Capitolo 7 - Tale madre, tale figlio

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La versione canina di Yuu sembrava molto incline al gioco e all'esplorazione.

Non appena era entrato in casa aveva preso ad annusare diversi punti del suo appartamento: il mobiletto all'ingresso, il divano del salotto, l'aria della cucina, qualche angolo tra i muri dell'entrata e il pavimento. Si era sollevato ad annusare il suo sacco da tirapugni, e poi si era diretto verso il tavolo su cui stava il quaderno con tutti gli obiettivi che Mika aveva avuto all'inizio del suo viaggio in quella città.

Mika gli era stato dietro, non appena aveva avuto modo di portare dentro casa le cartelle di entrambi e gli effetti personali di Yuu; voleva evitare di ritrovarsi qualcosa distrutto perché quell'animale era troppo estroverso e impiccione.

Tuttavia lui sembrava tranquillo: si limitava ad annusare e a girare cautamente per casa, e l'unico momento di pericolo era stato quando Mika aveva iniziato a stargli accanto e lui aveva preso a scodinzolare felice, muovendo la sua coda decisamente possente a destra e a manca e rischiando di urtare qualcosa. Mika l'aveva redarguito subito, e nonostante quel lupo non capisse il linguaggio umano doveva aver capito dal tono di voce che sarebbe stato meglio non farlo arrabbiare.

Mentre Yuu giocherellava con un cuscino della poltrona in salotto, Mika lo guardava attento e al contempo confuso, e intanto teneva il cellulare di Yuu al proprio orecchio, aspettando che all'altro capo rispondessero.

Non dovette attendere molto. All'altro capo attaccarono la linea dopo giusto un paio di squilli.

«Yuuichiro?! Yuuichiro, lo sai che è pericoloso, dove diavolo sei?!»

Una possente e acuta voce femminile quasi lo assordò. Mika non ebbe la prontezza di riflessi di scostare il cellulare dall'orecchio e per un attimo rimase stordito, a cercare di comprendere il significato di quelle parole che la donna aveva pronunciato. Quando le tradusse mentalmente, sospirò.

«Yuuichiro-!»

«Signora Amane?» disse, a voce ben più bassa di quella della madre di Yuu.

Dall'altro capo, per un secondo, vi fu solo silenzio. Dopo un paio di istanti, Mika decise di approfittarne per parlare.

«Signora Amane, sono un compagno di scuola di... Yuuichiro.» disse. Pronunciare il suo nome per intero gli fece uno strano effetto: fu come se si fosse appropriato di qualcosa di suo senza nemmeno avergli chiesto il permesso. Era sicuro che a Yuu non sarebbe dispiaciuto, ma non era del tutto certo che quella sensazione fosse la migliore possibile per lui. «Mikaela Hyakuya. Non so se Yuu le ha parlato di-»

«Dov'è Yuuichiro?!» lo interruppe la donna.

Mikaela osservò Yuu, che aveva appena tentato di appoggiare la testa sul cuscino, e se lo era invece visto sfuggire da sotto il muso. Lo sentì emettere un debole abbaio contrariato, mentre allungava una zampa per riacciuffarlo.

Il tono della madre era ai limiti dell'ansioso; per un secondo gli ricordò quello di sua madre, quando la versione lupoide di suo padre li aveva attaccati e aveva minacciato di uccidere lui.

Yuu aveva dei genitori apprensivi e che erano preoccupati che non gli succedesse nulla. Sua madre non sembrava nemmeno spaventata da lui: sembrava più che altro in angoscia per la sua sorte, dal momento che era consapevole che era in giro in quella forma. O forse aveva paura che Yuu facesse del male a qualcuno?

In realtà, Mika si rese rapidamente conto che quella congettura avesse poco senso: sua madre aveva esordito la telefonata con l'apprensione di chi sa quanto potesse essere pericoloso stare all'esterno, perché...

Sapevano dei cacciatori?

«Dov'è Yuuichiro?!» ripeté la madre.

«È a casa mia.» rispose Mikaela, con calma. Nell'attimo di silenzio che seguì quell'affermazione, Yuu intravide un insetto piuttosto voluminoso per terra, e non aggredì nemmeno quello: si limitò a guardarlo interessato mentre gli passava davanti, e a tentare di annusarlo nonostante fosse troppo veloce per riuscire a seguirlo col suo naso.

Il Paese dei LupiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora