Capitolo 5: Bipolarismo

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Elle's POV

"Dato che ti ho evitato tanti problemi e voglio qualcosa in cambio, ti vengo a prendere e beviamo qualcosa insieme. Dove abiti?"

Ma mi aveva sentito o si stava prendendo gioco di me?

Sembrava il solito ragazzo sbruffone, e avevo indovinato sul fatto che se la tirasse troppo.   

"Forse non hai capito, non verrò a bere qualcosa con te. Vuoi un disegnino? Non so, hai carta e penna? — usai un tono della voce acido — E non aspettarti un grazie, non da me."

Iniziò a fare gli occhi dolci.

Patetico.

"Passo" raccolsi lo zaino da terra e me lo misi in spalla.

Gli feci un sorriso falsissimo e mi avviai verso l'entrata, seguita da Alexandra.

"Spiegami"

Ale fece un sorriso a trentadue denti, elettrizzata, come se avesse fiutato uno dei suoi nuovi gossip.

Se c'era una persona informata su tutto, quella era proprio lei, anche perchè scriveva degli articoli per il giornalino della scuola.

Le spiegai ciò che era successo la sera prima, e iniziai dal fatto che l'avevo persa di vista, fino ad arrivare al momento in cui James mi aveva portata fuori dal corridoio.

Si fermò di colpo, nel bel mezzo del corridoio, e iniziò a battere le mani come una bambina.

"Oh mio dio! E cosa aspettavi a dirmelo, eh?" strillò e la guardai come se avesse parlato arabo.

Ma ti ho appena detto che sono quasi stata stuprata...

"Ehi, ciao — feci finta di parlare a telefono — sai, l'altra sera un pezzo di merda mi ha quasi violentata, ma tranquilla! James Davis mi ha salvata!"

Fece una risata un po' nervosa.

"Per quell'uomo mi dispiace — sussurrò, a testa bassa — Tu stai bene?"

Si morse un labbro, a disagio.

"Sì, insomma, alla fine non è successo nulla, e ciò è stato possibile grazie a James" ammisi, a bassa voce.

"Si dice che la maggior parte delle ragazze di questa scuola sia passata dal suo letto" mi informò, e abbandonammo per sempre il ricordo dell'uomo.

La guardai ed inarcai un sopracciglio.

Con un ragazzo del genere non avrei mai voluto qualcosa a che fare.

Mi incuriosiva, questo non lo negavo, ma io provavo curiosità verso qualsiasi cosa.

Era misterioso e coraggioso, e quest'ultimo tratto lo dedussi da quelle gare terrificanti a cui partecipava, con la sua moto.

E aveva un bel fisico: era atletico ed alto come minimo un metro e novanta.
Aveva persino un bel viso.

Quella mattina aveva i capelli sparati — era al corrente dell'esistenza dei pettini? — e si potevano notare alla perfezione delle macchie violacee sotto ai suoi occhi scuri, testimoni di più notti passate in bianco.

"Un motivo in più per lasciarlo perdere e rifiutare l'invito" affermai.

"Però è molto mooolto attraente, ammettilo" disse lei con aria sognante e fece una giravolta su se stessa.

Certe volte questa ragazza mi stupiva.

Alexandra era poco più alta di me —avevamo solo cinque centimetri di differenza — e come me aveva gli occhi azzurri e i capelli biondi, ma i miei sono un po' più scuri e corti.

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