14. Famiglia di sangue, famiglia di fatto (parte terza)

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Yoichi si appoggiò con la schiena al muro della sala da pranzo di casa Amane, e sospirò per l'essere troppo pieno.
Aveva cercato di non esagerare perché sapeva che il mangiare troppo l'avrebbe eccessivamente appesantito, ma non ci era riuscito: il sushi che avevano preparato tutti assieme era buonissimo come al solito, e così erano i dolci che Shiho aveva fatto (e che lui aveva dato una mano a preparare). Certo, quello che aveva mangiato lui era niente a confronto di ciò che si erano spazzolati Shiho e Yuu, ma loro erano dei mangioni di prima categoria e Yoichi aveva il dubbio che fossero in competizione anche su quanto mangiavano.
Sorrise lievemente, mentre vedeva Yuu scherzare su quanto uno degli anpan[1] di Shiho avesse una forma non proprio perfetta (Shiho era fissato con la perfezione e l'ordine), e lui se la prendeva per quelle sue osservazioni.
Scrutò l'oggetto della loro disputa, e decise di intervenire.
«Ah, Yuu, a che gusto è quello? Perché alcuni li ho fatti io...!»
Yuu lo scrutò per un attimo, e poi assaggiò il panino dolce.
«Sheshamo.» rispose masticando.
«Che maleducato, a rispondere con la bocca piena...» commentò Shiho.
«Non shviare il dishcorsho!» ribatté Yuu, puntandogli contro la metà dell'anpan che rimaneva, e deglutendo subito dopo quella che aveva addentato. «Non importa se l'ha arrotolato Yoichi, e ci credo poco dato che i rotoli che ha fatto col sushi erano perfetti... Ma tu te la tiri tanto che vuoi fare lo chef, e sei un perfettino insopportabile, quindi il controllo finale spetta a te!»
Yoichi fu quasi sul punto di ritrarsi da quella diatriba che sembrava essere solamente loro – ma Shiho decise di tirarlo ancora in mezzo, inaspettatamente. Più o meno.
«A me sembrano perfetti.» replicò, incrociando le braccia. Lo faceva sempre, quando sentiva di avere ragione. Yoichi decise di sorvolare sul fatto che forse Shiho stava difendendo il suo operato, perché probabilmente era solo una presa di posizione del loro capobranco nei confronti del suo Beta; di sicuro non lo stava facendo perché pensava che il suo lavoro fosse davvero perfetto. «O stai forse insinuando che Yoichi ha sbagliato a fare qualcosa?»
Yoichi sobbalzò, e rivolse un'occhiata a Shiho; ma anche lì, contenne l'entusiasmo. Sicuramente stava solo sfidando Yuu a dire che una delle persone cui teneva di più avesse sbagliato. Yuu non lo avrebbe mai fatto: era troppo buono, specialmente con lui.
E infatti, Yuu esitò talmente tanto che non rispose: si limitò a far cadere le accuse e a mangiare la parte di anpan che gli rimaneva.
Yoichi sospirò, e appoggiò di nuovo la schiena al muro dopo averla sollevata per intervenire. Quei due erano sempre in competizione, e si vedeva; nemmeno a una tavolata di amici riuscivano a contenersi. Avevano fatto a gara persino su chi tagliava meglio e più accuratamente i rotoli che lui e Mitsuba avevano fatto.
Yoichi sorrise a ripescare quel momento dalla propria mente, e lo contemplò per qualche attimo: Yuu che scherzava su quanto Shiho fosse bravo a tagliare il sushi, Shiho che prendeva la questione sul personale, e loro due uno accanto all'altro a tagliare i rotoli il più accuratamente possibile, concentratissimi e senza nemmeno fare troppo veloce pur di essere precisi. Shinoa aveva fatto loro un video quasi contro la loro volontà, e li aveva presi in giro perché non potevano staccarsi dai rotoli e rincorrerla per toglierle il telefono di mano, altrimenti avrebbero rischiato di compromettere la loro importantissima sfida; e Yoichi ancora si chiedeva cosa Mitsuba avesse scritto di così urgente sul cellulare in quei momenti, perché aveva battuto la tastiera dello smartphone come una forsennata e di sicuro non stava girando un video. Ogni tanto Yoichi pensava che tradisse Shinoa quantomeno virtualmente; il suo atteggiamento era sempre molto strano e sospetto.
«Yoichi, dovresti smetterla di difendere Shiho, comunque!» esclamò Yuu, pescando un paio di taiyaki[2] dalla ciotola in cui Yoichi li aveva posti prima di metterli in tavola. Yoichi sobbalzò sul posto e tornò a scrutare Yuu, che nel mentre addentò uno dei due pesci e prese a masticarlo, parlando ancora a bocca piena. «È abbashtanza pieno di shé da portare avanthi la shua causha shenza l'aiusho di alshri!»
Yoichi si strinse nelle spalle, e rivolse uno sguardo a Shiho – che lo stava guardando di sottecchi e alla fine scrollò le spalle e annuì, come a voler dare ragione a Yuu.
Sospirò, anche se solo internamente. Tornò a guardare l'amico con un sorriso.
«Sì, hai ragione. Del resto, se vuole fare lo chef deve sapere come farsi valere!» disse, con tono entusiasta.
Lo sapeva.
Sapeva benissimo che Shiho non aveva bisogno di essere difeso, né protetto. Sapeva benissimo che Shiho sarebbe stato perfettamente in grado di cavarsela da solo senza chiedere aiuto a nessuno. Era la sua caratteristica principale: forse poteva parere un po' egoista, e un po' poco incline a socializzare – ma Yoichi sapeva bene che in realtà voleva semplicemente non dover rendere conto a nessuno delle proprie azioni, e voleva farcela da solo.
Era una cosa che ammirava in lui: era tanto sicuro di sé da essere convintissimo che sarebbe riuscito a cavarsela senza l'aiuto di nessuno. Ed era una cosa in cui Yoichi credeva: Shiho ce l'avrebbe fatta da solo ad essere quello che voleva, non avrebbe chiesto aiuti che non fossero stati sottintesi, e forse avrebbe lesinato nel chiedere anche quelli.
Shiho non aveva bisogno di nessuno.
Nemmeno di lui.
Yoichi lo sapeva benissimo. E lo accettava: del resto, probabilmente stava solamente abusando dell'ospitalità di Shiho, e non aveva letteralmente alcuna utilità nella sua vita a parte essere il suo scopamico. Shiho era bravo a scuola, era moderatamente atletico, era indipendente a casa e gli unici soldi che chiedeva erano quelli che un genitore avrebbe normalmente dovuto fornire a un figlio finché stava sotto il proprio tetto.
Yoichi, al contrario, non faceva altro che creargli problemi: non era una cima a scuola, non era atletico, non era bravo in nulla di extrascolastico, aveva delle nottatacce in cui parlava nel sonno e finiva per tenerlo sveglio, ogni tanto tardava per la cena, non dava nessun soldo per il proprio mantenimento e viveva letteralmente sulle sue spalle, non riusciva a dare contributi in casa perché non era bravo nemmeno a cucinare e tutto ciò che poteva fare era dare una spazzata ogni tanto, non stimolava Shiho a parlare di propri eventuali problemi con la propria famiglia, e infine era fermamente convinto di non essere nemmeno bravo a letto.
Se Shiho un giorno avesse voluto aprirsi giusto un pochino, Yoichi era sicuro che avrebbe trovato un fidanzato molto presto. Era esattamente il tipo di persona decisa e determinata e affascinante e indipendente che sarebbe potuta piacere a molti.
E quel giorno, lui avrebbe dovuto sparire dalla sua vita.
Lo accettava: non pretendeva certo di rimanere a casa sua, mantenuto da lui, per l'eternità. Prima o poi avrebbero dovuto separarsi, ed era giusto così.
Avrebbe dovuto provvedere quanto prima a farlo, però. Davvero non gli stava creando altro che problemi.
Forse la sua decisione di tornare a scuola dopo tanto tempo non era stata il massimo. Forse non aveva fatto altro che creare problemi a tutti, e probabilmente avrebbe dovuto ascoltare-
«Beh, ma Kimizuki e Yoichi stanno insieme, no? È giusto che Yoichi lo difenda~»
Yoichi sobbalzò, e sollevò lo sguardo a contemplare Shinoa, che aveva avuto l'idea di intervenire in quella diatriba. Accanto a lei, Mitsuba stava ancora scrivendo qualcosa sul cellulare, e Yoichi si chiese come Mitsuba potesse tradire Shinoa così spudoratamente. Ma forse Shinoa era talmente strana da essere d'accordo.
Lanciò un'occhiata a Shiho, che istintivamente si era irrigidito sul posto.
«Ma no, non stiamo insieme!» tentò di nuovo Yoichi di schermirli. Pareva che i suoi amici non fossero molto intenzionati ad ascoltarlo quando lo diceva, così come non erano intenzionati ad ascoltare Shiho. «Viviamo solo insieme, è normale che finiamo per chiamarci per nome!»
«Yoichi, è inutile che lo neghi per difendere la reputazione di Kimizuki.» si intromise Mitsuba, senza alzare gli occhi dallo schermo.
«Oh, insomma! Che palle!» sbottò Shiho prima che lui potesse rispondere qualcosa. «Anche voi lo chiamate tutti per nome intero e senza onorifico! Perché io dovrei essere diverso?!»
Yoichi lo scrutò per un momento, e abbassò lo sguardo subito dopo.
«Perché vivete insieme~» rispose Shinoa, scandendo bene le sillabe che componevano quelle parole. «E si sa cosa succede a chi vive insieme e si chiama per nome senza onorifico~»
«Tutto questo è veramente assurdo.» protestò Shiho, incrociando le braccia al petto e mettendo su un'espressione scocciata.
«Oh, andiamo, tu non sei il tipo che chiama per nome le persone senza usare l'onorifico! Che ti costa ammetterlo?!» sbottò Yuu. «A Yoichi-»
«Io e Kimizuki non stiamo insieme!» lo interruppe Yoichi, cogliendo gli intenti di Yuu di rivelare i suoi sentimenti verso Shiho; Yuu sapeva benissimo cosa provava, e quando era esasperato tendeva a dire la verità ancora più del solito.
Ma Yoichi non voleva.
Erano solo scopamici.
E anche se aveva dovuto forzarsi a dire il suo cognome invece del nome cui era abituato, in ogni caso Shiho non doveva sapere quello che lui provava davvero. Se l'avesse saputo, avrebbe troncato tutto. Se l'avesse saputo, si sarebbe sentito in colpa per averlo usato. Perché tutto sommato, Shiho... no, Kimizuki, era più gentile di quanto volesse dare a vedere.
Forse era il caso di iniziare a chiamarlo Kimizuki come facevano tutti.
Abbassò lo sguardo, cogliendo quello di Kimizuki su di sé; e per un attimo sentì solo il silenzio intorno, mentre anche Yuu, Shinoa e Mitsuba lo guardavano – e forse anche Hyakuya.
Poi, Tsukki abbaiò, attirando l'attenzione di tutti.
Yoichi sollevò gli occhi – curandosi di non incrociare lo sguardo con Shiho – e la vide andare verso Mika per annusarlo insistentemente. L'aveva già fatto diverse volte quella sera, come se fosse perplessa dalla sua presenza o da lui in generale, e qualcosa non le quadrasse.
«Tsukki, non infastidire Mika!» la rimbeccò Yuu, mettendole una mano tra le orecchie, e facendo per farla girare verso di sé. Tsukki si oppose, uggiolando e muovendo la coda, e poi spostando la testa in modo da annusare di nuovo il loro presidente del consiglio studentesco.
Mentre Yuu cercava di dissuaderla dal capire il nuovo arrivato, Yoichi spostò lo sguardo su Mika: era rimasto spesso in silenzio quella sera, probabilmente un po' per l'imbarazzo e un po' perché era nuovo nel gruppo; non sembrava sentirsi particolarmente a proprio agio, ma forse doveva solamente abituarsi. In realtà quando l'aveva visto la prima volta gli era sembrato che non si sentisse a proprio agio nemmeno con Yuu, eppure quella sera gli erano sembrati un po' più affiatati: Mika sembrava più rilassato e tranquillo, e pareva fare un po' di più di affidamento su Yuu... che per conto proprio era sempre il solito entusiasta, ed era palesemente felice di averlo lì.
In quel momento, non sembrava minimamente turbato dal fatto che Tsukki cercasse di studiarlo anche troppo attentamente; la stava guardando come se fosse tutto normalissimo, e anzi aveva una mano per metà protesa verso di lei, come se volesse accarezzarla ma non volesse impicciarsi in quello che, ora, era diventato una giocosa lotta tra la cagnolina e il suo Alpha.
In effetti era rarissimo, se non addirittura un evento unico circoscritto a quella serata, che Tsukki disobbedisse a Yuu: gli era molto fedele, forse proprio perché vedeva in lui il proprio Alpha, forse semplicemente perché avevano passato tanti anni insieme e Yuu con gli animali ci sapeva fare. Di solito era obbediente a tutta la famiglia Amane, affettuosa e coccolona; in Mika doveva esserci qualcosa di davvero singolare, per spingere Tsukki a non ascoltare gli ordini e anzi a fare di testa propria.
«Sta cercando di fare conoscenza con Mika, Yuu!» esclamò Shinoa, divertita. «Praticamente lo sta già accettando nella famiglia anche lei! Siete tutti d'accordo!»
«Shinoa, piantala...!» esclamò Yuu mentre atterrava Tsukki, che scodinzolò comunque felice e si rimise in piedi non appena Yuu la lasciò. Si sollevò sulle gambe e gli mise le zampe anteriori sulle spalle, scodinzolando, ed emise un abbaio entusiasta; Yuu ghignò, e si espresse in un'occhiata di sfida. «Ah, vuoi atterrarmi pure tu? Tanto non ce la fai!»
Yoichi sorrise, e spostò lo sguardo su Mika, che li stava guardando con occhi apparentemente pensierosi e senza un particolare entusiasmo a illuminarli; tutti gli altri lì attorno erano chi più, chi meno interessati a quello spettacolo di Yuu che litigava col proprio cane, ma Mika sembrava con la testa altrove.
Si chiese cosa stesse pensando. Yuu aveva detto che Mika sapeva della sua identità da lupo; avevano passato una delle ultime notti di luna piena insieme – quella che lui e Shiho avevano passato a cercarlo.
Per lui, fortunatamente.
Yoichi non amava fare sesso nella propria forma da lupo. In realtà, non amava la propria forma da lupo e basta: da che ricordasse, da quando si era trasformato la prima volta era sempre stato un crescendo di dolori e disagio in quello stato, e non ci era mai stato bene. Avrebbe solamente voluto essere una persona normale... e non poteva farlo.
Però Shiho sembrava apprezzare molto la propria forma animale, forse anche più di quella umana; e sembrava apprezzare il fare sesso con lui in quella forma, più o meno ugualmente a quanto lo apprezzasse in forma umana.
Quindi, spesso Yoichi lo lasciava fare e ogni tanto lo invitava anche a farlo, e sopportava il dolore e il disagio di avere rapporti sessuali con Shiho da lupo. Del resto non era colpa sua, che pure era bravo (anche) in quello; anzi, ogni tanto Shiho gli veniva incontro, e se Yoichi gli chiedeva di smetterla lui non continuava. In quello, come in tante altre cose, era sempre molto gentile e attento.
Un po' Yoichi invidiava la tranquillità con cui Shiho e anche Yuu riuscivano a stare in quella forma e a vivere come se fossero dei normalissimi esseri umani, e non dei mostri sovrannaturali che potevano vivere in eterno ed erano decisamente più forti e animaleschi di una persona comune. Shiho era sicuro di sé, amava la propria forma da lupo e la considerava parte importante del proprio essere; Yuu ci conviveva e la sua vita si smezzava tra le amicizie di natura umana e quelle di natura sovrannaturale, e si comportava sempre come se fosse tutto perfettamente normale e nulla lo turbasse; e forse non lo turbava nemmeno davvero.
Yoichi non ci riusciva. Non era capace di accettare quella parte di sé... non quando gli era stata forzata addosso e lui doveva subirne le conseguenze.
Eppure, era stata forzata anche addosso a loro: nessuno aveva scelto consapevolmente di diventare lupo, e Yoichi dubitava che qualcuno volesse davvero diventarlo.
Inclinò lievemente il viso di lato, e osservò Mika: si chiese a cosa avesse pensato quando invece di Yuu aveva trovato un lupo, e cosa Yuu avesse fatto in sua compagnia... Yuu sapeva essere alla stregua di un cane in quella forma, Yoichi lo sapeva bene: l'aveva visto diverse volte comportarsi in maniera molto giocosa e allegra. E Mika... Mika sembrava così riservato, eppure...
C'era una piccolissima possibilità che vedere quella parte di Yuu l'avesse fatto un po' aprire.
Yoichi era sicuro che, se Yuu avesse chiesto a Mikaela di partecipare a una cena del genere qualche settimana prima, quando Yoichi l'aveva visto la prima volta, Mika avrebbe risposto con un categorico no che Yuu non sarebbe stato in grado di modificare.
C'era... qualcosa di diverso, in lui. Qualcosa che Yoichi non aveva visto la prima volta. Qualcosa che era sbucato fuori proprio dopo quella notte passata con la versione lupo di Yuu, che l'aveva spinto ad aprirsi un po', ad accettare l'invito di Yuu ad andare alla sua gara, a partecipare a quella cena nonostante si sentisse chiaramente a disagio e fuori posto; e che ora lo spingeva a guardare Yuu giocare con Tsukki e a non essere minimamente spaventato dal fatto che Tsukki volesse insistentemente annusarlo.
Forse, in quel momento, stava ripensando alla forma lupo di Yuu; forse stava ripensando a quanto dovesse essere stato giocoso e allegro con lui, e a quanto, anche in quella forma, Yuu fosse sempre Yuu.
Tsukki abbaiò ancora, dopo che Yuu finse di essere stato atterrato da lei, e si diresse ad annusare ancora Mika.
«Ehi, Mika, ma non è che hai qualcosa che per lei può essere invitante?» suggerì Yuu, rialzandosi a sedere sul proprio cuscino da terra, e guardando lui. «Magari è per quello che ti tormenta!»
«Non... non è un problema, in realtà...» replicò Mika, lasciando che Tsukki annusasse il suo fianco e anzi, facilitandole il compito alzando il braccio. «Solo, mi chiedo come mai...»
Tsukki abbaiò ancora e afferrò coi denti la maglietta di Mika, tirandola un po'.
«Tsukki! Tsukki, no!» Yuu cercò di tirarla a sé, ma con cautela. «Molla la presa! Così gli rovini la maglia, hai i denti affilati!»
«Non sarà il pesce?» suggerì Mitsuba, per l'occasione sollevando un po' gli occhi dal telefono.
«Mika non ha maneggiato troppo pesce!» replicò Yuu, cercando di aprirle la bocca con le mani per farla almeno staccare dalla maglietta di Mika. «Se fosse per quello dovrebbe venire da me, o da Kimizuki!»
«Va beh, a te ti vede tutti i giorni, e Kimizuki probabilmente la inquieta.» ribatté Mitsuba, tornando sul telefono e rimettendosi a scrivere molto velocemente. «Sarà il sapore della novità.»
«Mika non è da mangiare, Tsukki!» esclamò Yuu, riuscendo alla fine a staccarla da lui.
«Probabilmente vi... com'era, Mitsuba? "Shippa"?» commentò Shiho, appoggiandosi su un gomito.
«Se Tsukki shippasse Yuu e Mika prenderebbe un guinzaglio e li arrotolerebbe insieme come ne "La Carica dei 101".» ribatté lei facendo spallucce, ma alzando ancora lo sguardo. Tsukki stava scodinzolando intensamente, e picchiettava il muso contro il braccio di Mika.
«Credo che sia troppo elaborato anche per lei, uno stratagemma così...» considerò Yoichi.
«Sì, infatti. Ma lo sai, Mitsuba vive sulle nuvole.» rispose Shiho, annuendo e osservando la scena.
Yoichi sorrise al fatto che lui gli avesse dato ragione, e si voltò a osservarli. «Eppure non mi sembra che il suo atteggiamento indichi che li voglia accoppiare...» commentò. «Sembra solo che insista su Mika...»
Ed era alquanto strano.
«Eddài, Tsukki, gli dài fastidio! Smettila!» esclamò Yuu, cercando di toglierla dall'interessato che, per contro, non faceva nessuna piega e si limitava a osservare la cagnolina insistere a dare bottarelle contro il suo braccio.
«Non è un problema, Amane...» replicò Mika, azzardando a muovere una mano per toccare Tsukki. Yoichi fu sul punto di dirgli di evitare, ma Mika si fermò da solo prima di fare danni: Tsukki si era concentrata sulla sua mano e la guardava attenta, ma non faceva trapelare le proprie intenzioni.
«Ah, io lo so, lo so cosa vuole Tsukki!» saltò su all'improvviso Shinoa, mettendosi in ginocchio e protendendosi verso Yuu e Mika, per guardare meglio la cagnolina. «Vuole che Mika la porti fuori a prendere un po' di aria fresca!»
Yoichi scrutò Shinoa, colto alla sprovvista. Decisamente il comportamento di Tsukki non faceva pensare che lei volesse farsi una passeggiata insieme a Mika all'aria fresca... o forse un po' sì? Del resto l'aveva tirato per la maglia...
Shinoa sorrise rivolta a Mika, che per contro sussultò di nuovo e abbassò lo sguardo sul cane come se volesse guardare dappertutto tranne che nella sua direzione. Aveva fatto così tutta la sera, come se volesse sfuggire a tutti i costi lo sguardo di Shinoa... il che era plausibile se la si conosceva, perché Shinoa molto probabilmente conosceva chiunque a quel tavolo anche fin troppo bene, e senza che nessuno di loro avesse dato il proprio consenso alla cosa. Ma era come se lui e Shinoa si conoscessero da prima di quell'occasione... come se avessero già avuto occasione di incontrarsi in altri ambiti, e nessuno volesse dire nulla in merito.
In ogni caso, quella proposta di Shinoa era chiaramente un invito a Mika ad uscire. Che fosse per salvarlo dall'imbarazzo in cui sembrava essere sprofondato quella sera, o che fosse perché voleva parlare di qualcosa in cui non voleva coinvolgerlo, Yoichi non lo sapeva; sapeva perfettamente, invece, che non avrebbe potuto intuirlo a priori, e avrebbe dovuto aspettare che Mikaela uscisse.
«Oh, Shinoa, per piacere, non si fa nemmeno toccare da Mika. Che proposte fai.» commentò Shiho, sbuffando.
«Beh, basta provare! Mika non ha ancora provato, no?» replicò Shinoa, con un tono entusiasta.
«Ma potrebbe attaccarlo!» obiettò Yoichi; aveva capito le intenzioni dell'amica, ma non riuscì a trattenersi dall'esprimere i propri timori riguardo all'atteggiamento di Tsukki.
«Ma no, Yoichi, questo no!» esclamò Yuu di rimando. «Tsukki è un pezzo di pane, non farebbe male a nessuno! Al massimo se non vuole che la tocchi ti ringhia contro...»
Yoichi lo osservò per un secondo, e poi riabbassò lo sguardo su di lei. Era vero, ma era anche vero che il suo atteggiamento quella sera era strano.
«Quindi non gli resta che provare!» considerò Shinoa. «Non mi sembra che Mika abbia paura dei cani... no?»
Mika scosse lievemente la testa in risposta; ma per buona misura, abbassò cautamente la mano all'altezza del muso di Tsukki, in modo da non sembrare aggressivo ma solo interessato.
Per un attimo, Yoichi sentì il silenzio attorno a sé, mentre tutti osservavano la reazione della cagnolina al tentato avvicinamento di Mika.
Tsukki allungò il muso, e annusò il pugno.
Non sembrò cogliere nessuna minaccia da parte di Mika, perché odorò pacatamente le sue dita; alla fine abbaiò di nuovo alzando gli occhi verso di lui, che la stava scrutando in attesa.
Yoichi fu quasi sicuro di vederlo sospirare di sollievo, sebbene lievemente e in maniera poco percettibile e poco interessante, dato che anche Yuu stava sospirando ed era molto più rumoroso e visibile di lui. Mentre quello del suo amico sembrò chiaramente un sospiro sollevato, quello di Mika era più simile a un sospiro interno, unito a un allentamento delle tensioni muscolari con cui aveva affrontato quella parte della serata: aveva iniziato a tendersi fin da quando l'attenzione si era concentrata su di lui. Yoichi si chiese se fosse il tipo da essere abituato a quel genere di incontri tra amici o, piuttosto, preferisse dedicarsi solamente ai propri studi, scolastici e personali che fossero. Yuu aveva detto che era uno studioso di lupi... il che avrebbe dovuto favorire il suo contatto con le altre persone, specialmente lupi ovviamente, ma anche tutte le altre. Eppure, Mika sembrava più tendente ad essere isolato e in silenzio: non era abituato a tutte quelle persone intorno a sé, era evidente. E strano.
Tsukki emise un altro abbaio in direzione di Mika; fu in quel momento, che Yoichi notò che la cagnolina non stava scodinzolando. Non sembrava essere felice ed entusiasta di aver conosciuto un nuovo membro del gruppo; piuttosto, pareva studiarlo attentamente, odorando il suo profumo e osservandolo attentamente con i propri occhi scuri. Guardando più attentamente, Yoichi notò che Tsukki si era posta in mezzo a Yuu e Mika; certo, non significava niente e forse si stava solamente costruendo dei castelli in aria lui, ma era una coincidenza o qualcosa di voluto? Era come se Tsukki non fosse convinta da Mika... e dopo che si era convinta quasi di primo acchito con tutti loro, Yoichi trovava quel comportamento piuttosto singolare.
Probabilmente si stava solamente inventando qualcosa che non c'era davvero.
Mika, in fin dei conti, non sembrava una cattiva persona. Solo molto sulle sue, e timida. Sicuramente Yoichi si stava preoccupando troppo; Tsukki doveva aver semplicemente notato che Yuu provava qualcosa per Mika e lo stava studiando per assicurarsi che il suo Alpha non dovesse passare delle brutte esperienze. Era una cagnolina molto intelligente, imparava in fretta, riusciva a capire bene le persone; infatti, aveva subito temuto Shiho.
«Che ne dici di portarla fuori, Mika?» fece Shinoa, divertita. «L'abbiamo fatto tutti, prima o poi! E lei sembra molto interessata a te... potreste conoscervi meglio, non credi?»
«Se hai bisogno di qualche traduzione simultanea "canino-umano/umano-canino" non esitare a chiamarci.» ironizzò Mitsuba da dietro lo schermo del cellulare.
Yoichi intercettò Yuu che li guardava tutti quanti, attentamente, con un mezzo sorriso imbarazzato sulle labbra.
«Andiamo, ragazzi! Così sembra che lo vogliate cacciare fuo-»
«No, no, va bene, Amane.» lo interruppe Mika, alzandosi in piedi e battendo sulla propria coscia per fare segno a Tsukki di seguirlo. Lei sembrò interpretare il messaggio dandogli più attenzione. «Ho mangiato davvero troppo rispetto a quanto sono abituato. Un giro fuori al fresco mi farà bene, e se Tsukki vuole uscire non è un problema. Mi piacciono i cani.»
Quello era ovvio, probabilmente era il pensiero di tutta la tavolata.
«Vengo con te...!» azzardò Yuu.
«Non serve. Rimarrò qui in cortile; penso che abbiamo entrambi bisogno di sgranchirci le gambe.» disse, adocchiando la cagnolina. «Perciò rimani pure qui. Torneremo tra non molto.»
Allusione di Shinoa o meno al fatto che Mika dovesse uscire, pareva che anche Mika fosse ugualmente intenzionato a farlo; forse era stato per troppo tempo in mezzo ad altri e ciò l'aveva scombussolato. Forse aveva bisogno di un po' di silenzio e solitudine... sempre che Tsukki si potesse considerare tale.
Yuu lo scrutò per un lungo momento; adocchiò Shinoa per un solo istante, prima di tornare a guardare il presidente del consiglio studentesco e sospirare.
«D'accordo! Meglio che fai quattro passi per digerire allora...!» capitolò infine, abbassando le spalle. «Se hai bisogno di qualsiasi cosa siamo qui, eh!»
Mika annuì, e gettò un'ultima occhiata al tavolo; non si soffermò su nessuno in particolare, ma Yoichi notò che il suo sguardo fu meno attento su Shinoa che su tutti gli altri.
«A dopo.» li salutò prima di avviarsi verso il giardino, seguito fedelmente da Tsukki che gli camminava accanto.
Yoichi lo scrutò andarsene, e non poté fare a meno di chiedersi quanto Shinoa avesse voluto allontanarlo per evitargli imbarazzo e quanto, invece, per parlare alle sue spalle e condividere con loro le impressioni che aveva fatto su di loro il presidente del consiglio studentesco.
«"Se hai bisogno di qualsiasi cosa, siamo qui"...» commentò Shiho, appoggiandosi con un gomito al tavolino su cui avevano praticamente spazzolato tutto il sushi che avevano fatto. «È letteralmente a quindici metri da noi, se non meno.»
«Beh, sono tanti!» esclamò Shinoa.
«Sicuramente Yuu vorrebbe averlo molto più vicino.» aggiunse Mitsuba, e a Yoichi sembrò quasi un completamento della frase che Shinoa aveva pronunciato.
Invidiò per un momento il fatto che quelle due fossero così affiatate da completarsi le frasi – ma ci mise un attimo a darsi dello stupido, e Yuu nel frattempo esplose e attirò di nuovo la sua attenzione.
«Ragazze! Quale parte del fatto che l'ho invitato come amico vi sfugge?!»
«Tutta la parte dell'amico.» replicò Mitsuba.
«Infatti, Yuu, è palese che lui ti piaccia~» disse Shinoa. «Dovevi vedere com'eri imbarazzato mentre preparavi il sushi!»
«Tremavi e non facevi altro che guardarlo.» confermò Mitsuba.
«Cercavi di farti bello ai suoi occhi!» fece Shinoa. «Non hai bisogno di farti bello ai suoi occhi, Yuu: se Mikaela ha un minimo di istinto yaoi in corpo noterà già da solo che tu sei assolutamente bellissimo!»
Yoichi sussultò a quelle parole e lanciò un'occhiata a Shinoa, che sembrava assolutamente convinta di quello che aveva detto e non aveva la benché minima remora a dimostrarlo. Guardando Mitsuba, poté notare che non sembrava assolutamente gelosa: era ancora assorta nello scrivere qualcosa, ma Yoichi la sentì mugugnare un secco e non troppo udibile assenso, ma comunque supportare la sua ragazza in quello che aveva appena decretato su un altro ragazzo.
Scrutò Shiho – Kimizuki – di sottecchi: se lui avesse detto la stessa cosa che Shinoa aveva detto a Yuu, si sarebbe ingelosito e non poco. Ed era assolutamente normale: se Yoichi avesse espresso apprezzamenti su qualche altro ragazzo che non fosse lui, a Shiho non avrebbe fatto piacere. Specialmente se quel ragazzo fosse stato il suo Beta.
Forse Mitsuba non era gelosa di Shinoa perché erano due ragazze ed erano lesbiche, o forse non era gelosa perché avevano una relazione aperta e ognuna delle due poteva vedere chi voleva... Yoichi non ne era sicuro, ma erano talmente strane da essere in grado di fare anche qualcosa del genere che lui non riusciva assolutamente a capire.
Per quanto lo riguardava, avrebbe fatto meglio a non esprimere quanto trovasse bello Yuu. Anche se lo trovava bello, e non capiva come Mika non lo apprezzasse. Anche se forse Mika lo apprezzava, ma non come lui avrebbe voluto.
...Ma il fatto che lui apprezzasse Yuu significava che non gli piaceva Shiho...?!
Yoichi si strinse nelle spalle, e adocchiò il suo coinquilino.
E per l'ennesima volta non riuscì a non trovarlo bellissimo.
Non riusciva a capire perché trovasse bellissimo anche Yuu... anche se era una bellezza diversa, ma forse stava tradendo Shiho col pensiero e la cosa non gli piaceva. Non voleva essere un ingrato.
Guardò Yuu, e si morse lievemente il labbro mentre cercava di capire cosa gli stesse succedendo. Kimizuki gli piaceva. Era sicuro che Kimizuki gli piacesse. Non ne aveva il minimo dubbio.
Kimizuki gli piaceva.
Kimizuki gli piaceva.
Kimizuki gli piaceva, e Yuu no.
...Almeno, non in quel senso.
Non lo trovava bello.
Era una bellezza diversa da quella di Kimizuki.
Una bellezza da amico.
Ma Kimizuki gli piaceva.
Gli piaceva davvero.
Anche se aveva avuto bisogno di respiro e di parlare un po' con Yuu quella volta in cui aveva conosciuto Mika...
Anche se si era sentito libero con Yuu, e un po' meno con Kimizuki.
«Ehi, Yoichi?»
Yoichi sobbalzò, e alzò lo sguardo giusto per ritrovarsi addosso otto paia di occhi.
Sentì istantaneamente le orecchie farsi più rosse e calde, e si guardò intorno freneticamente.
«C-Cosa...?» annaspò. Aveva perfino lo sguardo di Mitsuba addosso, ed era imbarazzante: significava che era stato sovrappensiero per troppo tempo... e la voce di Kimizuki l'aveva chiamato a vuoto per troppe volte, prima di riscuoterlo dal proprio torpore.
Guardò il suo Alpha negli occhi, e si strinse nelle spalle.
Era bello.
Ma era bello anche Yuu.
Cercò di dominare quella sensazione di panico che gli stava stringendo la gola, e si concentrò su Shiho, che lo stava guardando con un'espressione corrucciata come se avesse fatto qualcosa di male.
Sperò che non gli leggesse nel pensiero. O sulla faccia; non era bravo a nascondere le cose.
«Eri sovrappensiero?» gli domandò alla fine lui. «Stavamo commentando come ci è sembrato Hyakuya.»
«Non è proprio vero: Kimizuki stava solo dicendo che Mika non gli piace.» commentò Shinoa.
«È così.» replicò Shiho tornando a voltarsi verso di lei. «Hyakuya non mi convince per niente. C'è qualcosa che non va in lui.»
Yoichi lo scrutò per un momento – ma qualcos'altro di più sorprendente attirò la sua attenzione: Mitsuba che appoggiava il telefono a terra e li guardava in faccia. Era una cosa talmente rara che Yoichi si aspettò qualche frase importante in merito all'argomento.
«E io che pensavo che tra burberi vi sareste capiti.» considerò invece.
«Io non sono burbero!» replicò Kimizuki, scocciato.
Yoichi vide Yuu, Shinoa e Mitsuba sollevare a turno un sopracciglio come in risposta alla sua affermazione decisamente assurda, e non riuscì nemmeno a dare loro torto.
Kimizuki doveva piacergli davvero poco, perché lui pensasse così di lui...
«Semmai Mika non è burbero.» commentò Yuu. «Mi sembra solo molto timido.»
«Tu sei di parte, Yuu.» rispose Mitsuba. «Quando lo si guarda per i corridoi, Hyakuya ha sempre un atteggiamento un po' tanto distaccato e scontroso con tutti. Come se non apprezzasse la compagnia di nessuno...»
«...eccetto te!» esclamò Shinoa, completando di nuovo la frase della sua compagna. Yoichi la invidiò di nuovo – e di nuovo si sentì in colpa per tutto quel trambusto emotivo che aveva nei confronti di Shiho. «Complimenti, Yuu! Hai vinto il secondo premio, e se continui a impegnarti arriverai al posto più in alto sul podio!»
Yuu sembrò sinceramente imbarazzato e, al contempo, contento che quelle considerazioni non provenissero solamente dalla sua testa, ma fossero una realtà oggettiva visibile anche agli occhi di qualcun altro. Poco importava che quella fosse una fujoshi come Shinoa: anche lei sapeva essere seria, quando serviva.
E Yoichi fu sul punto di rallegrarsi per lui perché sentiva davvero che si meritava di essere felice, se ora voleva una relazione stabile con qualcuno – ma lo stesso pensiero sembrò fulminarli nello stesso identico momento, perché vide la sua espressione genuinamente contenta rabbuiarsi lievemente, il suo sorriso affievolirsi, e fu certo fosse per la ragione che pensava anche lui.
«Posto più in alto sul podio un cazzo, Shinoa.» fece Shiho con tono secco, riscuotendo l'attenzione di tutti quanti. «Hyakuya è un comune umano.»
Non fu propriamente un fulmine a ciel sereno: sia Yuu, sia Yoichi, sia anche Mitsuba avevano compreso quale fosse il limite principale di quell'interesse da parte di Yuu verso Mika. L'unica che ignorava stoicamente quella storia era Shinoa, per cui sembrava non importare assolutamente nulla quella differenza in specie e conseguente aspettativa di vita.
«Oh, andiamo, Kimizuki, come sei guastafeste~» commentò infatti, stringendosi nelle spalle. «Mika lo sa, e se fa piacere a entrambi nonostante questa cosa non vedo perché non dovrebbe-»
«Perché non ha senso, Shinoa.» ribatté Kimizuki. «Anche solo la differenza di specie è un'incomprensione di base che nessuno riuscirebbe a colmare per intero. Yuu non è un umano comune, non pensa più come un umano comune. E Hyakuya, per quanto sia uno studioso di lupi, per quanti ne abbia visti e studiati e per quanto sappia di noi, non saprà mai abbastanza, perché non è uno di noi.»
Quella consapevolezza piombò su di loro con la stessa crudezza con cui Shiho aveva pronunciato quelle parole. Yoichi non riuscì a tenere gli occhi alti a osservare la reazione di Yuu; nella sua testa riuscì solamente a pensare che, a conti fatti, era riuscito ad avvicinarsi a Kimizuki solamente perché era un lupo; che era stato invitato a casa sua e viveva con lui solo perché era un lupo anche lui, e che se fosse stato un umano non lo avrebbe considerato nemmeno minimamente. Del resto, se fosse stato un umano, si sarebbe anche trovato stabilmente a diverse centinaia di chilometri da lì.
Ma per qualche ragione, il pensiero che Shiho lo calcolasse solamente perché lui era qualcosa che non voleva essere gli fece stringere lo stomaco. Non aveva senso, e Yoichi sapeva bene di essere solo uno scopamico per Shiho... E sapeva di dover essere solo grato della sua gentilezza e delle sue attenzioni. Ma faceva male lo stesso.
«È per questo, che non ti piace?» fece Yuu, a voce ben più bassa di quella che usava di solito.
Shiho sospirò, mentre Yoichi alzava lo sguardo per scrutarlo e attendeva una sua risposta. Vide le sue sopracciglia aggrottarsi di nuovo, e lui scosse la testa.
«No.» rispose. Sembrò subito ricredersi, almeno parzialmente, perché inclinò la testa di lato come faceva spesso quando doveva ritrattare su qualcosa che aveva appena detto e pensava a come farlo. «O meglio... non mi ispira che lui stia con te. Verrebbe a sapere del nostro branco, e non mi va.» spiegò. Prima che chiunque potesse replicare, proseguì. «Ma non è per quello.» ci tenne ad aggiungere. «Non è il primo motivo per cui non mi piace.»
«E allora cosa diavolo-»
«Ha un odore strano, Yuu.» Shiho fu brutalmente diretto. Yoichi trasalì, e si voltò a osservare la reazione di Yuu che, ovviamente, fu parecchio sorpresa. «Non so descrivertelo. Non so nemmeno se ci sia. Ha qualcosa di strano, ma non so dirti cosa. Solo che non mi sembra affidabile.»
Yuu lo scrutò per un lungo momento, visibilmente sconvolto da quello che il suo Alpha aveva detto.
Poi, sbottò.
«Ma che cavolo ti piglia?!» esclamò, a voce talmente alta che Yoichi temette che Mika li potesse sentire. «Non hai nemmeno niente su cui basare queste tue affermazioni! Ma come ti salta in mente di-»
«Cazzo, Yuu, è istinto!» protestò Shiho, a voce altrettanto alta. «Vuoi dirmi che quando ha iniziato a piacerti Hyakuya è successo perché hai fatto un ragionamento ponderato sui suoi pro e contro?! Hai le fette di prosciutto sugli occhi, non ti sei nemmeno accorto che-»
«Magari io vedo solo i suoi pro, ma tu vedi solo i suoi contro!». Yuu alzò ulteriormente la voce, scocciato.
«Ragazzi, non urlate...!» si intromise Yoichi, quasi istintivamente.
In effetti, si rese conto di quello che aveva detto e del contesto in cui l'aveva fatto solo dopo aver chiuso bocca e aver attirato di nuovo gli sguardi di tutti su di sé.
Arrossì sentitamente, e guardò prima Shiho, poi Yuu, imbarazzato.
«Insomma... Mika potrebbe sentire, non vi pare...?» considerò.
«Già! Infatti.» lo seguì a ruota Yuu, incrociando le braccia con fare seccato e guardando Kimizuki negli occhi. «Mika potrebbe sentire, e noi non vogliamo fargli sentire che lo discriminiamo, vero, capo?»
Shiho sbuffò. «Alle volte ragionare con te è impossibile...»
«Non stiamo parlando di ragionamento, stiamo parlando di una tua sensazione!»
«Anche tu hai stalkerato Hyakuya per settimane per via di una tua sensazione!» ribatté Shiho. «La sensazione che fosse quello giustissimo per te, no? L'hai detto anche a noi: era diverso. Era meglio di tutti gli altri. Ecco, invece io ho la sensazione che ci sia qualcosa che non va
«Che probabilmente è solo influenzata dal tuo assurdo specismo da lupo nei confronti degli umani!» replicò Yuu, cercando di tenere la voce abbastanza bassa perché Mika, da fuori, non li sentisse. «Che è assurdo! Lo so anche io che non posso sperare in una relazione con un umano in cui saremmo tutti e due tranquilli, lo so anche io che abbiamo dei punti di vista diversi, ma anche tu e Yoichi siete così diversi da sembrare il giorno e-»
«La vuoi piantare di tirare in mezzo noi due?!» esclamò Shiho. «Io e Yoichi non stiamo insieme!»
Yoichi sussultò – non sapeva nemmeno perché, visto che lui stesso si ostinava a negare quella relazione; ma quella veemenza nel tono di Shiho gli fece stringere ancora lo stomaco.
Vide lo sguardo di Yuu su di sé, e fece fatica a sostenerlo. Durò solo un momento, poi Yuu tornò a guardare Shiho con un'espressione aggressiva che indossava solo quando doveva difendere e proteggere qualcuno che gli stava a cuore.
«Cazzo, ma se sei stronzo!» esclamò. «Prima dici che non ti convince Mika pur sapendo che cosa provo per lui, e ora continui pure a negare una relazione con Yoichi! Ti capita mai di considerare i sentimenti delle persone con cui parli?!»
Quell'affermazione sembrò scuotere per un momento Shiho, che si voltò a guardarlo con aria sorpresa e disorientata, come se gli avessero appena rivelato qualcosa che non si aspettava.
Yoichi deglutì, e per un attimo sentì la gola stringersi a vederlo così. Doveva correre ai ripari. E in fretta. Specie ora che non sapeva nemmeno più cosa provava...
«Ma io non voglio una relazione con Shiho, Yuu!» esclamò, voltandosi verso l'amico. Che doveva rimanere un amico.
«Santo cielo, Yoichi...!»
«Sono serio, Yuu!» ribatté Yoichi, con tono più deciso. «E per favore, smettetela di farci battute su! Può essere divertente finché non è troppo, ma dopo un po' diventa pesante, specialmente se continuate a dirgli che è un insensibile che non tiene conto di quello che penso e provo!».
Vide Yuu ammutolire, e fare una piccola smorfia dispiaciuta con la bocca. Lo sapeva, che non aveva intenzioni cattive; era Yuu, e non aveva mai intenzioni cattive verso nessuno.
Comunque, concluse che era il caso di mettere le cose in chiaro una volta per tutte; quindi, si forzò a pronunciare il cognome di Shiho invece del nome, e ad andare avanti su quella linea. «Kimizuki non è una persona insensibile, Yuu.» lo difese. «E so benissimo che lo sai. Sia io che lui siamo sempre stati molto chiari su cosa volessimo fare... dal punto di vista "sentimentale", ecco.» disse, un po' imbarazzato. Evitò di lanciare un'occhiata a Shiho come avrebbe voluto, e continuò a guardare Yuu, che ora sembrava sinceramente desolato di quello che aveva detto. «Io e Kimizuki non stiamo insieme. Stiamo solo sotto lo stesso tetto... e qualcos'altro.» disse, stringendosi nelle spalle: era inutile negare, dato che Yuu li aveva colti sul fatto, e sicuramente Shinoa e Mitsuba sapevano. «Ma niente altro. E nessuno dei due vuole altro. E se dice così di Mika... forse è solo perché si preoccupa per te. Magari non è la persona migliore a dimostrarlo, ma sono sicuro che l'hai capito anche tu.»
Yuu lo fissò per un lungo secondo in cui Yoichi sentì il proprio cuore battere abbastanza rapidamente: non gli capitava spesso di prendere in mano la situazione a quella maniera, e non era minimamente abituato a parlare così sentitamente di qualcosa. Non era nemmeno abituato a rispondere a un amico, in realtà: non lo aveva mai fatto con Shiho, e l'unico con cui ogni tanto si sentiva un pochino di farlo era proprio Yuu.
Forse era davvero più a proprio agio con Yuu invece che con Shiho...?
Sentì Yuu sbuffare, e preferì concentrarsi su di lui invece che sui propri pensieri nefasti. Aveva bisogno di pensare, ma non era quello il momento.
«D'accordo, d'accordo... Scusate.» disse, e dalla sua faccia si poteva vedere che era chiaramente dispiaciuto. «Ma vorrei che deste una possibilità a Mika. Del resto, Kimizuki non sa nemmeno spiegare cosa ci sia che non va... Magari è solamente il fatto che non vuoi che lui sappia del branco? Se ti assicuro che non gli dirò nulla, puoi startene più tranquillo?»
Shiho sembrò rifletterci su per un secondo; Yoichi lo vide sospirare alla fine, e annuire.
«Forse. Vedremo.» commentò. «Ma in ogni caso, sicuramente sa che i lupi stanno spesso in branco. Magari sa anche il perché, visto che li studia. Non potrai portare avanti la farsa per molto, nel caso...»
«Farò il lupo solitario per un po', allora!» si offrì lui, portando le mani dietro la nuca. «E nel frattempo potrai studiare come funziona... Certo, qui stiamo considerando fin troppo alla svelta che io e Mika ci metteremo insieme, e non è una cosa così scontata...»
Kimizuki aprì la bocca e fece per parlare – ma si bloccò immediatamente, e per qualche ragione Yoichi capì istantaneamente perché. Yuu sembrò arrivarci solo qualche momento dopo, perché spalancò gli occhi e si voltò verso la propria sinistra.
Quello sarebbe stato il momento ideale per Shinoa per rimarcare quanto lui e Mika stessero bene insieme.
Ma Shinoa non era seduta al proprio posto, né in nessun altro posto all'interno di quella saletta.
«Dove cavolo è Shinoa?!» esclamò Yuu, colto improvvisamente dallo stesso presentimento che aveva colto anche Yoichi e presumibilmente anche Kimizuki, sebbene sicuramente con sentimenti molto diversi in merito. Yuu si voltò verso l'ingresso della stanza, da cui Mika era uscito qualche minuto prima.
«Mh?» fece Mitsuba, e alzò per un attimo lo sguardo dal cellulare. «Oh, è uscita almeno cinque minuti fa.» disse candidamente, per poi tornare a digitare di nuovo qualcosa sullo schermo. «Ha detto che non voleva disturbarvi mentre limonavate in quella maniera così sentita e aggressiva, e il vedervi così l'aveva scombussolata, perciò aveva bisogno di una boccata d'aria fresca.»
«Limonare?!» fece Yuu.
«Noi due?!» protestò Shiho. «Ma che cazzo vi fumate, si può sapere?!»
«Che c'entro io? Io non ho detto nulla...» replicò Mitsuba, guardandoli e facendo spallucce.
«Tu l'hai resa così!» fece Shiho.
«Non si rende una persona in un modo se quella persona non vuole essere resa così e non è predisposta.» filosofò Mitsuba, scrollando le spalle e tornando al proprio cellulare. «E credimi... Shinoa è molto predisposta.»
«Chissenefrega della predisposizione!» esclamò Yuu. «Shinoa è uscita di qui e sicuramente è andata da Mika per importunarlo! Dobbiamo fermarl-»
Mitsuba lo trattenne per la maglia senza scomporsi, e continuando a scrivere alacremente con una sola mano senza nemmeno alzare lo sguardo dallo schermo. Era troppo veloce anche solo per stare tradendo Shinoa in chat: doveva stare scrivendo qualcos'altro. E doveva essere talmente solerte nel farlo che era anche allenata ad usare una mano sola.
«Frena, frena.» gli disse. «A parte che ormai sarebbe tardi, ma credo abbia detto che voleva parlare con Mika da sola.». Mitsuba sollevò gli occhi verso di lui, e inarcò un sopracciglio. «Non vorrai disturbarli, no?»
Yuu sembrò rilassarsi e accovacciarsi sul posto, come impegnato a riflettere su quella storia.
«Parlare con Mika... da sola?» chiese. «...Ehi. Non avrà davvero avuto una storia con Mika, eh!»
«Santa pazienza, Yuu, ma ti pare?» replicò Kimizuki, scocciato; Yoichi lo vide rilassare la postura, piegando un po' la schiena in avanti e sbuffando. «Ce li vedi, quei due insieme? Hyakuya è un ghiacciolo che sembra provenire direttamente dalla Siberia e non essersi scongelato nel tragitto, e Shinoa... è Shinoa.»
«Sì, in effetti non sembrano proprio una coppia bene assortita...». Yuu ridacchiò, e si voltò verso Mitsuba. «Tu che ne pensi?»
«Che la metafora di Kimizuki mi piaceva. "Un ghiacciolo che sembra provenire..."» disse, digitando più velocemente.
Yoichi sbatté le ciglia. Aveva appena parlato di metafore...?
«Intendevo sulla relazione tra Mika e Shinoa, Mitsuba!» esclamò Yuu, interrompendo la possibilità di chiedere delucidazioni su quell'osservazione di Mitsuba e arrivare a cosa stesse scrivendo che, ormai, per Yoichi era diventato un vero e proprio rompicapo da risolvere.
«Mh? Ah, quello? Probabilmente non sono stati insieme.» disse lei, scrollando le spalle.
«Come fai a essere così indifferente?» controbatté Shiho. «Shinoa è la tua ragazza ed è lì fuori con uno che, per quanto ne sai, potrebbe essere un suo ex.»
Mitsuba sollevò lo sguardo verso di lui per un attimo molto più lungo degli altri. Poi, appoggiò di nuovo il telefono da parte, con una singolare pacatezza che, stavolta Yoichi ne era certo, era il preludio a qualche frase importante.
«Primo: se stiamo ad ascoltare tutto quello che dice Shinoa e ci soffermiamo a valutare ciò che è vero e ciò che non lo è, diventiamo scemi.» disse, incrociando le braccia. «Secondo: la conosco, e so quando scherza e quando no. Terzo: anche se Mika fosse un suo ex per davvero, ci sarebbe un motivo per cui si sono lasciati. E quarto: mi fido di lei. Ma sono sicura che uno geloso come te non è molto familiare col concetto di fiducia, Kimizuki.»
Kimizuki sobbalzò, e rimase a guardarla fisso come se non sapesse cosa replicare. E, in effetti, nemmeno Yoichi sapeva cosa pensare: aveva sempre considerato la gelosia qualcosa di normale in una relazione, ma Mitsuba... non lo era, nonostante il suo atteggiamento facesse pensare un po' il contrario.
Fiducia.
Chissà se Shiho si fidava di lui.
No, non aveva senso nemmeno considerare la possibilità... per il semplice fatto che loro due non stavano insieme.
«Quinto: Shinoa è lesbica.» ci tenne a precisare Yuu, riscuotendo tutti loro.
Mitsuba sollevò gli occhi su di lui. «Ah? Shinoa non è lesbica.»
«Eh? Ma è sempre stata solo con te...»
Mitsuba lo scrutò per un secondo; poi inarcò un sopracciglio.
«E quindi? Ciò non significa che sia lesbica. Le piacciono anche i maschi, in realtà.»
Quella rivelazione sembrò scuotere tutti da una specie di torpore in cui erano convinti di trovarsi bene e al sicuro.
«Quindi potrebbe piacerle Mika?» domandò Yuu.
«Yuu, sei ossessivo-» fece Shiho.
«Non voglio che ci provi con lui e lo metta a disagio!»
«Non è il suo tipo.» lo rassicurò pacatamente Mitsuba. «E ti ricordo che sta con me
«Ah, già.»
Mitsuba lo fissò, visibilmente scocciata. «"Ah, già."» gli fece il verso. Poi, emise un suono di stizza e riprese a scrivere. «In ogni caso, stattene buono qui e aspetta. Se ti unisci a loro rischi che Shinoa si metta a fare battute stupide e metta davvero a disagio Mika.». Per la prima volta, Yoichi la vide sogghignare lievemente. «E tu non vuoi questo, vero?»
Yuu la scrutò per un secondo – poi si accucciò a terra poco distante da lei, obbediente come un grosso cagnolone che si era rassegnato a non ottenere presto l'uscita tanto desiderata.
«No. Certo che no.» disse, abbattuto.
«Good boy.» lo rimbeccò Mitsuba, con un sorriso divertito.
Yoichi sospirò, e scosse la testa. Era anche fin troppo cotto.


Tsukki abbaiò un'altra volta, e annusò nuovamente la sua mano.
Mika la fissò mentre lei avvicinava il muso alle sue dita e poi gli girava ancora davanti, come se stesse cercando qualcosa che c'era ma non riusciva a trovare.
E non sarebbe riuscita a trovarla, sicuramente.
Assottigliò gli occhi mentre la sentiva guaire e la vedeva annusare l'aria intorno a lui. Gli ricordava un po' Amane quando si era trasformato in un lupo e lo aveva studiato... Anche se lui era stato molto più fiducioso e giocherellone.
Come lui era sempre.
«Tu invece hai già capito, vero?» sussurrò rivolto a Tsukki, che intanto stava esaminando la sua maglia con l'olfatto. «Sai che c'è qualcosa... anche se non sai cos'è, hai preferito portarmi lontano da lui.»
Tsukki abbaiò casualmente proprio in quel momento, e Mika non seppe interpretare se la sua intenzione fosse di rispondergli o se semplicemente fosse frustrata perché non capiva.
Ma in ogni caso, bastava quel suo sospetto.
Sospirò, e lanciò un'occhiata alla parte della casa in cui gli altri ragazzi stavano parlando e mangiando dolci. Poi, spostò gli occhi sulla finestra al piano di sopra, dove i genitori di Yuu si erano rifugiati dopo un'oretta dall'inizio della cena.
Conosceva quella casa abbastanza bene da saperne almeno le stanze, dato che l'aveva tenuta d'occhio per un'intera notte; e il motivo per cui l'aveva tenuta d'occhio un'intera notte era anche l'esatto motivo per cui non avrebbe dovuto essere lì.
Era stato uno stupido, a pensare di poter avere una vita normale.
Tsukki si era accorta che qualcosa non andava con lui; probabilmente aveva capito che non era per niente affidabile, soprattutto accanto al suo padrone. E aveva la sensazione che anche il ragazzo dai capelli rosa e il suo compagno dai capelli castani avessero qualche sospetto su di lui: non capiva perché, ma probabilmente era qualcosa di istintivo che gli altri sentivano non appena lui si avvicinava abbastanza. Solamente Yuu non si era ancora accorto di nulla... ma il suo giudizio era fallato dalla sua enorme sbandata.
Prima o poi avrebbe capito e saputo tutto, e sarebbe stato terribile.
Non voleva ferirlo a quel modo. Non se lo meritava.
Sospirò, e sollevò gli occhi verso il cielo per un secondo. Era tardi, ormai: la volta celeste era scura e costellata di stelle, la luna crescente brillava in cielo. Presto sarebbe stata piena, e Amane si sarebbe trasformato di nuovo.
Per un attimo, sentì le viscere stringersi nel guardare le stelle e il cielo così scuro.
L'ultima volta che l'aveva guardato, e per non più di dieci secondi, era stato proprio quando Amane si era trasformato a scuola.
Assottigliò gli occhi e tornò a guardare la cagnolina, che lo stava scrutando attenta.
Sospirò ancora, e chiuse le palpebre.
Stare lì non aveva senso, e quella cagnolina glielo stava dicendo molto chiaramente.
Sentì una stretta allo stomaco ancora più forte, per qualche ragione; non aveva idea del perché, ma per la prima volta era come se sentisse qualcosa di diverso, a distaccarsi da delle persone che normalmente non avrebbe calcolato se non per il proprio lavoro.
Per la prima volta era come se non volesse essere quello che era, pur di non distaccarsi da loro.
Non voleva distaccarsi dagli amici di Amane, che sembravano volerlo accogliere quasi a braccia aperte tra di loro: avevano fatto di tutto per cercare di attaccare bottone con lui e conoscerlo meglio, come se fossero anche incuriositi da quello che lui era, da chi lui fosse – una curiosità ben diversa da quella di Ferid.
Non voleva distaccarsi dai genitori di Amane, che nonostante non lo conoscessero, nonostante avesse rapito loro figlio, erano stati disposti a capirlo e a dargli una seconda possibilità – qualcosa che lui non aveva mai dato a nessun lupo.
Non voleva distaccarsi da Amane. Che, semplicemente, era Amane.
Sospirò, e socchiuse gli occhi per contemplare ancora una volta, per qualche istante, l'immensa volta celeste che si ritrovava sopra la testa.
Sarebbe stato bello non vederla da solo come sempre.
Ma aveva avuto il suo momento di vita normale, ed era il caso che ora sparisse dalle loro vite.
Prima che Yuu si innamorasse troppo. Prima che capisse tutto, e rimanesse ferito.
Si chinò ad accarezzare Tsukki sulla testa. Nonostante i sospetti lei lo lasciò fare, scrutandolo attentamente col viso inclinato di lato, e mosse persino un po' la coda; non stava scodinzolando, ma gli stava dando una possibilità – che era molto più di quello che Mika sentisse di meritarsi.
Non voleva rovinare tutto. Ma sarebbe successo, se fosse rimasto lì.
«Tranquilla, me ne andrò. Il tuo padrone sarà al sicuro, vedrai.» sussurrò. Tsukki non reagì, e si limitò a inclinare la testa dall'altra parte, come se cercasse di capire cosa gli avesse detto.
Mika sorrise lievemente, e si voltò a dare un'ultima occhiata dall'esterno alla sala in cui i ragazzi stavano parlando e da cui sentiva provenire delle urla – ma non riuscì a concentrarsi troppo su quelle: aveva appena visto qualcuno che riconosceva perfettamente.
Si sollevò in piedi all'istante, e la scrutò.
Era una ragazza bassa, dal sorrisetto sicuro di sé e la camminata pacata e per niente agitata. Teneva le mani dietro la schiena, e gli occhi – evidentemente coperti da delle lenti a contatto viola – fissi su di lui.
Mika si tese impercettibilmente e la fissò mentre lei si avvicinava a lui, fermandosi poi a solo qualche passo di distanza.
«Non te ne starai già andando, Mika?» domandò con voce melliflua.
Quella ragazza le ricordava un po' Ferid. Aveva quel tono di voce pacato e soave, come se avesse sempre il controllo della situazione, come se avesse programmato molte cose... anche troppe.
Si chiese quale fosse la soluzione migliore in quel momento. Risponderle? Ignorarla? Essere evasivo?
«A Yuu dispiacerebbe.» commentò ancora lei, senza aspettare davvero una sua risposta. «Ha fatto così tanto per farti sentire a tuo agio, che sarebbe un peccato mandare all'aria tutti i suoi sforzi.»
Mika deglutì – era esattamente il motivo principale per cui era venuto a quel ritrovo di amici.
...Anche se forse non era solo quello.
La ragazza gli camminò accanto, e si accucciò a terra a poca distanza da lui, facendo un segno a Tsukki per attirarla a sé. La cagnolina abbaiò, e andò di buon grado ad accettare le carezze e le coccole che lei gli fece sulla testa e sul collo, tanto che si mise anche a scodinzolare contenta.
«Brava ragazza.» l'apostrofò lei, con un sorriso intenerito e che forse era davvero dolce. «Eri preoccupata per il tuo Alpha, eh? Tranquilla, Mikaela non gli farebbe mai del male.»
Se c'era stato un momento in cui Mikaela stava per rilassarsi, quello passò non appena sentì quelle parole.
Si irrigidì di nuovo, e guardò verso la ragazza in basso, stringendo un pugno.
«Cosa ci fai qui?» riuscì a chiederle alla fine.
Lei sorrise, e non si scompose; gli lanciò una lunga occhiata dal basso, mentre continuava ad accarezzare Tsukki.
«Quello che ci facciamo tutti: siamo venuti a conoscerti.» replicò, con un tono che sembrava quasi divertito.
«Tu mi conoscevi già.» ribatté Mika – e sperò che Yuu non uscisse né in quel momento, né in nessun altro momento in cui stava disquisendo con quella tizia.
Non aveva idea se "Shinoa Hiragi" fosse davvero il suo nome: gli si era presentata così, però, quando gli aveva fornito le informazioni riguardo al paese in cui si trovava ora. Era stata lei l'informatrice che si era preoccupata di indicargli come arrivare lì, che gli aveva dato quella lista di possibili candidati lupo, che gli aveva spiegato in quale scuola andare, che l'aveva aiutato ad avere i documenti a posto e che gli aveva trovato l'appartamento in cui stava in quel momento; si era prodigata molto di più di tutti gli altri informatori che Mika aveva conosciuto in passato – e già allora gli era sembrato strano, e aveva accettato il suo aiuto senza fidarsi troppo; aveva però dovuto ricredersi, quando si era rivelato tutto esattamente come aveva detto lei, e aveva dovuto venire a patti col fatto che "Shinoa" l'avesse davvero aiutato. Per una somma di denaro non indifferente, certo, ma considerando tutto l'aiuto che gli aveva dato i soldi coprivano giusto l'informazione e la lista di candidati.
E ora, quella stessa ragazza si presentava a casa di Yuu... era una sua amica.
«Già. Che strana coincidenza, vero?» replicò lei, con un sorriso divertito e il tono di chi stava facendo del sarcasmo.
«Non prendermi in giro!» ribatté Mika, sibilando a voce più bassa possibile, in modo che nessuno li potesse sentire. «Sei stata tu a darmi quella lista di possibili lupi! Amane era lì dentro!»
Lei ridacchiò, e dette un grattino sulla testa a Tsukki. «Eheh, è vero. E te l'aveva quasi fatta, vero Tsukki?» aggiunse, prendendole il muso tra le mani e strapazzandola un po'.
«Non scherzare!» sibilò Mika. «Hai messo in pericolo la sua vita e ora te la ridi pure?!»
Shinoa sorrise, e smise di accarezzare Tsukki. Sollevò la testa per guardarlo, e la sua espressione non era mutata minimamente da poco prima – ma per qualche ragione, ora sembrava molto più seria e molto meno in vena di scherzare.
«Non ho mai messo in pericolo la sua vita.» disse. Dette un'ultima carezza tra le orecchie della cagnolina, poi si alzò. «Certo, non mi aspettavo questo sviluppo in cui si sarebbe cotto a dismisura di te, anche se in realtà-»
«Non dire assurdità!» ribatté Mika, sempre a bassa voce. «Quella sera, quando si è trasformato a scuola... se non l'avessi riconosciuto, io...!»
Shinoa ridacchiò, e portò le mani dietro la schiena.
«Yuu è parte della mia famiglia. Credi davvero che ti avrei lasciato ucciderlo?» domandò con voce soave.
Mika trasalì. Non riuscì a risponderle subito: nel suo sguardo vide una pacatezza di chi aveva già previsto come sarebbero andate molte cose, dal momento stesso in cui gli aveva indicato cosa fare e chi andare a cercare.
Era inquietante, ma allo stesso tempo lo tranquillizzava.
«Che... che vuoi dire?»
Shinoa sorrise, e fece spallucce.
«Per caso io e Mitsu eravamo lì.» disse, iniziando a girargli lentamente intorno, ma senza staccargli gli occhi di dosso. «Non ho vissuto per molto tempo in Giappone, perciò ho voluto fare una di quelle cose che fanno tutti gli studenti: fare una piccola gita sul tetto della scuola. Mitsu è stata così gentile da portarmici poco prima della chiusura... e poco dopo la fine del suo club. I suoi impegni sono importanti, ma è sempre disposta a darmi una mano quando ce n'è bisogno, anche se non sembra. Non la trovi adorabile?»
Mika sussultò – non si aspettava quello sviluppo, e non sapeva nemmeno come reagire a quello che non era sicuro se fosse un commento sarcastico o serio.
«Suppongo di sì...» mormorò.
Shinoa sorrise compiaciuta, e proseguì. «Dal tetto della scuola, come sicuramente saprai dato che ci sarai andato per le tue ricerche, si vede molto bene il punto in cui eravate tu e Yuu.» disse ancora. «E non c'è nulla che possa interferire col passaggio di un proiettile, tra il punto in cui ero io e il punto in cui eri tu.»
Mika deglutì a vuoto, e si voltò a incrociare il suo sguardo mentre lei tornava davanti a lui.
Quella tizia, di sicuro, non gli avrebbe lasciato uccidere Yuu.
Il che da un lato era tranquillizzante: in ogni caso Yuu sarebbe rimasto vivo, e lui non si sarebbe macchiato dell'omicidio di una persona così innocente.
Dall'altro lato, era inquietante: quella tizia aveva previsto tutto e si era comportata di conseguenza. Lo aveva attirato in una trappola? No, non era possibile: che senso aveva attirarlo fin lì e poi non ucciderlo? Quali erano le sue intenzioni?
«Vuoi dirmi che...» azzardò. «Avevi previsto tutto? Eri lì perché sapevi che...»
«Non ho previsto granché.» replicò Shinoa. Sembrava seria ora, anche se stava ancora sorridendo – ma la sua vena sarcastica ora era quasi sparita. «Ma tu sei un cacciatore, e Yuu è parte della mia famiglia. Non avresti certo cambiato atteggiamento nel giro di così poco... anche se in effetti già quando tu e quel lupacchiotto vi siete incontrati mi è sembrato molto di più un assetto da autodifesa, il tuo.» commentò. Sorrise più ampiamente, e scrollò le spalle. «Ma era necessario tenere sotto controllo Yuu, almeno nelle sere e notti di luna piena. Di norma torna a casa presto quando sa che deve trasformarsi, ma quello non era stato il caso e... guarda caso io lo sapevo.»
«Hai tenuto sotto controllo me?»
«No, non ti ho pedinato, anche se avrei potuto farlo.» rispose lei. «Ho solo tenuto d'occhio lui da lontano... di certo non come lui seguiva te per i corridoi.» aggiunse, con una mezza risata.
Mika storse la bocca in una smorfia – ma poi la osservò per un lungo momento, ancora stranito da tutta quella storia.
«Sei stata tu a inviarmi qui.» disse. «Tenevi d'occhio solo Amane... e se io avessi puntato a qualcun altro?»
«Avresti fatto un buco nell'acqua, ovviamente~»
Mika strabuzzò gli occhi. «Come? Vuoi dire che...»
«L'unico vero lupo della lista che ti ho dato è Amane.» confermò lei. «Tutti gli altri sono specchietti per le allodole.»
Deglutì a vuoto. «Ma... perché?»
Shinoa lo fissò per un secondo, poi scrollò le spalle.
«Ho sentito parlare di te.» spiegò. «Il tuo modo di cacciare si stava facendo molto indiscriminato. E sarebbe stato pericoloso per tutti quelli che erano innocenti... sarebbe stato pericoloso per Yuu.» disse, distogliendo lo sguardo. «Perciò, ho deciso che era il caso di darti una scrollata.» aggiunse. «Non tutti i lupi sono pericolosi... non tutti meritano di essere uccisi a sangue freddo come stavi iniziando a fare tu.»
Mika sbarrò gli occhi, e li abbassò all'istante.
Quindi non era solamente una sua impressione.
Stava davvero... diventando qualcuno che inizialmente non avrebbe mai voluto essere.
«Quale persona migliore per fartelo capire, se non Yuuichiro Amane?» aggiunse lei, e sollevando gli occhi Mika vide che aveva un'espressione fiera del suo amico. «È il lupo più tranquillo e amabile che io conosca. E a quanto pare qualcuno l'ha trovato particolarmente amabile~»
Mika sussultò, e la fissò sconcertato.
«No, aspetta, che intendi? Io...»
«Mh? Vuoi dire che non trovi Yuu adorabile e che non vorresti coccolarlo, riempirlo di baci e fare anche altro con lui?» domandò Shinoa. «Sul serio non sto realizzando la prima parte del mio obiettivo?»
«Di che parli...?» domandò Mika, confuso. Quella tizia era davvero confusionaria, e lui non riusciva a capire dove volesse andare a parare.
«Farti desistere dai tuoi cattivi propositi era solo una parte del mio obiettivo, quella meno importante!» replicò lei, curandosi comunque di tenere la voce bassa. «Quella più importante era farvi mettere insieme e realizzare una vera coppia yaoi!»
Mika sbatté le ciglia, sempre più perplesso dalla strana piega che stava prendendo il discorso.
«Che... cosa...?»
Shinoa ridacchiò. «Devo dire che non avevo previsto questa piega romantica tra te e Yuu, anche se ci speravo~» considerò.
Mika sentì un groppo in gola, e la fissò per un lungo momento.
Fino a quel momento erano stati solo scherzi in merito, e non li aveva presi troppo sul serio. Ma ora... sembrava che qualcuno di loro ci vedesse davvero qualcosa di particolare tra lui e Amane.
Ma non poteva.
«No, ti sbagli, non c'è niente di quel genere tra noi due...!» tentò di schermirsi.
«Già a usare il "noi"? Che carino~»
«No, insomma...!» azzardò Mika. «Niente di quel genere!»
Shinoa sorrise, e si avvicinò a lui col viso.
«Vorresti che ci fosse?» domandò.
Mika deglutì ancora a vuoto.
Forse...
«No.» rispose deciso. «No, non voglio che... che ci sia qualcosa tra me e lui.»
Shinoa sospirò, e fece una smorfia dispiaciuta. «È un vero peccato. Volevo, tra le altre cose, dare del materiale a Mitsu per le sue storie... ma a pensarci bene anche questo può essere considerato materiale, in effetti~»
«Eh?» fece Mika. «Materiale? Storie?»
Shinoa sorrise. «Hai visto che scrive sempre al cellulare, no?» domandò. «No, non sta chattando con nessun altro. Anche se dovrebbe, insomma... è giovane, è così carina, potrebbe davvero stare con chiunque se solo lo volesse!» disse, con un certo entusiasmo nel tono. «Ma preferisce scrivere. E scrive davvero bene, sai? Ed è un continuo vulcano di idee, ogni cosa che vede la ispira. E, beh, tu e Yuu date una certa ispirazione anche a me che sono profana di scrittura, perciò figuriamoci lei...»
«Ispirazione...?» domandò Mika, sempre più stranito sebbene stesse capendo – oppure proprio perché stava capendo.
«Scrive storie romantiche.» disse. «E le piacerebbe fare la scrittrice, ma deve allenarsi, perciò... la supporto dandole del materiale, perché credo davvero che abbia le potenzialità per essere una bravissima scrittrice di fama mondiale.»
Mika sbatté le ciglia, sconcertato.
Quello era uno sviluppo decisamente inaspettato.
«Oh, tranquillo, non usa i vostri nomi.» ci tenne a precisare Shinoa, alzando le mani. «E non riporta fedelmente situazioni in cui ci siete stati voi, sono... giusto ispirazione ad altro. Perciò... che ne dici di rimanere ancora un po' qui?»
Mikaela la scrutò per qualche istante, sconvolto. Non riusciva a capire cosa stesse succedendo, perché era letteralmente successo tutto troppo in fretta – come sempre, a quanto pareva, quando qualcosa riguardava Yuu o le persone che lo circondavano.
Rimanere lì...
«Oh, andiamo, Mika, non farti pregare~» disse Shinoa, allungandosi un pochino verso di lui e guardandolo dal basso. «Mitsu ne sarebbe felice. E Yuu lo sarebbe molto di più~»
Yuu. Appunto.
Mika strinse le labbra in una smorfia, e distolse lo sguardo dal suo.
«Non credo sia una buona idea...»
«È un'ottima idea, infatti!» esclamò lei, facendolo sobbalzare per l'improvviso cambio di tono. «Ci guadagniamo tutti, te compreso! Insomma, stiamo parlando di Yuuichiro Amane, hai idea di quante persone vorrebbero essere al tuo posto?»
Mika sbatté le ciglia, e la fissò per un istante, stranito.
Ma dalla bocca non gli uscì nient'altro che un suono confuso e perplesso e molto poco intellegibile.
Che, a giudicare dall'illuminarsi degli occhi di Shinoa e dalla sua espressione entusiasta, venne immediatamente interpretata come una confusione tale da essere nettamente vicina ad un assenso.
«È un sì, allora!» esclamò ancora, battendogli una mano sulla spalla. «Molto bene, Mika! Sapevo di non essermi sbagliata sul vostro conto. Vado subito a dare ai ragazzi la lieta novella! Mitsu ne sarà felicissima~ Oh, ovviamente il più felice sarà-»
«Tra me e Amane non c'è nulla, Hiragi.» ci tenne subito a precisare Mika, distogliendo di nuovo lo sguardo per evitare di incappare in quell'espressione anche troppo entusiasta del fatto che lui rimanesse lì. Non era sicuro che fosse la cosa migliore, e lo stomaco gli si stava stringendo al solo pensare a Yuu: non era decisamente una buona cosa... anche se non sembrava spiacevole.
Shinoa rilassò la presa sulla sua spalla, fino a far scivolare la mano via da lì.
«Non ancora.» lo corresse.
«Non ci sarà.» ribadì Mika, tornando a guardarla con espressione più decisa di prima. Non doveva esserci.
Shinoa sorrise. «Tu e Kimizuki vi somigliate così tanto che è una sorpresa che tu non gli stia simpatico~» considerò. «O forse no, forse tra così simili non ci si capisce. Ma vorrei che Yoichi riguardo i propri sentimenti fosse più chiaro, innanzitutto con sé stesso, e poi anche con il suo "coinquilino"... È un vero peccato che voi vi facciate tutti questi problemi per qualcosa che per me e Mitsu è così semplice~»
Mika tralasciò il commentare che lei sembrasse disposta ad avere una relazione aperta con la sua compagna, concludendo che forse quello non era proprio il sintomo di qualcosa di complicato – del resto, chi era lui per parlare di complicato; non si capiva più nemmeno lui, ormai, ed era sempre stato convinto di capirsi.
«Non... non ci sarà nulla.» disse ancora. «Ed è meglio così.»
Shinoa rimase per qualche momento in silenzio, ma ciò non permise comunque a Mikaela di mettere in ordine le idee: era sempre più confuso in merito a quello che provava e in merito a quello che avrebbe dovuto fare, in realtà.
Prima aveva pensato addirittura a un "forse"... ed era assolutamente stupido, ma...
«Allora perché stai considerando di rimanere qui?» domandò lei alla fine. «Mi auguro che tu non abbia intenzione di usare Yuu per sentirti un po' meglio e risolvere i tuoi casini, e poi lasciarlo all'improvviso come stavi pensando di fare ora.»
Mika deglutì. Era esattamente quello che aveva pensato di fare. Anche se in realtà non era mai stato davvero intenzionato a farlo, forse... aveva solamente pensato che fosse la scelta migliore a livello logico.
C'era dell'altro.
Dell'altro che non doveva uscire.
Non se lo meritava.
E non se lo meritava nemmeno Yuu.
«Non lo so.» rispose sinceramente. «Qui... mi sento bene. E... ...Credo di aver bisogno di una pausa.» ammise, anche se a malincuore.
«Allora è il caso di prendersela davvero.» commentò Shinoa, e Mika la vide mettere le mani dietro la schiena, di nuovo. Non lo temeva: non aveva paura che potesse attaccarla da un momento all'altro. Il suo era un atteggiamento totalmente aperto e privo di difese, come se volesse che lui si fidasse di lei. Almeno un pochino. Giusto quello che bastava.
«Prendermi una pausa...?» azzardò Mika.
«Esattamente. Non pensare a quello che è successo con Yuu, pensa a quello che non è successo con Yuu e al perché non è successo. Pensa a tutto ciò che stai riconsiderando grazie a lui. Perché stai riconsiderando qualcosa, no?»
Mika deglutì, e annuì debolmente. Anche troppe cose.
«Quindi, pensaci: ti farà bene.» disse Shinoa, passandogli di fianco e dirigendosi verso la casa, seguita a ruota da Tsukki. «E poi mettetevi a scopare come ricci, vi farà ancora meglio~»
Mika sussultò e si voltò di colpo – ma non riuscì a risponderle nulla, perché era palese che lei stesse scherzando.
Forse.
Non era sicuro di conoscerla. Probabilmente non la conosceva.
Non era sicuro di conoscere nemmeno sé stesso.
Ma forse... Yuuichiro Amane avrebbe potuto aiutarlo a conoscersi meglio.
«Stiamo parlando di Yuuichiro Amane, hai idea di quante persone vorrebbero essere al tuo posto?»
Mika sollevò gli occhi verso il cielo per un istante, e scrutò la luna crescente.
Molti.
Ricordò la luna che aveva visto poco prima di vedere Amane trasformato in lupo.
Il coltello contro il pelo del suo collo.
Gli occhi verdi che lo scrutavano.
La testa che gli faceva male all'improvviso per la realizzazione cui era arrivato dopo aver guardato per un attimo quegli occhi.
Chiuse gli occhi per un istante, sopraffatto dall'improvviso giramento di testa dovuto probabilmente al non riuscire a mettere in ordine le idee; gli accadeva spesso, quando aveva troppe informazioni da esaminare. E in quel caso erano davvero in esubero.
Si voltò e si incamminò dietro Shinoa, che stava tornando dentro casa Amane accompagnata da Tsukki.
Molti avrebbero voluto essere al suo posto.
E al contempo, nessuno avrebbe voluto esserlo davvero.


[1] Anpan: panino dolce arrotolato farcito in genere con anko (marmellata di fagioli rossi); può essere riempito anche con altre farciture a base di sesamo, fagioli bianchi o castagne.
[2] Taiyaki: tortina giapponese a forma di pesce, preparata con il classico impasto dei pancake o dei waffle; riempita in genere con anko (marmellata di fagioli rossi), può essere farcita anche con crema, cioccolato, formaggio e altri riempimenti.


L'angolino di mady
Non so cosa scrivere, sono le 3.37 di notte e mi si chiudono gli occhi ma mi ero riproposta di pubblicare. XD
Però ricordo che pensavo di scrivere molto meno in questo capitolo e invece si è dilungato tutto. Mi sono divertita per questo. :3
E per Shinoa, che fa sempre la sua buona figura... Eheh. :3
Alla prossima, spero vi sia piaciuto anche questo! :3

Il Paese dei LupiDove le storie prendono vita. Scoprilo ora