Capitolo 2: Rabbia

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Elle's POV

"Non l'hai sentita?! FUORI-DALLE-PALLE"

Un tipo tuonò, alle spalle dell'uomo che stava cercando di spogliarmi, e scandii le ultime tre parole, sillaba per sillaba.

Nel giro di pochi secondi, lo staccò da me e lo sbatté nella parete opposta del corridoio.

Quel ragazzo, il mio miracolo.

"È arrivato il ragazzino geloso? - lo scimmione affinò lo sguardo prima di informarlo - Io non condivido con nessuno."

Il 'ragazzino' lo teneva per la maglia, lo tirò un po' indietro e poi gli fece battere la testa contro al muro.

Io rimasi immobile, a guardare la scena con ancora la maglietta un po' alzata, incurante di metterla a posto.

Ero incapace di far qualunque cosa.

La paura incorniciava ancora i miei occhi spalancati e le mie mani tramavano.

Avevo la testa vuota: non pensavo a nulla.

Guardai le spalle del mio salvatore.

Anche lui indossava una tuta da corsa, ma la sua, a differenza di quella dell'altro, era della Ducati.

Aveva i capelli un po' mossi e di un castano molto scuro.
Il suo fisico era atletico ed era alto, molto alto.

Non riuscii a vederlo in viso, in quel momento.

Tutti i suoi muscoli erano in tensione.

"Carissimo pezzo di merda - iniziò a dire - non c'è bisogno che tu condivida qualcosa appartenente ad altri" disse, in modo acido, a denti stretti.

"Che c'è, Dave, eh? Nessuna ti vuole e allora stupriamole?" Continuò.

Ah, quindi ha un nome...
Aspetta un attimo, sarei tua, scusa?

Strinsi le labbra, e in quel momento, il tizio si girò verso di me.

Studiai il suo viso: aveva una mascella squadrata e ben definita, gli zigomi alti, labbra carnose e il naso all'insù.

Aveva degli occhi neri come il carbone ed erano misteriosi, quasi da far paura, ma in quel momento tutto mi spaventava.

Mi scrutò con i suoi pozzi neri, dai quali non si riusciva nemmeno ad intravedere la pupilla, e mi fece capire che dovevo rimanere in silenzio.

Aveva all'incirca la mia età, però aveva l'aria di un tipo che se la tirava decisamente troppo.

"Amico, da quando sei così geloso?"
Sistemai la maglia, con ancora le mani tramanti, e mi spostai a lato di qualche passo.

Non distolsi lo sguardo dai due sconosciuti davanti a me.

Il ragazzo più giovane gli tirò un pugno sul naso e io misi una mano sulla bocca, sorpresa.

"Chiariamo una cosa, brutto bastardo del cazzo, io-non-sono-tuo-amico" ringhiò.

L'uomo dal naso sanguinante, diede un pugno nello stomaco al ragazzo più giovane e quest'ultimo indietreggiò.

Quando mi accorsi che ormai il mio assalitore era libero, feci una serie di passi indietro.

"Se non ti fossi avvicinato sarebbe andato tutto bene" disse, quando arrivò a pochi centimetri dal viso del mio coetaneo.

No, non sarebbe andato tutto bene. Ma si sentiva quando parlava?

La rabbia iniziò a crescere dentro di me nel giro di pochi attimi.

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