rispondergli sinceramente, e nemmeno a mentirgli dicendogli, con un "no" secco, che non voleva stare con lui.
Non era vero, del resto. Stare con Amane gli faceva bene.
E per quanto sapesse che doveva andarsene, che doveva dirgli tutto, che doveva deluderlo e poi abbandonarlo, non era riuscito a fare nessuna delle cose che si era prefissato di fare con lui.
Quindi, non gli aveva risposto e aveva preso ad evitarlo a scuola.
A Yuu era bastato poco per capire l'antifona: l'aveva cercato per un paio di giorni, abbozzando richieste su dove si trovasse con gli altri membri del consiglio studentesco; per conto proprio, Mika aveva dato istruzioni a tutti sul non dire assolutamente ad Amane dove lui fosse, ed era stato il più lontano possibile dall'aula del consiglio, dedicandosi ai club che non fossero quello di atletica e finendo, spesso, per girovagare a vuoto nella scuola.
Dopo un paio di giorni, stando a quello che gli avevano riportato i ragazzi, Yuu aveva smesso di farsi vivo.
Mika non aveva idea di come sentirsi: se scappare non l'aveva fatto sentire sollevato, sapere che Amane l'aveva lasciato perdere ed era probabilmente deluso dal suo comportamento (o dal proprio?) lo stava facendo sentire peggio.
E tuttavia, in quei giorni continuava a sentire quella presenza che lo seguiva con gli occhi.
Se davvero era Ferid, non poteva farsi vedere con Yuu per nessuna ragione.
Mika strinse le labbra e drizzò la schiena.
Doveva andarsene da lì. Stava diventando troppo pericoloso.
Chi lo stava seguendo? E perché?
«Ma guarda, il nostro presidente del consiglio studentesco!»
Mika sobbalzò all'improvviso, quando si sentì un braccio avvolgergli le spalle con un approccio fin troppo amichevole.
Eppure, esitò.
C'era qualcosa, in quel braccio.
Forse la tensione dei muscoli. Forse la posizione poco rilassata della mano. Qualcosa.
Qualcosa che non era per niente amichevole.
E mentre cercava una spiegazione a quell'approccio così singolare, si ritrovò a sgranare gli occhi.
Improvvisamente, la sensazione di essere seguito era sparita.
Voltò solamente la testa verso la persona che si era avvicinata a lui con tanta confidenza, stordito.
E fu ancora più stordito, al vedere la faccia apparentemente affabile e amichevole di Gekkouin Saotome.
Quello affabile e amichevole con tutti, molto più di Yuu.
Quello che aveva catturato la sua attenzione fin dalla prima volta che l'aveva visto.
Era stato istinto. Non aveva saputo spiegarlo diversamente.
E con la logica, era arrivato a pensare di essersi concentrato un po' su di lui per via dei muscoli non indifferenti che aveva su tutto il corpo.
Mika tese i propri, mentre sentiva chiaramente il suo bicipite subito sopra la schiena, i muscoli dell'avambraccio sulla spalla destra, e parte dei suoi muscoli pettorali contro la spalla e il braccio sinistri.
Non erano i muscoli.
Gekkouin aveva un'altra aura rispetto a quelle che aveva sentito in quella scuola fino a quel momento – i muscoli avevano distratto il suo istinto dal capire quale.
Era stato stupido, incauto. Un imbecille che aveva abbassato la guardia cercando di vivere una normale vita adolescenziale quando non poteva viverla.
E ora, lo sguardo affabile e assieme perentorio che Gekkouin riservò solo a lui, curandosi di nasconderlo a tutti gli altri, gli ricordava che non poteva permettersi qualcosa del genere.
C'era qualcosa, in lui. Qualcosa che non prometteva nulla di buono.
Qualcosa che lo faceva assomigliare a Ferid.
Solo che Mika poteva dire di conoscere Ferid almeno un po'.
Di Gekkouin, invece, non sapeva nulla di nulla.
Se non che aveva quegli occhi che gli ricordavano Ferid nei suoi momenti di sadismo.
E, al contempo, assieme al suo sorriso, gli davano un'impressione del tutto diversa che non riusciva a identificare.
Era quello, a spaventarlo più di tutto.
Fu una voce bassa e inspiegabilmente dolce, quella che sentì uscire dalla sua bocca mentre cercava di dare un nome a quella sensazione che non riusciva a capire, e che rimaneva solo istintiva.
«Posso parlarti in privato, vero, Mikaela?»
Il lieve fruscio degli alberi, e il pesante silenzio che regnava in quel punto della foresta.
Era estate, e le cicale avrebbero dovuto frinire in continuazione. Ma sembravano essersi allontanate da lì.
Dovevano aver sentito anche loro l'aria.
Pregna di umidità.
Pregna di odore di metallo. E di sangue.
E di una puzza sottile e latente.
Qualcosa di freddo e metallico. Mischiato all'odore caldo e forte di animale.
Quello era... l'odore di Mikaela Hyakuya.
«Yoichi! Ehi!»
Yoichi si riscosse all'improvviso da quella visione del passato, e sentì chiaramente i propri occhi sgranati.
Fu solo in quel momento, che si rese conto di avere il fiato corto e che la testa gli girava.
Gli ci volle qualche istante per rimettere a fuoco quello che aveva davanti; quando ci riuscì, vide le espressioni preoccupate di Shiho e Yuu, in piedi di fronte a lui.
Era confuso da quello che aveva realizzato all'improvviso.
L'odore di Mikaela Hyakuya... era quello che aveva sentito in quella foresta quando era piccolo. Quando per la prima volta si era scontrato coi rischi di essere un lupo mannaro.
Mentre le sue percezioni dell'ambiente che lo circondava tornavano, sentì la mano di Yuu sulla spalla.
E improvvisamente, gli tornò in mente la mano di Gekkouin sulla testa, che l'aveva portato via di lì dicendogli che era pericoloso.
Gekkouin, che aveva sempre avuto un buon fiuto.
Gekkouin, che all'improvviso aveva pagato una vacanza per loro; che all'improvviso si era presentato alla sua scuola; che all'improvviso era uscito dalla classe.
Impiegò qualche attimo, per rimettere insieme le idee in merito a tutti gli avvenimenti che stava collegando.
"La mia famiglia era casualmente lì in zona, così sono venuto a cercarti."
"Non sono qui per la scuola. Sono qui per te."
"È un caso! Mi viene spontaneo chiamare Yuu per cognome e Mika per nome! È strano?"
"Dovresti fidarti dell'istinto di Yuu. È un lupo anche lui."
"Fidati del tuo istinto, Yoichi."
"Vado, mi aggiorni dopo, va bene?"*
Yoichi abbassò lo sguardo, stravolto.
Gekkouin era assieme a lui, quel giorno.
E aveva un olfatto molto fine, degno di un lupo vecchio come lui.
Quella volta, durante la vacanza estiva...
E tutte le volte che aveva visto Mika...
E ora che se n'era andato all'improvviso, lasciandolo in balìa di un'eventuale conversazione poco piacevole con Shiho...
Mika che era passato davanti alla loro classe poco dopo Shiho...
E quelle informazioni che Gekkouin gli aveva chiesto...
E poi, il suo tentativo di convincerlo che Mika in fondo non fosse probabilmente così male, e che dovesse fidarsi dell'istinto di Yuu...
...Gli aveva mentito.
Gli aveva mentito per tutto quel tempo...
L'aveva fatto per lui?
Aveva cercato di proteggerlo?
Forse. Non lo sapeva.
Eppure, ora...
Yoichi scattò in piedi, stravolto.
Gekkouin era sicuramente con Mika.
E Mika era stato lì, quel giorno di tanti anni prima. Il suo odore aleggiava attorno al cadavere di quel lupo.
Deglutì a vuoto, e alzò lo sguardo verso Yuu e Shiho, che lo guardavano stralunati e non sapevano cosa dire.
Se Mika davvero era quello che stava iniziando a sospettare... la possibilità che lui potesse ferire Yuu perché gli interessava solo la sua parte da lupo era davvero l'ultimo dei problemi.
Se Mika era davvero quello che pensava... allora loro... allora Yuu...
«Yoichi, ti senti bene?» domandò Yuu, perplesso. «Hai una faccia...»
Non era sicuro di stare facendo la cosa giusta. Soprattutto nei confronti di Yuu.
Ma doveva capire cosa stesse succedendo. Perché Gekkouin fosse andato da Mika. Perché ci fossero tutte quelle cose che non capiva.
Perché Mika fosse lì, e perché si fosse interessato così tanto a Yuu.
«Scusate.» disse, facendo per passare in mezzo a Yuu e Shiho. «Qualcosa non mi torna... devo andare a controllare.»
Uscì dalla classe ancora prima di rendersene conto, e seguì l'odore di Gekkouin nell'aria. Non era difficile trovarlo: il suo sudore aveva un aroma piuttosto intenso, per quanto gli umani non se ne rendessero del tutto conto.
E forse era proprio perché in quel momento lui non era del tutto umano e stava cedendo di nuovo il controllo al lupo, che sentì senza difficoltà i passi di Yuu e Shiho dietro di sé.
«Yoichi, ma che ti prende?» esclamò Yuu, standogli rapidamente dietro. «Sei sbiancato tutto d'un botto, e ora...!»
«È Gekkouin, vero?» domandò Shiho, lapidario.
Yoichi si bloccò, e si voltò verso di loro. L'espressione di Shiho era seria e attenta, ma non pareva particolarmente gelosa di Gekkouin, quando piuttosto concentrata sul capire qualcosa: forse cosa stesse succedendo, forse perché Yoichi si preoccupasse tanto di Gekkouin quando sembrava un tipo che sapeva badare a sé stesso.
Lo sapeva. Lo sapeva, e non era particolarmente preoccupato per lui: Gekkouin avrebbe saputo difendersi perfettamente anche se Mika fosse stato davvero un...
...Probabilmente avrebbe saputo difendersi.
...Doveva capire cosa stesse succedendo, e per farlo doveva parlare con lui e con Mika.
«Non è tuo fratello, vero?» insistette Shiho, avvicinandosi a lui e oltrepassando Yuu. Yoichi alzò un pochino le spalle come a difendersi, e lo fissò incerto sulla risposta da dargli. «Chi è?»
Yoichi scrutò prima Shiho, che lo stava guardando serissimo, e poi Yuu, che aveva un'espressione più che altro confusa.
Sospirò, e scosse la testa.
«È come se lo fosse.» spiegò. «Mi ha preso con sé quando sono scappato di casa. Si è preso cura di me da quel momento: ho passato assieme a lui diversi anni nelle foreste a vivere la sua vita da lupo, prima di arrivare qui...»
«Aspetta, aspetta...? Gekkouin è un lupo?» fece Yuu a bassa voce.
Shiho sbuffò. «Non era evidente?»
«Non così tanto!»
«Oh, andiamo, si vedeva lontano un miglio!» ribatté Shiho in un sibilo. «Quindi era il tuo vecchio Alpha?» chiese, tornando a rivolgersi a lui.
Yoichi scosse la testa. «No... non proprio. Non eravamo proprio un branco...» disse. Vide Shiho aggrottare le sopracciglia, perplesso. «Lui preferisce rimanere da solo.» proseguì. «Ha una famiglia d'origine, e ogni tanto va a fare loro visita, ma rimane poco con loro e preferisce starsene per conto proprio per la maggior parte del tempo. Da quello che so, sono un paio di secoli che vive così, quindi è proprio la sua natura.»
Shiho si irrigidì. «Un... paio di secoli...?»
Yoichi annuì, conscio che quell'affermazione doveva aver fatto nascere in lui la consapevolezza del perché Gekkouin lo avesse intimidito così tanto fin dal principio. C'era un'abissale differenza di età tra di loro; era qualcosa che Shiho non poteva assolutamente colmare.
Lo osservò ancora per un secondo, con fare serio.
«Mi ha detto che è venuto qui per controllare come me la cavassi...» spiegò. «È stato lui a trovarmi quando sono... scappato, quando eravamo in vacanza.» aggiunse a mo' di spiegazione. Shiho sgranò ulteriormente gli occhi, sorpreso. «Ah... Adesso non è il momento di spiegarti tutto...!» disse ancora guardandosi intorno e cercando l'odore di Gekkouin in giro; non faticò a trovarlo. Per il momento, tuttavia, il suo odore e quello di Mika erano distanziati. «C'è... qualcosa di strano... e devo andare a parlargli...» aggiunse, adocchiando Yuu dopo aver guardato attentamente negli occhi Shiho.
Lui sbatté le palpebre, apparentemente sorpreso dal suo gesto. Ma sembrò capire velocemente: non era mai stato stupido, e aveva un certo intuito.
Lanciò un'occhiata a Yuu, che stava guardando Yoichi confuso da tutta la situazione.
«Cosa non ti quadra...?» domandò infatti, col suo fare ovviamente ingenuo.
Yoichi storse le labbra. «Prima fatemene parlare con lui.» disse. «Voglio capire se mi sbaglio o meno...»
«Possiamo andare tutti insieme.» propose Shiho.
Yoichi sentì un brivido lungo la schiena, e gli rivolse un'occhiata stralunata.
«Se per te non è un problema...!» lo seguì a ruota Yuu, dopo aver rivolto un'occhiata sorpresa a Shiho.
Yoichi tentennò, stordito dalla piega che aveva preso la situazione: non voleva che Shiho e Yuu lo seguissero, in realtà. Avrebbero rischiato di vedere cose che non volevano. Soprattutto Yuu riguardo a Mika; era esattamente quello, il motivo per cui aveva lanciato quel messaggio a Shiho con gli occhi.
Avrebbe dovuto trattenerlo, non spingerlo ad andare con lui...!
«No, non è necessario!» esclamò, indietreggiando di un passo e gettando un'occhiata a Shiho, sperando nuovamente che capisse il suo messaggio senza doverlo esprimere a voce. Lui, tuttavia, nonostante i suoi tentennamenti sembrava serissimo in quello che stava dicendo, e nella sua volontà di seguirlo.
«Se Gekkouin è una sorta di tuo fratello ed è quello con cui hai vissuto fino ad adesso, è come un membro della famiglia.» fece, annusando rapidamente l'aria e prendendo a camminare seguendo l'odore di Gekkouin.
Yoichi spalancò gli occhi, stravolto dal fatto che riuscisse a fiutarlo anche se l'olfatto non era il suo senso più sviluppato; che stesse lasciando anche lui parte del controllo al lupo? Persino lui era talmente agitato che una cosa del genere stava diventando possibile?
Prese a corrergli dietro, dato che lui camminava molto rapidamente. Dietro di sé, sentì i passi veloci di Yuu che seguiva entrambi.
Cos'aveva intenzione di fare Shiho?
Aveva sicuramente capito le sue intenzioni. Non era stupido. Aveva sicuramente intuito che Mika c'entrasse qualcosa, e che Yoichi avrebbe voluto parlarne solamente con lui e Gekkouin.
Ma non lo stava lasciando fare.
Si stava preoccupando per loro? Per Gekkouin? Per lui, perché era troppo debole per fronteggiare Gekkouin e Mika? Non si fidava che Gekkouin lo avrebbe difeso? Pensava che lui fosse pericoloso?
Cosa gli stava passando per la testa, e perché stava facendo tutto il contrario di quello che avrebbe voluto?
In ogni caso, la sensazione che qualcosa non andasse e che quella mossa di gruppo non sarebbe stata una buona cosa si stava intensificando ogni secondo che passava.
E sentire l'odore di Mika assieme a quello di Gekkouin peggiorò solo le cose.
«Okay, ma che c'entra ora questo?» domandò Yuu dopo qualche passo, apparentemente sempre più confuso.
«In famiglia ci si dice tutto quello che è importante, no?» replicò Shiho senza guardare indietro.
Yoichi sgranò gli occhi.
Era quello, l'intento di Shiho.
Voleva che Yuu li seguisse.
Avrebbe potuto significare smascherare Mika davanti a Yuu.
Oppure, potersi fidare di lui una volta per tutte.
Possibile che avesse i suoi stessi sospetti su Mika...? Anche senza avere uno straccio di indizio...?
«Non so se Yoichi e Gekkouin sono d'accordo però...!» cercò di obiettare Yuu.
«Yoichi è parte della nostra famiglia, Yuu. Questo non è cambiato nemmeno di una virgola.» replicò Shiho con fermezza, imboccando le scale che portavano al tetto e lanciando loro un'occhiata decisa e determinata.
Yoichi rabbrividì.
Era deciso.
Non avrebbe potuto trovare un modo per farlo desistere dal suo obiettivo.
Non era nemmeno sicuro fosse una buona cosa provarci...
...Ma l'istinto gli stava urlando che non sarebbe stata una buona cosa andare su per trovare quei due assieme. Non davanti a Yuu.
Eppure, non riusciva a contrastare il brillio autoritario e determinato da Alpha che Shiho aveva negli occhi.
Lui e Yuu lo osservarono salire le scale una dietro l'altra senza nessuna fatica, come se fosse completamente motivato dal proprio obiettivo e la stanchezza non esistesse.
«Aspetta, non stai esagerando ora?» esclamò Yuu. «Non possiamo obbligarli a dirci certe cose! Esiste anche la privacy, ma dove cavolo vivi?!»
Yoichi rabbrividì, mentre anche Yuu lo seguiva.
Doveva fare qualcosa.
Ma cosa?!
«Sono sicuro che Gekkouin non avrà problemi a rispondere alle domande di Yoichi davanti a noi.» replicò Shiho con tono deciso, finendo di salire i gradini mentre anche Yoichi iniziava a seguirli. «Certe cose in un branco vanno condivise.»
«Non sai nemmeno di cosa si tratta-» obiettò Yuu raggiungendolo sulla cima delle scale, davanti alla porta. «Ma che vi prende, a tutti e due?! Prima Yoichi che sbianca e si mette a correre fiutando l'aria quando non ha mai avuto particolare empatia col lupo, e ora tu che ti metti a dire cose senza senso sul branco e...!»
Yoichi trattenne il fiato, mentre le lamentele di Yuu furono interrotte all'improvviso da un forte rumore metallico.
Sapeva che probabilmente Shiho e lui avevano avuto la stessa reazione.
Erano sbiancati, per non essere riusciti a fermarlo.
Per ragioni diverse, certo, perché Shiho non sapeva nulla dei suoi sospetti su Mika. Ma aveva sempre avuto qualche perplessità su di lui, e non voleva che sapesse che erano un branco.
Yoichi, per contro, si pietrificò sul posto, sapendo chi ci fosse dall'altra parte. Sapere che loro erano un branco non sarebbe stato sicuro per nessuno.
Ma nessuno riuscì a dire nulla.
Nessuno riuscì a fermarlo.
Se non la porta del tetto, che sbatté con violenza facendo visibilmente saltare Yuu sul posto.
Yoichi per un attimo sentì solo il rimbombo dell'uscio che si apriva e quasi cozzava contro il muro.
Per un attimo, rivide nella propria mente il salto che Yuu aveva fatto. La sua espressione esterrefatta e sempre più confusa.
Era più o meno la stessa che aveva la persona che aveva aperto la porta così di colpo.
Gekkouin.
Yoichi lo scrutò dopo aver scostato lo sguardo da Yuu: riusciva a vederlo attraverso le barre che reggevano il corrimano delle scale, una rampa più su rispetto a lui. Aveva spalancato la porta e stava guardando prima Yuu, poi Shiho e infine lui, sconvolto; probabilmente non si aspettava che venissero fin lì tutti e tre – al massimo, forse si aspettava Yoichi.
Riuscì solamente ad aprire la bocca, tuttavia, ma non a dire qualcosa.
«Mika...?»
Bastò quella parola pronunciata a bassa voce da Yuu, per ghiacciare tutti sul posto.
Yoichi sbarrò gli occhi, e guardò Yuu dal basso.
Era confuso.
Non sapeva talmente tanto che pensare che guardò per un attimo Shiho, e subito dopo Yoichi.
Pareva completamente smarrito.
E Yoichi, nel momento in cui incrociò il suo sguardo, capì.
Yuu non sapeva niente di Mika.
E sapere tutto l'avrebbe devastato.
A giudicare dai suoi occhi e dalla sua espressione, Yuu non aveva mai pensato niente di male su di lui. Persino ora, il massimo cui stava pensando era che avesse una tresca strana assieme a Gekkouin.
Doveva fare qualcosa.
Proteggerlo.
Yuu era stato quello che più l'aveva fatto sentire in famiglia.
Doveva proteggere la sua famiglia.
Doveva proteggere Yuu da tutto quello che stava per succedere.
Ma fece solo in tempo ad aprire la bocca e a muovere un passo verso di lui.
«Dannazione, che ci fai lì?! Ti avevo detto di non farti vedere!»
Yoichi non fece nemmeno apposta, a spostare lo sguardo su Yuu.
Lo vide, semplicemente.
Lo vide sgranare gli occhi per lo stupore e l'ulteriore confusione che sembrava stargli mangiando il cervello, mentre Gekkouin si voltava verso Mika sul tetto ed esclamava quelle parole.
Gekkouin si rese conto troppo tardi di quello che aveva detto.
Di quanto potesse suonare ambiguo.
Di quanto potessero essere necessarie delle spiegazioni.
Che ora sarebbero state del tutto inevitabili.
Doveva proteggere Yuu.
Yoichi scattò sulle scale e corse verso il pianerottolo davanti alla porta, mentre Yuu boccheggiava.
Non sapeva come, ma doveva proteggerlo.
I suoi occhi erano fissi su quelli di Mika.
E quelli di Mika erano fissi su di lui.
Yoichi fissò lo sguardo sul ragazzo straniero, scombussolato da quell'espressione.
Era un insieme di emozioni che non si aspettava di vedere da lui, dopo quegli occhi freddi che gli aveva visto la prima volta.
Confusione. Rimorso. Paura.
Affetto per Yuu.
Yoichi lo scrutò per un momento infinito in cui rimasero in silenzio, sconvolto.
Aveva sbagliato tutto?
Era stato tutto un malinteso?
Eppure, quell'odore era di Mika. Mika era lì. Esattamente come aveva sospettato.
Perché era lì con Gekkouin?
E perché Gekkouin non voleva che li vedessero insieme?
Si era davvero sbagliato, o i suoi sospetti erano davvero fondati, e Mika... Mika era...?
«Non... farsi vedere?» azzardò Yuu, spostando debolmente lo sguardo su Gekkouin, con un mezzo sorriso e un'espressione stravolta di chi non riusciva a credere a cosa stesse vedendo. «Che... che sta succedendo? Perché siete sul tetto assieme...?». Gekkouin fece per spiegarsi e Yoichi lo vide alzare le mani e aprire la bocca per parlare, e forse disse anche qualcosa – ma Yoichi fu troppo concentrato sullo sguardo di Yuu che, sconvolto, si era fissato su di lui, il sorriso che era sparito dalle sue labbra. «Yoichi, cosa volevi chiedere a Gekkouin...? Perché siamo qui?»
Yoichi cercò Shiho con lo sguardo – Shiho, che era ancora determinato, ma iniziava a vacillare.
Che ci facevano lì?
Come facevano a salvare la situazione?
«Che...?» azzardò Yuu, seguendo i loro occhi. «Ehi...!» esclamò voltandosi anche verso Shiho. «Che sta succedendo?!» disse, la voce sempre più alta e sempre più rotta dalla confusione e dalla paura di quello che avrebbe potuto scoprire. «Perché continuate a guardarvi?! Sapete qualcosa che io non so?! E perché siamo qui?! Perché Mika e Gekkouin sono assieme sul tetto...?!»
Poteva esserci una spiegazione fasulla al tutto, ma che sarebbe stata più accettabile di quello che Yoichi sospettava.
Poteva esserci una spiegazione temporanea, che avrebbe potuto essere valida finché non avessero chiarito il tutto...
«Calmati, calmati!» esclamò Gekkouin. «Stavamo solamente parlando!»
«E di cosa?!» ribatté Yuu, sempre più confuso. Lanciò un'occhiata a Mika, sempre più stordito dalla situazione. «Ehi... se quel messaggio è stato troppo, Mika, puoi fare come se non avessi scritto niente...!»
«Eh...?» fece Gekkouin, voltandosi verso l'interessato. «Che messaggio...?»
Yoichi sbirciò la figura dello straniero da dietro Yuu che, nel frattempo, si era avvicinato di mezzo passo a Gekkouin come se volesse essere più vicino a Mika.
Che, da parte propria, aveva l'espressione di chi era sempre più in trappola.
Yuu pensava che Mika lo stesse tradendo con Gekkouin. O che almeno ci stesse provando.
Dovevano continuare su quella linea, se volevano salvarlo da una delusione...
«No... quello non...» azzardò Mika, mentre Yoichi scambiava un'occhiata con Gekkouin, smontando sul nascere i loro piani.
«Gli... Gli stavo dicendo che mi piace, lo ammetto!» urlò Gekkouin con un'espressione che definirla disperata era usare un eufemismo. «Ma mi ha rifiutato! Dice... dice di essere innamorato di qualcun altro...!»
Yoichi sgranò gli occhi, sconvolto. Gekkouin si era adattato alla situazione talmente in fretta che persino nel tono e nella mimica facciale era quasi convincente. Osservandolo da un punto esterno ai suoi sospetti, Yoichi dovette ammettere che forse ne sarebbe stato quasi persuaso; certo, con quello che aveva in testa l'espressione di Gekkouin assumeva tutto un altro significato.
E confermava quasi del tutto i suoi sospetti... forse.
«È vero, Mika?» insistette Yuu. Aveva un'espressione sorpresa ma seria e ben determinata a capire quello che stava succedendo, tanto che persino Mika sembrò stupito di vederla.
Yoichi lo vide esitare, e sperò soltanto che tenesse abbastanza a Yuu da reggere loro il gioco.
C'era qualcosa che non quadrava, e iniziava tutto con Yuu.
Dovevano salvaguardare almeno lui.
Mika annuì con titubanza, e l'espressione sembrò convinta a sufficienza da essere passabile per mentire a Yuu.
Era solo per il momento, rispose prontamente Yoichi alla sensazione di senso di colpa che gli salì allo stomaco quando pensò che stavano mentendo alla persona più pura e sincera del branco, che non l'avrebbe mai fatto con loro. Dobbiamo salvaguardarlo da uno shock. È solo finché non avremo capito per bene cosa sta succedendo.
Le convinzioni di Yoichi rischiarono di crollare, quando Yuu si voltò proprio verso di lui con un'espressione decisa.
E lui capì all'istante dai suoi occhi il perché di quella faccia.
Non era convinto. Né da Mika, né da Gekkouin.
Doveva convincerlo lui.
Ma come...?
«È vero, Yoichi?» domandò Yuu, con l'espressione palesemente poco convinta da tutto quello che stavano dicendo. «Siamo venuti fin qui sul tetto per un tuo sospetto sul fatto che a Gekkouin piacesse Mika?»
Yoichi deglutì a vuoto.
Era evidente da come aveva formulato la domanda, che non credeva a quello che gli stavano dicendo.
Esitò.
Non voleva mentirgli.
Ma rispondergli la verità avrebbe rischiato di smascherare Mika... e a giudicare da come si stava comportando, i suoi sospetti erano fondati. Avevano solo bisogno di una conferma da parte sua.
Conferma che magari Mika non avrebbe dato – ma se Yuu aveva intuito già da quelle poche espressioni che qualcosa non quadrava, una conferma o una smentita da parte di Mika servivano a poco...
E se l'aveva intuito, significava solamente due cose: Yuu magari non conosceva molto bene Mika, ma lo aveva osservato abbastanza da capire le sue espressioni almeno un minimo; e Mika era molto meno freddo e distaccato rispetto alla prima volta in cui l'aveva visto, tanto da lasciare che Yuu interpretasse la sua mimica facciale.
Possibile che Mika stesse cambiando grazie a Yuu? Era ormai praticamente sicuro che lui fosse lì, quando quel lupo era morto; che l'odore metallico che aveva sentito fosse quello della lama con cui l'aveva lacerato alla gola; e a giudicare dalle reazioni di Mika, era esattamente così. Altrimenti che ragione avrebbe avuto, a non voler far capire nulla e a reggere il gioco a Gekkouin?
Ma come fare...? Come fare a tutelare entrambi abbastanza da parlare con Mika senza che Yuu fosse nei paraggi?
«Yoichi...!» lo richiamò Yuu con tono deciso.
Yoichi sobbalzò, e tornò a guardarlo attivamente.
Cosa doveva fare...? Cosa doveva dire? Forse era ormai troppo tardi per continuare con quella farsa...?
«Io...» azzardò a bassa voce, senza riuscire a terminare la frase.
«Oh, andiamo!» sbottò Shiho, facendo saltare tutti sul posto. «È palese che non siamo qui per quello!» aggiunse.
Yoichi sentì tutti i piani su cui stava lavorando pedissequamente crollare nello stesso momento nella sua testa, alle parole di Shiho.
Perché lui insisteva su quella strada? Perché non voleva salvaguardare Yuu da una potenziale delusione?
Yoichi lo scrutò, stordito e confuso per via del suo intervento.
Aveva un'espressione decisa e sospettosa nei confronti di Mika, cui rivolse un'occhiata di fuoco.
Yoichi lo intravide irrigidirsi sul posto, e Gekkouin che stava passando lo sguardo con aria disperata dall'uno all'altro.
Forse... forse Shiho voleva salvaguardare Yuu?
Da Mika? Da quello che poteva essere di male per lui?
Forse continuare su quella strada e rivelare tutto era la via migliore...?
Forse... ormai non c'era davvero altro modo...?
«Dài, Yoichi!» fece Shiho con tono sfrontato. «Fa' a Gekkouin le domande che dovevi fare! Siamo qui per questo, no?»
Yoichi lo fissò sconfortato, senza capire cosa sarebbe stato meglio fare. Doveva parlare? Doveva mentire?
«Non per parlarne davanti a Yuu...!» esclamò alla fine – si rese conto solo dopo di quello che aveva detto, e sobbalzò abbattuto. Era troppo confuso anche solo per capire cosa stesse succedendo e cosa potesse fare.
«Perché no...?»
La voce tremula e frastornata di Yuu fu come uno schiaffo alle orecchie – Yoichi si voltò di scatto verso di lui, mortificato. «Ehi... Ma che sta succedendo, ragazzi? Che cos'è che non dovrei sapere...?»
Yoichi lo scrutò negli occhi desolato. Yuu aveva l'espressione confusa e delusa di chi si sentiva escluso da qualcosa di estremamente importante. Cosa che del resto stavano facendo: lo stavano escludendo da una questione che sembrava importante per il branco. E lo stavano escludendo da qualcosa che riguardava Mika.
Per l'ennesima volta, si chiese cosa fare. Stava andando tutto a rotoli: in primis, i suoi intenti di chiarire la questione prima di parlarne con Yuu, in modo da capire le vere intenzioni di Mika – del resto, poteva anche essere stato in quel punto, quel giorno in cui era morto il lupo, solo perché voleva capire cosa fosse successo; forse non era strano per uno studioso di lupi.
Forse Gekkouin era davvero lì per parlargli di tutt'altro; forse voleva solo chiarire qualche punto sulla relazione tra lui e Yuu dopo il discorso che avevano fatto in merito.
Forse si era completamente sbagliato. Forse Gekkouin era lì per tutt'altro.
Eppure, il comportamento di Mika... Quel suo sentirsi in colpa così visibile...
Si voltò verso di lui, confuso, cercando di capire se davvero quello che aveva visto potesse confermare i suoi sospetti e, al tempo stesso, fargli carpire se Mika tenesse abbastanza a Yuu da aver instaurato un'eventuale tregua almeno con lui.
Spalancò gli occhi, a quello che vi vide.
Era... determinazione, quella?
No. No, non era determinazione pura e semplice.
Quella era disperazione.
Stava guardando Yuu con gli occhi di un disperato che non aveva più niente da perdere.
Ma che poteva far guadagnare qualcosa a qualcun altro.
A Yuu.
Yoichi trattenne il fiato.
Shiho non lo vedeva quello, probabilmente. Forse nemmeno Yuu lo vedeva del tutto... o forse sì, ed era sempre più confuso. Yoichi non lo sapeva. Non riusciva a togliere gli occhi da quelli di Mika.
I suoi sospetti erano reali, e quello sguardo era la sua conferma.
Eppure... nonostante tutto quello, avrebbe voluto andare lì e impedirgli di fare qualsiasi cosa la sua disperazione avrebbe potuto portarlo a fare.
Voleva fermarlo. Sentiva che doveva fermarlo.
Si era sbagliato. Gekkouin si era sbagliato, forse. Shiho si era sbagliato, su tutta la linea.
E Yuu invece... Yuu, per quanto non sapesse nulla... forse era quello che aveva capito Mika un po' più di tutti loro.
«Mika...?» biascicò Yuu rompendo il silenzio che si era venuto a creare; la sua voce era debole e tremante. «Mika, cosa c'è...?»
Mika premette con forza le labbra l'una contro l'altra, mentre lo guardava. Yoichi vide il suo labbro inferiore tremare un poco, mentre assottigliava gli occhi e scrutava ancora Yuu in silenzio per qualche momento.
Avrebbe parlato. Gli avrebbe detto la verità.
Era la cosa giusta? Non lo era?
Qualcosa gli urlava che non lo era.
Ma ora non poteva più fermare nulla.
Ed era stata tutta colpa sua.
Sua, perché non era stato capace di andarsene con una scusa. Sua, perché non era stato in grado di insistere con Shiho per andare da solo. Sua, perché non era riuscito a gestire la situazione. Sua, perché non si era fidato almeno un pochino di Gekkouin o di Mika...
«Gekkouin... mi stava chiedendo che intenzioni avessi... riguardo a te.» proferì a bassa voce, come se avesse timore di far sentire davvero quello che stava dicendo.
Lo stava per dire davvero.
«Eh...?» fece Yuu, lanciando un'occhiata a Gekkouin. «Tu...? Perché...? Che c'entri tu...?»
«Si stava preoccupando per te. Per voi.» replicò Mika dando a lui e a Shiho un'occhiata veloce, gli occhi e il tono di voce quasi distanti – sembrava che stesse quasi tornando lo stesso di qualche mese prima; eppure, Yoichi lo vide stringere un pugno.
Si morse il labbro. A Mika dire quelle cose stava facendo male. A Yuu avrebbe fatto molto peggio... Doveva fermarlo.
«Preoccupando...?» domandò Yuu con fare confuso, rivolgendo uno sguardo a Gekkouin – che, da parte propria, era esterrefatto e stava guardando Mika con l'espressione di chi non si aspettava assolutamente quello sviluppo di eventi, e che avrebbe voluto fermare tutto a propria volta. «Per il fatto che sei un umano e... No... aspetta... hai detto "per noi"?» aggiunse, lanciando un'occhiata rapida anche lui a Shiho e Yoichi, per poi tornare rapidamente su di lui. «Che significa? Perché?»
Mika rimase in silenzio per qualche secondo. Le dita della mano che fino a poco prima era chiusa a pugno presero ad estendersi brevemente e poi a richiudersi, passando le une sulle altre mentre lui abbassava lo sguardo, come se pensasse alla maniera giusta di esprimere il concetto che voleva esprimere.
Non c'era.
Non doveva.
Avevano tutto il tempo di fermarlo.
Eppure... ormai...
Yoichi notò solo in quel momento che riusciva a vedere Mika meno nitidamente di prima. Notò che le nuvole in cielo si erano fatte più scure solo quando sollevò lo sguardo verso di lui, e vide qualche goccia di pioggia cadergli alle spalle mentre lui apriva la bocca per parlare di nuovo.
«Sono un cacciatore, Amane.»
Quelle poche parole ebbero un effetto maggiore di quello che avrebbe avuto un fulmine se fosse caduto lì sul tetto.
Yoichi sentì lo stomaco contrarsi, mentre fissava Mika stordito.
...Era davvero così.
Avevano davvero avuto un cacciatore vicino per tutto quel tempo.
Avevano davvero rischiato che facesse loro qualcosa.
Le sensazioni di Shiho erano sempre state fondate.
Vide il braccio di Shiho protendersi davanti a lui, come a volerlo proteggere da Mika e dai pericoli che avrebbe potuto comportare la sua presenza lì, per il fatto che ora sapesse che erano un branco.
Mika gli rivolse giusto un'occhiata. Chiuse gli occhi senza dire nulla, e non si mosse nemmeno di un centimetro.
Spostò solamente lo sguardo da loro a Yuu.
E Yoichi poté vedere la distanza che si stava formando nei suoi occhi rompersi improvvisamente.
Venire colmata da un'espressione improvvisamente stupita e partecipe.
«Amane...?»
Yoichi, Gekkouin e Shiho si voltarono verso di lui come un sol uomo, stravolti ma consapevoli che Yuu sarebbe stato quello più colpito di tutti.
Fu un momento solo.
Un momento in cui sentì Gekkouin mormorare un "oh no" mortificato, mentre intercettava gli occhi di Yuu.
Fu solo per un istante, ma Yoichi li vide.
Erano vuoti.
Poi, Yuu scattò all'indietro.
Yoichi si voltò mentre, in una parte del cervello, capiva quello che era successo solo da quello sguardo.
La conferma gli arrivò quando lo vide saltare sul corrimano vicino a loro, e poi saltare su un altro pezzo del corrimano una rampa più giù.
«Yuu...!»
Fu quasi sicuro che quella fosse la voce di Mika, che lo chiamava per nome nonostante tutto quello che era, nonostante tutto quello che aveva detto.
Ma fu tutto confuso.
Gekkouin che urlava un "merda!" e si metteva all'inseguimento scendendo i gradini a due a due, mentre Yuu era già schizzato nel corridoio e correva probabilmente come un forsennato.
Shiho che cercava di tenere lontano Mika da loro e di farsi valere contro di lui.
Mika che esclamava un "non voglio farvi niente, lasciami passare!" e spintonava lui e Yoichi.
E Yoichi che non riusciva a distogliere lo sguardo da quella rampa di scale sotto di loro, da cui Yuu era sparito. Non riusciva a muoversi, e non riusciva a parlare.
Quello che era successo era chiaro come il sole, almeno a lui. Era successo anche a lui, non molto tempo prima.
Ma lui era plausibile. Yuu invece era totalmente inaspettato.
Yuu era quello che più di loro era separato dal lupo. Quello che era strano anche per tutti gli altri lupi che vivevano lì, perché nessuno sperimentava lo stesso distacco dalla parte animale che sperimentava Yuu, nemmeno quelli che lo rifiutavano come faceva Yoichi. Il distacco era talmente ampio da non fargli ricordare nemmeno un briciolo di momento passato come lupo dopo le notti di luna piena...
Eppure, ora aveva ceduto il controllo al lupo.
Yoichi deglutì a vuoto, impotente, mentre osservava Mika scendere le scale di corsa e cercare vanamente Yuu che, ormai, era sparito chissà dove in preda allo shock e al più puro istinto, come probabilmente mai avrebbe voluto fare.
Aveva subìto uno shock tale da fargli perdere del tutto il controllo di sé.
Ed era stata tutta colpa sua.
Era stata tutta colpa loro.
*Le frasi sono volutamente non accurate, per il fatto che non necessariamente, quando si ricorda qualcosa che è stato detto, lo si ricorda con le parole esatte.
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Il Paese dei Lupi
FanfictionYuuichiro Amane è un comunissimo ragazzo liceale che vive in un normale paesino, con una famiglia tranquilla e amici e conoscenti che gli vogliono bene. La sua vita passa liscia come l'olio, costellata dei normali avvenimenti che possono coinvolgere...