12 - Fratelli

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- Quindi l'accompagni tu in ospedale? -
Queste parole dette da mia madre mi fanno alzare di scatto dal letto.

Chi deve portare in ospedale chi?!

Non finisco neanche di pensare a quella frase che le mie gambe si sono già mosse verso dei cassetti posizionati accanto a un armadio, mentre le mie mani rovistano in quel disordine nel inutile tentativo di trovare un paio di jeans.

Trovati i fatidici pantaloni neri, con la velocità di un ghepardo, scendo le scale e mi precipito in salone dove ad aspettarmi trovo le facce confuse dei miei genitori.

- Mamma non ricominciare - Dico puntando un dito contro le loro faccie visibilmente smarrite - Io non andrò in ospedale con nessuno -

Uno dei vantaggi principali del avere un padre medico è questo.
Non andare quasi mai all'ospedale.

Non che io avessi qualcosa contro gli ospedali ma,insomma, che te ne fai di un posto pieno zeppo di persone indossati camici bianchi se hai un medico proprio a casa tua?
Niente, ecco la risposta.
Ma come al solito io e mia madre non la pensiamo allo stesso modo.

Secondo la signora Smith, almeno una volta ogni tanto, va fatta una visita in ospedale, tanto perché, come dice lei, prevenire è meglio che curare e mio padre, da canto suo, è sempre stato d'accordo con questo suo ragionamento, da bravo medico dopotutto.

- Non sto cominciando niente - Mi avvisa mia madre risvegliandomi dai miei pensieri - Questa visita era programmata da mesi -

- Può visitarmi papà - Cerco di trovare una scusa io.

- Io devo visitare altri pazienti oggi - Mi risponde lui - Pensavamo che potresti venire con me, così ti visiteranno altri medici e poi ce ne andremo insieme -

- E non può visitarmi dopo - Dico pensandoci qualche secondo.

- No Diana - Ribatte ancora mio padre - Ti farai visitare in pochi minuti, mi aspetterai per qualche altro secondo e poi passaremo un bellissimo pomeriggio insieme -

- Va bene - Sospiro io.

So che il concetto di qualche secondo per mio padre consiste in un ora o di più, ma avrei aspettato, a costo di passare più tempo con lui e, in più, mi accerterò che il fatto che ieri io sia svenuta non sia nulla di grave.

- Bene - Esordisce mia madre con un pizzico di sorpresa nella voce - È strano che tu abbia detto si quasi subito -

- Volete che dica di no? - Chiedo io sorridendo.

- No, no, no - Si affretta a rispondere mio padre - Andiamo che facciamo tardi -

E così usciamo di casa, sotto lo sguardo attento di mia madre, che mi saluta dandomi un bacio sulla guancia.

- Bella la scusa della visita programmata - Dico io con un tocco di sarcasmo appena saliamo in macchina - Idea di mamma? -

- È davvero così Diana - Mi risponde lui mentre accede con le chiavi la macchina - A volte c'è bisogno di farle -

- Già - Sospiro io - Ma dopo andiamo a mangiare nel bar dove lavora Carla -

- Va bene - Acconsente mio padre tenendo lo sguardo fisso sulla strada - Come sta ? -

- Bene - Rispondo quasi subito, ma poi mi ricordo della questione Jacob e non so se Carla risponderebbe allo stesso modo se le facessero questa domanda - Più o meno -

- Non mi hai raccontato niente del lavoro - Cambia argomento lui - I ragazzi sono simpatici? -

- Si - Affermo io facendo un piccolo sorriso - Sono tutti molto simpatici -

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