Capitolo 24 - Preludio alla notte dei mostri e degli spiriti (parte terza)

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[NB: ho pubblicato quattro capitoli tutti insieme, sperando di darvi qualcosa di interessante e piacevole da leggere durante questa quarantena. Se siete piombati all'ultimo capitolo, risaltate quindi indietro al 21 per leggere tutto in ordine!]




Casa Amane sembrava un accampamento.
Mitsuba si era ritrovata, a un certo punto di quella notte di luna piena che volgeva quasi all'alba, con un sacco di persone sulla porta di casa di Yuu: era rimasta lì su richiesta di Shinoa, attendendo loro notizie o che Yuu tornasse a casa da solo – di certo, non si aspettava che invece sarebbero arrivati una tale quantità di persone e lupi più o meno feriti.
E tuttavia, Shinoa l'aveva salutata con la solita verve allegra e spensierata, come se non fosse successo niente.
Con quell'atteggiamento che da altri era considerato irritante e che invece, Mitsuba lo sapeva fin troppo bene, era il modo migliore che Shinoa aveva per affrontare situazioni simili: pensare positivo e fare la cretina per sollevare il morale agli altri, anche a costo di farli incazzare sulle prime.
Sospirò, mentre finiva di raccattare anche l'ultimo asciugamano zuppo di acqua che fino a poco prima era stato sul pavimento dell'ingresso, e lo portava in lavanderia assieme ad altri che aveva tra le mani. Per quanto fosse solamente acqua e un po' di terra, ringraziò mentalmente Ayako ancora una volta per averle fatto usare i guanti per trasportarli; le abitudini della famiglia Sangu e le fissazioni di sua madre sulla pulizia non la aiutavano per niente a non vedere germi in ogni punto di quei pezzi di spugna, e la signora Amane ormai la conosceva abbastanza da capire le sue esigenze in fatto di eccessiva igiene.
Del resto, Mitsuba era rimasta lì a prendersi cura di casa Amane per tre lunghi giorni mentre i genitori di Yuu erano fuori a cercare il figlio assieme a Tsukki, ed erano tornati solamente qualche volta per mangiare e fare il punto della situazione; Mitsuba aveva quindi provveduto da sola a cambiare gli asciugamani per terra una volta che li aveva ritenuti troppo sporchi e bagnati, a pulire il tatami dall'acqua e dallo sporco, a cucinare per tutti, a riordinare un poco la casa, a sistemare i vestiti per tutti in modo che avessero un numero sufficiente di cambi. Ayako le aveva dato libero accesso alla lavatrice e ai prodotti per pulizia già dopo la prima volta che era tornata a casa: le aveva semplicemente spiegato come fare e dove si trovavano le cose, ancora scossa per tutto quello che era successo e che stava succedendo a suo figlio. L'aveva ringraziata anche parecchie volte, quando era tornata lì, per essersi presa cura della sua abitazione e di tutti quelli che stavano cercando Yuu, quando lei non aveva potuto farlo.
Mitsuba sorrise amaramente, mentre infilava gli ultimi asciugamani in lavatrice e predisponeva detersivi, candeggina e tipo di lavaggio.
Era tutto ciò che aveva potuto fare.
Non era un lupo. Non era un cacciatore. Non era nemmeno parente di Yuu.
Era solamente... una ragazzina a caso, finita in un gruppo di lupi per via della ragazza con cui aveva una scopamicizia. Una stupida, silenziosa nerd che non era riuscita a fare altro che a sistemare casa, lavare panni e pavimenti, e aspettare, perché non aveva nessuna abilità particolare come l'avevano gli altri.
Avrebbe voluto andare a cercarlo.
Ma sarebbe stata un peso, non un aiuto.
Anche se voleva bene a Yuu... non sarebbe stata di alcuna utilità, lì fuori.
Sospirò, mentre avviava il lavaggio e guardava il cestello della lavatrice girare su sé stesso, e il detersivo fare schiuma quando entrava a contatto con l'acqua. Si tolse i guanti monouso e li gettò nel cestino del bagno, lo sguardo fisso sull'andamento della macchina che non vedeva davvero.
Erano tre giorni interi che non scriveva, e non sentiva nemmeno il bisogno di farlo.
Era una sensazione strana.
Shinoa le aveva assicurato che Yuu sarebbe stato bene e non avrebbe corso pericoli; tuttavia, parevano tutti molto preoccupati da quello che gli era successo e che stava ancora succedendo.
Mitsuba strinse le labbra, e chiuse gli occhi.
Si fidava di Shinoa. E nessuno poteva volere così male a Yuu da volergli fare davvero del male.
Inspirò a fondo, e strinse per un attimo l'orlo della felpa che aveva addosso.
Non poteva succedergli niente. Davvero.
Sentì la porta d'ingresso aprirsi, e si affrettò a raggiungere gli altri, intuendo chi fosse entrato in quel momento.
Mentre percorreva il corridoio, gettò uno sguardo al salotto che comunicava con il corridoio d'ingresso: Gekkouin era seduto a gambe aperte su un lato del divano, e si teneva il braccio sinistro fasciato; all'altro capo del divano stava Shiho, con qualche graffio ma complessivamente abbastanza ben messo. Guardavano entrambi a terra, entrambi battendo il piede sul pavimento con un nervosismo tale che, Mitsuba l'aveva intuito, non si erano nemmeno accorti che stessero facendo la stessa cosa.
I capelli biondi di Mika facevano capolino dal passaggio che dal salotto portava al corridoio d'ingresso, rivelando che lui era rimasto distante da tutti; ed era comprensibile, visto il suo ruolo nella storia.
Al piano di sopra, Yoichi stava riposando nel letto di Yuu, tenuto sotto controllo da Makoto che aveva allontanato tutti gli altri, Shiho compreso, intimando loro di non avvicinarsi e di rimanere in salotto finché non avesse dato il via libera. Guardandolo, Mitsuba non aveva avuto difficoltà a capire perché fosse un Alpha: forse perché era quello meno ferito e scosso di tutti, forse perché semplicemente era nella sua indole, aveva immediatamente preso in mano la situazione e si era rapidamente occupato delle ferite di Mika, Shiho e Gekkouin, che per quanto non saltassero di gioia all'idea di farsi medicare da lui non avevano obiettato quando Makoto aveva intimato loro di stare fermi e di farsi curare.
In cucina c'erano, invece, i coniugi Amane, seduti al tavolo basso su cui qualche mese prima il branco aveva mangiato il sushi cucinato in casa; Yuumeki teneva un braccio sopra le spalle di Ayako, e stringeva con forza entrambe le mani della moglie mentre lei piangeva. Era la prima volta che Mitsuba la vedeva lasciarsi andare allo sconforto in tre giorni e, anche se era sicura che l'avesse fatto anche altre volte durante quelle giornate e solo in presenza di Yuumeki, quello probabilmente era il primo lungo pianto che si concedeva; ora che l'effetto dell'adrenalina per la ricerca era sparito, il suo corpo e la sua mente si lasciavano andare a sentimenti meno immediati e più a lungo termine, e Mitsuba non era del tutto sicura che fosse un bene. Ma era anche vero che era inevitabile.
Davanti a loro, Shinoa accarezzava la schiena di Tsukki, che era accucciata sotto il tavolo con l'espressione mogia. Mitsuba era abbastanza sicura che Shinoa stesse dicendo loro che sarebbe andato tutto bene e che avrebbero trovato Yuu – ma aveva alzato la testa non appena la porta si era aperta.
Sentì il rumore di due paia di scarpe che venivano tolte, e dei sospiri emessi da voci maschili.
«Ooooh, siete stati appiccicati a sentirvi vivi per meno tempo di quanto pensassi!»
Mitsuba riuscì a percepire un senso di gelo generale, a quelle parole che Shinoa esclamò con tanta nonchalance. Si paralizzò sul posto, sconvolta che lei scherzasse così tanto in un momento simile.
Ma forse era...
Sentì il rumore di un paio di piedi che pestavano pesantemente e rapidamente il pavimento e arrivavano da Shinoa – e poi il rumore secco di un sonoro schiaffo.
«Shinoa, razza di cretina!» sbottò uno dei due uomini, quello con i capelli neri, mentre Mitsuba vedeva Shinoa sbilanciarsi in avanti e la sentiva ridacchiare. «Eravamo alla centrale di polizia!»
«Eeeeh?!» esclamò lei, alzando la testa e guardandolo di nuovo. «Siete stati meno appiccicati di quanto pensassi?! Non vi vergognate?!»
«Shinoa, santa pazienza-»
«Se consideri che ci siamo fatti anche una doccia calda e cambiati i vestiti, diventa davvero poco tempo.» la assecondò l'uomo con i capelli bianchi in tono tranquillo, camminando placidamente lungo il corridoio e raggiungendoli. Mitsuba in un angolo della propria mente considerò che entrambi avevano ignorato Mika come se neanche fosse lì – ma non era la cosa più importante, in quel momento.
« Qualcosa così tanto di fretta?!» esclamò Shinoa, il tono di voce fintamente sconvolto.
Quei tre si stavano comportando come se tutto fosse normale e tranquillo, e in una situazione come quella in cui nessuno a parte lei li conosceva...
«Ma vi sembra il caso di fare battute del cazzo in questo momento?!» sbottò Gekkouin dal divano, con tono che definirlo infuriato era usare un eufemismo.
Per l'appunto. E Mitsuba era sicura che tutti avessero pensato esattamente la stessa cosa.
Sospirò stancamente, mentre raggiungeva la cucina e Shinoa ridacchiava massaggiandosi la nuca, dove l'uomo coi capelli neri l'aveva colpita. Sperò che non facesse un'altra battuta delle sue, sebbene Gekkouin gliel'avesse quasi servita su un piatto d'argento.
Shinoa sospirò sonoramente e si alzò in piedi, facendo leva sulla superficie del tavolo. Si spolverò i pantaloni con un paio di piccoli colpi di mano e si guardò intorno.
«Credo che sia il momento di fare il punto della situazione.» considerò, puntando lo sguardo sul bollitore d'acqua mentre Mitsuba vedeva i coniugi Amane scrutarla con un'espressione a metà tra lo sconvolto e lo speranzoso. Erano talmente disperati che non riuscivano nemmeno a essere arrabbiati con lei: volevano solamente una speranza su Yuu.
«Non è il caso di aspettare Makoto?» fece l'uomo coi capelli neri, con tono serio e fare pratico.
«Uhm, suppongo che visto che è un Alpha potremmo riservargli una qualche cortesia...» considerò Shinoa, avvicinandosi al bollitore e riempiendolo d'acqua. «Ed è per questo che gli darò giusto il tempo della preparazione del tè~»
«Non ce n'è bisogno. Sono qui.»
Mitsuba sobbalzò e si scostò lievemente dai gradini davanti ai quali si trovava. Makoto stava scendendo gli scalini dal piano superiore, i capelli un po' scompigliati e lo sguardo stanco.
Sentì immediatamente il rumore di qualcuno che si affrettava a fare qualcosa – ma solo quando si voltò vide che erano Gekkouin e Shiho, che si erano rapidamente alzati dal divano e lo guardavano come un lupo affamato guarda un pezzo di carne succulenta.
«Come sta?!» esclamò Gekkouin.
«Si è svegliato?» fece Shiho.
«Buoni, buoni. E sedetevi, come vi ho detto di fare prima.» li redarguì Makoto stancamente, passandosi una mano sul viso e finendo di scendere gli scalini. Lanciò loro un'occhiata che doveva essere perentoria, quando li vide non eseguire. «Sedetevi adesso.»
«Ecco, bravo, usa quella tua autorità da Alpha per far sistemare tutti in salotto, mentre io e Mitsu prepariamo il tè.» fece Shinoa, agitando una mano mentre riappoggiava il bollitore sulla piastra e la accendeva. «È stata l'entrata più egoisticamente poco ad effetto che io abbia mai visto, perciò rimedia~»
Per quanto fosse un Alpha e anche ben capace di farsi obbedire, Makoto si lasciò andare a un sospiro scornato e roteò lievemente gli occhi verso il soffitto.
«Per quanto mi scocci ammetterlo, è la cosa migliore da fare.» commentò, sbuffando sonoramente. «Signori Amane, mettetevi sul divano tra Gekkouin e Kimizuki. Ho detto seduti voi due, non fatemelo ripetere!»
Mitsuba sentì un paio di sbuffi scontrosi, e poi il rumore del divano che si piegava sotto il peso di qualcuno. Sospirò, e mentre Makoto dava ordini agli altri su dove sedersi – Mitsuba era convinta che nessuno attaccasse Mika, lì dentro, per il semplice fatto che ci fosse lui a impedirlo con la propria sola presenza – seguì Shinoa in cucina e la osservò mentre fissava il bollitore.
Aveva lo sguardo perso. Come se non guardasse davvero l'apparecchio, ma stesse pensando ad altro.
Non era difficile immaginare quali fossero i suoi pensieri in quel momento.
Mitsuba la scrutò per un lungo istante, e rilassò le spalle con un lieve sospiro praticamente inudibile.
Shinoa aveva parzialmente architettato quella storia: far conoscere Yuu e Mika, lasciare che Mika scoprisse che Yuu era un lupo e comprendere che non tutti i lupi erano pericolosi... per qualche ragione, era particolarmente affezionata a quella missione, ed era come se fosse affezionata a Mika e a Yuu in due maniere differenti ma ugualmente intense. E mentre Mitsuba sapeva perché fosse affezionata a Yuu, non aveva idea del perché fosse affezionata a Mika.
Era come se Shinoa trovasse in Mika qualcuno da proteggere... da qualcosa che non comprendeva appieno.
Ogni volta che pensava di aver conosciuto abbastanza dell'incasinatissima vita di Shinoa, ecco che arrivava qualche dettaglio in più che le smontava quella convinzione.
Si avvicinò a lei, conscia che, per quanto le avesse detto di conoscere quei tizi che avevano rapito Yuu, Shinoa fosse comunque piuttosto preoccupata su cosa aspettarsi. In quel momento aveva l'espressione di qualcuno il cui cervello stava febbrilmente lavorando per sondare tutte le possibilità logiche di quella situazione e di come avrebbe potuto evolversi. E Mitsuba sapeva che Shinoa era abbastanza intelligente da riuscire a farlo; probabilmente era la persona più intelligente lì dentro, anche solo per il fatto di essere più o meno abituata a situazioni simili e a dover analizzare le possibili diramazioni che avrebbero preso in futuro.
Shinoa sembrò non accorgersi di lei, da tanto era intenta a pensare.
E prima che potesse rendersene conto, Mitsuba vide che aveva allungato un braccio verso le sue spalle.
"Mitsu, non dovresti concentrarti così tanto su di me. Sei molto di più di quello che pensi, e un giorno troverai chi ti saprà apprezzare davvero e starà al tuo fianco per tutta la sua vita."
Voleva abbracciarla.
Non voleva niente di tutto quello che le aveva preventivato.
Non voleva essere passivamente supportata da qualcuno... e non essere in grado di fare nulla per l'altro.
Non voleva essere felice grazie a qualcun altro.
Voleva esserlo con qualcun altro.
Con...
Esitò, e strinse il labbro inferiore tra i denti.
Era un casino. Era tutto un casino, e magari Shinoa non avrebbe apprezzato. Non aveva mai dato da pensare, in effetti, che apprezzasse particolarmente le sue dimostrazioni di affetto – anzi, cercava di allontanarla quando lo faceva.
Forse era troppo insistente. Forse Shinoa voleva davvero solamente una scopamicizia con lei.
Ma era intelligente. Mitsuba sapeva che aveva capito come lei si sentiva.
Perché non la lasciava, allora? Perché non si cercava qualcun altro? Lei non avrebbe avuto difficoltà, piaceva a un sacco di persone, bastava vedere con Gekkouin cosa...
«Mitsu?»
Mitsuba ritrasse il braccio prima che Shinoa potesse voltarsi completamente e vederla.
I suoi occhi la scrutarono per un momento, attenti. I capelli tinti di viola erano ancora un po' bagnati dalla doccia (se l'erano fatta tutti, dopo essere arrivati lì) e la grossa felpa stinta che indossava dava alla sua figura un certo senso di fragilità... forse.
Mitsuba sentì il cuore batterle un pochino più velocemente, mentre la osservava.
Voleva abbracciarla.
Ma non era sicura sarebbe stata una buona idea.
«Puoi aiutarmi a trovare delle tazze per tutti?» domandò Shinoa, riscuotendola da quei dubbi.
Mitsuba sobbalzò, e si affrettò ad aprire le credenze che ormai conosceva bene e a ritrovare i servizi di ceramica che la signora Amane aveva comprato quando si era resa conto che casa sua sarebbe diventata troppo spesso un ritrovo per il gruppo. Contò mentalmente dieci tazze da recuperare – erano decisamente in tanti, lì dentro – e le appoggiò sul piano della cucina, per poi cercare anche il tè e lo zucchero.
Shinoa rimaneva in silenzio a guardare il bollitore, e pareva decisamente più seria del solito. Mitsuba storse le labbra mentre si sentiva un po' soffocare da quell'atmosfera troppo priva di chiacchiericcio e battute stupide, e appoggiò lo zucchero sul piano.
Voleva aiutarla, almeno un po'.
Si voltò verso di lei e la guardò decisa, anche se lei era ancora concentrata sul rumore dell'acqua che iniziava a bollire.
Shinoa non aveva bisogno di lei, per sapere queste cose.
Lo sapeva. Lo sapeva benissimo.
Ma non le importava. Non in quel momento così teso.
«Andrà tutto bene.»
Shinoa sobbalzò e alzò lo sguardo verso di lei, improvvisamente concentrata su qualcosa di diverso.
Per un attimo, vide i suoi dubbi. Le sue domande, nei suoi occhi.
Voleva abbracciarla.
...Ma non poteva.
«Andrà tutto bene.» la rassicurò ancora Mitsuba, con tono deciso. «Lo so che non l'avevi previsto, ma per quanto tu sia nata il giorno di Natale non sei il nuovo Messia, Shinoa, quindi è tutto normale.» aggiunse con un sorriso, e cercò anche il tè mentre tentava di rendere le proprie affermazioni molto ragionevoli, per quanto fosse preoccupata anche lei. «L'hai detto anche tu, no? Che quei due probabilmente non faranno nulla a Yuu. Che non è nel loro interesse. Quindi... andrà tutto bene. Riusciremo... riuscirete a recuperarlo sano e salvo e a dare a quei due qualche calcio in culo.»
La sentì ridacchiare, mentre appoggiava anche la scatola col tè sul piano e si voltava a guardarla di nuovo.
Sembrava un po' più tranquilla.
Mitsuba sorrise lievemente a propria volta, e la aiutò a preparare il tè per tutti.



«Per prima cosa, suppongo che dobbiate ripresentarvi quasi tutti.»
Shinoa stava al centro del salotto, seduta a gambe incrociate su un cuscino che aveva appoggiato sul tappeto. Makoto aveva deciso di piazzarla in quella posizione perché era quella che, a conti fatti, sapeva più cose di tutti gli altri.
Mitsuba la guardò per un istante, mentre lei sorseggiava il tè ancora caldo e si guardava intorno con un mezzo sorriso.
«Beh, devo dire che siamo in una sorta di cerchio, quindi mi sento molto come se fossimo a una seduta di alcolisti anonimi... Potremmo chiamarla woff-related-anonyms!» suggerì lei con un tono divertito, come se non dovesse essere una situazione davvero seria.
«In alternativa,» suggerì l'uomo dai capelli bianchi dopo aver soffiato sulla propria tazza, inclinando la testa lievemente di lato, «sei al centro di un rituale satanico e sotto quel tappeto c'è un pentacolo per tenerti ferma.»
Shinoa si rivolse all'uomo con un sorriso. «Ehi, sono nata nello stesso giorno di Gesù Cristo, ci sarà qualche collegamento no?»
«Probabilmente che sei l'Anticristo~»
«Io vi giuro che se qualcuno vi mena io stavolta non vi proteggo.» si intromise l'uomo dai capelli neri, lanciando un'occhiataccia a quello coi capelli bianchi seduto accanto a lui. «Do loro ragione e sto a guardare.»
«Non lo faresti mai~» replicarono entrambi con tono tranquillo.
«Direi che sarebbe molto meglio non rischiare nemmeno di scoprirlo.» intervenne Makoto, drizzando la schiena sopra la sedia su cui era seduto, poco distante da Mika e dagli altri due. Mika era, da parte propria, rimasto un po' isolato sia rispetto ai due uomini che quasi nessuno conosceva lì dentro, sia da parte di Makoto che, in realtà, con la propria sedia si era avvicinato al divano, e stava poco distante da Shiho. «Piuttosto, visto l'inizio, siamo davvero sicuri di voler far condurre questa cosa a Shinoa?»
«Ce l'hai messa te lì in mezzo, perché hai detto che sa più cose di tutti noi.» ribatté Shiho con tono aspro.
«...Giusto. Scusa tanto, mh, stavo per un attimo pensando alle condizioni del tuo Omega e del tuo Beta.»
Shiho fece per rispondere, ma Gekkouin intervenne prima. «Ragazzi, se evitate di lanciarvi queste cazzo di frecciatine magari arriviamo prima a capire che cazzo stia succedendo.»
Essere redarguiti così logicamente e quasi saggiamente da Gekkouin fu probabilmente un colpo per entrambi, perché si zittirono immediatamente con uno sbuffo scornato da entrambe le parti.
«Ooooh, allora l'età avanzata fa guadagnare un po' di punti saggezza~» considerò Shinoa.
«Shinoa, santa pazienza, iniziamo questo riassunto della situazione e basta.» la rimbeccò l'uomo coi capelli neri.
Shinoa gli lanciò un'occhiata neutra per un lungo momento.
Poi sospirò, e diventò improvvisamente più seria.
Mitsuba l'aveva vista poche volte così. Certo, non la conosceva da tantissimo, ma era abbastanza sicura che quell'atteggiamento fosse riservato solo alle circostanze particolarmente importanti.
La vide alzarsi e guardarsi intorno per un istante piuttosto duraturo.
«Direi che possiamo cominciare dagli unici esseri umani normali che ci sono qui dentro.» la sentì considerare alla fine. Aveva la voce lievemente più grave rispetto al solito, e per quanto sorridesse il suo tono era pratico e serio. «Mitsu, che si è ritrovata in questo casino perché ha la sfortuna che io le stia spesso appiccicata...» Mitsuba sobbalzò e storse le labbra, concentrandosi sul tè mentre finiva sotto gli sguardi di tutti, che avevano seguito il dito di Shinoa che la indicava. «E i signori Amane, che qualche anno fa si sono ritrovati il figlio lupo. Oh, e Tsukki. Tsukki è un normalissimo cane, anche se non è un essere umano.»
Gli sguardi di tutti stazionarono per un istante sui genitori di Yuu e sulla cagnolina, prima che Shinoa parlasse di nuovo.
«Ora, passiamo alle cose più semplici da spiegare.» commentò, puntando Shiho. «Il branco di Shiho. Composto da tre membri: Shiho che è l'Alpha, Yuu che è un Beta, e Yoichi che non è un Gamma, bensì un Omega. Sapete tutti chi sono: Shiho è quello seduto qui, Yuu è quello che stiamo cercando di recuperare e Yoichi è quello mezzo distrutto di sopra. Ci siete anche voi due, no?» aggiunse, voltandosi verso i due uomini e, per un attimo, concentrando le attenzioni su di loro.
«Sì, direi che per ora non serve prendere appunti.» considerò l'uomo dai capelli bianchi, sorseggiando il tè.
«E visto che le luci sono concentrate su di voi, facciamo che spiego chi siete pure voi due...»
«Ah, nemmeno un po' di suspance?» commentò quello coi capelli bianchi, con un mezzo sorriso.
«Non ne hai avuta già abbastanza?» considerò l'altro con un sospiro stanco.
Shinoa storse le labbra per un momento, poi scrollò le spalle. «No, in effetti non è ancora abbastanza.» concluse, voltandosi verso Gekkouin. «Per spiegare voi due ci vuole qualcosina in più. Passiamo a Gekkouin, invece. Andiamo per gradi.» disse, puntando l'interessato e distogliendo così le attenzioni dai due uomini, che la guardarono sorpresi per un attimo. Shinoa, per conto proprio, proseguì imperterrita la propria spiegazione senza più degnarli di uno sguardo. «Quando Yoichi è stato trasformato in lupo era ancora un bambino. Si è ritrovato ad andarsene di casa, e per fortuna c'era lì in zona un grosso lupo protettivo che l'ha preso con sé e ha evitato che finisse preda di qualche Cappuccetto Rosso troppo aggressiva~» commentò. «Gekkouin è il lupo che ha cresciuto Yoichi ed è stato al suo fianco per circa vent'anni.»
Per un attimo, vi fu il silenzio. Shinoa lo lasciò intenzionalmente cadere, aspettando che qualcuno processasse quell'informazione.
«Aspetta... vent'anni?» domandò infatti Shiho. «Yoichi ha più di vent'anni?»
«Beh, sì.» considerò Gekkouin, rilassandosi contro lo schienale del divano. «L'ho raccolto che aveva sette anni, e ora dovrebbe averne... ventisei.» disse, dopo aver fatto un rapido calcolo mentale.
«E se te lo stai chiedendo, sì, Yoichi lo sa.» aggiunse Shinoa mentre Shiho sgranava gli occhi. «Non te l'ha mai detto un po' per mantenere la propria copertura come studente liceale, un po' perché quando ha concluso che forse era il caso di dirtelo non ha mai trovato occasione di farlo.»
«Ma com'è possibile? I suoi documenti riportano sicuramente qualcos'altro...» commentò il signor Amane.
Shinoa scrollò le spalle. «Beh, di certo non è nelle priorità di un bambino di sette anni prendere i propri documenti mentre scappa di casa.» fece. «Quello Yoichi Saotome è dato per disperso da quasi vent'anni. Quindi, quando questo Yoichi ne ha avuto necessità, si è trovato il modo di fargli dei documenti nuovi che rispecchiassero la sua età apparente e lo facilitassero nell'entrare a scuola.»
«È una cosa che esiste, nella parte di società composta da lupi.» spiegò Gekkouin quando vide le espressioni sorprese dei genitori di Yuu. «Del resto, non invecchiando da un certo punto in poi, è necessario cambiare i documenti di tanto in tanto. Che un ottantenne abbia l'aspetto di un ventenne non è una cosa possibile nel mondo umano, quindi...»
«C'è un organo specifico che se ne occupa.» spiegò Shinoa. «Che in effetti è una cosa che è bene che voi sappiate. Gekkouin ha procurato quei documenti a Yoichi e gli ha permesso di andare a scuola. E qualche anno dopo, se li è procurati anche per sé stesso.»
Shiho lo guardò per un momento, le sopracciglia aggrottate. «Yoichi aveva detto che aveva duecento anni circa, prima che succedesse... tutto questo.» commentò, esitando sull'esprimere il concetto con parole che lo definissero troppo. Come se avesse paura di affrontare la realtà dei fatti.
Era comprensibile: quello che era successo, sia a Yoichi sia a Yuu, era in parte anche responsabilità sua. Almeno nella sua testa.
«Duecentoventisette.» precisò Gekkouin.
«Oh? Hai telefonato a tua madre e hai chiesto per conferma? Ti è venuta una crisi di mezza età?» domandò Shinoa.
Gekkouin sbuffò, e distolse lo sguardo da lei. «L'ho fatto prima di entrare a scuola, per curiosità. Siccome lei tiene i conti di tutti i figli...»
«Tutti tutti?» fece Shinoa, improvvisamente attenta. «Quindi, lui...
«Lui non è più considerato un figlio.» la intercettò Gekkouin lanciandole un'occhiata. «E se ti capitasse di incontrarla nella tua vita – e visto quello che sei e fai è possibile – ti conviene ricordartelo.»
Shinoa incrociò le braccia e assunse un'espressione teatralmente greve in viso.
«Sembra una storia degna del medioevo.» considerò.
«Se consideri il periodo in cui è stato allontanato, non siamo molto distanti.» commentò Gekkouin, volgendo uno sguardo al resto degli astanti – che, in effetti, li stavano guardando chi con espressioni perplesse, chi direttamente scocciato che stessero ciarlando a quella maniera senza coinvolgere anche loro. «Credo che dovresti spiegare anche questa cosa, sai.»
«Ci stavo arrivando.» fece Shinoa, bevendo un sorso di tè. «In teoria i lupi possono vivere in eterno. Questo lo sapete, sicuramente.» spiegò, tornando a guardare verso Mika e i genitori di Yuu subito dopo. «Ma di così longevi che siano... lupi come Yuu, o Shiho, o Yoichi ce ne sono veramente pochi che sono rimasti noti.». Mitsuba notò che l'atmosfera in sala si era fatta tesa specialmente tra i lupi, verosimilmente perché comprendevano il motivo. «O si nascondono, o prima o poi vengono uccisi dai cacciatori. Che, più o meno giustamente, temono che possano trasformare altra gente innocente o fare del male in altre maniere.» considerò, lanciando un'occhiata a Mika – Mitsuba la seguì con lo sguardo, e poté vedere che il ragazzo stava tenendo lo sguardo basso e scrutava la tazza di tè ancora fumante che aveva tra le mani.
«Quindi c'è... un altro tipo di lupi? Diverso da me, Yuu o Yoichi?» si intromise Shiho, rompendo quel piccolo momento di silenzio che si era venuto a creare. «In effetti, quel tipo... ha parlato di "Inugami"[1]...?»
«Sei stato attento, vedo.» commentò Shinoa con un tono sarcastico. Shiho storse le labbra, probabilmente in parte vergognandosi di aver captato e di ricordare una cosa così infima in mezzo a un momento del genere. «Sì, ha parlato di diverse cose, ma prima di tutto di Inugami. Dicendo, se ricordi, che ce n'era uno presente, in quel momento.»
Shiho la scrutò più attentamente. «Ma non sono solo una vecchia leggenda?» domandò confuso. «Insomma, le anime dei cani che prendono possesso del corpo di un umano...»
Shinoa scrollò le spalle. «Quelli erano più che altro esperimenti.» spiegò. «Andavano di moda qualche secolo fa. E teoricamente sarebbe morta lì, se si fossero fermati ai cani.»
Mitsuba inclinò la testa verso di lei, stupita e al tempo stesso sconcertata. Non conosceva del tutto quella parte di storia perché Shinoa non gliel'aveva raccontata, ma conosceva la leggenda cui Shiho e Shinoa si riferivano: secoli addietro, si diceva che un uomo posseduto dall'anima di un animale diventasse più forte e più longevo. Di conseguenza, c'era stata una momentanea tendenza a cercare di far possedere corpi di umani viventi con anime di animali: in particolare, i cani avevano avuto brutta vita, perché erano stati gli animali preferiti da sacrificare in quei rituali che avevano come obiettivo la fusione di un'anima da lupo e un'anima da umano.
Per farlo, infatti, i cani venivano immessi in delle buche del terreno che ne lasciavano fuori solo la testa; in quella posizione venivano affamati fino allo sfinimento, e poi sacrificati quando raggiungevano l'apice della fame.
Era un rituale terribile, ma talmente praticato che in quel periodo in cui andava per la maggiore fu ucciso un numero altissimo di cani.
«L'hanno... fatto con dei lupi?» domandò Shiho, sconvolto.
«Così pare, a sentire mia madre.» si intromise Gekkouin. «Qualcuno ha avuto la brillante idea di sacrificare dei lupi invece che dei cani, ed è riuscito a creare un Inugami.»
Shiho trattenne il fiato, e lo stesso si ritrovò a fare Mitsuba. Dando un'occhiata alla sala, vide che anche i genitori di Yuu e lo stesso Mika si erano fatti più attenti.
«E siccome era un uomo di scienza, e gli esperimenti devono essere riproducibili, ha ritentato la stessa cosa con un altro lupo e un altro essere umano, e ha creato il secondo Inugami in un posto completamente diverso dal primo.» aggiunse Shinoa.
«E quei due Inugami tuttora esistono.» disse ancora Gekkouin, sospirando mentre si appoggiava meglio contro lo schienale del divano. «Sono i miei genitori.»
Per un attimo, in sala ci fu un silenzio assordante, in cui i presenti dovettero metabolizzare a dovere quella notizia. Mitsuba, mentre ci ragionava su cercando di coglierne tutte le implicazioni, si lasciò andare a un'occhiata intorno a sé, incuriosita dalle reazioni di chi aveva intorno; ma notò che tutti, a parte Makoto e i due uomini che sedevano non molto distanti da lui, sembravano sorpresi da come stavano evolvendo gli eventi.
Come biasimarli, del resto.
«In pratica, Gekkouin è una sorta di divinità minore.» commentò Shinoa, bevendo poi un altro sorso di tè e apparentemente pensando a un'altra cosa che disse subito dopo. «Molto minore, dato che ti sei fatto massacrare a quella maniera da Crowley.»
Gekkouin ringhiò in risposta a quella considerazione. «Suppongo siano le conseguenze dell'essere da così tanti secoli figlio di quel pezzo di merda di Ferid.»
«Oh andiamo, non dovresti parlare di tuo fratello così~»
«Aspettate un attimo.» li interruppe Mika. Mitsuba si voltò verso di lui, e fu sicura che a nessuno sfuggì la sua espressione stravolta da quelle informazioni che stava ottenendo così velocemente. «Crowley è... figlio di Ferid? E Ferid è...?»
«Quello di cui io e Gekkouin stavamo parlando prima.» disse Shinoa. «Ferid è un Inugami. Uno dei fratelli maggiori di Gekkouin.». Fece una piccola pausa, lasciando qualche secondo perché gli altri metabolizzassero la notizia. Ma non troppo. «...Il che è piuttosto semplice, visto che Gekkouin è l'ultimo nato~»
«Credo di avere un fratello minore da qualche parte, ma non ne sono così sicuro.» replicò Gekkouin scrollando le spalle. «Troppo tempo passato distante da casa. E in ogni caso, come ho detto prima, Ferid non è più mio fratello.»
«Beh, di sangue lo è. I genitori sono gli stessi, no? Che poi non vogliano dargli una parte dell'eredità è un altro discorso.»
«Perché?» domandò Ayako, con tono angosciato. «Quel tipo... è quello che ha rapito Yuuichiro, vero? Che ha fatto?»
Shinoa abbassò lo sguardo su di lei, e anche Gekkouin si mise a guardarla per un secondo. Per un momento rimasero entrambi in silenzio, probabilmente incerti su cosa dire.
«Ferid fa spesso esperimenti sugli esseri umani.»
Sobbalzarono tutti, chi probabilmente per il contenuto della frase, chi invece per la persona che aveva parlato.
Era l'uomo dai capelli neri che nessuno conosceva. E pareva avesse finito il tè, insieme alla pazienza di ascoltare.
«Cercavo un modo per dirlo in maniera più soft-» provò a contestarlo Shinoa.
«Non c'è una maniera più soft per dirlo, Shinoa. Dovresti saperlo.» la redarguì lui. «Trovo che la stai anche tirando troppo in lunga, con tutte queste narrazioni che c'entrano poco.»
«Beh, non che Yuu sia in pericolo mortale, no?» replicò Shinoa, facendo spallucce. «Del resto, non è un essere umano.»
Quell'affermazione fu improvvisamente capace di zittire tutti.
«Vuoi dire che...?» azzardò Ayako.
«La spiegazione che stavo facendo aveva un suo perché.» fece Shinoa, voltandosi verso di lei. «Crowley ha detto che in quel luogo c'erano due lupi normali, un Inugami, un figlio di Inugami, due Namanari... e Mika.» spiegò. «E direi che è il caso di capire di chi si tratta, a questo punto.» aggiunse con un mezzo sorriso. «Ci aiuterà a capire che tipo è questo Ferid con cui abbiamo a che fare.»
«Beh, direi uno a zero per Shinoa, Guren.» commentò l'uomo dai capelli bianchi, accomodandosi meglio sulla sedia con un sorriso sardonico.
Guren, l'uomo dai capelli neri, sbuffò scornato.
«Oh, andiamo, lo sappiamo che sei un uomo di azione, ma non tutti sanno quello che sai anche tu.» fece Shinoa, allargando le braccia e appoggiando la tazza sul tavolo del salotto. Poi, si voltò di nuovo verso gli altri, rimanendo però in piedi accanto all'uomo. «Quindi, sì: Ferid Bathory è un Inugami. Figlio di quei due Inugami di cui parlavamo prima.» tornò a spiegare. «E in un certo senso, si può dire che Crowley sia suo figlio. Ma non di sangue.»
Mika sembrò farsi molto più attento, mentre lei faceva qualche passo in avanti per guardarlo meglio. «Nell'ambiente dei lupi, un figlio è molto più spesso un umano che viene morso da un lupo, che non qualcuno di generato tramite rapporti sessuali. Essendo immortali, i lupi non hanno un particolare istinto a riprodursi per preservare la specie: se nascono dei cuccioli alla maniera umana, succede o per via del calore che si trascinano per la loro componente animale, o per via di figli deliberatamente cercati da due lupi... e la cosa è piuttosto rara.» considerò lei facendo spallucce. «Invece, succede che degli umani vengano morsi da altri lupi, e ci sono alberi genealogici interi su queste cose. Del resto pare sia più facile trasmettere i poteri da Inugami tramite un morso che tramite una gravidanza, quindi gli umani morsi diventano praticamente dei figli per chi li ha morsi...»
«Quindi, stai dicendo che Ferid è il padre di Crowley in questo senso?» domandò Mika.
«Sì, esatto. Ferid l'ha morso secoli fa, e Crowley per qualche ragione l'ha sempre seguito nei suoi casini.» fece Gekkouin.
«Secondo qualche anziano, Crowley si sarebbe fatto mordere addirittura volontariamente da lui.» aggiunse Makoto. «Non ci sono prove, ma il fatto che Crowley lo segua e gli stia dietro, e il fatto che sia stato morso praticamente da adulto fa sorgere qualche sospetto...»
«In che senso?» domandò Yuumeki.
«Nel senso che Ferid spesso ha come obiettivi persone molto più giovani di Crowley.» si intromise Guren. «Lui ha l'aspetto di un umano intorno ai venticinque anni. Secondo ciò che è stato raccolto nel tempo riguardo a Ferid, invece, pare che lui tenda a mordere persone ben più giovani... solitamente sotto i vent'anni.»
«O a dare ordine di morderle.» aggiunse Shinoa, portando le braccia dietro la schiena con un mezzo sorriso. «In effetti, pare che Ferid sia più che altro mandante di alcune trasformazioni in lupi, che il vero e proprio esecutore. Tipo quella di Yuuichiro.»
Mitsuba vide Ayako e Yuumeki sobbalzare sul divano e guardarla con tanto d'occhi, sconvolti.
«Non è del tutto accertato, ma abbiamo raccolto col tempo informazioni che ci fanno sospettare che Ferid sia l'indiretto responsabile della trasformazione di Yuuichiro.» chiarì lei subito dopo. «La diretta responsabile, invece... è mia madre.»
Mitsuba storse lievemente le labbra, e bevve il tè ormai freddo. Conosceva in parte quella storia.
«Tua madre...?» domandò Ayako, sconvolta e assieme preoccupata, a quanto pareva, proprio per Shinoa. Era davvero una brava persona.
Shinoa annuì. «Dobbiamo tornare un po' indietro nel tempo, ma non sarò troppo precisa in merito.» disse. «Qualcuno mi ha fatto notare che mi sto dilungando, e raccontarvi nel dettaglio anche questa storia richiederebbe uno spin-off intero. Davvero, andremmo troppo distanti dal punto principale; magari ve lo racconterò un'altra volta.» commentò. «Mentre eravamo lì, Crowley ha detto che c'erano un figlio di Inugami e un mezzosangue. E io non sono la figlia di un Inugami.»
«Ma hai detto che tua madre ha trasformato Yuu.» considerò Shiho. «Come...?»
«È così. Ma mia madre non è una Inugami.» spiegò Shinoa, incrociando le braccia. «L'unico Inugami alla base del nostro albero genealogico è Ferid. Che, potremmo dire, è il mio bisnonno. E in questo senso, anche il bisnonno di Yuuichiro.»
Shiho la scrutò per un lungo momento. «...Wow.»
«Crowley è suo figlio, ma pur essendo figlio di un Inugami è stato morso... ed è un lupo come tutti voi.» spiegò ancora Shinoa. «Certo, un lupo con qualche secolo addosso accanto a un padre come Ferid, e abbastanza esperienza da riuscire a usare un giovane Inugami per passare lo sterrato in cui siamo stati... ma comunque un lupo come voi. Era soggetto alla questione di trasformarsi con la luna piena e tutto il resto.»
«Era.» precisò Shiho. «Ma durante quello scontro è tornato umano. E...»
Mitsuba lo vide esitare, e abbassare lo sguardo.
«Ha detto che se Kimizuki voleva diventare un lupo completo, avrebbe dovuto uccidere Saotome.» completò Mika per lui.
Shinoa lo scrutò per un momento, poi annuì. «È così.» ammise. «Per diventare un lupo in grado di trasformarsi a proprio piacimento, e molto più forte di un lupo comune come voi, bisogna uccidere la persona che si ha più cara. Ed è verosimile che per Shiho sia proprio Yoichi.»
Shiho sussultò e rialzò gli occhi, sconvolto.
«C'è una differenza sostanziale, tra l'essere un Inugami ed essere un lupo.» spiegò ancora lei, camminando un po' in avanti e portandosi all'altro lato della sala, in modo da essere visibile a tutti e riuscire a vedere tutti. «Un Inugami non è soggetto alla luna: può trasformarsi quando vuole, se lo desidera. Ed è decisamente più forte di un lupo comune.» disse. «Un lupo comune può tentare di raggiungere questi livelli – senza mai raggiungerli veramente, del resto – facendo quello che ha fatto Crowley a suo tempo. Pare sia una questione di rinuncia alla propria parte più intrinsecamente umana, ma non ci è ancora chiaro del tutto.»
«Ma allora, Narumi?» domandò Shiho. «Era un umano, in quel momento. Questo significa che...?»
«No.» lo interruppe Makoto, fulmineo. «Non ho ucciso nessuno.»
«Questo perché, come vi dicevo, non sono io la figlia di Inugami: quello è Makoto.» spiegò Shinoa con un mezzo sorriso. Shiho si voltò a guardare l'altro Alpha, che incrociò le braccia e sospirò. «Makoto è il figlio di un Inugami... uno dei fratelli di Ferid, per la precisione. E ciò lo renderebbe il suo nipotino adorato~»
«Santa pazienza, Shinoa.» la rimproverò Makoto, chiudendo gli occhi e irrigidendosi. «Se ti sentisse mio padre ti prenderebbe a sberle anche se si è preso cura di te da quando eri una poppante.»
La maggior parte delle persone si voltò verso Shinoa, perplessa.
«Beh, per farla breve, il signor Narumi è un medico~» spiegò lei. «E quando mio padre mi ha preso con sé, ha voluto accertarsi che stessi bene. Siccome conosceva il padre di Makoto, mi ha portato da lui...»
«...E quindi ho l'enorme sfortuna di conoscerla da quando era una mocciosa alta una settantina di centimetri.» commentò Makoto sbuffando. «Persino a quell'età aveva la faccia di chi voleva prenderti in giro...»
«Aspetta, ma tua madre quindi? Cos'è successo? Com'è che sei collegata a Ferid?» domandò Ayako.
Shinoa inclinò lievemente il viso di lato. «Mia madre è stata morsa da Crowley quando aveva diciassette anni.» spiegò. «È rimasta incinta di me poco dopo... Ma mio padre non sapeva della gravidanza. Mi ha trovato mentre cercava mia madre, e per una serie di motivi mi ha preso con sé al posto suo e mi ha cresciuto lui.»
«In effetti mi avevi parlato di un padre e di un fratello maggiore...» commentò lei, storcendo lievemente le labbra. «Ma... come fai ad avere un fratello maggior-»
«Aaaaah, quindi mi definisci davvero così, non è solo una cosa che fai con noi~» commentò l'uomo dai capelli bianchi. «Non so se essere lusingato o se tutto questo confonderà ancora di più le idee a tutti~»
«Beh, che non siamo una famiglia propriamente normale è già evidente anche solo guardando Shinoa.» commentò Guren con un sospiro, rilassandosi contro lo schienale della sedia.
«Sono fermamente convinto che quello più strano sia tu, Guren.» commentò l'altro con un sorriso sarcastico e il tono tranquillo, guardando per un attimo lui e poi tornando a scrutare Shinoa. «In ogni caso, non credi sia il momento di presentare anche i due Namanari? Dell'elenco che ha fatto Crowley manchiamo solamente noi~»
«E Mikaela.» precisò Guren, inarcando un sopracciglio.
«Oh, Mikaela lo conoscono tutti qui dentro, siamo noi il vero mistero.» considerò l'uomo dai capelli bianchi. «Specie dopo la descrizione di tua figlia su di me~»
«Okay, non ci sto capendo molto.» considerò Shiho, storcendo le labbra. «Quello sarebbe tuo padre, e quello tuo fratello?» domandò, indicando prima Guren, e poi l'altro.
Shinoa annuì con un ampio sorriso, e Mitsuba sospirò internamente. Era andata un po' in confusione anche lei sulle prime, quando le aveva spiegato tutta la storia della sua famiglia... e non era stata una spiegazione certo breve. In più punti si era persa, e anche solo il rapporto di Shinoa con quei due uomini era abbastanza complicato... e sicuramente Shinoa non rendeva le cose semplici, anche se probabilmente in quell'occasione avrebbe tagliato corto e spiegato tutto più sinteticamente di quello che sapeva lei.
«Lui è Guren Ichinose, mio padre.» Shinoa indicò l'uomo coi capelli neri, che fece un piccolo cenno con la testa. «E lui è Shinya Hiragi, mio fratello maggiore.» aggiunse, indicando l'uomo coi capelli bianchi, che agitò la mano in segno di saluto.
«...Hanno tutti e due lo stesso anello sull'anulare sinistro.» considerò Shiho dopo un momento.
«Certo, è quello che fanno le persone quando si sposano.» replicò Shinoa con tranquillità.
Mitsuba vide diverse reazioni a quella considerazione. Per esempio, Gekkouin e Makoto alzarono gli occhi al soffitto con un sospiro; i signori Amane strabuzzarono gli occhi e si rivolsero a Shinoa con un'espressione visibilmente confusa; Shiho e Mika, invece, ebbero un'espressione più neutra, come di chi stava ancora processando le informazioni ricevute e forse cercava qualcos'altro.
«Va bene, va bene, facciamo che subentriamo noi a spiegare, altrimenti Shinoa vi confonde ulteriormente perché si diverte a farlo. E voi state già acquisendo abbastanza informazioni, stamattina.» considerò Guren. Shinoa accolse quell'intromissione con un lieve verso scornato, ma quelli che non stavano capendo sembrarono farsi improvvisamente più attenti ora che stava prendendo parola uno che pareva pratico come Guren.
«Io e Shinya siamo due cacciatori, tanto per cominciare.» disse, indicando sé stesso e il compagno. Shiho e Mika si irrigidirono a quella notizia, ma Guren per quanto sicuramente l'avesse notato sembrò non farci troppo caso: per lui sembrava una cosa molto più normale, molto meno oggetto di vergogna rispetto a qualche altro cacciatore che si trovava in mezzo ai lupi. E Makoto e Gekkouin sicuramente lo sapevano. «Come potete sicuramente intuire da quello che ha detto Shinoa, non sono così cieco da uccidere qualcuno appena scopro che sia un lupo,» aggiunse, senza guardare Mika – ma lanciandogli chiaramente una frecciata che lo fece irrigidire. «difatti sono in buoni rapporti con Makoto e con suo padre. Conosco meno Gekkouin, è più che altro una conoscenza di mia figlia.» disse ancora. «Questo perché sia io che Shinya diamo la caccia ai lupi che hanno perso la testa e raccogliamo informazioni su di loro in modo da studiarli. Shinoa si occupa più che altro della seconda parte; ormai lo saprete tutti, in un modo o nell'altro.»
Tutti nella stanza annuirono, e Mitsuba fu sicura che se Yoichi fosse stato lì avrebbe annuito a propria volta.
«E siete due... Namanari?» domandò Shiho. «Ovvero?»
«È una cosa tipo l'essere lupi mannari, ma meno lupi, meno completi, e decisamente meno immortali.» spiegò Shinya facendo spallucce con un sorriso. «Ma invecchiamo più lentamente, siamo un po' più forti degli umani normali, e guariamo abbastanza rapidamente ferite che non siano troppo... marcate. Insomma, se vi dicessi che Guren ha quarantadue anni pensereste subito che usi qualche crema a base di bava di lumaca, invece è solo perché è un Namanari~»
«Bava di che?! Che schifo stai dicendo-» fece Guren, voltandosi verso di lui con uno sguardo disgustato.
«Bava di lumaca. È ottima per le rughe, va alla grande ultimamente nel mercato cosmetico.» spiegò Shinya sorridendo. «Ma tu non ne hai decisamente bisogno~»
«Aspetta, aspetta, aspetta.» fece Shiho. «Questo vuol dire che... se la madre di Shinoa quando ha avuto Shinoa aveva diciassette anni, lei... quanti anni aveva...?»
«Oh, ti dà del lei, che carino~» commentò Shinya. «Aveva la stessa età di Mahiru, comunque. È un ragazzo padre~»
Guren sbuffò, e Mitsuba sbirciò Shiho mentre faceva rapidamente i suoi calcoli mentali.
«Shinoa, hai venticinque anni?!» esclamò, guardandola sconvolto.
Shinoa ridacchiò. «Li porto bene, eh?»
«Non è questione di portarli bene, è che...!»
«È perché è per metà lupo.» spiegò Guren. «Quando l'ho presa con me aveva quasi quattro anni, ma sembrava una bambina di due al massimo. E anche adesso passa a malapena per una ragazzina di quindici...»
Mitsuba vide Makoto allungare una mano e metterla sulla spalla di Shiho, che sembrava abbastanza scosso da tutte quelle notizie messe assieme.
«Tranquillo. Il fatto che tu sia il più piccolo del tuo branco non ti rende meno Alpha.» disse. «È proprio tutt'altro il problema.»
«La volete piantare di punzecchiarvi?» li rimproverò Guren.
«Oh, andiamo, siamo tutti tesi, Guren.» replicò Shinya, stiracchiandosi sulla sedia e alzando le braccia al soffitto. «Abbiamo passato tre giorni quasi del tutto svegli, abbiamo cercato Yuuichiro e ce lo siamo fatti soffiare da Ferid e Crowley, e alcuni dei ragazzi sono stati malmenati da quella bestia di Crowley. Lasciali sdrammatizzare un po', ora che abbiamo la certezza che Yuuichiro sia al sicuro.»
«Come fate ad averla?» domandò Ayako, tendendosi sul posto.
«Beh, Crowley ha detto che abbiamo due giorni, prima di andare via.» disse Shinya lasciando cadere le braccia lungo i fianchi e rivelando, anche se solo per un momento, la cicatrice che aveva sotto il ciuffo che portava lungo, sopra l'occhio sinistro: erano segni di graffi che passavano da una palpebra all'altra, ed erano piuttosto marcati e visibili. «Quindi possiamo stare tranquilli che per quarantotto ore non... Che c'è?» domandò, quando vide che gli sguardi di tutti erano su di lui, preoccupati – sembrò realizzare subito, perché ridacchiò. «Ah, quella? È solo un incontro ravvicinato con una ex piuttosto vendicativa~»
«Quindi state davvero insieme?» domandò Shiho. «Non sei suo fratello maggiore? In effetti non vi somigliate.»
«Uhm, beh, una specie.» commentò Shinya. «Abbiamo solo un anno di differenza, io e Shinoa, quindi sicuramente sono più vicino a lei di età che a Guren. E inoltre, per quanto acquisito, sono un Hiragi anche io, come Mahiru...»
Guren sbuffò. «Per farla breve, sì: Shinya è il mio compagno e no, non ha legami di sangue né con me, né con Mahiru, né con Shinoa. È stato adottato dagli Hiragi dopo che Mahiru se n'è andata, ed è stato trasformato in un Namanari.»
«È una cosa dovuta alla famiglia...?» domandò Ayako.
Guren annuì. «La stessa cosa è toccata a me. Praticamente Shinya ha preso più il mio posto che quello di Mahiru.» disse.
«La fuga d'amore meglio riuscita della storia, anche meglio di Romeo e Giulietta~» considerò Shinya. «Peccato, che a farvi scappare sia stato Ferid~»
Mika si tese sul posto, sconvolto. «Ferid...?»
Guren sospirò. «Ferid.» spiegò. «Convinse Mahiru a prendermi e a scappare assieme a lui. Per un po' rimanemmo sotto la sua ala... e Ferid ci spiegò un po' l'antefatto, cosa stavano cercando di fare gli Hiragi... e soprattutto ci allenò a cacciare i lupi come faceva lui.»
«Anche voi...?» fece Mika.
«Mahiru si rivelò in particolare un'allieva molto brillante.» considerò Guren, piegandosi in avanti e inarcando un sopracciglio. «E forse fu proprio per questo, che Ferid ordinò a Crowley di morderla e trasformarla in lupo.»
Mitsuba vide le persone lì presenti sobbalzare sul posto e irrigidirsi per la sorpresa.
«Ovviamente, questo lo scoprimmo molto dopo.» commentò Guren. «Lo scoprì lei molto dopo. Non ho idea del come; forse gliel'ha detto lo stesso Ferid, o Crowley. In ogni caso, nel mentre Mahiru cercò di uccidermi, e io cercai di uccidere lei.» continuò con un sospiro. «È stato mentre la cercavo qualche anno dopo, che ho trovato Shinoa e ho scoperto che era nostra figlia. E siccome stava in condizioni pietose, ho deciso di prenderla con me e di prendermene cura io.»
«Dopo svariati anni abbiamo conosciuto Shinya, e Guren, preso dalla foga di volerlo salvare a tutti i costi dalle grinfie degli Hiragi, ha preso con sé pure lui.» commentò Shinoa. «Solo che mamma non ha preso molto bene la cosa.»
«Ah, meglio di quanto ci si potrebbe aspettare, alla fine~» considerò Shinya, agitando una mano per aria come se quella cicatrice non fosse nulla – per quanto, in realtà, tentasse di nasconderla; chissà se per imbarazzo proprio, o se per evitarlo agli altri. «Ad ogni modo, in questi anni abbiamo fatto parecchi studi in merito ai lupi, a furia di seguire Mahiru e di cacciarli. E ci siamo concentrati molto su Mahiru, Ferid e Crowley in particolare.»
«Mh.» Guren annuì. «Da una parte, mentre io seguivo Mahiru, ho scoperto che aveva morso un ragazzino di qui.» disse, rivolgendosi in particolare verso i coniugi Amane. «Vostro figlio.»
«Il che rende Yuuichiro il mio fratellino~» considerò Shinoa.
«Ma perché avrebbe dovuto mordere proprio Yuu? C'era qualche ragione?» domandò Ayako: aveva l'atteggiamento di una persona giustamente in ansia. «Avete detto che forse è stato per ordine di Ferid e Crowley...»
«Non lo sappiamo.» spiegò Shinoa. «Ma avrebbe avuto poco senso che mia madre mordesse qualcuno così a casaccio, specialmente nella maniera in cui Yuu è stato morso...»
«Ovvero?» domandò Shiho.
Shinoa lo scrutò. «Il lupo che ha morso te l'ha fatto perché era spaventato, no?» disse. Shiho annuì, e lei proseguì. «Yuu invece mi ha raccontato che mia madre l'ha morso aggressivamente. Anche mia madre ha confermato il racconto, quando le ho parlato.»
«Mantieni i contatti con tua madre...?» fece Yuumeki.
Shinoa annuì. «Sì, con me li ha voluti mantenere. Basta che non ci siano papà e Shinya nei dintorni, e riusciamo a parlare.» spiegò. «Non mi ha detto nello specifico perché abbia morso Yuu, ma mia madre non ha mai morso nessun altro, a parte lui; non è un lupo così aggressivo da andare a mordere dei ragazzini senza ragione.»
«Per questo sospettiamo che ci siano dietro Ferid e Crowley.» spiegò ancora Guren. «Shinoa ha deciso di indagare in merito, e così si è avvicinata a Yuuichiro.»
«Ah, non è vero, è che più che altro volevo conoscere il mio fratellino!» replicò lei. «Ora capisco come si sente Shinya!»
«No, non è vero; Yuuichiro non è come te.» replicò Shinya, facendo spallucce. «D'altra parte, sei stata tu ad architettare tutto per far incontrare Mikaela e Yuuichiro, quindi non dire che avevi un solo obiettivo~»
Shiho assottigliò gli occhi. «Aspettate un momento.» si intromise. «Tu volevi far conoscere Hyakuya e Yuuichiro?»
Shinoa lo osservò per un secondo, poi annuì. «Da una parte seguivamo i movimenti di mia madre, ma dall'altra seguivamo quelli di Ferid e Crowley... per quanto possibile. Sono molto sfuggenti.» disse. «Ma siamo venuti a sapere che Ferid, dopo aver lasciato perdere mio padre e mia madre, aveva preso con sé un ragazzino russo e che lo faceva allenare da Crowley... differentemente da quello che succedeva coi miei genitori, che venivano allenati da Ferid.» considerò. «Mikaela non è mai stato proprio anonimo, come cacciatore... nell'ambiente in diversi sanno di chi si tratta, e di chi è allievo.»
Shiho si voltò verso Mikaela per un attimo, che da parte propria pareva estremamente sorpreso della cosa.
«Ma, insomma, per una serie di questioni che c'entravano anche con la parentela e tutto il resto, mi sono interessata al suo caso.» disse ancora. «E ho potuto notare che le cacce di Mika stavano diventando sempre più efferate, perciò ho deciso di intervenire e di portarlo fin qui, d'accordo con Makoto.»
Shiho si voltò verso di lui, sconcertato. «Tu?» fece. «Sei un Alpha, e hai fatto entrare un cacciatore qui dentro?»
Makoto inclinò il viso di lato. «Con chi credi di parlare?» replicò. «Ovviamente l'abbiamo sempre tenuto costantemente monitorato. Perché credi che sia diventato presidente del consiglio studentesco?»
«Che...?» fece Mika. «L'ho proposto io...!»
«Certo, ed era ovvio che tu lo facessi, per renderti più facile la caccia.» fece Makoto, voltandosi verso di lui e guardandolo come se tutto quello fosse perfettamente prevedibile. «Quindi, ho preventivamente convinto i membri del consiglio studentesco che tu fossi la scelta migliore come presidente del comitato; se non fossi stato tu a proporlo per qualche strano caso, l'avrei proposto io e avrei ottenuto l'unanimità, come è effettivamente successo.»
«Il vantaggio di essere un Alpha come Makoto è che si riescono a convincere facilmente le persone~» considerò Shinoa.
«Sono un Alpha perché riesco a convincere le persone e a unirle, non il contrario.» replicò Makoto con uno sbuffo. «Quindi sì, Mikaela, da quel punto di vista avevamo previsto le tue mosse... o comunque avevamo una maniera per metterti in un posto in cui sarebbe stato facile controllarti. Quello che fa il presidente del consiglio studentesco è spesso sotto esame, e inoltre con tutto il lavoro che ti sei ritrovato da fare hai momentaneamente rallentato le ricerche. Il piano di Shinoa mi piaceva e mi convinceva, perciò sì, Kimizuki, ho fatto entrare un cacciatore in un paese pieno di lupi del mio branco, assicurandomi che sarei stato in grado di tenerlo sotto controllo anche se non fossi stato qui. Ed è effettivamente andata così.»
Mitsuba riservò per un momento uno sguardo a Mika, che aveva abbassato lo sguardo e pareva sconvolto. Non era strano: sicuramente aveva pensato di avere il coltello dalla parte del manico, e invece si era ritrovato solamente come pedina in un gioco gestito da qualcun altro.
O quantomeno, si sentiva una pedina in quel momento. Probabilmente non si era ancora reso conto di essere il protagonista per cui Shinoa aveva imbastito tutto quel piano.
«E il piano di Shinoa era...?» domandò Shiho.
Shinoa sospirò e incrociò le braccia con fare deciso. «Creare la migliore delle OTP, mi sembra ovvio.»
«Shinoa.» la redarguì Guren con uno sbuffo.
«D'accordo, d'accordo~» commentò lei, sbuffando a propria volta. «Volevo solo fargli conoscere Yuuichiro, anche se speravo che diventasse qualcosa di più di un'amicizia, comunque
«Volevi far conoscere Yuuichiro a un cacciatore... perché?!» fece Yuumeki.
Shinoa lo scrutò per un secondo. «Come ho detto prima, le cacce di Mika stavano diventando sempre più efferate. Meno riflessive. Nell'ambiente molti che lo conoscevano si erano accorti della cosa.» disse. «Yuuichiro è... l'apoteosi del lupo innocente. Col fatto che la sua mente umana è parzialmente staccata da quella del lupo, non aveva davvero un motivo per attaccare Mika.»
«Parzialmente...?» domandò Shiho. «Credevo lo fosse totalmente.»
Shinoa scosse la testa. «No. Altrimenti, quando Mika l'ha visto per la prima volta in forma di lupo, Yuu lo avrebbe davvero attaccato, percependolo come una minaccia, dato che aveva un coltello in mano ed era pronto a combattere~» disse. I genitori di Yuu e Shiho si voltarono all'istante verso l'interessato, che però non fece in tempo a difendersi. «Non ci sarebbe comunque riuscito, tranquilli. Ero lì a controllarli di persona, e sarei intervenuta... ma non ce n'è stato bisogno.» disse. «Mika si è fermato quando si è accorto che Yuu non aveva istinti aggressivi nei suoi confronti. Nessuno dei due si è fatto un graffio, quella sera. E questo dimostrava che la mia teoria era giusta.»
«Ovvero...?» fece Shiho.
«Volevo dimostrare a Mika che i lupi non sono sempre aggressivi, e che non c'è bisogno di ucciderli a prescindere.» fece lei. «È una lezione che ogni tanto i cacciatori devono riapprendere, a un certo punto della loro vita; a furia di attaccare per difendere preventivamente, si rischia di perdere di vista l'obiettivo di difendere davvero, e si colpiscono anche gli innocenti. Certo, essere allievo di Ferid non ha aiutato, immagino~»
«No, infatti.» fece Mika, annuendo. «Prima di Yuu, pensavo che qualsiasi lupo, una volta trasformato, sarebbe diventato aggressivo. In effetti, vedere Amane tranquillo è stata una vera e propria sorpresa... All'inizio non ci credevo.»
«Ed era esattamente quello che speravo venisse fuori dal loro incontro!» esclamò Shinoa. «Missione compiuta, e Mika è redento dall'essere un cacciatore senza scrupoli!»
«Frena, frena.» disse Shiho. «Perché proprio Yuu? Perché, per dire, non Yoichi?»
«La parte lupo di Yuu è parzialmente staccata da quella umana.» spiegò Makoto. «Il lupo, a quanto pare, ricorda vagamente quello che è successo da umano. L'umano non ricorda praticamente nulla di quello che è successo quando era lupo. Questo implica che il lupo sia in grado di riconoscere vagamente qualcuno caro a Yuu... ma che al contempo una qualche parte di Yuu, quella umana forse, sopprima la natura intrinsecamente aggressiva del lupo, trasformandolo in qualcosa che somiglia molto a un grosso cane, più che a un lupo vero e proprio. Ve ne sarete accorti a vederlo.»
Mika, Shiho, i coniugi Amane e Mitsuba annuirono, quando Makoto li guardò.
«Era il candidato ideale.» disse ancora Makoto. «Yoichi, per quanto timido, ha in sé l'indole del lupo. Davanti a un cacciatore che gli punti un coltello addosso, sarebbe diventato aggressivo e sarebbe andato sulla difensiva; Yuu non l'ha fatto. Semplicemente, ha riconosciuto Mika come familiare e non l'ha attaccato di primo acchito.»
«Ma se Mika aveva un coltello e glielo stava puntando addosso era rischioso!» esclamò Ayako.
«Certo, ed era per quello che una volta fatti conoscere Mika e Yuu ho tenuto sotto controllo Mika.» spiegò Shinoa. «Non volevo che facesse del male a nessuno, tantomeno al mio fratellino. Del resto, sapevo che Mika non avrebbe attaccato nessuno in una notte che non fosse di luna piena; perciò è stato abbastanza facile.»
«Eppure, Ferid è riuscito a infiltrarsi in casa mia, la prima notte che Yuu si è trasformato in lupo davanti a me.» disse Mika. «È stato lì per parecchio tempo.»
«Un'ulteriore dimostrazione che non gli interessa fare del male a Yuuichiro.» disse Guren. «Del resto, non ne ha motivo.»
«Ma allora, che vuole fare...?» azzardò Mika.
«È quello che stavamo cercando di capire.» si intromise Gekkouin all'improvviso. «Shinoa mi ha avvisato che Ferid e Crowley stavano girovagando un po' troppo spesso attorno al paese, per essere solamente per controllare te e il tuo operato, e consapevole della mia mansione mi ha chiesto di intervenire.»
«La tua mansione...?» domandò Shiho.
Gekkouin lo scrutò per un momento. «Makoto è alle dirette dipendenze di mia madre, nel gestire il suo branco come Alpha.» spiegò. «Mia madre gli ha dato il compito di comandare uno dei branchi di lupi più grandi del Paese. A differenza sua, io ho tutto un altro ruolo, all'interno del grande branco che deriva da mia madre: faccio parte di un corpo creato da mio padre, con l'obiettivo di trovare e fermare Ferid e Crowley.»
Per un momento, rimasero tutti in silenzio, sorpresi.
«Esiste una cosa del genere...?» domandò Shiho.
Gekkouin annuì, e si rivolse a lui nello specifico. «Sì, per via dei casini che ha creato Ferid da quando mia madre l'ha cacciato dalla famiglia.» spiegò. «L'obiettivo di mia madre, e in generale degli Inugami, è di armonizzarsi il più possibile con gli esseri umani: è per questo che esistono modi per camuffarsi in mezzo a loro, come ad esempio l'organo per i documenti nuovi. Ferid, come avrete capito, ha un'idea decisamente opposta, e tende a trasformare in lupi persone a caso, o a comandare di farlo. E al tempo stesso, addestra ragazzini per cacciarli.». Si strinse un po' la spalla ed emise un lieve gemito di dolore, poi proseguì. «È la ragione per cui è stato cacciato dalla famiglia: quando era molto più giovane, si è messo a trasformare persone comuni senza motivo.»
«Eh? Senza motivo?» domandò Ayako.
Gekkouin annuì. «Eravamo esseri immortali e potenti. O meglio, erano, io non esistevo a quei tempi.» precisò. «Ferid ha conosciuto quel momento: gli umani ci riverivano, ci portavano offerte, ci consideravano divinità minori e ci amavano. Mia madre e mio padre cercavano di vivere il più possibile in armonia con gli umani, e andava tutto bene.» spiegò. «Tuttavia, Ferid di punto in bianco si è messo a trasformare esseri umani in lupi... anzi, inizialmente erano semplicemente aggressioni, perché non poteva sapere cosa sarebbe successo.» spiegò. «Quindi, mia madre lo cacciò dalla famiglia e lo esiliò dal Giappone, sperando che questo lo facesse riflettere riguardo a quello che aveva fatto... e anche perché era suo figlio: probabilmente non ebbe il coraggio di ucciderlo, anche se avrebbe dovuto.» commentò. Sospirò, e sollevò lo sguardo al soffitto, più pensieroso di quanto l'avessero mai visto. «Non funzionò. Ferid continuò a trasformare persone, diffondendo i lupi mannari in tutti i continenti. È sempre stato furbo, da quello che mi dicono, e riusciva sempre a sfuggire a chi cercava di fermarlo. Quindi, a un certo punto, complice anche il fatto che nel frattempo si era preso anche Crowley tra le sue file, mio padre ha deciso che ne aveva abbastanza e ha creato un gruppo di lupi e Inugami numeroso per cercarlo e...» sospirò. «In teoria dovremmo catturarlo vivo, ma è praticamente impossibile. Perciò, possiamo anche ucciderlo e basta.»
Per un momento rimasero tutti in silenzio, contemplando le parole che Gekkouin aveva detto.
Lui sospirò di nuovo, e dopo qualche attimo proseguì con voce più debole. «Ha fatto parecchie vittime, sapete.» commentò, attirando di nuovo l'attenzione su di sé. «Tra i lupi trasformati che sono impazziti e che ha ucciso lui stesso... e i lupi che hanno trasformato altri lupi, o i cacciatori che ha allenato e che hanno ucciso altri lupi... Ha fatto parecchie vittime. So che sentire di un padre che dà il via libera per ammazzare uno dei figli è strano, specialmente per degli esseri umani, ma... Ferid ne ha combinate troppe.» commentò. «Non è possibile lasciare lui e Crowley a piede libero.»
«Eppure non hai chiamato nessuno, ancora~» commentò Shinoa con noncuranza.
Mitsuba sobbalzò lievemente e le riservò un'occhiata sorpresa; ma dagli sguardi che gli altri rivolsero a Gekkouin, intuì che era un pensiero che era passato per la mente di tutti.
Gekkouin sbuffò lievemente. «No. Perché fino all'altro giorno non erano qui.»
Shiho sobbalzò. «Aspetta un momento.» commentò, voltandosi di scatto verso Mika. «Tu l'altro giorno hai cercato di dirci di non andare in giro da lupi... perché sapevi che c'erano loro in giro?»
Mika tentennò per un momento. Poi annuì.
«Non li avevo visti.» spiegò. «Mi hanno scassinato la serratura di casa, sono entrati... per non so quale motivo, e se ne sono andati. Ma prima, Ferid mi ha lasciato un biglietto in cui mi diceva di aver scoperto che c'erano molti lupi qui, e che... lui e Crowley sarebbero andati a caccia.». Fece una breve pausa, e sospirò stancamente. «Due lupi come te e Yoichi... sono in grado di uccidervi io. Con loro sareste morti senza nemmen-»
«Come cazzo ti permetti?!» sbottò Shiho, alzandosi in piedi. «Che vuol dire che-»
«Ehi, ehi!» Makoto si alzò e si frappose tra loro due con aria autoritaria. «Stai calmo.»
«Quello stronzo sta dicendo che-»
«Perché è vero.» si intromise Gekkouin.
Shiho si voltò di scatto verso di lui, con un ringhio minaccioso. Gekkouin, per tutta risposta, assottigliò gli occhi.
«Lo sai, che è vero.» replicò. «Siete sopravvissuti a Crowley solo perché lui ha voluto che sopravviveste. E Mikaela è stato allenato da lui: puoi immaginare che genere di cacciatore sia.» disse. «Ha cercato di proteggervi appena ha saputo che potevate essere in pericolo. Dovresti ringraziarlo, non incazzarti.»
«Sei ancora giovane, come lupo.» aggiunse Makoto. «Anche se sei un Alpha, non sei ancora in grado di proteggere nessuno. Yoichi è lupo da più tempo di te, e per quanto sia un Omega ha dalla sua la resistenza; tu nemmeno quello. Fattene una ragione e prendine atto, Kimizuki.»
Shiho digrignò i denti nella direzione di Makoto, ma non riuscì a dire nient'altro e distolse lo sguardo stizzito.
Mitsuba provò pena per lui: era visibile che lui volesse solamente proteggere il suo branco, e che quegli scatti di rabbia e di aggressività fossero per cercare di difenderlo e perché, dall'altra parte, si rendeva conto di non essere ancora in grado di farlo; persino la litigata che aveva avuto con Mika la sera prima era per quel motivo. Sotto sotto, Shiho voleva solamente salvaguardare la sua famiglia... e non essere in grado di farlo lo frustrava non poco.
Specialmente se la persona cui teneva di più era a riposare al piano di sopra, ferita in maniera molto più seria di lui.
«Prenderne atto è un punto di partenza per migliorare sé stessi.» disse Gekkouin, tenendosi la spalla. «Che credi, che a me faccia piacere sapere Yoichi in quelle condizioni, ed essere consapevole che non sono riuscito né a difenderlo, né a vendicarlo? Considerato anche il gruppo di cui faccio parte, e quello che sono? Sono infinitamente più forte di te, teppista intellettuale, ma sono stato comunque sconfitto fin troppo velocemente da chi dovrei ammazzare.»
Shiho si voltò verso di lui, e per un lungo attimo lo guardò frustrato e corrucciato.
Eppure, non rispose nulla; solo dopo qualche momento si lasciò cadere sul divano, abbattuto e sconfitto.
E forse aveva capito che Gekkouin stava cercando di motivarlo e consolarlo, dicendo non troppo implicitamente che se persino lui non ci era riuscito, allora Shiho poteva perdonarsi l'essere debole... doveva solo accettarlo.
Certo, se accettarlo significava anche accettare che Yoichi avrebbe potuto morire per via della sua debolezza, allora per lui diventava più difficile... per entrambi lo diventava.
«Questo è un fatto.» commentò Guren, incrociando le braccia e prendendo le redini del discorso. «Siamo tutti deboli, presi singolarmente. L'avete visto: solo tentare di affrontare Crowley da soli vi ha massacrato. Immaginatevi affrontare singolarmente tutti e due.» considerò. «Ed ecco perché siamo qui: dobbiamo stabilire un piano d'azione. La nostra priorità sarà salvare Yuuichiro e uscirne vivi; se non catturiamo quei due, per stavolta non ha importanza.»
«Ma siccome non vivete come eremiti, abbiamo dovuto pensare a come tutelare anche la vostra vita come umani, dato che siete stati assenti da scuola per tutto questo tempo; perciò, innanzitutto collaboriamo con questa cosa, e facciamo in modo di avere tutti la stessa versione.» fece Shinya, alzando un dito come a impartire una lezione. «Innanzitutto, visti gli abbai sentiti ieri sera qui in cortile, rischiamo che venga sporto un reclamo, perciò ecco cosa faremo, signori Amane: la vostra adorabile cagnolina era assieme a un amico, quando è arrivato un cane grande e grosso che sembrava volerla fare sua, e l'amico ha tentato di difenderla.»
«Oh... Uhm, d'accordo.» commentò Yuumeki, annuendo. «Anche se spero i vicini non faranno nulla: non è la prima volta che succede...»
«Ha già capito lo spirito, molto bene!» esclamò Shinya, proseguendo col dito e puntandolo verso Gekkouin. Mitsuba intuì che il signor Amane volesse dire qualcosa in risposta all'uomo, ma lui parlò prima e cambiò argomento. «Riguardo a voi ragazzini che non siete andati a scuola, dobbiamo pensare a delle scuse plausibili per tutti e non uguali. Shinoa?»
«Non sarà difficile~» commentò lei. «Gekkouin, tu e Yoichi avete lo stesso cognome sui documenti, e tutti pensano che siate fratelli gemelli. Molto diversi, ma comunque~» considerò lei. «Sanno che siete qui da soli, e che la vostra famiglia è lontana, perciò la vostra scusa è che ve ne siete andati per qualche giorno per problemi di famiglia. Vostra madre ha avuto un infarto e volete accertarvi che il pericolo sia passato, prima di tornare.»
Gekkouin annuì serio. «Chiaro.»
«Shiho, tu sei solo: hai avuto una brutta influenza. La pioggia non ti ha aiutato e le tue difese immunitarie erano basse. Se qualcuno te lo chiede, sei arrivato anche a 39 gradi e mezzo. Ti sembra fattibile?»
Shiho tentennò per un momento, poi annuì. «Sì... è quello che è successo.»
«Oh, sono tutte persone sveglie.» commentò Shinya.
«Per quanto riguarda me, mia madre è venuta a farmi visita dopo tanto tempo che non la vedevo.» commentò ancora Shinoa. «È sempre in viaggio, quindi mi sono presa qualche giorno per stare assieme a lei. È la stessa giustificazione che ho dato a lavoro, perciò vedete di far combaciare tutte le versioni.»
I ragazzi annuirono.
«Mika: sembri il rampollo di qualche famiglia ricca che ti ha mandato a studiare qui dopo un'attenta ricerca di una scuola lontana dallo stress della metropoli ma comunque valida, perché rischiavi un crollo nervoso. Non serve che tu scenda nei dettagli, ma se ti chiedono come mai il presidente del consiglio studentesco si sia assentato proprio ora, è stato per affari di famiglia. Di tipo monetario.»
Mika sospirò e annuì. «E Ferid è il mio precettore, magari.»
«Sei sempre svelto ad entrare nella parte.» considerò Shinoa, per tornare poi ai signori Amane. «La gatta da pelare più grande è Yuu, a questo punto. Signor Amane, che scusa ha dato a lavoro?»
«Quello che è successo: che mio figlio è improvvisamente scomparso.» commentò.
Shinya emise un suono di disappunto piuttosto udibile, mentre Shinoa sembrava pensarci su.
Mitsuba la vide voltarsi improvvisamente verso Mika.
«Toglimi una curiosità: ti ha visto qualcuno, mentre lo cercavi?»
Mika sbatté le ciglia, e scosse debolmente la testa. «No, non credo che nessuno mi abbia riconosciuto. L'impermeabile era spesso, non si vedeva chi ci fosse sotto a meno che io non lo volessi.»
«Perfetto. Allora continuiamo col progetto OTP.» considerò Shinoa con assoluta serietà – ma Mitsuba sgranò gli occhi, e vide che anche Shinya e Guren lo stavano facendo.
«Sei seria?!» esclamò Shinya.
«Certo che lo sono.» replicò lei, puntando Mika con l'indice. «Teniamo la questione di Ferid come tuo precettore, la famiglia ricca, eccetera. Ma sei l'unico erede, e i tuoi non vogliono che frequenti in maniera amorosa un ragazzo. Quindi, siccome Ferid vi stava asfissiando e stava cercando di dividervi, Yuu ti ha convinto a scappare per qualche giorno assieme a lui. Tipo quello stratagemma tipico del Sud Italia, come si chiama... ah, sì! Tipo fuitina.»
«Sono due maschi, Shinoa!» esclamò Guren. «Che c'entra la fuitina[2] ora?!»
«Beh, il concetto è lo stesso! Scappano e consumano, così nessuno può più dire nulla!»
«Così i genitori di Mika odieranno Yuu!»
«Così i genitori di Mika capiranno che si amano davvero e cercheranno di venire incontro a lui.» lo corresse Shinoa. «È la soluzione perfetta, sì.»
«Sei seria...?!» esclamò Guren, rivolgendosi a Mika. «Tu cosa ne pensi?»
Mika fece spallucce. «Beh... è più plausibile dell'avere affari di famiglia, giustificherebbe la presenza di Ferid se qualcuno l'ha visto in paese, e sarebbe anche una spiegazione del perché io e Amane ultimamente fossimo...»
Mitsuba lo vide interrompersi, e lanciare un'occhiata ai signori Amane, che avevano distolto furiosi lo sguardo da lui.
Era comprensibile. Eppure, Mika non sembrava avere cattive intenzioni.
Lo vide con la coda dell'occhio come dire qualcosa, ma Shinoa parlò prima di lui.
«Yuu non ha fatto in tempo ad avvisarla, signor Amane, e per un paio di giorni sono stati in posti in cui non c'era molto campo per non farsi rintracciare facilmente! Così vi ha fatto preoccupare e siete andati a cercarlo, pensando che gli fosse successo chissà cosa... invece è solo stata una fuga d'amore!»
«Non c'è davvero un'altra possibilità?» domandò Yuumeki, scocciato e, si vedeva, trattenendo anche la rabbia. Mitsuba non avrebbe mai immaginato di vederlo così; di solito entrambi i genitori di Yuu erano persone molto tranquille e a modo, affabili e gentili.
«È la più plausibile.» ribadì Shinoa. «E si può sempre dire che durante la loro fuga hanno litigato e si sono lasciati, no?»
Yuumeki aggrottò le sopracciglia ancora di più di prima – ma dopo qualche secondo capitolò con uno sbuffo e annuì.
«D'accordo.» commentò. «È stata una sbandata. Intensa, ma breve.» ci tenne a precisare.
Mitsuba lanciò un'occhiata a Mika, che nel mentre aveva abbassato gli occhi e, dopo quelle parole di Yuumeki, li aveva chiusi, le mani giunte sul tavolo come a volersi isolare e a voler pensare da solo a quella questione.
E le vennero in mente tutte le volte in cui Shinoa, giustificando quello che stava facendo, le aveva detto che Mika non era davvero un pericolo, per Yuu. Che, anzi, gli voleva davvero bene, perché non si sarebbe tormentato così per qualcuno cui non si fosse affezionato abbastanza.
Mitsuba sapeva del piano di Shinoa. Lo sapeva fin dall'inizio, ancora prima che Yuu e Mika si incontrassero; e sapeva anche di non poterla fermare. Certo, non era partito con l'intento di farli mettere insieme, ma solo di far conoscere a Mika un lupo mansueto e tranquillo come sapeva essere Yuu; quello che era successo tra di loro era qualcosa di inaspettato, e forse anche Shinoa non ci aveva davvero sperato ma era stata, invece, una sorpresa che lei aveva sempre definito "piacevole".
Mitsuba non aveva idea del preciso rapporto che legasse lei a Mika, e qualche volta ne era stata anche parzialmente gelosa; che Shinoa volesse cambiare così tanto il modo di vedere di un ragazzo che quasi non conosceva era strano... ma poi ci aveva riflettuto su, e aveva concluso che Shinoa era quel genere di persona che per quanto subdolamente, quando si appassionava a una causa, ci lavorava su con tutte le proprie energie. Ed era quello che era successo con la questione di Mikaela.
Le aveva sempre detto che non era cattivo, anche se Mitsuba all'inizio aveva pensato che sarebbe stato pericoloso. E quando Mikaela si era attaccato di più a Yuu, e Mitsuba aveva temuto che potesse fargli del male o usarlo per arrivare agli altri, Shinoa l'aveva rassicurata dicendo che non era quello che davvero stava succedendo nella testa di Mika – e ne avevano avuto entrambe la conferma quella sera in cui erano stati a cena tutti insieme.
Shinoa non era un'irresponsabile: non avrebbe mai lasciato Mika e Yuu da soli, se avesse ritenuto che Mika poteva essere pericoloso; ed era un'osservatrice abbastanza attenta da capire cosa passasse per la testa di qualcun altro.
Ma in quel momento, forse, non serviva Shinoa per capire che cosa passasse per la testa di Mika.
Non era servito nemmeno la sera prima, quando si era presentato a casa di Yuu e aveva cercato di dissuadere Yoichi e Shiho dal cercarlo, sapendo che c'erano degli altri cacciatori in giro. Palesando di stare cercando Yuu da solo, senza essere coordinato da nessuno.
Per quanto Shiho non volesse crederci o non volesse farsi ingannare, e gli avesse urlato contro la sera prima, era visibile quello che passava per la testa di Mika dalla sua espressione stanca e abbattuta, e dai suoi gesti: teneva a Yuu. Era preoccupato per lui. Lo stava cercando come un disperato, forse senza nemmeno mangiare e dormire. E stava cercando di proteggere ciò che gli era più caro.
E non ci voleva Shinoa, per capire cosa gli stesse passando per la testa in quel momento, seduto in silenzio a quel tavolo, immobile anche mentre Guren e Shinya esortavano tutti ad alzarsi e andare a dormire, in modo da elaborare un piano d'attacco a mente più fresca e un po' più riposata.
Si sentiva in colpa. Per quello che aveva causato ai signori Amane, per quello che era successo a Yoichi, Shiho e Gekkouin, e per la situazione in cui ancora si trovava Yuu. Si sentiva in colpa per essere lì. Si sentiva in colpa per averlo quasi ucciso quella sera, mesi prima... e per tutti quelli che doveva aver ucciso fino a quel momento.
Si sentiva in colpa, ed era preoccupato, nonostante le rassicurazioni di Shinoa e Guren sul fatto che Ferid e Crowley non gli avrebbero fatto nulla. La sua testa non smetteva di lavorare, immaginando gli scenari cui avrebbe potuto andare incontro Yuu, pensando a una soluzione al problema, riflettendo sul perché Ferid e Crowley avessero preso proprio lui.
E poco prima, mentre voltava lo sguardo verso di lui e lui lo scostava da Yuumeki Amane, Mitsuba aveva colto qualcosa nei suoi occhi. Era stato solo un momento – ma conosceva bene quell'espressione.
L'aveva vista tanto tempo prima, per ragioni diverse, in uno specchio.
Era rassegnazione.
Mitsuba aveva capito. Aveva avuto il sospetto dalla sera prima, quando aveva visto i suoi occhi stanchi – ma ora ne aveva avuto la conferma.
Mika voleva finire quella storia il prima possibile, per mettere in salvo Yuu e saperlo tranquillo.
Ma non gli sarebbe più stato vicino, dopo averlo riportato a casa.
L'avrebbe tenuto d'occhio mentre varcava la soglia di casa, di nuovo al sicuro. E lì, la sua missione si sarebbe conclusa.
Poi, se ne sarebbe andato com'era arrivato.
Perché Shinoa aveva avuto ragione, quando le aveva parlato di Mika.
Mika, in quei mesi che aveva passato lì, aveva imparato a voler bene a Yuu e alla sua famiglia.
Ed era per questo, che se ne sarebbe andato via e non avrebbe più fatto avere notizie di sé.
Sparendo nel nulla, e non lasciando traccia della propria presenza in quel posto se non nelle memorie di tutti.



[1] Inugami: letteralmente, "divinità cane". La leggenda degli Inugami è un fenomeno che si è realmente diffuso in Giappone durante il periodo Heian (784-1185 d.C.). Il rito prevedeva, nello specifico, di sotterrare un cane lasciando fuori solo dal collo in su, porgli del cibo intorno e affamarlo fino a quasi lo sfinimento, per poi tagliargli la testa. L'anima del cane morto sarebbe stata furibonda per la morte dolorosa, e il cibo intorno a lui sarebbe servito per placarlo e renderlo obbediente. Dal momento che però il corpo originario dell'animale sarebbe stato inutilizzabile, l'anima del cane (divinizzata dal padrone per rendergli rispetto, in quanto i cani erano considerati animali magici; da qui "inugami") avrebbe finito per cercare di possedere un altro corpo, non di rado quello del padrone, garantendogli fortuna e buona salute – ma il comportamento di un cane come effetto collaterale.
[2] Fuitina: termine regionale italiano (lo so, ha poco senso nel contesto, ma datemi una licenza poetica per questo; Shinoa del resto sa un sacco di cose e non è difficilissimo che sia venuta a conoscenza di un concetto del genere) che indica l'allontanamento di una coppia di fidanzati dalle case parentali; durante questo allontanamento i fidanzati consumano anticipatamente il matrimonio (aka: fanno sesso, o quantomeno fanno intendere di averlo fatto perché se ne sono andati per cavoli loro) mettendo i genitori davanti al fatto compiuto. Era un concetto comune fino a qualche decennio fa, in cui la donna doveva rimanere illibata fino al matrimonio – ma dal momento che questo era stato consumato anticipatamente, si provvedeva a celebrare lo sposalizio per salvaguardare la dignità della donna e della coppia in generale; quindi era anche un metodo che due fidanzati che si amavano utilizzavano per riuscire a sposarsi quando le famiglie di origine non approvavano il fidanzamento (almeno in teoria).



L'angolino di mady
Ragazzuoli. Come va? ^^
Arrivo, anche se un po' in ritardo, sperando di darvi qualche emozionante momento di stacco dalla quarantena. In ritardo perché io faccio parte di quelle categorie che ancora lavorano (faccio la farmacista. XD) e questo periodo è stato molto impegnativo e stressante – roba che arrivavo a casa e morivo sul divano o a letto subito dopo cena.
Ho colto quindi al volo questa giornata di tregua che sono riuscita ad avere (la mia titolare fortunatamente ci esorta a stare a casa per tirare il fiato, ma purtroppo in questo mese sono stata impegnatissima anche quando ero a casa, fino a oggi) e vi ho pubblicato questi quattro capitoli. Spero vi piacciano e vi tengano un po' impegnati se siete a casa in quarantena. :3
Per chi è a casa: forza e coraggio ragazzi! So che è dura (me ne rendo conto perché mia madre e mia sorella sono a casa e non ne possono più) ma fatevi forza, tenete duro! Siete bravissimi anche voi, anche solo stare a casa è qualcosa di importantissimo e non sentitevi inutili per questo, anzi, state facendo qualcosa di essenziale!
E per chi lavora: *pacca sulla spalla* Ce la faremo, fatevi forza! Mi sa che è un periodo di lavoro intenso un po' per tutte le categorie, ma stiamo tutti facendo del nostro meglio e tutto ciò che facciamo è essenziale! Forza!
Spero che vi vada tutto bene e che i capitoli, oltre a distrarvi un po', vi piacciano anche. XD
Aspetto anche speranzosa i commenti eh! Li leggo sempre appena ho un secondo di tempo, e mi tirano un sacco su! :3 Se volete ditemi anche come state e che state combinando, leggo volentieri anche quello e vi rispondo appena posso!
Alla prossima!
mady

Il Paese dei LupiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora