• Numb •
Ancora confusa ma soprattutto scioccata da ciò che è appena successo, riprendo ad ascoltare la conversazione tra i due.
Il primo a parlare dopo il silenzio imbarazzante creatosi da quando io sono uscita dal granaio è lo stregone. «Intelligenza artificiale: non hai avuto neanche un'esitazione.»
«Senti, è stata una lunga giornata ed è stato piuttosto tempo fa, perciò che ne dici di saltare al punto dove saresti utile?» propone mio zio, infastidito.
«Guardami negli occhi e promettimi che li distruggerai...»
«Tu non sei il mio capo...»
«Io non sono il capo di nessuno,» precisa Doctor Strange, sedendosi su un blocco di fieno. «Sono solo un ex chirurgo che ha fatto della sua carriera un ricordo ed anche un amico al quale tu stai molto a cuore...»
Tony Stark si guarda attorno, verificando che non ci sia nessuno. «E io sono quello che ha ucciso gli Avengers e mia nipote...» ammette, con voce tremolante.
Qualcuno mi picchietta la spalla, distraendomi da ciò che sta succedendo dentro al fienile. Mi volto e noto Pietro guardarmi con il suo solito ghigno divertito stampato addosso. Un brivido mi invade il corpo al pensiero che in futuro...
«Hey, lo sai che spiare è un reato?» domanda, e io gli tappo la bocca con le mani.
«Zitto e lasciami ascoltare.» lo sgrido, riprendendo a prestare attenzione alle due voci provenienti dal granaio.
Doctor Strange guarda mio zio preoccupato mentre quest'ultimo riprende a parlare.
«L'ho visto... Non l'ho detto a loro, come potevo. Li ho visti tutti morti, uccisi, il mondo intero! Per causa mia... non ero pronto, non ho fatto tutto quello che potevo...» spiega, allontanandosi di qualche passo.«La tua paura e quello che è successo tre anni fa ti sta ancora manipolando, Stark.» commenta lo stregone. «E l'Hydra amplifica questa tua paura.»
«Non sono stato manipolato, ma illuminato. Non era un incubo, ma il mio retaggio. La fine del sentiero sul quale li avevo avviati.»
«Molte delle tue invenzioni sono state sbalorditive, Tony. La guerra non era una di queste.» interviene l'altro, alzandosi in piedi e avvicinandosi a lui.
«Ho visto i miei amici, Peter e mia nipote morire, si potrebbe dire che non c'è niente di peggio, eh?» bisbiglia mio zio, lasciandosi sfuggire un sorriso mesto. «No, non era la parte peggiore.»
«La parte peggiore è che tu non sei morto.» conclude l'ex chirurgo, lasciando senza parole mio zio che, infatti, lo guarda sorpreso.
Abbasso lo sguardo e mi incammino verso l'abitazione della famiglia Barton, triste e preoccupata per ciò che ho sentito. Gli incubi degli Avengers, il mio futuro... questa squadra si sta sgretolando sotto gli occhi di tutti, per la gioia dell'Hydra e di ciò che rimane di quella maledetta intelligenza artificiale aliena assassina e psicopatica.
Serrando i pugni e ignorando la voce di Pietro che mi richiama, entro in casa e mi siedo sul divano accanto a un silenzioso Steve Rogers.
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È giunta l'ora di cena e gli Avengers sono riuniti in cucina, tutti tranne i tre che sono rimasti sul jet a controllare Loki. Io sono seduta a tavola vicino a Natasha, mentre di difronte a me siedono i due gemelli Maximoff. In piedi dietro a questi ultimi, c'è il capitano Rogers; appoggiato ai fornelli, Clint ha gli occhi fissi su mio zio che è intento a giocare a freccette in soggiorno. Lontano dagli altri, Bruce Banner si sta pulendo gli occhiali in un angolino della sala da pranzo.
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𝙒𝙞𝙡𝙙𝙛𝙡𝙤𝙬𝙚𝙧 ❃ 𝙋𝙞𝙚𝙩𝙧𝙤 𝙈𝙖𝙭𝙞𝙢𝙤𝙛𝙛
FanfictionQuando un ragazzo misterioso e affascinante salva la vita di Grace, quest'ultima si sente riconoscente e vuole sdebitarsi con questo ragazzo. Mentre lo cerca per la città mezza distrutta dove abitava, sente qualcuno gridare da un bus dove trova una...