14 - Questo Ragazzo Mi Confonde

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- È la seconda volta che mi dici che mi devi parlare - La sua voce così perfetta arriva alle mie orecchie come fosse un ago pronto a pungermi - Ed è la seconda volta che rimani zitta! -

In tutta risposta lascio sfuggire l'ennesimo sospiro rumoroso dalle mie narici mentre il ragazzo di fronte me alza gli occhi al cielo.

- Hai intenzione di proferire parola? - Chiede ancora Liam riportando la visuale su di me.

- Stai zitto! - Il suo continuo ricordarmi ciò che non sto riuscendo a fare mi fa perdere tutta la poca pazienza che ho - Mi distrai -

- Dal fare cosa? - Domanda lui, e per una volta in quella conversazione, che sta durando da circa dieci minuti, decide di usare la calma.

Ottima scelta Liam, se solo l'avessi presa prima sarebbe stato un pochino meglio.

- Dal dirti quello che ti devo dire - Sospiro io riuscendo ad alzare lo sguardo su di lui.

- E qui ripartiamo dal punto di prima - Esordisce come se non lo sapessi già - Che mi devi dire? -

- Allo... - Comincio a dire, ma la frase viene interrotta dalla visione di Kate, che sta venendo verso di noi con fare arrabbiato - Cazzo -

- Cosa? - Chiede il biondo girandosi verso la direzione dove sta venendo la donna - Kate questa volta ci uccide -

Se c'è una cosa che ho capito, in due settimane che faccio la modella per Katr, apparte che è tremendamente stressante, è che odia i ritardatari cronici.

All'inizio di questo lavoro ci aveva avvisato che avremmo avuto tre opportunità per fare ritardo, e se la memoria non mi inganna, quella si può contare come la terza.

- Ok - Dico mentre penso a come uscire da quella situazione - Ora che facciamo? -

- Scrivi alla tua amica - Mi ordina lui intanto che io prendo il mio telefono in mano - Dille di coprirti in qualche modo, io scrivo a Stiles -

Scrivo un messaggio a Madison dicendole quello che mi aveva appena imposto il ragazzo e appena premo il pulsante invio sento la mano di Liam, che a quanto pare aveva finito di digitare prima di me, prendere la mia e trascinarmi verso una delle uscite del parco.

La sua mano è fredda, anche se siamo a metà luglio, e a contatto con la mia calda, fa una strana sensazione.
Come se per una volta il fuoco non riuscisse a fondere il ghiaccio, anzi, lo rispingesse.

A riportarmi alla realtà è lo scontro con la schiena di Liam, che evidentemente, senza che io me ne accorgessi, si è fermato.

- Non avvisare quando ti fermi eh - Dico staccandomi dalla sua schiena e notando l'oggetto davanti a lui.

- Hai una macchina? - Chiedo osservando l'automobile scura.

- Ho sedici anni e siamo in America - Mi risponde con fare ovvio - Pensavi andassi in giro con il monopattino? -

- Sei troppo alto effettivamente - Dico mentre lui mi fa segno di entrare - E forse pesi pure troppo -

- Mi sento terribilmente offeso - Dichiara lui fintamente, entrando nell'auto e mettendosi nel posto del guidatore.

- Sono una persona crudele - Ammetto sorridendo mentre chiudo la portiera - Spiegami - Continuo io mentre lui accende la macchina - Come fai ad arrivare in ritardo se hai un auto? -

- Ho altri impegni - Spiega semplicemente lui.

- Già - Annuisce io per una volta capendo quello che vuole dire - Un'altra domanda -

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