⚡️ E i g h t ⚡️

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Bad Liar •

Mio zio sta chiamando Peter, mentre gli Avengers si voltano verso Loki, che ha appena ammesso di aver liberato i miei poteri.

Alzo lo sguardo e lo punto su Loki, il suo volto sempre più familiare e poi, finalmente, ricordo.

2012, New York

Ho dieci anni e sto camminando per le strade della mia città con il cappuccio della felpa alzato mentre attorno a me gli Avengers stanno combattendo contro dei nemici alieni, venuti da un buco nello spazio, sopra la Stark Tower. I miei genitori mi hanno detto di andare alla stazione, perché saremmo andati via, poi mi hanno lasciato da sola.

Mi blocco quando noto un senzatetto sdraiato per terra, avvolto in una piccola coperta che copre solo parte del suo corpo, intento a riposare. Scruto il suo corpo per poi notare una ferita abbastanza profonda sull'addome. Quell'uomo sconosciuto sta morendo. Senza neanche pensarci, mi avvicino all'uomo e mi metto in ginocchio affianco a lui.

I suoi occhi, di un blu intenso, si posano su di me. «I tuoi genitori non ti hanno insegnato a non fidarti degli sconosciuti?» mi chiede, con un filo di voce, mentre io poso una mano sul suo braccio, ignorando la sua domanda.

«Voglio aiutarti.» mormoro, osservando le mie mani scaldare il braccio freddo dell'uomo.

«Non hai paura di me?» insiste il senzatetto mentre osservo che le sue ferite si stanno rimarginando sotto i miei occhi e sono stata io a farlo.

«Perché, dovrei?» domando in risposta, alzandomi e tornando per la mia strada. Mi blocco quando sento qualcosa di metallico premere sulla mia schiena, poi uno scoppio. Mi giro di scatto notando che il senzatetto in realtà è un uomo con un strano costume verde e che ha in mano uno scettro con una luce blu nel mezzo.

«Io... non capisco, non è mai successo.» mormora, confuso, per poi guardarsi il petto senza più una ferita.

«A meno che tu non abbia già il potere di una gemma che scorre nel tuo corpo.» aggiunge, rivolgendomi uno sguardo serio. Qualcosa esplode vicino a noi e io mi ritrovo tra le braccia di quello strano tipo.

«Chi sei?» chiedo, rimettendomi poi in piedi.

«Potrei farti la stessa domanda. Comunque, io sono quello che diventerà il padrone di questo mondo.» risponde, facendo poi una specie di inchino, per poi sparire dalla mia visuale in un battito di ciglia.

Ho curato le sue ferite a New York quando gli Avengers hanno salvato la città. Loki capisce che l'ho riconosciuto e mi sorride.

«Porca miseria!» sbraita mio zio, buttando il cellulare sul tavolo, frustrato.

Steve Rogers gli rivolge un'occhiataccia. «Linguaggio.» lo sgrida.

Iron Man ignora il commento del collega e si passa una mano sulla faccia, preoccupato.
«Peter non risponde al telefono, il che è molto strano dato che ha sempre il cellulare in mano. Vado a cercarlo, qualcuno resti qui a badare a questo pazzo,» indica Loki. «E mi informi su cosa trovate sull'Hydra.» annuncia, richiamando a sé la sua armatura. Natasha, Rhodey, Sam e Bucky lo seguono mentre gli altri restano qui.

Faccio per alzarmi, ma una presa ferma mi immobilizza. «Tu non vai da nessuna parte.» parla Steve, preoccupato.

«Invece sì, posso aiutare...»

«Sei ancora debole, puoi essere d'aiuto restando qui.» ribatte il capitano, facendomi sbuffare. Pietro trattiene una risata notando la mia reazione, cosa che fa anche Clint.

𝙒𝙞𝙡𝙙𝙛𝙡𝙤𝙬𝙚𝙧  ❃ 𝙋𝙞𝙚𝙩𝙧𝙤 𝙈𝙖𝙭𝙞𝙢𝙤𝙛𝙛 Dove le storie prendono vita. Scoprilo ora